Harry's bar
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Harry's bar
-Vedi, io ho tanti amici omosessuali (dice proprio omosessuali, non gay). Che poi sono gli amici migliori...
Io faccio finta di niente e continuo ad ascoltarla. Che poi questa moda che hanno le donne di dire di avere amici gay, chi cazzo l'ha inventata? Invece delle lesbiche non dicono niente, non c'è nessuna che dice che ha molte amiche lesbiche. Si vede che non fa figo.
-Forse perché sono un po' donne (dice donne, non femmine) nel loro intimo e allora si parla meglio, ti capiscono meglio quando hai un problema.
Ecco che la prima cazzata viene ampiamente superata dalla seconda. Allora prendo una bustina di zucchero e la uso con il poco caffè che è rimasto nella tazzina. Di solito non uso mai lo zucchero, ma in questo caso faccio finta che sia un antidepressivo, effetto placebo si potrebbe dire. Mentre giro il cucchiaino nella tazza lei continua a parlarmi dei suoi amici omosessuali, ma io penso alla boccetta di En in gocce che sta nel mio comodino. Penso a venti gocce, lei parla dei suoi amici finocchi e io vorrei avere qui con me venti gocce del mio ansiolitico. Il pensiero mi sfugge di mano e mi trovo a dire ad alta voce, venti.
-Venti cosa, mi chiede lei che si è interrotta.
A me capita spesso che mi faccia sfuggire ad alta voce parole o frasi di miei dialoghi interiori. Con il passare del tempo capita sempre più spesso e così sono diventato abbastanza bravo a riparare in qualche modo se ho gente attorno che se ne accorge.
-Dicevo, saranno una ventina i tuoi amici gay...
Lei ride.
-Ma sì, dài, non li conto mica.
E allora se hai così tanti amici gay che sanno capirti, perché adesso stai qui con me a rompermi i coglioni sul tuo senso della vita?
Naturalmente questo non glielo ho detto, l'ho solo pensato, ma siccome è una bella battuta mi scappa da ridere.
-Perché ridi?
-Niente, è la terza volta che ci vediamo per un caffè e a questo punto non so se dirti che sono gay o che ho voglia di fare l'amore con te.
Ora è lei che abbassa lo sguardo e si concentra sul suo caffè, anche lei prende una bustina di zucchero dalla ciotola che è fra noi sul tavolino assieme al contenitore a molla dei tovagliolini.
È calato il silenzio fra noi e come per incanto si è alzato il volume degli altri avventori del bar che è affollato.
C'è silenzio fra noi ma non tensione però lei si riposiziona sulla sedia come per confermare una decisione che doveva aver già preso almeno dall'incontro precedente. Il mio arrocco però l'ha sbilanciata e mi chiede,
- Ma sei omosessuale?
Dentro di me sorrido e non penso più alle gocce di antidepressivo.
-Vedi, io ho tante amiche lesbiche, che poi sono le amiche migliori, forse perché sono un po' maschi nel loro intimo e sembra che ti capiscano meglio quando gli parli.
Quando siamo usciti dal bar abbiamo passeggiato per un po' sotto i portici e lì ho cercato di baciarla. Lei è rimasta impassibile dietro i suoi grandi occhiali da sole che aveva indossato fuori dal bar e poi mi ha chiesto perché ho voluta baciarla, ma io non ho saputo cosa rispondere e allora sono stato zitto. Di lei avevo solo avvertito un vago sapore della sua pelle e della sua bocca chiusa. in compenso io avevo la nuca che mi scottava.
Ci eravamo fermati davanti alla vetrina di un negozio di scarpe femminili e allora per cerco di cambiare discorso.
-Belle quelle décolleté, ma il laccetto alla caviglia è un rischio altissimo; se non hai la gamba lunga e la caviglia perfetta ti ammazzano. Molto meglio il laccetto a "t" che poi è anche molto elegante.
-Perché hai voluto baciarmi?
