Le cugine e il mare

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Laura Traverso
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Le cugine e il mare

Messaggio da leggere da Laura Traverso »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Piove, una pioggia insistente e rabbiosa non concede tregua. Fa freddo, il gelo è implacabile e fa rabbrividire mentre il vento soffia impetuoso e penetra nelle ossa; eppure lei quasi non se ne accorge. Il ghiaccio avvertito nel cuore è molto più intenso di ciò che proviene dall’ambiente circostante. C’è silenzio attorno, una pace ovvia, consueta e rispettosa. Singhiozzi trattenuti le ricordano che non è lì da sola, però è come se lo fosse.
La sua mente va a ritroso e ricorda.

Abitavano vicine, nella medesima via di quel paese di provincia dove la vita pareva scorrere più lenta rispetto alla città, distante nemmeno trenta chilometri da lì.
Lei era la più ricca tra le due cugine, possedeva una bella villetta con un ampio giardino dall’aria antica, coperto parzialmente da uno strato erboso, quasi sempre fiorito e profumato. Le loro preferite, però, erano le panchine in cemento grigio in quanto servivano da teatro su cui inscenare molti giochi: erano talvolta banchi di vendita con la merce esposta; vi si potevano trovare pietruzze colorate e non, ritagli di foglie, ramoscelli spezzati e anche crema di girini - raccolti nel torrente vicino - e trasformati (crudelmente) in poltiglia per essere venduti come pregiato paté.
La venditrice di solito era lei, l’altra andava al suo negozio a comperare per poi tornare alla sua panchina che serviva da casa, dove c’era una cucina attrezzata con tanti pentolini di alluminio adatti a cucinare la merce acquistata nella bottega della cuginetta.
Avevano passato così tante estati, stagioni bellissime fatte di giochi e di gioia, di armonia, buon umore e risate, e anche di qualche bisticcio e malumore, come succede sempre anche tra chi si vuole molto bene.
Poi lei, il cui nome è Lorenza, si era trasferita in città, la sua famiglia aveva deciso così, di lasciare il paese per una vita, dicevano, migliore.
Era sempre stata molto intelligente e studiosa, la prima della classe alle elementari nel loro paese natio.
Andavano nella stessa scuola anche se in classi diverse, le distanziavano due anni di età.
Inevitabilmente l’amicizia, privata dalla frequentazione assidua, si era affievolita.
Si vedevano sì, ma sporadicamente. Intanto gli anni volarono via imprimendo sulle due bambine, ormai adulte, il proprio destino.
La cugina più piccola, fedele a se stessa, si era laureata con centodieci e lode, diventando poi una brava docente di inglese nel prestigioso liceo della città in cui anni prima era andata a vivere.
L’altra, invece, aveva seguito un diverso percorso di vita, certamente più usuale per le ragazze dell'epoca, dopo la maturità classica, non aveva più voluto continuare gli studi e, giovanissima, si era sposata.
La sorte, però, avvicinò di nuovo le due cugine. La più grande, con l’andare degli anni e con i figli ormai adulti, mise fine al suo matrimonio ormai esaurito e pensò di trasferirsi dalla provincia in città.
Fu molto facile e spontaneo ritrovarsi e riprendere a frequentarsi.
Anche l’altra si era sposata, anche se, contrariamente a lei, in età più avanzata e consapevole; non aveva figli ma un marito molto affiatato col quale condivideva al meglio la vita, fatta di viaggi, rispetto e altri interessi in comune.
Avevano ripreso a divertirsi assieme andando a fare lunghe passeggiate, ma ciò che le rendeva più felici e complici era il mare. Ogni estate avevano il loro appuntamento immancabile: la spiaggia.
Ma erano saggie e prudenti; data l’età ormai più che adulta sceglievano stabilimenti balneari al meglio attrezzati, non rischiavano mai di “bruciarsi” sotto il sole, riparandosi adeguatamente con l’ombrellone dopo essersi spalmate di abbondante crema protettiva. Non si privavano, però, di lunghe nuotate intervallate da soste in cui non smettevano di raccontarsi, e a volte di rievocare il passato, per poi riprendere a nuotare avventurandosi al largo, in mare aperto, in quanto brave, coraggiose e con un ottimo rapporto con il mare.
Erano abituate a dialogare su qualsiasi argomento. Entrambe interessate alla vita e alle sue molteplici opportunità, fatte anche di viaggi (avevano viaggiato moltissimo in molte parti del mondo, per proprio conto, e amavano ripercorrere con la memoria i luoghi visitati per poi condividerne le esperienze) di cinema, teatro e mostre d’arte. Sovente, però, parlavano della loro vita, di quanto in fretta fosse trascorsa, di come pareva ieri quando erano bambine, e invece il tempo si era srotolato in fretta portandosi via figure amatissime e sempre rimpiante, come i nonni, i genitori, gli zii e tanti parenti.
Su questo argomento più di una volta si dissero, ridendo ma con un filo di malinconia: “Chissà chi delle due dovrà partire per la prima? Beh, quando succederà l’altra, quella che rimane, non potrà non ricordare soprattutto l'ultima estate, quella precedente, quando come ragazzine ridevamo ed eravamo felici di nuotare assieme”.

