Pensieri a passeggio
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Re: Pensieri a passeggio
ne farei veramente a meno
ma...."me le trovo in testa", non so come spiegarti.
Se fosse per me non mi porrei un bel nulla
guarda come vive bene chi non si fa mai domande....
non so se sia giusto o sbagliato, ma lo invidio."
"Non c'è nulla da spiegare, sei chiarissimo e io ti confermo che per me è la stessa cosa; e con noi miliardi di uomini...
Siamo tutti illusi nel cercare l'impossibile?"
Questo dimostra semplicemente che ciò che affermo infatti non è soggettivo, ma oggettivo, si pone in tutti lo stesso tipo di percezione illusoria di evasione dalla realtà per mantenimento di una possibile coscienza. Se anche aveste la risposta (l'unica possibile ve la ho già data) , ma mettiamo che per soddisfare la vostra coscienza di sapere se è solo questa che vi preme e non il mantenimento come dice Giancarlo, se la risposta fosse per assurdo, lo spirito esiste, (che come ho spiegato logicamente non può essere, non associato a cosa lo sovrapponete voi quantomeno, se volete definire un vuoto assoluto poi spirito o dimensione esterna alla realtà, liberissimi di farlo, ma non cambia ciò che esso non è, movimento, quindi poi scordatevi ogni traslazione di azione fisica o mentale, di pensiero o associazione Altra su di esso come reale o possibile), dicevamo " bene è scientificamente provato che lo spirito esiste, che esiste una dimensione esterna e infinita alla realtà, ma l'uomo come tutta la realtà qui presente, non ne entrerà mai in contatto, essendo essa ferma in essere, e noi in movimento, l'uomo può solo quindi riuscire ad intuirne presenza, visto che lo spirito ha solo dato modo a questa realtà di venire in essere e nient'altro, voi a questo punto accettereste questa risposta? Siete sicuri? Perché se l'accettereste, allora non c'è comunque nessuna differenza nella conclusione da ciò che vi sto già dicendo io, nessuna speranza di mantenimento, niente, fine. Ora avete però la certezza che esiste uno spirito, solo che non v'è ne fate nulla di questa certezza, perché non cambia nulla però sullo stato della realtà in movimento.
Allora io vi domando, perché non riuscite ad accettare però ciò che vi sto già dicendo?
Sarebbe un paradosso giusto?
O forse non sarà molto più semplicemente che, anche sapendo che esiste scientificamente uno spirito, se però fosse altrettanto scientificamente provato che questa stessa consapevolezza poi non cambia nulla nel vostro divenire, sotto sotto , zitta zitta, la speranza, un piccolo dubbio, rimane o continuerebbe sempre in fondo, o no?
Come lo si risolve quindi?
Inganno dell'io. Ciò che vi mette il tarlo, esattamente come è successo in passato a me, io poi forse sono riuscito ad accettarlo molto più serenamente una volta compreso perché sono più di dieci anni che ho dubbi su tutto questo, il perché avessi bisogno di affidarmi a Dio ecc, ecc. Perciò chiaramente esattamente come è successo a me, non è una questione solo di avere già avuto da parte mia una spiegazione totalmente logica e oggettiva che niente di tutto questo sia possibile, a prescindere da ciò che uno poi associ il suo diverso sentire, ma è questione di elaborarlo e comprenderlo da voi in voi, è l'io stesso, il sé biografico che come è successo per me, deve comprenderlo, e poi accettarlo essendo l'unica risposta evidente e possibile, perché è questo che continua dentro di voi a battere su tutto ciò, non il sé nucleare, non il proto sé, ma il sé biografico, quello che legge e comprende gli stati emozionali più specifici del vostro, come di ogni altro corpo che presenti in sé, un sé biografico appunto.
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Re: Pensieri a passeggio
Ok, siamo tutti d'accordo.
Bene gli stessi miliardi di individui, le stesse menti e comprensioni, quanto sono andate avanti, quanto sono progredite, sulla comprensione o consapevolezza, dei concetti spirituali? 0.