Mi ripete di nuovo la domanda, ma io non rispondo. Pensavo mi chiedesse come le stessero a lei le scarpe tacco alto con il laccetto alla caviglia, visto che ne indossava proprio un paio simili in quel momento. Non me l'ha chiesto per orgoglio, credo, ma forse perché è sicura di sé e sa che le stanno bene. Io però ho fatto finta di finta di niente. Il calore alla nuca non era ancora scomparso e avevo la sensazione di star camminando sulle uova. Allora continuo:
-Comunque le scarpe più eleganti in assoluto sono le "Belle de Jour", quelle con la fibbia. Ogni donna ne dovrebbe possedere un paio. Spero che anche tu ne abbia uno.
-Certo che ce l'ho- sbuffa.
Ma io non credo che sia stata sincera.
-Non cambiare discorso sulle scarpe,-dice-perché mi volevi baciare?
Allora le ho tolto gli occhiali e le ho detto che la sua bocca mi ha detto di no, ma prima nel bar i suoi occhi mi dicevano di sì.
Lei si è rimessa gli occhiali e io ho avuto paura di averla persa, ma poi abbiamo cambiato discorso.
Forse anche lei mi ama un po'. Molto meno di me, comunque.
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ci sono cose che mi sono piaciute ed altre un po' meno.
Mi sono piaciuti i dialoghi, il protagonista fa filtro di quello che sente in maniera importante dimostrandosi attivo e non trasportato dalla storia.
Mi sono piaciute meno le digressioni messe fra parentesi, i dialoghi sono ottimi e secondo me non c'è bisogno che ci si rivolga al lettore in maniera troppo diretta.
Nel complesso, attraverso il protagonista, si ascolta tanto ma si vede poco.
Pochi sono i dettagli sensoriali, ma non giudicherò in base a questo perchè sarrebbe dare un giudizio personale e non mi piace ragionare così.
- Alberto Marcolli
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Commento Harry's bar
Solitamente le femmine non amano apparire nel modo in cui dipingi questa lei, e in questo corto la critica è abbastanza esplicita. Cosa tocca fare a noi ometti, pur di piacere. Scherzi a parte, a me è piaciuto. È un quadretto di dialogo dei nostri tempi, efficace quanto basta.
“Ma sì, dài, non li conto mica” - la a di dai va accentata? Chiedo lumi.
Alla fine compare questa (Emoticon) che non saprei se voluta. Oltretutto il programma non lo traduce in faccina.
Qui l’uso del che è veramente massiccio. Ce ne sono ben 23 in 43 righe. È pur vero che sono dialoghi, quindi più comprensibili in un discorso diretto, ma eliminarne qualcuno aiuta, secondo il mio parere.
Mi aspetto qualche ritocco, poi voterò. Comunque mi è piaciuto anche così.
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Mi ha generato questa riflessione di vita.
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a chi gli conviene.Non me ne volere,io dico quello che penso.
- Roberto Bonfanti
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Venendo al racconto, trovo che sia un po’ meno efficace di altri che hai presentato in passato, forse dipende dalla brevità, non so.
Comunque è sempre apprezzabile l’ironia e la schiettezza che metti nei tuoi scritti, anche in questo caso dosi bene i dialoghi e le riflessioni, affrontando con leggerezza un tema che oggi privilegia una correttezza talvolta eccessiva.
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Quanto all'io narrante, ma perché adoperare quelle parentesi per non interrompere il discorso diretto?
"Ecco arrivare la prima cazzata.
-Vedi, io ho tanti amici omosessuali (dice proprio omosessuali, non gay). Che poi sono gli amici migliori..."
Per me avresti dovuto chiudere il discorso diretto, proporre la riflessione dell'io narrante e poi riprenderlo. O al limite fare la considerazione alla fine del discorso diretto, visto che nel seguito introduci di nuovo l'io narrante.
Questa scorciatoia l'hai adoperata in un'altra occasione ancora.
Ti segnalo poi la ripetizione di silenzio e quella virgola nel finale che andrebbe sostituito con un due punti, al limite anche con un punto fermo.
È calato il silenzio fra noi e come per incanto si è alzato il volume degli altri avventori del bar che è affollato.
