Vaux, 1 giugno 1916
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Vaux, 1 giugno 1916
Carissimo François,
la sorte è strana alle volte. Sembra solo ieri quando mi scrivevi dal fronte e leggevo le tue missive stropicciate, vergate su pezzi di carta di fortuna, con quella tua grafia già di per sé sgraziata resa ancora più nevrotica dalla fretta. E adesso faccio altrettanto, mentre tu sei a casa.
Ti godi il riposo, immagino. Del resto l’hai comprato a caro prezzo, con una gamba. È triste pensare che per uscire da questo inferno bisogna per forza rimetterci qualcosa. Chissà se sarà così anche per me. Proprio l’altro giorno un compagno del nostro plotone è stato congedato, dopo che una granata gli ha distrutto le gambe. Povero diavolo. Andrà via dal fronte, ma quanto è rimasto di lui? E non mi riferisco solo al corpo.
Sono passate due settimane da quando sono stato mandato qui a Vaux. Io, che a malapena avevo messo il naso fuori da Eygurande in diciannove anni di vita, adesso sono all’altro capo della Francia. Sicuramente avrai sorriso quando Giselle te l’ha detto, ripensando a quante volte dicevo che prima o poi avrei girato il mondo. Certo speravo di girarlo in un altro modo.
Stamattina mi è arrivata una lettera proprio di Giselle, in cui mi raccontava di te, del tuo ritorno a casa e della medaglia che ti hanno dato. Penso sia il minimo, dopo che hai perso la gamba. Mi chiedo cosa hai pensato quando te l’hanno data: ti sei sentito un eroe, François? Io non vedo eroismo in questa guerra. Non è come nei romanzi di Dumas. Qui vedo solo fango, sangue, sudore, sofferenza, lacrime, budella, ma non vedo eroismo. Non vedo neanche nemici, perché se mi fermo a pensare ai boches che siamo stati mandati a combattere e alle condizioni in cui vivono mi rendo conto che sono vittime tanto quanto noi. Sono vittime di chi gioca con le nostre vite, standosene al riparo nelle retrovie. Ecco, se devo cercare dei nemici non posso non pensare a quegli ingrati maiali che si ingozzano al sicuro e ci mandano a morire. E non mi riferisco solo ai generali, François: pensa a tutti quei politici che se ne restano a casa, a cianciare di difesa della patria e di lotta alla tirannia del Kaiser, tanto non solo loro quelli che ci rimettono la pelle. Che ipocriti!
Ma basta, non voglio sprecare questa lettera lamentandomi, amico mio.
Vorrei tanto che tu fossi qui. È egoistico da parte mia, lo so, e di certo non lo dico perché vorrei farti rivivere quest’orrore; ma se tu fossi qui con me, nel fondo dell’inferno, sarebbe tutto più sopportabile. Per fortuna non sono completamente solo, qui. Sai che sono piuttosto timido, eppure non ho faticato a legare con gli altri soldati. Forse è la guerra che ci spinge a socializzare il più possibile, per non impazzire al pensiero della morte sempre incombente su di noi.
Io vorr–
Cavolo, un’esplosione mi ha fatto sobbalzare. Penso che i boches abbiano iniziato i bombardamenti. Ma sarà roba di ordinaria amministrazione, suppongo: qualche colpo di mortaio sparato solo per intimidirsi a vicenda, qualche granata che esplode dove non c’è nessuno.
Io sopravvivrò a questa guerra, François caro. Sopravvivrò e tornerò da te e da Giselle. Penso proprio che la sposerò. Me ne sono reso conto solo adesso, qui sul fronte, a contatto continuo con la morte. L’ho sempre amata, ma solo adesso mi rendo conto di ciò che dovrei fare. Sarà dura scriverle una lettera e trattenermi dal mettere su carta quello che provo, quello che vogl–
Questa lettera fu ritrovata al termine dei combattimenti per Fort Vaux, miracolosamente intatta tra le dita di un cadavere orrendamente mutilato dalle granate. Il soldato sembrava averla stretta al petto per proteggerla dalle esplosioni, quasi valesse più della sua stessa vita.
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questo racconto rappresenta una situazione accaduta a tante, troppe, persone, con esito negativo al massimo.
certo, forse meglio morire che vivere, a quel tempo, senza gambe, però qui il protagonista viene colto di sorpresa e la sua voglia di vita viene frantumata.
niente male, nel complesso.
un paio di errori, che penso siano di battitura.
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Sono stato a Verdun, parecchi anni fa. Ricordo la terribile impressione che mi suscitò la visita alla cittadella fortificata e, soprattutto, l’dea dell’immensa tomba che era diventata quella campagna, concimata dai resti di quasi 500.000 soldati, fra francesi e tedeschi.
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Celebre divenne poi nei secoli il passaggio:
«La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi».
Forti di queste sagge considerazioni è bene che i toni adottati dalla politica, intesa come arte e scienza del governo e dell'amministrazione dello Stato, rimangano sempre bassi, per quanto determinati.
La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino, recita la nostra Costituzione.
Ogni cittadino, come logica conclusione, dovrebbe ritenere suo sacro dovere vigilare e difendere quel tipo di politica che pur portando avanti con forza le proprie idee, lo faccia nel rispetto di tutti mantenendo sempre toni bassi.
L'alternativa è racchiusa nelle parole del generale prussiano.
Il prezzo di una continuazione della politica con altri mezzi è sempre molto alto, e per uscirne, non sempre basta pagare con una sola gamba.
Oggi è possibile per chiunque vigilare affinché la politica non degeneri. In passato lo era molto meno.