A cosa hanno portato di concreto, quali e quante risposte ci sono arrivate da tutte queste diverse intuizioni? 0.
Secondo voi, questo non significa che :
"... e io ti confermo che per me è la stessa cosa; e con noi miliardi di uomini...
Siamo tutti illusi nel cercare l'impossibile?"
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Re: Pensieri a passeggio
Quindi questa sarebbe fuffa come risposta, mi aspetto di meglio da te.
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Re: Pensieri a passeggio
Ecco perché riusciamo a rispondere a tutte le nostre passate, presenti e future domande che ci poniamo, o vengono poste, sulla realtà.
Abbiamo risposte perché vengono poste su quesiti in movimento, perciò reali.
Essendo lo spirito fermo, le intuizioni che tu, come chiunque altro, associa a questo, non sono più rivolte al movimento, ma verso un concetto di infinito, perciò un "concetto" attributivo, totalmente, fermo in essere.
Ecco perché, vivendo e pervenendo noi in essere, all'opposto di questo, da una una realtà in movimento, non possono poi da questa, pervenire in nessun modo, o da alcun, sentire percepito (qualsiasi esso sia), risposte reali, ma al contempo, anche ferme in essere.
Semplicemente perché non sarebbero risposte reali, visto che evadono la realtà già le stesse domande.
Quindi scordati che in futuro ci sia anche solo una qualche vaga possibilità, ipotesi realistica, o scientifica risposta, pervenuta su quesiti che riguardano, o vengono ricondotti, allo spirito, dimensione Altra, Dio, ecc, ecc.
Cosa rimane perciò?
"la speranza illusoria"
L'inganno dell'io, cioè negare ogni evidenza in favore di una propria, illusoria convinzione o percezione; percezione oltremodo, e per tutti però, realistica (essendo percepita emozionalmente, quindi tramite lettura e comprensione delle proprie emozioni, che come ogni altra azione fisica e mentale, risulta in movimento, quindi reale, dovuta e pervenuta in essere, dal sé biografico) intuizione, su una possibile evasione dalla realtà.
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Re: Pensieri a passeggio
Accetto anche i vaffanculo se volete
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Re: Pensieri a passeggio
Cito il caso della Franzoni, perché è conosciuto da tutti, e lo uso solo ipoteticamente per fare comprendere ciò che voglio assumere, non per assodare il fatto, o emettere sentenze sul suo caso specifico.
Se noi avessimo (non abbiamo, avessimo) le prove provate che la Franzoni sia colpevole (parafrasando per assurdo, lo spirito esiste) .
Ma anche assumendo scientificamente questo, ci rivolgessimo direttamente a lei con le prove in mano che certificano indiscutibilmente la sua colpevolezza (che lo spirito comunque non ci salva), secondo voi lei ammetterebbe o accetterebbe almeno inizialmente o di buon grado il suo stato?
No.
Sapete perché?
Perché non è un fatto di coscienza, o di sapere che le serve per accettare il suo stato (la sua/nostra condizione esistenziale), ma prima di tutto, prima di una reale
in caso, comprensione, avviene un fatto di mantenimento esistenziale più idoneo per la sua psiche, lei ha bisogno di credere o passare prima, almeno per un processo mentale, un "inganno mentale" che la porti comunque in precedenza a credere, per esserne invece pienamente cosciente poi, anche ad una sua illusoria, ma realmente percepita (emozionalmente è reale) innocenza (nel nostro caso evasione dalla realtà), dovuta e pervenuta per il suo stesso mantenimento, da un sistema di protezione psicofisico che la porti a convincersi seguendo questa sua stessa percezione che, la sua realtà (soggettiva) sia sovrapposta o comunque sovrapponibile, in prima battuta, anche ad una oggettiva realtà, dove quest'ultima invece, può essere poi, ma non necessariamente, non sempre, o per tutti, disvelata alla propria psiche, man mano, o almeno con i tempi giusti e necessari, per non esserne poi totalmente stravolta o sopraffatta esistenzialmente, e solo in seguito a questo, a questa maturazione, a questa reale comprensione , forse al fine, anche venire accettata come l'unica possibile e reale realtà di fatto, come un dato o un assunzione di fatto, il che non è purtroppo, come tutti possiamo in noi stessi constatare, sempre sovrapponibile ad una realtà o sentire, di tipo soggettivo.