C'è silenzio fra noi ma non tensione però lei si riposiziona sulla sedia come per confermare una decisione che doveva aver già preso almeno dall'incontro precedente. Il mio arrocco però l'ha sbilanciata e mi chiede,
Un buon corto, Piero, a rileggerti.
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Re: Harry's bar
Lo avevo tenuto così corto perché mi era sembrata una fotografia di un attimo venuta abbastanza bene e che si completasse nella sua brevità-
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e allora per (?) cerco di cambiare discorso.
C'è silenzio fra noi ma non tensione però lei si riposiziona sulla sedia - Metterei una virgola dopo tensione oppure spezzerei la frase in due, eliminando il "però", che vicino al "ma" imbruttisce il testo
A me capita spesso che mi faccia sfuggire - Meglio "Mi capita spesso di farmi sfuggire"
Per il resto, un bel 4 (già, ma avevo votato prima, mi pare 3, adesso come faccio a cambiare il voto?)
- Marino Maiorino
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Perché "non tantissimo"? Perché dopo aver fatto tanto il maschio alfa che sta a sottilizzare tra "omosessuali", "gay" e "finocchi", quando lei gli chiede perché voleva baciarla lui continua a nascondersi parlando di scarpe...
No, caro, se la ami non parli di scarpe, ma glielo dici: "Ti amo!" Forse vi amate alla stessa maniera.
Racconti alla Luce della Luna
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Re: Harry's bar
Nella mia intenzione il protagonista è un uomo in crisi (ma guarda un po'!) che si difende con antidepressivi e l'ironia. Le puntualizzazioni fra parentesi (che forse toglierò) volevano sottolineare con che cura il protagonista prende le misure da questa donna che ama e che teme perché si sente fragile.
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- Laura Traverso
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Re: Harry's bar
Intellinfinito
Questo libro è il seguito di "Un passo indietro". Come il primo, è autoconclusivo.
"Esistevano davvero, gli dèi. Ma non erano dèi. Non lo erano stati per un'oscura volontà divina, ma lo erano semplicemente diventati mediante un'accanita volontà terrena di sopravvivenza".
L'Evoluzione umana (e non) come non l'avete mai immaginata.
Un romanzo postumano e transumano che vi mostrerà un futuro che forse non tarderà a divenire.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Un passo indietro
Il titolo di questo libro vuole sintetizzare ciò che spesso la Natura è costretta a fare quando utilizza il suo strumento primario: la Selezione naturale. Non sempre, infatti, "evoluzione" è sinonimo di "passo avanti", talvolta occorre rendersi conto che fare un passettino indietro consentirà in futuro di ottenere migliori risultati. Un passo indietro, in sostanza, per compierne uno più grande in avanti.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Il Bene o il Male
Trenta modi di intendere il Bene, il Male e l'interazione tra essi.
Dodici donne e diciotto uomini hanno tentato di far prevalere la propria posizione, tuttavia la Vita ci insegna che il vincitore non è mai scontato. La Natura ci dimostra infatti che dopo un temporale spunta il sole, ma ci insegna altresì che non sempre un temporale è il Male, e che non sempre il sole è il Bene.
A cura di Massimo Baglione
Copertine di Giuliana Ricci.
Contiene opere di: Antonella Cavallo, Michele Scuotto, Nunzio Campanelli, Rosanna Fontana, Giorgio Leone, Ida Dainese, Angelo Manarola, Anna Rita Foschini, Angela Aniello, Maria Rosaria Del Ciello, Fausto Scatoli, Marcello Nucciarelli, Silvia Torre, Alessandro Borghesi, Umberto Pasqui, Lucia Amorosi, Eliseo Palumbo, Riccardo Carli Ballola, Maria Rosaria Spirito, Andrea Calcagnile, Greta Fantini, Pasquale Aversano, Fabiola Vicari, Antonio Mattera, Andrea Spoto, Gianluigi Redaelli, Luca Volpi, Pietro Rainero, Marcello Colombo, Cristina Giuntini.
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Haiku - il giro del mondo in 17 sillabe
A cura di Lorenzo Pompeo.
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La Gara 56 - Amicizia ritrovata
A cura di Ida Dainese.
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Gara d'autunno 2021 - Babi Yar, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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