"Pan", mannaggia a lui, m'ha fatto fare le tre di notte per finirlo. Perché è così: ti cattura. E non ti culla - ma neanche un po', eh. Fin dalle prime righe ti imprigiona con la storia immortale della lotta tra Peter Pan e Capitan Uncino/Mr Greyface, con uno stile a mezzo tra favola amara e ardente partecipazione.
"Nelle notti romane ci sono bambini che sognano, e che nel sogno, ogni volta, ripetono il viaggio verso una grande isola che non c'è. Nelle notti romane ci sono ville borghesi illuminate dalla luna piena, e dai loro giardini spesso s'innalzano non visti mastodontici galeoni pirata. Nelle notti più fredde di una Roma moderna, pulsante, segreta, qualcuno ormai comincia ad avvertirlo: uno spirito folle sta bussando alla porta, uno spirito anarchico e sensuale, passionale e libertino, pronto a tornare per rapirci. Qualcuno lo vuol chiamare Peter, un tempo era noto come Pan."
Una scoperta, questo libro, per una che come me in genere non legge fantasy. Il tema trattato - libertà VS controllo - è attualissimo. Chi ha ragione, quanta libertà non fa "paura"? Da che parte stare? Da quella di Pan, o da quella di Mr Greyface?
Allora, è il mondo di Pan, quello giusto? Il mondo folle dove desiderio e violenza si uniscono, il mondo dei Bambini Perduti?Francesco Dimitri in Pan ha scritto:Irene scuote la testa. "[Mr Greyface] non vuole sofferenze, non vuole niente di grandioso. Lui vuole l'ordine, Michele. Vuole la pace, la tranquillità, la fine dell'epica."
"Tutto qui?"
"Tutto qui, dici. Il periodo di minore criminalità in Italia, probabilmente, fu il ventennio fascista. In Transilvania, sotto il regno di Vlad l'Impalatore, potevi lasciare carretti d'oro in bella vista senza che nessuno li toccasse - ma chi si opponeva a Vlad finiva con un palo nell'ano. È sempre la stessa storia: il prezzo della tranquillità è il dominio, quello dell'ordine, l'abolizione della creatività. È il caos che ci rende simili agli dei. Toglicelo, e noi uomini restiamo terracotta."
Chi sono i buoni, chi sono i cattivi?Francesco Dimitri in Pan ha scritto:Uomini e donne ballano, s'accoppiano, a volte litigano, cantano e urlano, liberi come mai prima d'ora, liberi dall'oppressione invisibile che la vita ci impone. Questa è la notte dei Bambini Perduti, e non esistono buone maniere, e non esistono compromessi. Esiste l'estremo ed esiste la gioia, a un passo dal diventare violenza.
Perché una parte Pan e una parte Greyface c'è in ognuno di noi. Questo rende così controversa la scelta, questo scardina così tanto le nostre sicurezze.
Tra neopaganesimo e ordine, libertà e controllo, questo è un libro che non vi lascerà uguali a come vi ha trovati. Peter Pan l'ha detto: non si sarà mai più al sicuro.Francesco Dimitri in Pan ha scritto:"Per troppo tempo" dice Pan, "ci avete tenuti in catene. Per troppo tempo ve la siete spassata con il potere dei deboli. Venite qui a insultarci, convinti di essere protetti dalla vostra età, dalle regole che voi stessi ci avete imposto. Non sarebbe educato, non sarebbe bello, picchiare dei cinquantenni, giusto? Vi sentite al sicuro, vi sentite potenti. Ma non lo siete più.
"Voi siete i violenti. Voi che vi nascondete dietro scuole e prigioni, che ci imponete le vostre leggi, la vostra morale. Perché dovremmo trattarvi meglio di come avete trattato noi? Ci avete strappato la magia, avete inquinato il sesso, avete cancellato l'Incanto dal mondo. Ma noi..." Peter alza la voce, "...noi ci riprenderemo tutto. Noi giocheremo e rideremo e un nuovo disordine nascerà. Noi siamo i Bambini Perduti: questa è la notte in cui comincia la nostra festa. E voi, signori miei, non sarete mai più al sicuro."
E tu, da che parte stai? Da quella di Pan, o da quella di Uncino?Francesco Dimitri in Pan ha scritto:"Perché questa non è una guerra. È una rivoluzione."