Spiaggia
Spiaggia
La sabbia finissima si modella sotto il peso del tuo corpo per offrirti un giaciglio confortevole, mentre l’odore salmastro dell’acqua ti solletica le narici, ti vien voglia di inspirare a pieni polmoni.
Ti lasci cullare dallo sciabordio ritmico delle onde che lambiscono gli scogli; gli occhi si chiudono, tutte le tue membra si rilassano e un sorriso di beatitudine ti riconcilia con il mondo.
Un gabbiano si alza in volo, poi un altro e un altro ancora, il loro canto ti fa compagnia, vorresti vederli volteggiare nel cielo e ammirare le loro acrobazie mentre planano alla ricerca di cibo, ma il sole è forte e ferisce i tuoi occhi. Uno di loro si staglia tra te e li sole facendo da scudo ai suoi raggi, per un attimo puoi coglierne la silhouette, poi di nuovo chiudi gli occhi.
Tra le mani stringi una conchiglia, una delle tante che ricoprono la spiaggia, questa l’hai raccolta perché ti sembrava luccicare più delle altre.
Il sole scalda sempre più la tua pelle; le donerà, prima di sera, un delicato color ambrato che ti piace molto e bene si intona ai tuoi capelli biondi.
Una palla scappata dalle mani di qualche bambino arriva fino a te, tu la trattieni per un attimo, pensando ai mille giochi sulla spiaggia di quand’eri bambina.
Sentirai tra poco il bisogno di rinfrescarti e l’acqua del mare sarà lì per soddisfare questo tuo desiderio. Saltellerai con circospezione e il contrasto tra la sabbia calda e l’acqua fresca ti sembrerà delizioso, ma ti farà rabbrividire. “Entro o non entro” diranno i tuoi piedi, un passo avanti e uno indietro, poi finalmente troverai il coraggio e ti abbandonerai all’abbraccio amorevole del mare.
In un’altra spiaggia, lontano anni luce o forse nemmeno tanti, Fatima è adagiata sulla spiaggia.
La sabbia finissima si modella sotto il peso del suo piccolo corpo per offrirle un giaciglio che però non riesce a confortarla.
La sua mano stringe una conchiglia, si è spezzata e le ha ferito un polpastrello, un dolore lieve appena accennato, confuso tra i mille altri dolori che ormai non sente più.
La brezza spazza via la calura di questa giornata d’estate senza riuscire a scompigliarle i capelli bagnati e incrostati di sale, sabbia e sangue.
I gabbiani volteggiano sopra di lei. Con la loro eleganza e le loro acrobazie vorrebbero incantarla, ma lei non può certo gioirne. Uno di loro pare accorgersene e vola delicato sopra di lei; il suo canto, via via sempre più intenso, non ha più nulla di giocoso, pare piuttosto un canto di morte, un tributo forse.
Il sole caldo le sfiora la pelle, cercando inutilmente di contrastare il pallore che già il suo viso comincia a mostrare.
Una palla, dimenticata sulla spiaggia, rotola verso di lei mossa dal vento tiepido della sera, tocca le sue mani quasi bramosa di essere afferrata e rilanciata. Non succederà. Le mani della bambina sono immobili e così resteranno per sempre.
Un’onda più forte delle altre l’ha portata fin lì e poi se n’è andata lasciandola in compagnia di altre piccole onde, che ora sembrano accarezzarla e volersi scusare con lei.
L’acqua fredda le solletica i piedi, ma essi non si ritraggono. Il mare la invita insistente a giocare con lui, vorrebbe sentire le piccole grida deliziate che ha sentito milioni di altre volte, ma dalle labbra di Fatima non uscirà più alcun suono.
Quello stesso mare che ora pare volersi riconciliare con lei, non l’ha accolta fra le sue amorevoli braccia, non l’ha cullata dolcemente quando, dal barcone sul quale viaggiava, lei vi è caduta dentro. Non ha risposto alle sue invocazioni di aiuto, non si è placato diventando per lei un cuscino al quale aggrapparsi. Quel mare immenso e tempestoso l’ha catturata, l’ha intrappolata e le ha tolto il respiro. L’ha risucchiata verso gli abissi per poi risputarla su quella spiaggia, lasciandola lì sola e senza vita.
Fatima non è il suo vero nome, noi non conosceremo mai il nome con il quale questa bimba è stata chiamata da chi l’ha amata.
Sappiamo solo che quel piccolo corpo venuto da lontano, qui su questa spiaggia avrebbe dovuto giocare, non morire.