Più che così, non saprei come spiegarlo sinceramente.
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Re: Pensieri a passeggio
Ripeto perché forse hai letto troppo velocemente: "Quando due discutono di qualsiasi cosa partendo da presupposti assolutamente inconciliabili, la vittoria non verrà mai assegnata. Allora la discussione diventa gioco, e semmai serve a migliorare le argomentazioni e a concretizzare le idee. Gabriele come me vive nella realtà che entrambi condividiamo, con le stesse logiche. Io ipotizzo cose che non sono assoggettabili alle leggi della nostra realtà. I miei dubbi sull'esistenza di realtà extra si basano sulla necessità di rispondere a esigenze interiori che Gabriele liquida definendole illusioni auto costruite dal sistema neuronale. Punto.
Non servono centomila parole per spiegare quello che è ovvio: se con la logica cerchi qualsiasi traccia dello spirito al di fuori della tua illusione, non la troverai, e Gabriele trionfa. Se invece ti guardi intorno e ti rendi conto che miliardi di persone sentono la necessità di inventare un realtà extra, magari cadendo nella pazzia, o nell'arte, nella poesia, nella fantasia o nella assurdità delle religioni con tutto quello che ne consegue, allora ti senti incoraggiato a continuare a porti domande.
Dentro di te non trovi le risposte perché sono soggettive. Fuori di te trovi che oltre la realtà non c'è nulla.
Eppure miliardi di persone sono vittime di una illusione collettiva insita nella natura umana.
Se pensi di evadere sei fregato, meglio rassegnarsi e cercare di ridere per non piangere..."
Per concludere, se fosse scientificamente provato che lo spirito esiste, il passo successivo sarebbe il tentare di trovare la strada per superare l'impossibile: diventare DIO.
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Re: Pensieri a passeggio
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Re: Pensieri a passeggio
Giancarlo Rizzo ha scritto: ↑17/11/2022, 14:59 Vabbè, la storia riporta centinaia di casi simili e anche peggio, se pensiamo alle cosiddette malattie mentali. Nulla di nuovo e non puoi dare del matto a tutti tranne che a te.
Ripeto perché forse hai letto troppo velocemente: "Quando due discutono di qualsiasi cosa partendo da presupposti assolutamente inconciliabili, la vittoria non verrà mai assegnata. Allora la discussione diventa gioco, e semmai serve a migliorare le argomentazioni e a concretizzare le idee. Gabriele come me vive nella realtà che entrambi condividiamo, con le stesse logiche. Io ipotizzo cose che non sono assoggettabili alle leggi della nostra realtà. I miei dubbi sull'esistenza di realtà extra si basano sulla necessità di rispondere a esigenze interiori che Gabriele liquida definendole illusioni auto costruite dal sistema neuronale. Punto.
Non servono centomila parole per spiegare quello che è ovvio: se con la logica cerchi qualsiasi traccia dello spirito al di fuori della tua illusione, non la troverai, e Gabriele trionfa. Se invece ti guardi intorno e ti rendi conto che miliardi di persone sentono la necessità di inventare un realtà extra, magari cadendo nella pazzia, o nell'arte, nella poesia, nella fantasia o nella assurdità delle religioni con tutto quello che ne consegue, allora ti senti incoraggiato a continuare a porti domande.
Dentro di te non trovi le risposte perché sono soggettive. Fuori di te trovi che oltre la realtà non c'è nulla.
Eppure miliardi di persone sono vittime di una illusione collettiva insita nella natura umana.
