Quell’ultimo giro di valzer
- Alberto Marcolli
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Quell’ultimo giro di valzer
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"Dall’imbarazzo, non sono riuscito a pronunciare nemmeno una parola, e sono scivolato via, quasi correndo." Nell' ultimo passaggio si crea quasi un ossimoro e non riesco a figurarmi la scena. Il protagonista è scappato, ok ma come? A passo di corsa, quasi, o più lentamente, come per non essere visto?
E anche la battuta finale l'ho riletta più volte, ma mi suona sempre con un qualcosa che non torna.
"− Caro Alberto.(Qui avrei messo una virgola) Le palle le avranno anche ritirate,(qui invece non avrei messo la virgola) ma i cervelli no, quelli sono ancora là, sepolti in quel deposito ammuffito!"
Comunque in generale, ho letto il racconto più volte, per quanto il racconto possa essere interessante sotto il profilo storico, trattandosi per lo più di una rievocazione di un abitudine del passato, solo lievemente paragonata, (e forse anche paragonabile) a quella attuale e non mi ha suscitato granché. Anche le immagini, ho faticato a "visualizzarle" e ci sono riuscita solo parzialmente e comunque senza davvero "vedere" i luoghi o i personaggi descritti, ammetto di aver dovuto richiamare alla mente altri testi che contenevano simili rievocazioni storiche per poter "entrare" meglio nello spirito del racconto. Comunque un bel racconto che si lascia leggere, voto 3.
- Massimo Baglione
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Re: Quell’ultimo giro di valzer
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
- Alberto Marcolli
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Re: Commento
Forse potresti utilizzare il termine "tumulto" invece di "fermento", in quanto mi sembra che quest'ultimo rimanga un po' nascosto nella frase. Tumulto, per me, comunica meglio l'idea di confusione o eccesso.
Solitamente l’editor non suggerisce il cambio di un termine, ritenendolo una scelta di stile da parte dell’autore, a meno di voler eseguire un editing profondo, che io non ho mai fatto, non essendo un vero professionista, con laurea specifica e tutto il resto. Ma visto che tu lo hai fatto, ti dirò: accetto la proposta.
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La parte del periodo "che infangano per sempre le loro vite" mi sembra troppo pessimistica, come se non ci fosse speranza, né possibilità di redenzione. Come bestie marchiate a fuoco da un falso moralismo. Forse sarebbe meglio usare "che infangano la loro esistenza".
Idem c.s
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“Ho sofferto nel considerare come la società in cui vivo preferisca fingere di non vedere invece di impegnarsi attivamente per combattere questo strazio.”
Trovo questa frase retorica, come se fosse stata scritta solo per dire: "a me questa cosa non piace". Il fenomeno della prostituzione è concatenato con altri problemi come la droga, l'immigrazione illegale e la schiavitù moderna. Si tratta di un sistema molto più complesso, governato da diverse organizzazioni criminali. Inoltre, si parla di "società" ma essa è formata da singole persone che non hanno affatto potere. Sarebbe più corretto dire: "Ho sofferto nel considerare come la società e lo Stato nella quale vivo preferiscano fingere di non vedere invece di impegnarsi attivamente per combattere questo strazio", poiché lo Stato è la massima rappresentanza della società. La verità è che il commercio del sesso porta soldi, che alimentano l'economia sia legale che illegale, compreso lo Stato attraverso tasse e imposte, anche se non direttamente, ovviamente.
Concordo con la tua analisi. Per evitare di cadere in “infodump”, tolgo tutta la frase.
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In realtà funziona pure oggi così. L’attrazione è in quel che non si vede ma si immagina. Io avrei scritto “Era di regola il “ti vedo e non ti vedo”: spacchi, scollature, trasparenze e pizzi traforati…”
Eseguo le modifiche di punteggiatura, ma non cambio la frase. Vorrei si capisse che l’io narrante è un vecchietto, certamente non aggiornato sulla situazione attuale.
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E dire che non ti mancava certo (è lì nel testo!) materiale per farne un capolavoro!
Sembri impacciato, e credo sia questo che ha fatto incespicare la tua penna, abitualmente assai più incisiva.
