Covid diary (seconda puntata)

[Palombaro68]

Osservo il pesce rosso nell’acquario e provo una certa invidia. Lui che ha conosciuto solo acquari, non ha nessuna voglia di avventurarsi in spazi più vasti. Provo a mettermi nei suoi panni: sono sicuro che è un grande esperto di tutti i rumori del bagno. Da oggi ho deciso: anche io mi metterò all’ascolto dei tubi e delle condutture. Sono sicuro che il passaggio dell’acqua nasconda grandi sorprese. Se tutte le tubature si accordassero tra loro, sono sicuro che ne verrebbe fuori una meravigliosa sinfonia. Ma questo è il punto. Non posso chiedere a tutti i vicini di tirare lo sciacquone nello stesso momento (mi prenderebbero per matto). Ma posso immaginare le musiche celestiali realizzate da tutte le condotte che in un quella fatidica circostanza lasciassero scorrere le acque tutte insieme, ignare della celestiale armonia che si verrebbe a creare attraverso quei suoni. Le spie accese in casa ringrazierebbero con una silenziosa intermittenza. E invece a causa dell’egoismo dei singoli condomini, si odono solo degli assoli, dei frammenti di questa partitura musicale immaginaria, che sono sicuro il mio pesce rosso conosce a perfezione. Qualche brandello di musica da camera, duetti o terzetti al massimo, è ciò che giunge al mio orecchio dopo ore e ora di attesa. Ma almeno ho preso un’abitudine: prima di addormentarmi, invece di computare le banali pecorelle, conto gli sciacquoni dei vicini. Mi addormento sempre dopo il quinto o il sesto, calmo e sereno come il mio pesce rosso.