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Commento : Spiaggia
“un canto di morte, un tributo, forse.”
Lodevolissimo il proposito di raccontare il dramma delle morti in mare di tanti disperati in cerca di una piccola speranza di vita.
Compito difficilissimo, e l’hai capito quando sei passata dall’idea alla scrittura.
Anche il consiglio di svelare la fine di Fatima alla fine, mi sembra valido.
Altri commentatori ti hanno consigliato di “asciugare il testo” allo scopo di evitare quel pizzico di retorica/enfasi che traspare, tuo malgrado. Purtroppo tra il dire e il fare c’è un vagone di lavoro. Sistemare un “corto” è assai faticoso. Ecco perché molti autori si buttano sul fantasy, fantascienza, storici immaginari, e così via.
La base di partenza è buona e magari basterebbero solo piccole pennellate di colore.
Giusto per non farti dormire sugli allori, sappi che adesso non voto. Aspetto le nuove versioni. Ci sono ancora 63 giorni alla fine della gara. Auguri.
Re: Commento : Spiaggia
Alberto Marcolli ha scritto: ↑18/10/2021, 21:35 Purtroppo tra il dire e il fare c’è un vagone di lavoro. Sistemare un “corto” è assai faticoso. Ecco perché molti autori si buttano sul fantasy, fantascienza, storici immaginari, e così via.
Quanto hai ragione! È sempre stimolante ma faticoso dire quello che hai dentro in modo che arrivi anche a chi legge. Passo ore per cercare di trovare la parola giusta che esprima al meglio il concetto, senza enfasi o sentimentalismi inutili che non mi piacciano. Quindi seguirò i consigli e asciugherò il testo. Grazie
Re: Spiaggia
Re: Commento
Se si è colta retorica e sentimentalismo ci devo sicuramente rimettere mano, non mi piacciono ne l'uno ne l'altra. È una storia che ho voluto scrivere dopo aver letto un articolo e ho faticato parecchio per scriverla senza cadere nel pietismo, c'è sempre spazio per migliorare. GrazieRobertoBecattini ha scritto: ↑17/10/2021, 20:08 Interessante parallelo tra due mondi. La seconda parte è molto più lunga della prima, avrebbe giovato una maggiore sintesi. Forse sarebbe meglio non alludere troppo al fatto che sia morta, ma svelarlo solo nel finale, per rendere ancora più avvincente la lettura. Bella l'immagine delle onde che vogliono scusarsi. Buone le descrizioni e buona l'idea di riproporre lo stesso scenario (i gabbiani, la conchiglia, il pallone forse non ci sarebbe sull'altra spiaggia). Nel complesso mi è piaciuto, andrebbe un po' asciugato per evitare quel pizzico di retorica.
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Ma il racconto è ben scritto, affronta un tema doloroso, in poche righe dà una sintesi efficace di come basta nascere nel posto giusto o in quello sbagliato perché una situazione, un ambiente, la spiaggia in questo caso¸ possa essere luogo di svago o tomba.
Questa frase non mi convince: "lontano anni luce o forse nemmeno tanti".
A me è piaciuto.
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Re: Spiaggia
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Re: spiaggia
Ti ringrazio per i suggerimenti, l'ultima frase in effetti rileggendola ora non mi convince più molto. Dai vostri suggerimenti vedo che la seconda parte avrebbe bisogno di una revisione. Appena ho un pochino più di tempo ci metto la testa e provo. Grazie ancoraRoberto Bonfanti ha scritto: ↑24/10/2021, 20:51 In parte sono d'accordo con i commenti precedenti, la seconda parte avrebbe potuto essere più sintetica e "speculare" alla prima, visto che il parallelo e il contrasto fra i vari elementi che ricorrono sono molto efficaci, anzi, direi che sono il vero punto di forza del racconto, quindi da valorizzare. Magari l'ultimissima frase è un po' troppo retorica e, forse, anche superflua.
Ma il racconto è ben scritto, affronta un tema doloroso, in poche righe dà una sintesi efficace di come basta nascere nel posto giusto o in quello sbagliato perché una situazione, un ambiente, la spiaggia in questo caso¸ possa essere luogo di svago o tomba.
Questa frase non mi convince: "lontano anni luce o forse nemmeno tanti".
A me è piaciuto.
Re: Spiaggia
Ti ringrazio per la fiducia. Tu mi avevi consigliato di ritoccare un pochino il racconto per migliorarlo e io ho intenzione di farlo prima della fine, ma il tempo mi rotola via tra le mani e ancora non l'ho fatto.Alberto Marcolli ha scritto: ↑25/10/2021, 15:44 Non sono d'accordo con i troppi 3 che a oggi hai ricevuto.
