Anche questo è Natale
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Anche questo è Natale
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Re: Anche questo è Natale
Purtroppo anche nella ricca Lombardia in diversi angoli di strada fa capolino la povertà e la solitudine.
Grazie per il commento e per l'immeritato voto.
- Laura Traverso
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Re: Anche questo è Natale
Anche nella mia "ricca" Lombardia, e non solo nelle grandi città o metropoli, si vedono persone in coda per un po' di pane oppure a dormire in strada o in auto. È una cosa che faccio veramente fatica ad accettare. Ma la cosa che mi fa più male emotivamente è come queste persone, già immerse nell'umiliazione del dover chiedere, divengano invisibili agli occhi di chi passa. Mi fa male allo spirito questo fatto. L'indifferenza della gente mi fa parecchio schifo.
@Laura, grazie del commento e dell'apprezzamento. Un grandissimo in bocca al lupo alla tua amica.
@Francesco:
Ti ringrazio dell'appunto, ti confesso che sono consapevole del fatto che alcuni passaggi delle mie poesie risultano troppo prosaici; ovviamente devo lavorarci e sicuramente migliorare sotto questo aspetto, ci sto già lavorando, piano piano…
Molto interessanti i tuoi spunti, mi aiutano molto nel concreto a comprendere come potenzialmente intervenire sulle mie lacune. Contento comunque che ti sia piaciuto "lo spirito" del pezzo e la sua tematica, al resto ci lavoriamo.
Grazie mille!
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Re: Anche questo è Natale
come piccolo iniziale passo con l'obbiettivo di "poetizzare" i versi troppo prosaici.
Grazie
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Lo stile lo trovo abbastanza ricercato e ogni parola mi ha comunicato il suo senso pieno. Ribadisco è BELLISSIMA.
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Re: Anche questo è Natale
Un saluto.
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Averi evitato quel colmi ripetuto, ma capisco perché tu l'abbia fatto.
Buona prova.
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Re: Anche questo è Natale
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Re: Commento
Grazie Namio. Una delle mie "preoccupazioni" in fase di stesura era proprio quella di evitare (il più possibile) di cadere nel "pietismo", nel retorico e anche nel patetico. Con una tematica del genere purtroppo è molto facile.Namio Intile ha scritto: ↑27/01/2023, 17:41 Tema di certo non facile, perché facile sprofondare in una insopportabile retorica. Tu non l'hai fatto e pure hai evitato inutili rime. Hai adoperato il verso libero provando a elaborare un senso e a consegnare al lettore un'immagine vivida e non scontata.
Averi evitato quel colmi ripetuto, ma capisco perché tu l'abbia fatto.
Buona prova.
Penso che comporre un pezzo che parli di emarginazione, povertà e solitudine...in rima, sarebbe stato poco azzeccato e ho scelto altro, magari non fuori luogo, in ogni caso non mi andava l'idea.
Quel "colmi" ripetuto anche a me suona male...lo sostituiamo! spesso basta poco.
Grazie!
- Domenico Gigante
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Re: Commento
Grazie mille Domenico, felice che ti sia piaciuta. Detto da te che hai molta più dimestichezza con la poesia, la tecnica, la poetica e soprattutto la metrica. Sotto questi aspetti non è paragonabile ai tuoi pezzi, che sono misurati "col centimetro" mentre questo umile pezzo è molto sciolto...Domenico Gigante ha scritto: ↑17/02/2023, 8:02 Ciao Mauro! Mi è piaciuta moltissimo. Hai saputo evocare con versi semplici e intensi il Natale "alternativo" dei senza tetto nella sua "struggente malinconia" (parole adattissime a descrivere questa condizione). L'unico suggerimento che mi sento di darti (ma è solo la mia opinione) è di asciugarla un po'. Ad esempio ci sono alcuni versi che richiamano la condizione altrui, tipo "Languidi sguardi verso sfavillanti vetrine" o "Invisibile agli aridi cuori altrui", che mi sembrano di troppo e stonano un po' con la lucida descrizione che fai delle condizioni materiali e spirituali in cui versano i clochard. Un abbraccio!