Eppure fin troppi, oggi, nemmeno si rendono conto di essere usati proprio da quella politica i cui obbiettivi politici contingenti sono fin troppo divergenti dall'interesse dello Stato.
Ricordare il passato per risvegliare chi vive in un presente assonnato è sempre cosa buona e giusta.
Ben scritto, ottimo spaccato del tutto attuale.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk
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Re: Vaux, 1 giugno 1916
Ho osservato che scrivere per alcuni è un sistema usato per calmarsi e restare tranquilli.
Quanto odio e propaganda, non saprei tra i francesi.
Sicuramente per quanto riguarda i nostri connazionali non è che fossero poi così "scaldati".
Ho avuto la fortuna di parlare con diversi anziani che a quel conflitto mondiale parteciparono ma direi proprio che odio e propaganda erano tra gli ultimi posti nella scala dei loro effettivi interessi.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk
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Re: Vaux, 1 giugno 1916
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Re: Vaux, 1 giugno 1916
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Re: Vaux, 1 giugno 1916
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Re: Vaux, 1 giugno 1916
Quel che intendo dire è che alla difesa di territori sentiti come propri partecipavano contadini, allevatori, artigiani etc. E' quindi naturale che i loro pensieri fossero rivolti più alla famiglia, al bestiame, alla fienagione, al raccolto oltre che al pericolo consistente nel nemico.
I nostri, e con questo intendo i miei antenati ed i loro compagni d'armi, in quel conflitto tra l'altro giocavano in casa combattendo su ghiacciai che ben conoscevano a quote prossime ai 4000 metri sul livello del mare. La più alta guerra in montagna combattuta a più alta quota nella storia. "Record" poi battuto più recentemente in Pakistan sul ghiacciaio Siachen nel periodo 1984 - 2003.
Alpini contro Kaiserjäger e Kaiserschützen.
Alcuni tra questi nemici si conoscevano tra loro, erano perfino amici prima della guerra.
Non ho dubbi sul fatto che in battaglia identificassero comunque il nemico come tale, in ogni caso.
Sicuramente rispettavano il loro nemico.
Anzitutto perché il vero avversario comune a tutti gli schieramenti era costituito dalle condizioni operative estreme a cui entrambi gli schieramenti operavano e questo induce comunque inconsci sentimenti di solidarietà, poi come giustamente hai scritto anche i Kaiserjäger e Kaiserschütz imperiali erano dei poveracci come loro.
Anche se sul termine poveracci ci sarebbe molto da scrivere.
Ricchi di spirito, valori e fede lo erano indubbiamente sia i miei che i tuoi antenati.
La guerra, come noto, tira sempre fuori il meglio ed il peggio di ogni essere umano.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk
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Re: Vaux, 1 giugno 1916
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Mi pare superflua la precisazione finale in corsivo.
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Museo letterario
Antologia di opere letterarie ispirate dai capolavori dell'arte
Unire la scrittura all'immagine è un'esperienza antica, che qui vuole riproporsi in un singolare "Museo Letterario". L'alfabeto stesso deriva da antiche forme usate per rappresentare animali o cose, quindi tutta la letteratura è un punto di vista sulla realtà, per così dire, filtrato attraverso la sensibilità artistica connaturata in ogni uomo. In quest'antologia, diversi scrittori si sono cimentati nel raccontare una storia ispirata da un famoso capolavoro dell'Arte a loro scelta.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Introduzione del Prof. Marco Vallicelli.
Copertina di Giorgio Pondi.
Contiene opere di: Claudia Cuomo, Enrico Arlandini, Sandra Ludovici, Eleonora Lupi, Francesca Santucci, Antonio Amodio, Isabella Galeotti, Tiziano Legati, Angelo Manarola, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Annamaria Vernuccio, William Grifò, Maria Rosaria Spirito, Cristina Giuntini, Marina Paolucci, Rosanna Fontana, Umberto Pasqui.
Vedi ANTEPRIMA (211,82 KB scaricato 183 volte).
Human Take Away
Umani da asporto
"Human Take Away" è un racconto corale dove gli autori Alessandro Napolitano e Massimo Baglione hanno immaginato una prospettiva insolita per un contatto alieno. In questo testo non è stata ideata chissà quale novità letteraria, né gli autori si sono ispirati a un particolare film, libro o videogioco già visti o letti. La loro è una storia che gli è piaciuto scrivere assieme, per divertirsi e, soprattutto, per vincere l'Adunanza letteraria del 2011, organizzata da BraviAutori.it. Se con la narrazione si sono involontariamente avvicinati troppo a storie già famose, affermano, non era voluto. Desiderano solo che vi gustiate l'avventura senza scervellarvi troppo sul come gli sia venuta in mente.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Metropolis
antologia di opere ispirate da un ambiente metropolitano
Cosa succede in città? - Sì, è il titolo di una nota canzone, ma è anche la piazza principale in cui gli autori, mossi dal flash-mob del nostro concorso letterario, si sono dati appuntamento per raccontarci le loro fantasie metropolitane.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Gianluigi Nardo, Andrea Pozzali, Antonella Jacoli, Roberto Virdo', Francesco Pino, Giulia Rosati, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Ibbor OB, Umberto Pasqui, Annamaria Ricco, Eliana Farotto, Maria Spanu, Eliseo Palumbo, Andrea Teodorani, Stefania Paganelli, Alessandro Mazzi, Lidia Napoli, F. T. Leo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Alessia Piemonte, Ida Dainese, Giovanni Di Monte.
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La Gara 5 - A modo mio
A cura di Pia.
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La Gara 18 - Brividi a Natale
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GrandPrix d'inverno 2022/2023 - Conchiglie sulla spiaggia - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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