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La scelta giusta

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Nel mio racconto Antonio riporta a Salvatore informazioni vere. È un personaggio serio e introverso, di quelli capaci di stare ore e ore sul web per la loro attività, e la fanno bene fino in fondo senza imbrogli.
La rudezza di Antonio, nella battute finali, è dovuta proprio alla reale situazione in cui si trova Marina.
Grazie dell'attenzione al mio racconto e alla valutazione.
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Ma stile ancora molto molto acerbo.
Un classico narrato. Che però non scorre sempre fluido
Qualche errore di battitura e qualche tempo verbale che non corrisponde.
Asciugarei un po la prosa, ci sono informazioni forse inutili per l'economia della storia e rivedrei descrizioni e aggettivi.
Non prendermi per cattivo, ma i complimenti fanno piacere ma qualche critica è utile
- Marino Maiorino
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un racconto che ha un suo svolgimento, dal principio alla fine, ma "distante".
È distante, troppo distante Salvatore dalla vita di Marina, al punto di doversi affidare a un amico per sapere qualcosa di lei, e tutto il racconto è piagato da questa circostanza, ma dovrei dire piuttosto da quest'atteggiamento attendista. Salvatore non è nemmeno un amico di Marina (nell'unica interazione tra i due, lei lo scansa quasi con fastidio), ma si sente "innamorato". Di che? Se è realmente innamorato, perché non si fa avanti? Perché non si è già fatto avanti?
Un proverbio delle nostre parti dice: "Chi se mette appaura, nun se cocca cu 'e femmene belle". Aver paura di essere rifiutati ci sta fino ai 16/18 anni, poi si osa, ci si mette in gioco, si prendono sberle, e decisioni. Si può anche non restare fedeli, a quelle decisioni, la vita è tutta una sorpresa ma, ripeto, ci si mette in gioco.
Altre anomalie che ho osservato: parli di una città universitaria e di fuorisede, che però stanno la domenica in un paesello... Marina, fuorisede, legge in una chiesa (non sua) in un paesello dov'è un'università?
E poi la valutazione moralista di Marina... Scusami, ma è tutto qui, quest'innamoramento? "Oh, meglio cercarmi allora una brava ragazza"?
È naturalmente un mio punto di vista soggettivo, ma siamo fatti per volare, non per strisciare. Se vuoi scrivere una storia d'amore, che sia una storia d'amore. So benissimo che non tutte le storie d'amore possono essere meravigliose, incredibili, appassionate, e avere un lieto fine, per questo invento favole e fiabe. Perché altrimenti questo mondo e questa vita ci diventano lunghe file presso l'ufficio anagrafe di un comune di provincia, e ci sono cose che meritano invece uno slancio più alto, più nobile. Meritano il coraggio di prendere decisioni difficili, che non verranno capite o condivise, tranne che da quelli che realmente ci amano, in primis da noi stessi, se non ci amiamo. E l'amor proprio, l'amore per sé stessi, è la prima forma d'amore che qualunque essere vivente deve imparare a esercitare. Che non è prosopopea, vanagloria o superbia (se si è persone decenti e rispettabili), ma conservazione del sé.
Tutto ciò, lo scrivo naturalmente come memorandum rivolto a me stesso, tu sei libero di prenderlo come l'elucubrazione di un conoscente di vecchia data che rimugina sui fatti propri e su quello che ancora sta apprendendo.
Un saluto, Roberto. Buon 2025!


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Ciao e auguri di buon 2025, Roberto Di Lauro,
Antonio
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Re: La scelta giusta
Il mio racconto non è stato pensato per raccontare una storia d'amore.
Ho provato a raccontare le vicende di un personaggio che non riesce a concludere in modo positivo gli approcci con la sua desiderata. Forse mi sono dilungato su alcuni particolari e non ho sviluppato altri, forse più utili alla storia, ma per ora è andata così.
Alla prossima.
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Re: Commento
Grazie del commento. Capisco le tue critiche, e quelle di Marino, ma per questa gara è andata così. Alla prossima, e buon anno 2025 anche a te.Yakamoz ha scritto: 08/01/2025, 6:02 Sottoscrivo quello che ha scritto Marino Maiorino, sono perfettamente d'accordo con lui. È un amore platonico che si racconta in questa storia. E poi, anche se puttana, se io amo, me ne fotto! L'amore non è moralista. L'amore ti porta a cosa amare, non sei tu a decidere cosa amare. Pure il finale del racconto sembra un po' artefatto: perché necessariamente doveva averno uno.