È la morale? Cominci in effetti col disagio nel vedere le ragazze per strada, ed è un disagio che ti tiri dietro per almeno mezzo racconto, fino a quando la vicina "si confessa".
Non emetti nessun giudizio, né ne cerchi uno, né affondi nei sentimenti di quelle vite. Sarà l'alienazione di quel mestiere, non lo so, mi resta l'impressione che ti sia sentito in difficoltà ad affrontare il tema. Nemmeno qualche guizzo di detti antichi serve ad animare una narrazione che resta fredda, estranea, i cui unici momenti di introspezione sono mediati dal nonno in un'età alla quale non potevi capirlo, e quelli della vicina che ascolti quasi per cortesia.
A migliori note la prossima volta!
Scusa se paio impietoso, ma ti leggo sempre con trepidazione...
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perbacco, è un racconto che si può definire storico, visto che riporta la situazione e i comportamenti di oltre sessanta anni fa, però lo trovo privo di anima, manca qualcosa.
di contro, è scritto benissimo, quasi senza refusi.
nel complesso direi che si lascia leggere.
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Re: Commento
Il racconto è stato scritto almeno venti anni fa e ne ho numerosissime versioni.
Ho scelto la più ridotta di tutte, ma evidentemente troppo stringata. Ho allora cambiato il testo che ora è di 14.000 caratteri. Dovrebbe essere più completo, visto che ho avuto più di un commento in cui si lamentava qualcosa di mancante. Non è detto che i principi qui declamati siano tutti condivisibili, ma tant'è, io la penso così.
- Alberto Marcolli
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Re: Commento
Ciao,
Testo scritto da almeno vent'anni, e rispolverato per la gara, scegliendo una versione ridotta, per non annoiare troppo i lettori.
Vista la tua curiosità, e quelle di altri, ho provveduto a caricare un'altra versione, sempre antica, ma decisamente più completa. Se ti va, rileggi il racconto/saggio, e vi troverai la risposta.
Ero sposata da poco e già mi stavo annoiando
(soprattutto a letto)
Marika è una giovane ragazza. Non ha avuto alcuna esperienza sessuale e sta per sposarsi. Essendo molto intelligente, si accorge presto di essere una bella donna e sente di non poter rinchiudersi per tutta la vita in un contesto matrimoniale forzato e prematuro. Conosce un uomo, il quale la porta per gradi a conoscere tutto ciò che c'è da sapere sul sesso. è un uomo speciale, totalmente diverso dal suo fidanzato e ne nasce una relazione molto particolare. Molto di quello che Marika impara può non corrispondere a quello che le donne desiderano, ma sono certa che, segretamente, prima o poi ci avranno pensato. è un racconto erotico, scritto però senza parole scurrili od offensive.
Copertina di Roberta Guardascione
di Mary J. Stallone
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BiciAutori - racconti in bicicletta
Trentun paia di gambe hanno pedalato con la loro fantasia per guidarci nel puro piacere di sedersi su una bicicletta ed essere spensierati, felici e amanti della Natura.
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Copertina e logo di Diego Capani.
Contiene opere di: Alessandro Domenici, Angelo Manarola, Bruno Elpis, Cataldo Balducci, Concita Imperatrice, Cristina Cornelio, Cristoforo De Vivo, Eliseo Palumbo, Enrico Teodorani, Ettore Capitani, Francesco Paolo Catanzaro, Germana Meli (gemadame), Giovanni Bettini, Giuseppe Virnicchi, Graziano Zambarda, Iunio Marcello Clementi, Lodovico Ferrari, Lorenzo Dalle Ave, Lorenzo Pompeo, Patrizia Benetti, Raffaella Ferrari, Rebecca Gamucci, Rosario Di Donato, Salvatore Stefanelli, Sara Gambazza, Sandra Ludovici, Sonia Piras, Stefano Corazzini, Umberto Pasqui, Valerio Franchina, Vivì.
Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Gara d'Estate 2018 - Incontri, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione e Laura Ruggeri.
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GrandPrix d'inverno 2022/2023 - Conchiglie sulla spiaggia - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 53 - Metamorfosi
A cura di Laura Chi (con la supervisione di Giorgio Leone).
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