Tornando al tuo consiglio invece, credo di non aver inquadrato il tuo appunto...nel senso, trovi che i versi che hai citato sono, diciamo, di troppo? Li avresti evitati? Danno un tono prolisso? "Annacquano"?
Grazie mille
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Re: Commento
Ti ringrazio Lety. Ho cercato di descrivere un lato della condizione umana, quella in ombra, quella emarginata.Letylety ha scritto: ↑22/02/2023, 18:15 Una poesia molto bella e umana. Ora che anche l'ultimo Natale lo abbiamo messo alle spalle, la possiamo apprezzare ancor meglio. Ormai i senza fissa dimora aumentano ogni giorno di più, e tantissime persone trovano riparo nella strada oltre per motivi economici anche perché non reggono più una vita normale. Proprio oggi è uscita una statistica che dice che 67 persona al giorno spariscono. Una parte viene ritrovata, gli altri sono descritti in questa bella poesia.
E' raccapricciante pensare che all'alba dell'anno Domini 2023 persone in Italia (ben 67 al giorno come hai riportato, anch'io ho sentito la notizia al TG) spariscano e non se ne sa più nulla.
Inoltre nella nostra popolazione stanno aumentando preoccupantemente i nuovi poveri, che vanno ad aggiungersi a quelli "vecchi"...
Grazie della lettura e del commento.
- Domenico Gigante
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Re: Commento
Caro Mauro! Sia ben inteso: è solo la mia personale opinione. Provo a spiegare meglio. Nella poesia tu descrivi una condizione oggettiva di degrado e lo fai senza indulgere al pietismo degli occhi altrui o all'ingiusta ricchezza. Solo in un paio di versi, mi sembra, fanno capolino queste tematiche, che sento un po' estranee al resto del componimento. Ma sono dettagli naturalmente, che nulla tolgono al buon lavoro che hai fatto.Mauro Conti ha scritto: ↑22/02/2023, 21:07 Grazie mille Domenico, felice che ti sia piaciuta. Detto da te che hai molta più dimestichezza con la poesia, la tecnica, la poetica e soprattutto la metrica. Sotto questi aspetti non è paragonabile ai tuoi pezzi, che sono misurati "col centimetro" mentre questo umile pezzo è molto sciolto...
Tornando al tuo consiglio invece, credo di non aver inquadrato il tuo appunto...nel senso, trovi che i versi che hai citato sono, diciamo, di troppo? Li avresti evitati? Danno un tono prolisso? "Annacquano"?
Grazie mille
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Re: Anche questo è Natale
Bene, credo di aver inteso ora il senso del tuo appunto. Quindi tu avresti omesso riferimenti all'altrui ricchezza, che va sotto il profilo contenutistico a "stonare" con la condizione umile delle persone fragili. Il paragone con chi "ha", l'osservare le vetrine ecc intacca un po' lo spirito nobile di chi soffre....
Assolutamente interessante come considerazione. E ti ringrazio.
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"Anche nella mia "ricca" Lombardia, e non solo nelle grandi città o metropoli, si vedono persone in coda per un po' di pane oppure a dormire in strada o in auto. È una cosa che faccio veramente fatica ad accettare. Ma la cosa che mi fa più male emotivamente è come queste persone, già immerse nell'umiliazione del dover chiedere, divengano invisibili agli occhi di chi passa. Mi fa male allo spirito questo fatto. L'indifferenza della gente mi fa parecchio schifo."