VOTO 5
Grazie ancora
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Re: Spiaggia
Comunque una pagina come questa, ben scritta, anche se non esente da qualche difetto di facile eliminazione, merita un plauso e un voto alto
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Dal punto di vista formale altri ti hanno già dato le indicazioni necessarie. Forse sì, è necessaria una rilettura. Quel finora, nel finale, lo eliminerei del tutto, ad esempio.
A ogni modo, lodo l'idea e il coraggio. Brava.
Re: Spiaggia
Ti ringrazio per le tue parole, magari bastasse così poco per scalfire certi cuori. Purtroppo le cronache ci dicono che un certo tipo di stupidità va avanti per la sua strada imperterrita e imperitura.Mariovaldo ha scritto: ↑29/10/2021, 7:56 Bisognerebbe leggere molti piu' racconti come questo, ma forse non servirebbe a nulla: coloro i quali invocano muri, filo spinato e magari incrociatori e batterie costiere, difficilmente perdono tempo a leggere in questo tipo di siti, forse temendo di essere infettati dal pericoloso virus della cultura, e se lo fanno, certo non vengono minimamente scalfiti nella loro convinzioni tribali ma si limitano a cambiare rapidamente indirizzo.
Comunque una pagina come questa, ben scritta, anche se non esente da qualche difetto di facile eliminazione, merita un plauso e un voto alto
Re: Commento
Ti ringrazi per il tuo commento, hai ragione la vicinanza e l'indifferenza potevano essere prese in considerazione. In una versione precedente avevo scritto qualche riga a riguardo, ma mi sembrava che fosse virato troppo verso il patetico e non sono riuscita a cambiarlo.Namio Intile ha scritto: ↑30/10/2021, 17:10 Concordo con Alberto, bisognerebbe leggere tanti altri racconti come questo. Funziona il doppio binario spiaggia delle vacanze spiaggia dove si va a morire per cercare una vita migliore, anzi avrei evitato quell'In un altra spiaggia del secondo incipit. La spiaggia purtroppo può benissimo essere la stessa e io che sono Siciliano ne so qualcosa. Si può morire e rilassarsi per la vacanza a pochi metri di distanza, forse potresti mettere l'accento su questa vicinanza e l'indifferenza in cui annegano tali casi. Si va in vacanza a Lampedusa mentre l'isola è assediata dai disperati. Non so, è come se fosse venuto a mancare del tutto il pudore per la propria fortuna e la sventura altrui.
Dal punto di vista formale altri ti hanno già dato le indicazioni necessarie. Forse sì, è necessaria una rilettura. Quel finora, nel finale, lo eliminerei del tutto, ad esempio.
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P.S. Non sembri scortesia: i commenti sotto i 200 caratteri penalizzano il commentatore, non il racconto. "Spiaggia" mi ha davvero lasciato senza parole.
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buone alcune descrizioni e ottime alcune frasi, tipo questa: il suo canto, via via sempre più intenso, non ha più nulla di giocoso, pare piuttosto un canto di morte, un tributo forse.
narra di fatti purtroppo quotidiani, guardati con indifferenza e spesso nemmeno creduti reali.
povera umanità, che fallimento
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Anche se poi questi sogni vanno a scontrarsi con una realtà tremenda, dis-umana.
Forse, come suggeriva qualcuno prima di me, si poteva evitare la chiusa, che appare un po' scontata, ma è l'autore che guida il gioco.
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Penso che tu abbia voluto cimentarti in qualcosa di non facile da raccontare perché, come è stato detto in precedenza, c'era un rischio concreto di cadere nel sentimentalismo, nel pietismo ecc. ma al di là degli ottimi suggerimenti che ti sono stati dati, credo che tu sia riuscita benissimo nell'intento.
Mi è piaciuto moltissimo il voler mettere in contrapposizione due situazioni diametralmente opposta; il voler creare questo grande ossimoro emotivo fatto di immagini descritte in modo giusto e chiaro.
Io ho particolarmente apprezzato sia la scrittura che la scelta del tema, e revisioni a parte, mi sembra che questo testo meriti molto di più. Non mi piace esprimere voti nelle recensioni perché trovo che con le parole si capisca quanto una cosa è stata apprezzata o meno, ma questa volta farò un'eccezione; per me, voto 5, anche per il coraggio di uscire dalla comfort zone e scrivere qualcosa di scomodo.
