Elena
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Elena
Case bianche, una corona di monti, una sola strada che saliva tortuosa dalla valle.
In quel villaggio, viveva Elena, una giovane donna famosa per la sua bellezza e la sua gentilezza.
Una notte d'estate, un gruppo di banditi guidati da un uomo crudele e sanguinario soprannominato Malocondor, irruppe nel villaggio seminando il terrore tra gli abitanti. Elena, coraggiosa come sempre, cercò di difendere la sua gente, ma, dopo una strenua lotta, venne catturata e portata via.
Malocondor era ossessionato dalla bellezza di Elena, la voleva a tutti i costi ma la donna resisteva con coraggio e decisione alle sue profferte. Il covo del bandito era un'antica rovina azteca situata sulla cima di una montagna praticamente inaccessibile.
Elena, disperata e impaurita, non riusciva a trovare un modo per fuggire, era disperata non sapeva cosa fare!
Una notte, finalmente, pregò gli dei aztechi chiedendo di essere salvata e la sua supplica fu ascoltata da Xochitl, la dea dei serpenti.
Xochitl concesse a Elena il potere di trasformarsi in una vipera e, in questo modo, la donna, strisciando silenziosamente lungo la rovina per poi scendere a valle, riuscì a tornare al suo villaggio. Gli abitanti la accolsero con grande giubilo, celebrarono il suo ritorno con una grande festa e, per qualche tempo, la vita tornò quella che era prima della vigliacca aggressione di Malocondor.
Purtroppo, però, quella gioia fu di breve durata: furioso per essere stato ingannato e desideroso di vendicarsi, il bandito si recò da un maligno sciamano noto per i suoi poteri chiedendo il suo aiuto.
Quell' uomo diabolico lanciò una maledizione su Elena: ogni volta che si sarebbe trasformata in serpente, avrebbe perso gradualmente la sua umanità.
Così i banditi avrebbero attaccato il villaggio di tanto in tanto in modo tale da fiaccare la resistenza degli abitanti e quella di Elena in particolare.
Così fu e la donna, consapevole della sua progressiva disumanizzazione, decise di utilizzare il suo potere in modo diverso chiedendo consiglio alla Dea che l'aveva salvata.
Xochitl, commossa dal coraggio della donna e preoccupata per il pericolo che la minacciava, la rapì alla Terra e l' accolse nel suo regno, la costellazione della Vipera. Vivendo su quelle stelle, libera e sicura, Elena poteva proteggere il suo villaggio dal nemico!
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Oltre a questo, l' astronomia, pochi conoscono la costellazione della Vipera che i messicani conoscono bene .
Voto 5.
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Suggestivo e poetico il finale, in cui Elena viene trasformata in una costellazione. Per concludere, si tratta di un bel racconto, ma se fosse stato ulteriormente sviluppato, perché meno di 3000 batt. sono davvero poche, magari romanzandolo un po' per colmare quelle piccole lacune che ci sono nella trama e curando altri dettagli della storia in maniera più attenta e approfonda, non sarebbe stato solo bello ma magnifico!
Tante belle cose, Globednatura
Antonio
Voto 4: perché è una "crisalide" di un racconto da cui far uscire una magnifica farfalla: cosa, purtroppo, che per troppa brevità del testo non avviene.
Segnalo un refuso: tra "gruppo di banditi" e "irruppe" c'è una virgola.
Re: Elena
Per un pubblico adulto, io la metterei come la descrizione di un fatto storico mitologizzato in termini magici e magico astronomici.
Scritta in questo modo sarebbe un cammeo!!!
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Un po' troppo ristretto e sempliciotto per dirsi racconto, più una storiella… tipo quelle che si trovano sui libretti con le pagine di cartoncino pesante… adatto ai bambini… anche un po' cresciuti!

Credo di interpretare il pensiero di altri se dico: Attendo altro!
Jacopo
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e non è troppo mitologico, una favola secondo il mio parere un pò
Corta, mi è piaciuta moltissimo, però avrei allungato molto la favola
e poi non avrei finita così semplice, avrei messo un pò di svago tra il maligno e la dolcezza. Il mio voto è 3
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Poteva sicuramente essere sviluppata in maniera più ampia e usando, appunto, un tono pià favolistico/fantastico,
Comunque piacevole da leggere
- Marino Maiorino
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anch'io ho gradito il tuo racconto, come amo tutte le favole.
Quello che mi manca è un perché (dal punto di vista narrativo): favole così, con questo flusso narrativo così scarno, essenziale, sono tipiche di raccolte. Sono poste accanto a molte altre e quindi chi le propone tratteggia le vicende cercando di riassumere il più possibile. Esopo ne mette insieme 400, è normale che siano corte. I Grimm nemmeno si spendono spesso in dettagli.
Ma qui la favola doveva splendere, brillare nella sua unicità, e siccome ha tutti gli ingredienti per farlo, per far sentire al lettore quella "gioia e dolore pungenti come punte di lancia" (cit. a spanne Tolkien), ti invito a provarci.
Ancora grazie per la bella storia!