Se pensi di evadere sei fregato, meglio rassegnarsi e cercare di ridere per non piangere..."
Per concludere, se fosse scientificamente provato che lo spirito esiste, il passo successivo sarebbe il tentare di trovare la strada per superare l'impossibile: diventare DIO.
Hai ragione chiedo venia.
Sulla Franzoni era solo per fare comprendere che anche quelle che vengono a risultare come disturbi dissociativi sulla realtà, non sono altro che lo stesso inganno dell'io, percepito direttamente anche su questa , senza bisogno anche o non solo, di guardare troppo fuori da essa.
Non era per dare a tutti dei pazzi, o portatori di disturbi psichici o dissociativi a livello sociale, ma il procedimento, lo stato mentale di protezione e mantenimento proprio della psiche, risulta assai simile e effettivo in tutti, nella sua attiva : "percezione/illusione/soggettiva/reale", ma proprio per questo, non realistica e oggettiva visione poi della realtà, su questi stessi aspetti.
La tua ultima affermazione si basa su un eventualità come già detto e da te rimarcata impossibile, ma se lo fosse allora a quel punto probabilmente non ci basterebbe più nemmeno la stessa assunzione reale dello spirito, ma ne vorremmo "il potere" a quel punto. Il punto rimane però, che poi è quello di cui praticamente nessuno sembra non rendersi conto, salvo difficili e spesso incomprensibili a primo orecchio spiegazioni, è che non esiste nulla di tutto ciò che noi comprendiamo, associamo e sovrapponiamo poi in essere, a un concetto (anche definirlo "un concetto" risulta di base in realtà già sbagliato per esempio) di infinito o eterno.
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Re: Pensieri a passeggio
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Re: Pensieri a passeggio
Sennò, tanto vale spegnere qui e mettersi d'avanti alla playstation, no?
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Re: Pensieri a passeggio
E poi, a proposito di libertà, nessuno è libero come vorrebbe essere, a meno che non si accontenti dell'ora d'aria.
Comunque se ti piace la playstation, come dice Massimo, fai pure. lol.
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Re: Pensieri a passeggio
Giancarlo Rizzo ha scritto: ↑20/11/2022, 23:04 Ma come fai, tu, finito e assolutamente ignorante della realtà immensa dell'universo a dire che non esiste nulla che sia infinito ed eterno? Sicuramente la tua limitata logica ti dà ragione, ma non è detto che sia la verità come tu sostieni. Al massimo può essere la realtà per te. Il dubbio è molto più produttivo.
Ti ripeto non lo dico io, lo dice la realtà, in ogni forma di essa che ci perviene a conoscienza e in seguito a comprensione. Il dubbio è, e rimane produttivo solo se rimane posto su domande inerenti allo stato di moto, non allo stato infinito.
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Re: Pensieri a passeggio
ci sono mille modi di essere prigionieri… e se fossimo prigionieri delle domande senza risposta?Colours2023 ha scritto: ↑21/11/2022, 5:35 Se passeggiaste serenamente con o senza cane con i sensi gaudenti aria, cielo, sole, suoni e rumori della realtà, senza elucubrare… forse sarebbe meglio.
Lo fanno i prigionieri veri nell'ora d'aria per quello che possono, non lo fate voi che siete molto più liberi di loro?
E dai…
e chi ha detto che "non elucubrare" sia meglio?
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Re: Pensieri a passeggio
passeggio col mio cane riflettendo di quel che rimane dell'anno appena passato
volti, fatti, sensazioni, illusioni di quel che poteva essere e non è stato. Che "ancora" non è stato.
le feste mi mettono tristezza come ai poeti decadenti
sarò anch'io un poeta decadente forse?
sorrido pensando che sono solamente decadente.
Passeggio svogliato in strade deserte
tutti rintanati nelle proprie case a godersi l'ultima festa, chi ride, chi scherza.