Re: Commento
Ti ringrazio di cuore per le tue parole.Marino Maiorino ha scritto: ↑14/11/2021, 9:40 Non servono commenti. Brava!
P.S. Non sembri scortesia: i commenti sotto i 200 caratteri penalizzano il commentatore, non il racconto. "Spiaggia" mi ha davvero lasciato senza parole.
Re: Commento
GRazie Selene per le tue parole. Prendo atto del tuo appunto rispetto al finale, ci lavorerò senz'altro ancora un pochino. L'ho riletto alla luce dei vostri suggerimenti e penso abbiate ragione.Selene Barblan ha scritto: ↑14/11/2021, 17:12 Ciao Stefyp, quando ho letto la prima parte del racconto l'ho subito paragonata a una meditazione, questo soffermarsi sensoriale, il distendersi, lasciarsi andare a ciò che è piacevole. Poi questa situazione di pace e armonia si specchia nel buio; la contrapposizione è secondo me buona, è forte e arriva lì dove vuole arrivare. Quando c'è un messaggio dietro un racconto e lo si intuisce attraverso le immagini create per me è sempre un grande valore aggiunto. Non valorizzo in se il messaggio, anche se lo condivido, perché cerco sempre di separare ciò che penso io come persona e ciò che provo a giudicare in quanto opera. Secondo me il limite di questo tuo bel racconto è il finale, dove spieghi troppo ciò che era già ben evidente con le immagini che lo precedono, belle e terribili. Si insiste quindi troppo sul messaggio, e mi sembra una forzatura. È scritto come sempre molto bene, per me il voto è quindi 4.
Re: Commento
Ti ringrazio per i complimenti che sono naturalmente molto graditi.Francesco Pino ha scritto: ↑16/11/2021, 11:16 Brava. Questo parallelismo tra due corpi stesi sulla spiaggia rende bene l'abisso che passa tra "noi e loro": spiagge e mare come meta per le vacanze, spiagge e mare come meta di speranza o di morte… e ce ne sarebbero diversi di parallelismi da tirare fuori. Anche a me non convince molto quella frase sugli anni luce.
Complimenti davvero e scusami se non voto (e mi rivolgo anche agli altri autori che ho commentato), ma non partecipando alla gara preferisco non farlo.
Re: Commento
Ti ringrazio per il "poetico". Hai ragione è l'autore che guida il gioco, ma a volte l'autore ha bisogno di essere aiutato e i vostri consigli rispetto al finale mi inducono a pensare che sia il caso che io ci metta di nuovo mano.Temistocle ha scritto: ↑18/11/2021, 11:06 Un testo 'poetico', nel senso vero di qualcosa che ha la capacità di suscitare sogni, sentimenti.
Anche se poi questi sogni vanno a scontrarsi con una realtà tremenda, dis-umana.
Forse, come suggeriva qualcuno prima di me, si poteva evitare la chiusa, che appare un po' scontata, ma è l'autore che guida il gioco.
Re: Commento
Ti ringrazio per le belle parole che mi hai regalato.Gabi Celeste Pisani ha scritto: ↑23/11/2021, 13:42 Sinceramente concordo con chi ha detto che questo racconto ha ricevuto troppi 3, poi guardando le votazioni ho visto addirittura degli 1 che mi hanno fatto strabuzzare gli occhi.
Penso che tu abbia voluto cimentarti in qualcosa di non facile da raccontare perché, come è stato detto in precedenza, c'era un rischio concreto di cadere nel sentimentalismo, nel pietismo ecc. ma al di là degli ottimi suggerimenti che ti sono stati dati, credo che tu sia riuscita benissimo nell'intento.
Mi è piaciuto moltissimo il voler mettere in contrapposizione due situazioni diametralmente opposta; il voler creare questo grande ossimoro emotivo fatto di immagini descritte in modo giusto e chiaro.
Io ho particolarmente apprezzato sia la scrittura che la scelta del tema, e revisioni a parte, mi sembra che questo testo meriti molto di più. Non mi piace esprimere voti nelle recensioni perché trovo che con le parole si capisca quanto una cosa è stata apprezzata o meno, ma questa volta farò un'eccezione; per me, voto 5, anche per il coraggio di uscire dalla comfort zone e scrivere qualcosa di scomodo.
BiciAutori - racconti in bicicletta
Trentun paia di gambe hanno pedalato con la loro fantasia per guidarci nel puro piacere di sedersi su una bicicletta ed essere spensierati, felici e amanti della Natura.
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