Bene, permettimi un appunto su questo, quando si osserva una situazione di disagio, si smette di osservare una persona e si osserva, ci si sofferma invece solo sulla situazione in cui essa appare. La gente che passa quindi, me e te compresi, si sentono perciò ognuno a suo grado e modo, probabilmente intimoriti dalla situazione di disagio percepita all'occhio e di conseguenza evitano qualsiasi vera interazione umana, dove al di là dello spiccio, o nei migliori dei casi della coperta, di un panino, offriamo poco o nulla di "noi" cioè diamo o portiamo sempre e solo materialità e mai una nostra sentita emotività, un dialogo, un interesse reale sulla persona. Per qualcuno questo potrebbe significare abbassarsi al loro "livello sociale" o status presente , qualcun altro invece può essere intimorito dalla presenza stessa di un vero e proprio stato di disagio derivato ed evocato dalla figura con cui ci si ritroverebbe ipoteticamente ad interagire il che porta diciamo così ad una percezione di pericolo o di pericolosità sulla propria persona poi avere o provare ad avere un approccio realisticamente più diretto, un dialogo per esempio. La verità è che, nonostante non sia ancora successo di fatto avrei tanto voluto avere uno di questi dialoghi con qualcuno di loro, non per dare, ma per ricevere io qualcosa, una storia, un racconto diverso da quello che si può ascoltare solitamente, senza dover o voler offrire però nient'altro che questo, una disponibilità di ascolto, di dialogo reciproco. Anche io quindi a mia volta non ho voluto vedere o capire mai realmente nulla, ma solo osservare a distanza, domandando e ponendo atto e luogo a questo ipotetico dialogo solo dentro me stesso.
Venendo alla poesia, non me ne volere, ma ad essere sincero, ci sono versi troppo carichi troppo enfatizzati per questo contesto a mio parere. Di "poesia" (in senso di
poesia sovrapposta al loro stato, a dispetto di ciò che forse si potrebbe credere o pensare dal nostro punto di vista) credo ce ne sia ben poca in situazioni del genere, quella forse la vediamo o percepiamo più noi da un nostro punto di vista, legati e oppressi dalla società in cui interagiamo, ma allo stesso tempo però così ben riparati dal concetto e dallo stato poi di comodo che dalla nostra società e socialità consegue. Se dovessi descrivere perciò io uno stato di questo tipo userei delle parole più fredde, più semplici se vogliamo, meno cariche, ma forse proprio per questo a mio avviso più realistiche se sovrapposte a questo specifico contesto. Voto 3.
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Re: Anche questo è Natale
La Gara 28 - L'ultima notte
A cura di Lodovico.
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Gara d'autunno 2020 - Beu, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 67 - Cavalieri di ieri, di oggi e di domani
A cura di Ida Dainese.
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Blue Bull
Poliziesco ambientato a Chicago e Nuovo Messico
Un poliziesco vecchio stile, cazzuto, ambientato un po' a Chicago e un po' in New Mexico, dove un poliziotto scopre di avere un figlio già adulto e, una volta deciso di conoscerlo, si accorgerà che non sarà così semplice. Una storia dura e forse anche vera.
Frank Malick, attempato sergente della polizia di Chicago, posto finalmente di fronte alle conseguenze d'una sua mancanza commessa molti anni prima, intraprende un viaggio fino in Nuovo Messico alla ricerca di qualcosa a metà tra il perdono delle persone che aveva fatto soffrire e la speranza di un'improbabile redenzione.
Di Massimo Baglione e Cataldo Balducci.
Vedi ANTEPRIMA (482,65 KB scaricato 263 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Paura fa 90
90 racconti da 666 parole
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Il Bene o il Male
Trenta modi di intendere il Bene, il Male e l'interazione tra essi.
Dodici donne e diciotto uomini hanno tentato di far prevalere la propria posizione, tuttavia la Vita ci insegna che il vincitore non è mai scontato. La Natura ci dimostra infatti che dopo un temporale spunta il sole, ma ci insegna altresì che non sempre un temporale è il Male, e che non sempre il sole è il Bene.
A cura di Massimo Baglione
Copertine di Giuliana Ricci.
Contiene opere di: Antonella Cavallo, Michele Scuotto, Nunzio Campanelli, Rosanna Fontana, Giorgio Leone, Ida Dainese, Angelo Manarola, Anna Rita Foschini, Angela Aniello, Maria Rosaria Del Ciello, Fausto Scatoli, Marcello Nucciarelli, Silvia Torre, Alessandro Borghesi, Umberto Pasqui, Lucia Amorosi, Eliseo Palumbo, Riccardo Carli Ballola, Maria Rosaria Spirito, Andrea Calcagnile, Greta Fantini, Pasquale Aversano, Fabiola Vicari, Antonio Mattera, Andrea Spoto, Gianluigi Redaelli, Luca Volpi, Pietro Rainero, Marcello Colombo, Cristina Giuntini.
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