Alta marea

Perbacco, che racconto! Due pennellate per creare un quadro e una sciabolata per tagliarlo in due.
Nell'insieme c'è la storia di una vita, fatta di desideri e di progetti, di dolori e di ostacoli, di una felicità di fondo che non perde mai il sorriso. La maggior parte della narrazione coinvolge il lettore che, pur sperando per il meglio, si trova a condividere quella paura di dover abbandonare i progetti per una vita che sembra arrivata al termine e, allo stesso tempo, ammira la potenza di quell'acqua inarrestabile e del paesaggio.
Ma è il finale quello che racconta di più. Due sole battute per rivelare il tempo che è passato, il dolore che si è provato, i sogni realizzati (marito, figli) e la felicità che non si è lasciata mettere in ombra da una sedia d'acciaio.
(Cambierei questa frase: "Almeno morirò tra le braccia del mio oceano, poi ho voltato lo sguardo verso il cielo, c'era una magnifica volta stellata quella posizione era invidiabile." con: "Almeno morirò tra le braccia del mio oceano." poi voltai lo sguardo verso il cielo...)

Quando ho letto questo racconto ho pensato: "Ecco, uno di quei brani che adoro leggere, perché mi ha trasmesso un'emozione..."
Sono d'accordo con Ida, hai tratteggiato con poche pennellate, intrise in alcuni punti anche di poesia, una vita intera e soprattutto hai lasciato nell'animo del lettore la speranza che si può vivere pienamente, nonostante tutto...
Piaciuto tantissimo, Isabella.

Avvincente. Pare quasi di sentirli i battiti del cuore che si fanno sempre più veloci. Il finale regala un sorriso.