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commento: La scelta giusta
Ho fatto scorrere un paio di volte la lettura automatica, che spesso mi è molto utile, e tutte e due le volte ho trovato il testo un po' macchinoso, forse troppo infarcito di particolari che lo rendono, a volte, poco scorrevole. Provare a tagliare un po' le frasi troppo lunghe, potrebbe aiutare. Un testo scritto con frasi brevi, solitamente facilita la lettura.
Un secondo consiglio, sempre valido, è quello di lasciar "riposare" il racconto per qualche settimana.
La storia è valida e non mi sento di scartarla a priori. Solamente deve essere un po' più graffiante, magari con qualche colpo di scena che spiazzi il lettore. In effetti l'ho trovato troppo piatto e scontato, poco coinvolgente, insomma.
voto dal 3 al 4 - arrotondo a 4 come invito a non abbandonarlo.
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Re: commento: La scelta giusta
Sicuramente seguirò i consigli di Marino.Alberto Marcolli ha scritto: 17/01/2025, 15:15 Accidenti! Cosa posso aggiungere per aiutarti a migliorare, dopo aver letto il commento di Marino? Fanne tesoro: è importante!
Ho fatto scorrere un paio di volte la lettura automatica, che spesso mi è molto utile, e tutte e due le volte ho trovato il testo un po' macchinoso, forse troppo infarcito di particolari che lo rendono, a volte, poco scorrevole. Provare a tagliare un po' le frasi troppo lunghe, potrebbe aiutare. Un testo scritto con frasi brevi, solitamente facilita la lettura.
Un secondo consiglio, sempre valido, è quello di lasciar "riposare" il racconto per qualche settimana.
La storia è valida e non mi sento di scartarla a priori. Solamente deve essere un po' più graffiante, magari con qualche colpo di scena che spiazzi il lettore. In effetti l'ho trovato troppo piatto e scontato, poco coinvolgente, insomma.
voto dal 3 al 4 - arrotondo a 4 come invito a non abbandonarlo.
Impegni personali a parte, proverò a riproporre la storia nelle prossime gare.
Cercherò di seguire le istruzioni dell'esercizio sette dell'officina del racconto per riformulare il racconto.
Grazie del commento e della valutazione.
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Re: La scelta giusta
In amore tutto è permesso, ma chi si nasconde come Salvatore, valutando da distante come fa lui un' altra persona nella sua apparente timidezza, mi inquieta.
E se la ragazza fosse rientrata in canoni che egli avesse potuto ritenere accettabili, si sarebbe infine deciso a farsi avanti in prima persona, oppure si sarebbe servito ancora dei servigi di Antonio? Buona giornata.
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In amore tutto è permesso, ma chi si nasconde come Salvatore, valutando da distante come fa lui un' altra persona nella sua apparente timidezza, mi inquieta.
E se la ragazza fosse rientrata in canoni che egli avesse potuto ritenere accettabili, si sarebbe infine deciso a farsi avanti in prima persona, oppure si sarebbe servito ancora dei servigi di Antonio? Buona giornata
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Re: Commento
Grazie del commento.Ivo Aragno ha scritto: 21/01/2025, 8:53 Cosa dire, valutare il testo o il personaggio?
In amore tutto è permesso, ma chi si nasconde come Salvatore, valutando da distante come fa lui un' altra persona nella sua apparente timidezza, mi inquieta.
E se la ragazza fosse rientrata in canoni che egli avesse potuto ritenere accettabili, si sarebbe infine deciso a farsi avanti in prima persona, oppure si sarebbe servito ancora dei servigi di Antonio? Buona giornata
Colgo l'occasione per precisare che non è una storia d'amore, ma solo un ricordo del passato universitario del protagonista (Salvatore).
Nelle ultime righe del racconto il protagonista si sveglia nel suo studio, e tutto il ricordo inclusa Marina svanisce (tranne la domanda di Antonio).
Se volessi fare un sequel del racconto partirei da lì, ma Marina non ci sarebbe più.
Piccola precisazione per coloro che ancora non hanno letto e votato il racconto.
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Ho letto il racconto. Ed è una buona storia. E ho letto anche le recensioni.
