Quattro scintille per una
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Quattro scintille per una
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Re: Quattro scintille per una
Ho aggiunto anche il sondaggio.
Vedi istruzioni delle Gare.
Buon lavoro!
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Re: Quattro scintille per una
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Re: Quattro scintille per una
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Amore è anzitutto Fede e fedeltà.
Tutto il resto è un tifone caotico, ben descritto in questo racconto.
Quattro scintille per una: Ma quell'una non è Amore.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk
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Fra l’altro non ho ben capito chi manda il messaggio, pensavo Patrizia, ma poi si scusa di non aver messaggiato…
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Per esempio: "La voce, molle e impastata, smussava le asperità di un pensiero spigoloso."
O anche: "Giacomo aggrappò i suoi occhi appuntiti a quelli della fidanzata per perquisirne i recessi."
E penso anche a termini come "asepsi", un vocabolo usato in medicina e da te adoperato con un'analogia un po' cervellotica.
Circa il racconto, dovevi, a mio parere, lasciare ai protagonisti il compito di far intravedere la loro relazione reciproca e poi al lettore d'immaginare il resto.
Invece nel finale, in modo maldestro, è l'autore stesso (e non una voce narrante) a dilungarsi nello spiegare il come e il perché, e a soccorrere il lettore, forse perché consapevole di non esser riuscito a evocare prima l'intreccio che già si evinceva dal titolo.
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Re: Quattro scintille per una
Per prima cosa, un doveroso e sincero ringraziamento agli utenti (e per la maggior parte colleghi) che hanno dedicato tempo al mio lavoro: quelli che hanno scritto parole lusinghiere; quelli che hanno scelto la strada forse più impegnativa della critica costruttiva; quelli che, infine, hanno a mio avviso ceduto alla lusinga della critica fine a se stessa, di impronta riduttiva. Su coloro che, con ogni probabilità senza neppure portare a termine la lettura, liquidano un autore (non necessariamente io) con il voto 1, privo di un anche minimo commento enunciativo che permetta al diretto interessato di correggersi e migliorarsi, mi sono già pronunciato sul forum.
Cercherò, nei limiti del possibile, di soddisfare gli interrogativi emersi e, inoltre, di chiarire alcuni punti altrimenti destinati a rimanere oscuri.
Specifico che il racconto, in origine, avrebbe dovuto avere un taglio narrativo diverso da quello mostrato. Per ragioni di lunghezza del testo, mi sono trovato, nella seconda metà dello scioglimento e nell’epilogo, a ricorrere – secondo qualcuno in maniera maldestra - a una spiegazione esterna ai personaggi e alle loro capacità espressive. Per il poco spazio disponibile, sarebbe stato impossibile far continuare a parlare, a pensare e ad agire Noemi, Patrizia, Giacomo e Cristiano. L’alternativa sarebbe stata lasciare irrisolta la storia: da qui l’inutilità fattiva di presentare al pubblico di Braviautori il mio tentativo compositivo.
Quando mi riferisco a “spiegazione esterna”, intendo, come già accennato, “esterna ai personaggi” e non “esterna alla storia”. Ergo: a tirare le somme è la voce narrante (esiste, qualora non fosse chiaro a tutti, un narratore a focalizzazione zero, comunemente detto “onnisciente”, che sa più di ognuno dei personaggi, potendo penetrare nei loro pensieri), non l’autore. Non so su quali basi tecniche si possa sostenere in maniera arbitraria il contrario.
Certi termini o espressioni possono risultare ricercati o settoriali, frutto di un esercizio di stile e simili. Ritengo che nella nostra attività si debba sperimentare, costi quel che costi, anche rischiando di produrre stonature o inciampare nella tentazione sempre vigile del “bello scrivere” (che spesso si tramuta nel suo opposto). Non ho voluto ostentare né stupire; ma, dato che proviamo a fare letteratura e non giornalismo, sono convinto che ci sia consentito uscire ogni tanto dal recinto della denotazione per esplorare le praterie della connotazione.
Pur rispettando l’opinione altrui, credo che la “sostanza” di un’opera non debba essere pesata in base al numero delle citazioni letterarie o dei rimandi storici: si possono scrivere belle pagine con parole e contesti semplici e farcire righe con inutili e vuote evocazioni colte.
Riguardo alla questione del mittente del messaggio, rivelo che si tratta di Noemi.
Ho creato appositamente e quindi sfruttato le due situazioni parallele, compatibili con la composizione e l’invio del messaggio, dei personaggi femminili.
(Patrizia controllava il cellulare, ma Noemi si era allontanata dal soggiorno per raggiungere la camera e avrebbe potuto fare ciò che voleva…)
Il lettore, nella mia visione, sarebbe dovuto risalire all’identità del personaggio mediante il linguaggio dello stesso: Patrizia non sarebbe mai scivolata su un congiuntivo (“mi dispiace che non ci sei*”).
Grazie a tutti per la pazienza di avermi letto.
- Roberto Bonfanti
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Re: Quattro scintille per una
Per quanto riguarda la votazione, concordo sulle tue considerazioni su quell'uno tranchant se oscuro come motivazione, ma tant'è; con serenità ti posso dire che il mio voto è 3. Non disconosco la tua ottima capacità narrativa, semplicemente ritengo che stavolta il bersaglio, inteso come equilibrio tra forma e sostanza, non sia stato centrato.
Alla prossima, con stima.
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BReVI AUTORI - volume 1
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
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La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Fausto Scatoli. Giorgio Leone, Annamaria Vernuccio, Luca Franceschini, Alphaorg, Daniel Carrubba, Francesco Gallina, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Giuseppe C. Budetta, Luca Volpi, Teresa Regna, Brenda Bonomelli, Liliana Tuozzo, Daniela Rossi, Tania Mignani, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Umberto Pasqui, Ida Dainese, Marco Bertoli, Eliseo Palumbo, Francesco Zanni Bertelli, Isabella Galeotti, Sandra Ludovici, Thomas M. Pitt, Stefania Fiorin, Cristina Giuntini, Giuseppe Gallato, Marco Vecchi, Maria Lipartiti, Roberta Eman, Lucia Amorosi, Salvatore Di Sante, Valentina Iuvara, Renzo Maltoni, Andrea Casella.
Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero
antologia di opere ispirate alla paura dell'ignoto
Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di: Ida Dainese, Francesca Paolucci, Marcello Rizza, Fausto Scatoli, Annamaria Ricco, Francesco Cau, Valentino Poppi, Mario Flammia, Essea, Umberto Pasqui, Enrico Teodorani, Roberto Masini, Maria Perrella, Giacomo Baù, Eliseo Palumbo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Ibbor OB, Andrea Teodorani, Simona Geninazza, Lidia Napoli, Mario Malgieri, Michele Silvi, Ida Daneri, Alessandro Mazzi.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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La Gara 32 - MOM - Storie di Madri (e figli)
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La Gara 7 - L'Incubo
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