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Re: Elena
Al principio del secolo scorso, l'IAU (International Astronomical Union) si riunì e codificò le 88 costellazioni ufficiali dell'astronomia internazionale, quelle riconosciute scientificamente dagli astronomi di tutto il mondo per indicare "a spanne" (visto che la localizzazione precisa degli oggetti celesti si fa con coordinate, come sulla Terra) dove si trova un oggetto celeste.
MA questa suddivisione del cielo in asterismi fu praticamente guidata in massima parte dalla tradizione greco-romana per l'emisfero settentrionale (con qualche piccola aggiunta rinascimentale, come il Delfino, comunque riconducibile in qualche modo a miti greco-romani), e alle successive descrizioni, incluso ottocentesche, degli scienziati europei andati nelle colonie per l'emisfero meridionale (valga l'esempio della Mensa: ispirata al profilo della montagna su Città del Capo, che è piatto come una... tavola, ovvero "mensa" in latino).
Ma ciascuna cultura ha sviluppato i propri asterismi indipendentemente, e questa "Vipera" dovrebbe essere una costellazione tradizionale precolombiana, quindi del tutto aliena all'immaginario occidentale. Nel cielo cinese, ad esempio, le costellazioni non indicano forme, ma dividono il cielo come confini tra lotti di terra.
Persino il cielo immutabile cambia il proprio senso, quando a mirarlo sono gli occhi di esseri limitati come l'uomo.
Un saluto


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Re: Elena
Ciao Marino, ti ringrazio moltissimo per la gentilezza circa la tua ricerca sulla costellazione "Vipera" . Sei stato accurato e preciso nella spiegazione, è interessante aver appreso che ogni cultura guarda, e ha guardato, con i propri occhi, limitati in quanto umani, il cielo che resta magico, affascinante e, come bene hai detto, immutabile. Può essere che Globednatura (come non mi piacciono queste denominazioni che neppure si capisce se sono uomini o donne...), dia una spiegazione circa la vipera menzionata nel suo racconto. Ti saluto caramente e ancora grazieMarino Maiorino ha scritto: 09/09/2024, 18:26 Scusa Laura, vedo che Globednatura non risponde ai commenti, quindi propongo una possibile (non ne sono certo) spiegazione per la costellazione della Vipera.
Al principio del secolo scorso, l'IAU (International Astronomical Union) si riunì e codificò le 88 costellazioni ufficiali dell'astronomia internazionale, quelle riconosciute scientificamente dagli astronomi di tutto il mondo per indicare "a spanne" (visto che la localizzazione precisa degli oggetti celesti si fa con coordinate, come sulla Terra) dove si trova un oggetto celeste.
MA questa suddivisione del cielo in asterismi fu praticamente guidata in massima parte dalla tradizione greco-romana per l'emisfero settentrionale (con qualche piccola aggiunta rinascimentale, come il Delfino, comunque riconducibile in qualche modo a miti greco-romani), e alle successive descrizioni, incluso ottocentesche, degli scienziati europei andati nelle colonie per l'emisfero meridionale (valga l'esempio della Mensa: ispirata al profilo della montagna su Città del Capo, che è piatto come una... tavola, ovvero "mensa" in latino).
Ma ciascuna cultura ha sviluppato i propri asterismi indipendentemente, e questa "Vipera" dovrebbe essere una costellazione tradizionale precolombiana, quindi del tutto aliena all'immaginario occidentale. Nel cielo cinese, ad esempio, le costellazioni non indicano forme, ma dividono il cielo come confini tra lotti di terra.
Persino il cielo immutabile cambia il proprio senso, quando a mirarlo sono gli occhi di esseri limitati come l'uomo.
Un saluto
BReVI AUTORI - volume 3
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
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Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, SmilingRedSkeleton, Francesco Gallina, Laura Traverso, Umberto Pasqui, Patrizia Benetti, Luca Valmont, Alessandra Leonardi, Mirta D., Pasquale Aversano, Gabriella Pison, Alessio Del Debbio, Alberto Tivoli, Angela Catalini, Marco Vecchi, Roberta Eman, Michele Botton, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Marco Bertoli, Fausto Scatoli, Massimo Tivoli, Laura Usai, Valentina Sfriso, Athos Ceppi, Francesca Santucci, Angela Di Salvo, Antonio Mattera, Daniela Zampolli, Annamaria Vernuccio, Giuseppe Patti, Dario Sbroggiò, Angelo Bindi, Giovanni Teresi, Marika Addolorata Carolla, Sonia Barsanti, Francesco Foddis, Debora Aprile, Alessandro Faustini, Martina Del Negro, Anita Veln, Alessandro Beriachetto, Vittorio Del Ponte.
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Una storia in una fotografia
antologia AA.VV. di opere ispirate da una fotografia
I quindici autori qui pubblicati hanno tratto ispirazione da una fotografia da loro stessi scattata, trasformando un istante visivo in una storia da leggere. Il testo che vi stiamo presentando vuole dunque essere uno stimolo a osservare il mondo con maggiore attenzione, con la dovuta calma, e a lasciarsi ispirare dalle immagini che la Vita, instancabilmente, non mancherà mai di offrirci.
A cura di Massimo Baglione.
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Cuori di fiele
antologia di opere ispirate all'ineluttabile tormento
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Gara d'inverno 2019-2020 - La luce dell'Est, e gli altri racconti














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La Gara 63 - Treni e stazioni








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