Schiaffi
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- Roberto Bonfanti
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La violenza domestica è un tema molto attuale, qui si risolve con un karma quasi istantaneo a danno dei carnefici, forse a causa dell’inettitudine degli stessi e delle armi che usano, gli schiaffi al posto delle pistole, come dici tu.
Racconto gradevole, con qualche incongruenza di forma (i dialoghi che passano dallo stile Saramago a quello consueto, con le virgolette), ma comunque apprezzabile.
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Come ha scritto Roberto i dialoghi sono però un problema. Non perché passano dallo stile Saramago (nei romanzi di Saramago - che amo alla follia - i discorsi diretti non sono accompagnati da cornici citanti e sono delimitatai soltanto da virgole... ma sempre discorsi diretti sono) a quello usuale, ma perché hai utilizzato dapprima il discorso indiretto (Martina, che sei impazzita, mi disse) e nel finale quello diretto ("Bernardo, non mi dici niente?"lo incalzai). Con un errore successivo nella cornice citante. Il cambio, in genere, non è consentito, ma è appunto un errore. Potevi benissimo continuare col discorso indiretto, andava benissimo e riportare i discorsi diretti in modo indiretto.
A rileggerti.
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Come già segnalato il passaggio dal discorso indiretto a quello diretto risulta una stortura. Andava bene sia uno che l'altro, ma uno solamente.
A presto.
- Marino Maiorino
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"Non facciamo l'amore da tre settimane!" si lamenta Giorgio... Mi ha ricordato un romanzo di fantascienza nel quale un'astronauta donna accudisce la pianta che le è nata dopo una missione nello spazio dove è rimasta impollinata (letteralmente) da un alieno vegetale. Il suo compagno umano ne è geloso e finisce male (per lui).
Lo stranimento negli alveari urbani, indipendentemente da cosa lo provochi, conduce a questo: nella mancanza del rapportarsi in maniera sana con altri esseri umani, si sostituiscono soggetti altrimenti impensabili (una pianta, in questo caso) a quelli che sono gli oggetti naturali delle nostre emozioni. La protagonista cura la pianta (il gatto) come il figlio che non ha ma Giorgio, che non sente suo quel "figlio", e certo non lo vede come un bambino, sfoga sul vegetale la propria gelosia, il proprio primitivo senso di possesso della donna.
Né la protagonista è del tutto "a posto", anzi!
Cosa rimprovero al racconto? Che nel suo svolgimento surrealista e allucinato possono nascondersi i malesseri di tante persone che in un condominio ci vivono, e allucinano come e peggio della protagonista.
Racconti alla Luce della Luna
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numero 33 “che” in 136 righe
propongo un esempio di come si possa evitare l’uso del che:
“diciamo che l’ingiustizia subita, la blasfemia verso quello che era il mio monumento al ricordo, mi aveva scosso moltissimo.”
- ma l’ingiustizia subita e la blasfemia verso quel mio monumento al ricordo, mi avevano scosso moltissimo.
“Una volta fuori sul pianerottolo vidi Giorgio saltare come un invasato tre gradini alla volta per scendere la mezza scala che dava sull’ascensore. Feci per fermarlo ma lui con uno strattone si liberò e mi cacciò indietro.”
- - - Concordo con le perplessità dell’ispettore. Lo scontro è avvenuto sulle scale, ma Giorgio deve essere già sceso di almeno nove scalini, altrimenti come poteva saltare come un invasato tre gradini alla volta? Poco credibile che lei sia riuscita comunque a raggiungerlo sulle medesime scale e poi essere cacciata indietro. A questo punto Giorgio cade, ne fa altri sei a testa in giù e si ferma sull’ultimo gradino. Ma quanto era lunga questa mezza scala? Fai bene a dire che non hai capito come si sia salvata Xenia, infatti è impossibile, a meno di far scendere in campo illogici poteri soprannaturali.
Concludendo: la faccenda non mi convince e non avrei archiviato il caso, ma, al posto dell’Ispettore, ti avrei sbattuta in galera con una bella accusa di omicidio.
Concordo con l’appunto relativo ai dialoghi di Namio Intile.
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Questo racconto contiene diversi possibili percorsi narrativi e alla fine, per me abbastanza inaspettata, tutto si risolve nella violenza di genere, con ben due morti ammazzati, ma uomini in questo caso.
Voto 3
La Gara 6 - Un racconto in una fotografia
A cura di Alessandro Napolitano e Dafank.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2015 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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La Gara 54 - Sotto il cielo d'agosto
A cura di Giorgio Leone.
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Masquerade
antologia AA.VV. di opere ispirate alla maschera nella sua valenza storica, simbolica e psicologica
A cura di Roberto Virdo' e Annamaria Ricco.
Contiene opere di: Silvia Saullo, Sandro Ferraro, Luca Cenni, Gabriele Pagani, Paolo Durando, Eliana Farotto, Marina Lolli, Nicolandrea Riccio, Francesca Paolucci, Marcello Rizza, Laura Traverso, Nuovoautore, Ida Daneri, Mario Malgieri, Paola Tassinari, Remo Badoer, Maria Cristina Tacchini, Alex Montrasio, Monica Galli, Namio Intile, Franco Giori.
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Dieci
antologia di opere ispirate dal numero dieci, in omaggio al decimo compleanno dell'associazione culturale BraviAutori.it
Non amiamo l'auto-celebrazione, tuttavia ci è piaciuto festeggiare il nostro decimo compleanno invitando gli autori a partecipare alla composizione di un'antologia di opere di genere libero che avessero come traccia il numero 10. Ventidue autori hanno accettato l'invito e ciò che ci hanno regalato è stato confezionato in queste pagine.
Con la presente antologia abbiamo voluto ringraziare tutti i collaboratori, gli autori e i visitatori che hanno contribuito a rendere BraviAutori.it ciò che è oggi, e che continuerà a essere finché potrà.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Giuseppe Gallato.
Contiene opere di: Ferruccio Frontini, Giuseppe Gallato, Mirta D, Salvatore Stefanelli, Gabriella Pison, Alberto Tivoli, Massimo Tivoli, Francesca Gabriel, Francesca Santucci, Enrico Teodorani, Gabriele Ludovici, Martina Del Negro, Alessandro Borghesi, Cristina Giuntini, Umberto Pasqui, Marezia Ori, Fausto Scatoli, Arcangelo Galante, Giorgio Leone, Fabio Maltese, Selene Barblan, Marco Bertoli.
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I sogni di Titano
Il "cubo sognatore" su Titano aveva rivelato una verità sconvolgente sull'Umanità, sulla Galassia e, in definitiva, sull'intero Universo, una verità capace di suscitare interrogativi sufficienti per una vita intera. Come poteva essere bonariamente digerito il concetto che la nostra civiltà, la nostra tecnologia e tutto ciò che riguardava l'Umanità… non esisteva?
"Siamo solo… i sogni di Titano", aveva riportato il comandante Sylvia Harrison dopo il primo contatto col cubo, ma in che modo avrebbe potuto l'orgoglio dell'Uomo accettarlo? Ovviamente, l'insaziabile sete di conoscenza dell'Essere umano anelava delle risposte, e la sua naturale curiosità non poteva che spingerlo alla ricerca dell'origine del cubo e delle ragioni della sua peculiare funzione.
Gli autori GLAUCO De BONA (vincitore del Premio Urania 2013) e MASSIMO BAGLIONE (amministratore di BraviAutori.it) vi presentano una versione alternativa del "Tutto" che vi lascerà senza parole. Di Glauco De Bona e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.