Invidio l'entusiasmo del mio peloso amico
profondamente soddisfatto e felice per il semplice fatto di poter camminare con me per una pozzangherosa strada
ci sono dei tratti dove ho l'impressione che sia lui a guidare me per quelle strade
forse ha ragione lui
i puri, gli innocenti, le anime elette, come i cani e i bambini, sanno sempre dove andare
più difficile il cammino di chi vive il mondo immerso in dubbi e arcigni pensieri
chiedendosi giorno per giorno, ora dopo ora, se i passi in una certa direzione possano essere giusti, o almeno opportuni
e possano portare realmente a qualcosa, e non mi riferisco necessariamente a cose materiali.
Il freddo si fa sentire ma il mio compagno di passeggio pare non accorgersene
il vapore del suo ansimare si fa più intenso e frenetico
decido di rientrare
un gatto appollaiato in cima ad un fatiscente muro di una casa disabitata ci fissa indifferente e sonnacchioso dall'alto
d'altronde perché dovrebbe preoccuparsi di due infreddoliti passeggiatori solitari
La strada bagnata riflette le luci e purtroppo anche le ombre
il mio compagno di viaggio ha rallentato il ritmo
quasi siamo a casa
lui è soddisfatto del giro
io ho solo aggravato la mia situazione
perché ho preso consapevolezza che nuovi pensieri a passeggio si accumuleranno nella mia testa
e se ne staranno lì, fermi, immobili, a fare polvere, a diventare vecchi, ma sempre presenti, in ordine, uno in fila all'altro, come vecchi volumi ingialliti e vetusti, dimenticati sugli scaffali di una libreria d'altri tempi.
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Re: Pensieri a passeggio
Questa "specie di pagina" è iniziata cosi', senza capo ne coda.
I pensieri che io qui riporto non per nulla sono "a passeggio" ovvero che hanno un andamento casuale, non seguono un filo comune, una strada precisa, un filone particolare e men che meno esiste uno scopo preciso riportandoli…
Li ho definiti "a passeggio" per non chiamarli "allo sbando", ma forse la seconda definizione è più azzeccata.
Questi pensieri li ho chiamati in questo modo per due motivi: uno l'ho appena spiegato, l'altro perché fanno capolino proprio quando materialmente passeggio con il mio cane e con il silenzio dei campi e della periferia, vedendomi solo e indifeso, mi si presentano…
Quindi in queste pagine aspettati di tutto tranne che tecnicismi letterali o prose maestose…
Ma se un pensiero "ti prende" all'improvviso, durante la giornata, la notte, al tramonto, all'alba, a spasso con il tuo Jack, al lavoro, in coda all'ufficio postale, ovunque… ed è un pensiero inaspettato, fuori luogo, che non centra nulla con il contesto e tu stessa rimani sorpresa da esso, ecco, quello è un pensiero a passeggio, e mi farebbe piacere (da te e da tutti quelli che vorranno contribuire) che lo porti qui da noi…
un saluto
M.
Re: Pensieri a passeggio
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Re: Pensieri a passeggio
Quando posso e quando riesco un bel filmetto lo guardo sempre volentieri
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IL MERCATINO DELLA MALINCONIA
anche oggi
Nel mio paese questa domenica hanno fatto il mercatino delle cose vecchie e dell'usato
sono anni che non ci vado
ci ho fatto un giro con il mio inseparabile cane
È uno spiazzo adibito appositamente, dove il mercoledì' ci fanno il mercato e una domenica al mese ci fanno il mercatino di oggetti vintage
non è proprio in centro è un po' in periferia…
il freddo era pungente, insistente, agguerrito.
Poca gente, forse perché era subito dopo l'ora di pranzo.
Bancarelle con ogni sorta di oggetti, vecchi, malconci, inutili, cose d'altri tempi, qualche volta di cattivo gusto.