Il racconto secondo me è scritto bene, ma non sembra prendere i lettori. A mio avviso non dipende dalla storia, ma da come hai impostato la voce narrante. È un racconto a focalizzazione zero, in cui il narratore è onnisciente, ne sa più dei personaggi, conosce le loro storie la loro vita, e giudica l'operato dei personaggi. Qualcuno lo ha criticato. In realtà la critica non è del tutto esatta perché il giudizio è una conseguenza naturale del tipo di focalizzazione.
Ora, la focalizzazione zero era molto adoperata dagli autori di inizio Ottocento. I Promessi Sposi è un meraviglioso affresco a focalizzazione zero, dove la voce narrante dirige la narrazione dall'alto pesando e giudicando anche pesantemente i personaggi, facendoli muovere in lungo e in largo, distribuendo pene e castighi. A fine Ottocento e soprattutto a inizio Novecento tale tipo di focalizzazione cade in disuso. E per questo oggi risulta difficile leggere le opere di quel periodo, perché siamo abituati a una focalizzazione interna che segue i personaggi e il loro punto di vista e ne sa quanto loro. La focalizzazione zero oggi conferisce alla narrazione un che di artefatto, distante, innaturale, costruito. Anche il linguaggio cinematografico ha seguito la medesima strada, anzi l'ha anticipata, con la macchina da presa che oggi quasi si sostituisce all'occhio dei protagonisti e vede e sa quello che vedono e sanno loro.
Il consiglio, a mo' di esercizio, è di provare a cambiare focalizzazione al racconto in modo da renderlo "moderno" e vedere l'effetto che fa in questa maniera.
A rileggerti
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Re: Commento
Grazie del commento.Namio Intile ha scritto: 09/02/2025, 11:32 Ciao, Roberto.
Ho letto il racconto. Ed è una buona storia. E ho letto anche le recensioni.
Il racconto secondo me è scritto bene, ma non sembra prendere i lettori. A mio avviso non dipende dalla storia, ma da come hai impostato la voce narrante. È un racconto a focalizzazione zero, in cui il narratore è onnisciente, ne sa più dei personaggi, conosce le loro storie la loro vita, e giudica l'operato dei personaggi. Qualcuno lo ha criticato. In realtà la critica non è del tutto esatta perché il giudizio è una conseguenza naturale del tipo di focalizzazione.
Ora, la focalizzazione zero era molto adoperata dagli autori di inizio Ottocento. I Promessi Sposi è un meraviglioso affresco a focalizzazione zero, dove la voce narrante dirige la narrazione dall'alto pesando e giudicando anche pesantemente i personaggi, facendoli muovere in lungo e in largo, distribuendo pene e castighi. A fine Ottocento e soprattutto a inizio Novecento tale tipo di focalizzazione cade in disuso. E per questo oggi risulta difficile leggere le opere di quel periodo, perché siamo abituati a una focalizzazione interna che segue i personaggi e il loro punto di vista e ne sa quanto loro. La focalizzazione zero oggi conferisce alla narrazione un che di artefatto, distante, innaturale, costruito. Anche il linguaggio cinematografico ha seguito la medesima strada, anzi l'ha anticipata, con la macchina da presa che oggi quasi si sostituisce all'occhio dei protagonisti e vede e sa quello che vedono e sanno loro.
Il consiglio, a mo' di esercizio, è di provare a cambiare focalizzazione al racconto in modo da renderlo "moderno" e vedere l'effetto che fa in questa maniera.
A rileggerti
Seguirò certamente il consiglio.
Farò delle prove sull'altro sito, quello dell'officina del racconto. L'esercizio 7 è proprio sulla figura del narratore palese/nascosto.
Sarà divertente provarci. Poi alla prossima gara proporrò questo o altro racconto.
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Umberto Pasqui, Eliana Farotto, Danilo Pigozzi, Antonino Falleti,
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Vedi ANTEPRIMA (1,34 MB scaricato 35 volte).
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A cura di Roberto Virdo'.
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Franco Giori,
Umberto Pasqui, Giacomo Maccari,
Annamaria Ricco, Monica Galli,
Nicolandrea Riccio,
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Gara d'inverno 2019-2020 - La luce dell'Est, e gli altri racconti














A cura di Massimo Baglione.
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A cura di Ida Dainese.
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La Gara 10 - Dreaming of a Weird Christmas



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