Sabato sera, piove.
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Sabato sera, piove.
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Commento
Eppure! Veramente con un piccolo sforzo... Potresti sistemarla. Ad esempio:
Perché "La pioggia cade furiosa / sull'apparente normalità"? Perché non semplicemente "La pioggia case sulla normalità"?
Stesso discorso sulla terza strofa (che per altro sembra recuperare la seconda, aggiungendo qualche elemento importante).
La pioggia scroscia impietosa
sul giallo scialbo dei lampioni,
sul deserto asfalto bagnato,
La pioggia scroscia sul giallo
dei lampioni e sull'asfalto,
Tra l'altro "scroscia" rende meglio l'idea di "cade furiosa". Mentre "bagnato" non serve a molto: Piove!
"un'ipotesi di apparente normalità." Perché "apparente"? Un'ipotesi è già qualcosa che pone in dubbio. Invece "un'ipotesi di normalità" suona semplice, lineare. Sarebbe perfetto come verso.
Veramente! Gli ingredienti ci stanno tutti per fare una bella poesia. Devi solo limare un po'.
Un abbraccio!
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Re: Sabato sera, piove.
Con te sulla spiaggia,
in silenzio
Il vento muove la scena d'aprile
Mi prende tutto fino alle viscere
La pelle, la carne, le ossa
Li srotola come granelli di sabbia
verso le cabine del Lido
Ma se ti volti a guardarmi,
recupero una forma
(Non so se è meglio "recupero una forma" o "recupero la mia forma". Tu che dici?)
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Re: Sabato sera, piove.
Relativamente all'ultimo verso, "apparente" è inteso come riferimento ad una normalità solo apparente, cioè: l'ipotesi di quell'apparenza di normalità che contraddistingue tutti - in realtà il mondo non vuole la sostanza, si accontenta della "facciata" a cui adeguarsi. Mi rendo però conto col senno di poi ( il famoso senno di poi) che il termine esatto, più calzante, incisivo, è "tranquillità" , quindi: "l'ipotesi di un'apparente tranquillità", nel senso di ostentare questa apparenza di una vita tranquilla, che scorre placida, su binari risaputi, ma che alla fine è più "fondale" che sostanza.
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Re: Sabato sera, piove.
Allora toglierei "ipotesi", perché suona pleonastico.Giuseppe Ferraresi ha scritto: ↑23/05/2023, 12:30 Grazie per il commento! In effetti l'aggiunta di alcuni termini, aveva come scopo quello di mantenere un certo ritmo recitativo ( o immaginato tale). Devo confessare di aver letto più poesia straniera che italiana ( americana, soprattutto, ma anche latinoamericana e giapponese - haiku e non solo) quindi di riferirmi a quel tipo di ritmo.
Relativamente all'ultimo verso, "apparente" è inteso come riferimento ad una normalità solo apparente, cioè: l'ipotesi di quell'apparenza di normalità che contraddistingue tutti - in realtà il mondo non vuole la sostanza, si accontenta della "facciata" a cui adeguarsi. Mi rendo però conto col senno di poi ( il famoso senno di poi) che il termine esatto, più calzante, incisivo, è "tranquillità" , quindi: "l'ipotesi di un'apparente tranquillità", nel senso di ostentare questa apparenza di una vita tranquilla, che scorre placida, su binari risaputi, ma che alla fine è più "fondale" che sostanza.
Fammi sapere se la rivedi!
L'Altro
antologia AA.VV. sulle diversità del Genere Umano
Attraverso il concorso "L'Altro - antologia sulle diversità del Genere Umano", gli autori erano stati chiamati a esprimersi sulle contrapposizioni fra identità, in conflitto o meno, estendibili anche a quelle diversità in antitesi fra di loro come il terreste e l'alieno, l'Uomo e l'animale, l'Uomo e la macchina, il normale e il diversamente abile, il cristiano e il musulmano, l'uomo e la donna, il buono e il cattivo, il bianco e il nero eccetera. La redazione cercava testi provocatori (purché nei limiti etici del bando), senza falsi moralismi, variegati, indagatori e introspettivi. Ebbene, eccoli qua! La selezione è stata dura e laboriosa, ma alla fine il risultato è questo ottimo libro.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Furio Bomben.
Contiene opere di: Furio Bomben, Antonio Mattera, Maria Letizia Amato, Massimo Tivoli, Vespina Fortuna, Thomas M. Pitt, Laura Massarotto, Pasquale Aversano, Ida Dainese, Iunio Marcello Clementi, Federico Pavan, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Giorgio Leone, Giovanna Evangelista, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Francesco Zanni Bertelli, Gabriele Ludovici, Laura Traverso, Luca Valmont, Massimo Melis, Abraham Tiberius Wayne, Stefania Fiorin.
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Un passo indietro
Il titolo di questo libro vuole sintetizzare ciò che spesso la Natura è costretta a fare quando utilizza il suo strumento primario: la Selezione naturale. Non sempre, infatti, "evoluzione" è sinonimo di "passo avanti", talvolta occorre rendersi conto che fare un passettino indietro consentirà in futuro di ottenere migliori risultati. Un passo indietro, in sostanza, per compierne uno più grande in avanti.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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La Gara 60 - Metropolis
A cura di Lodovico.
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La Gara 63 - Treni e stazioni
A cura di Ida Dainese.
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La Gara 33 - Dica 33!
A cura di Ser Stefano.
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