Bambole di porcellana stile vittoriano, vecchi dischi in vinile graffiati e con la copertina consunta, piatti sbeccati, stoviglie macchiate, vecchi vasi scoloriti, stampe da parete con la cornice malmessa, fumetti ingialliti, libri di ogni sorta, giocattoli in latta degli anni 50/60, immagini sacre incorniciate, centrini, pizzi, merletti, scarpe e indumenti usati, soprammobili in legno o metallo di ogni forma e dimensione, macchine da scrivere, macchine per cucire a pedale, medaglie militari di chissachì, elmetti in metallo, paccottiglia varia a profusione.
Il mio cane attira l'attenzione di una commerciante, si avvicina, si china su di lui, lo accarezza. La donna è stretta nel suo cappotto grigio, con i guanti di lana che lasciano le dita a vista, una vecchia sciarpa e un cappello di lana… infreddolita e forse annoiata con le sue mani rosse e gelide propina delle piccole pacche amichevoli sulla testa del mio fedele amico, che sembra gradire…
La donna, sulla sessantina abbondante, si mette eretta e mi sorride con i pochi denti rimasti e il naso color porpora per il freddo. Congedatoci dalla donna proseguiamo.
Passeggiando fra le bancarelle riesco a sentire qualche contrattazione, cifre misere, di pochi euro.
Mi sembrava di essere stato trasportato negli anni 50…
Forse un mercatino delle cose vecchie dovrebbe avere questa funzione, far provare agli avventori e ai passanti quel fascino di vecchio…
Ma io non ho sentito nessun fascino. L'atmosfera non era festosa ed allegra, come quella che ci si aspetta nelle fiere e nelle feste di paese. Nessuno rideva, nessuna musica di sottofondo. Ogni tanto si udiva qualche colpo di tosse. I bancarellai tutti a testa china, stretti nei propri cappotti, chi in piedi e chi seduto, in attesa che qualcuno dei pochi passanti domandi il prezzo di qualche cianfrusaglia esposta.
Ho percepito una sorta di flebile tristezza, un'aria pesante di amarezza, di timida rassegnazione. Mancava solo l'organetto a manovella, quelli di inizio del 900 che diffondevano malinconiche melodie in cambio di qualche spicciolo…
Forse questi mercatini d'altri tempi sono arrivati al capolinea? inghiottiti dalla tecnologia e dall'intelligenza artificiale? Alla gente non interessano più? Tutti nei centri commerciali a vedere il nuovo I-Phone o il Tablet all'ultima moda?
Infatti dopo un paio di giri decisi di deviare verso il centro del paese, dove la vita si tinge di colori differenti, più vivi, più solari…
A metà della via però mi voltai.
Guardando quel mercatino da lontano, provai una sensazione strana, come se stessi abbandonando a se stesso un vecchio e anziano zio… con molto da raccontare ma che nessuno vuole portarsi a casa, che sarebbe di peso, e da lontano ti saluta con la mano, come se non ci sarà più una prossima volta…
Non so se ci tornerò in futuro. Quell'aria così malinconica mi ha appesantito l'animo. E la domenica.
Quell'aria mesta, vagamente cupa, grigia, sarebbe stata magnifica per Corazzini e Gozzano.
La Gara 12 - Dopo mezzanotte
A cura di GiuseppeN.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2015 - (a colori)
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Gara d'inverno 2023/2024 - La buona scuola / Profondo nord - e gli altri racconti
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero
antologia di opere ispirate alla paura dell'ignoto
Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di: Ida Dainese, Francesca Paolucci, Marcello Rizza, Fausto Scatoli, Annamaria Ricco, Francesco Cau, Valentino Poppi, Mario Flammia, Essea, Umberto Pasqui, Enrico Teodorani, Roberto Masini, Maria Perrella, Giacomo Baù, Eliseo Palumbo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Ibbor OB, Andrea Teodorani, Simona Geninazza, Lidia Napoli, Mario Malgieri, Michele Silvi, Ida Daneri, Alessandro Mazzi.
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L'Animo spaziale
Tributo alla Space Opera
L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (1,68 MB scaricato 310 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.