La pioggia è sferzante, l’ombrello non riesce a trattenerla, il vento impietoso la fa precipitare sul corpo di tutti i presenti. Si sente anche il viso bagnato, e anche un poco caldo. Non è solo la pioggia ad averlo trasformato, sono anche le lacrime che silenziosamente, senza il minimo sussulto, sgorgano dai suoi occhi stanchi e tristi. Avverte una lieve pressione sul braccio, si gira e vede suo cugino, il fratello di lei, anche lui affranto. La circonda con un abbraccio affettuoso. Non parlano, guardano attoniti la bara che lentamente scende. E’ circondata da tanti fiori variopinti, le piacevano tanto i fiori.
Andranno ancora al mare assieme, ne è certa. In qualche altra forma ignota si ritroveranno: sulla spiaggia e tra le onde del mare.
Ultima modifica di Laura Traverso il 14/03/2024, 12:57, modificato 4 volte in totale.
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commento Le cugine e il mare

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Questa volta non farò la disamina diligente e magari un po’ troppo pignola e fastidiosa per l’autrice.
Mi limiterò a segnalare la pioggia di “che” dei primi due paragrafi: un mio pallino “che” non riesco a togliermi.
Un funerale sotto la pioggia e il gelo implacabile. Non proprio il massimo ma certe volte ci si deve andare per forza.
Leggendo della vita di queste due cugine e amiche, mi è sembrato proprio di vedermele apparire, distese sulla spiaggia o mentre nuotano felici nel mare.
Se il racconto è autobiografico ancora meglio. Brava.
Non ho approvato il modo in cui la più grande mette fine al suo matrimonio ormai esaurito, forse perché per me il matrimonio non si può esaurire dopo una vita insieme, semmai si trasforma, e sta alla buona volontà di entrambi saperne accettare i cambiamenti.
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Laura Traverso
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Re: commento Le cugine e il mare

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grazie per tutto Alberto, commento e valutazione, grazie molte
Ultima modifica di Laura Traverso il 24/01/2024, 0:18, modificato 1 volta in totale.
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Un racconto struggente, cinematografico, con tanti flash back del passato come fosse una vita precedente. Sarebbe stato un 4 ma purtroppo non sei stata scaramantica e hai "osato" prevedere la morte dell'amata cugina. Anzi un po' scaramantica lo sei stata. Avresti potuto dire: Seduta su questa sedia in questi miei ultimi giorni ricordo.....
Comunque piaciuto.
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Sì, struggente è il termine giusto per questo racconto delicato ma inesorabile nella sua conclusione. Ho raggiunto anch'io un'età, come le protagoniste della vicenda, nella quale la Morte è una presenza ingombrante e non più solo un'ipotesi lontana: genitori e zii non ci sono più, e ora è il turno dei cugini, compreso il sottoscritto. Sopravvivono i ricordi, almeno quelli non ce li toglie nessuno (per ora).
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Andr60 ha scritto: 24/01/2024, 17:09 Sì, struggente è il termine giusto per questo racconto delicato ma inesorabile nella sua conclusione. Ho raggiunto anch'io un'età, come le protagoniste della vicenda, nella quale la Morte è una presenza ingombrante e non più solo un'ipotesi lontana: genitori e zii non ci sono più, e ora è il turno dei cugini, compreso il sottoscritto. Sopravvivono i ricordi, almeno quelli non ce li toglie nessuno (per ora).
Ciao Andr, e si, è proprio come dici non è più un'ipotesi lontana... E' l'inevitabile conclusione, per tutti, del nostro passaggio qui. Conserviamo almeno i ricordi, che a meno che non arrivino a lobotomizzarci il cervello, non ce li toglie nessuno. Grazie per aver letto, commentato e valutato molto positivamente il mio scritto.
Ultima modifica di Laura Traverso il 24/01/2024, 21:16, modificato 1 volta in totale.
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Letylety ha scritto: 23/01/2024, 22:51 Un racconto struggente, cinematografico, con tanti flash back del passato come fosse una vita precedente. Sarebbe stato un 4 ma purtroppo non sei stata scaramantica e hai "osato" prevedere la morte dell'amata cugina. Anzi un po' scaramantica lo sei stata. Avresti potuto dire: Seduta su questa sedia in questi miei ultimi giorni ricordo.....
Comunque piaciuto.
Grazie per la lettura. Circa il tuo: "Avresti potuto dire... " che dirti? Ho detto secondo me... :?
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Raffaella villaschi ha scritto: 27/01/2024, 7:42 Stupenda, mentre la leggevo mi venivano in mente dei ricordi veri che ho passato anche io con mia cugina al mare, si chiamava Ilda, quindi leggerti ho vissuto quei meravigliosi momenti, ed ora lei non c'è più. Sembra che lo hai scritto per me, sto piangendo scusami....Però una cosa è certa sia dall'inizio alla fine del tuo racconto è stata un esperienza bellissima, tra fantasia e verità il mio voto è 5.
Grazie
Ciao Raffaella, io ringrazio te per l'apprezzamento massimo dato al mio racconto. Sono contenta che ti abbia suscitato ricordi meravigliosi con tua cugina. Mi spiace però che ti abbia anche intristito. Bisognerebbe, ma è molto difficile, riuscire a trattenere solo la gioia che certi ricordi suscitano. Grazie molte ancora. Ciao
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Re: Le cugine e il mare

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Raffaella villaschi ha scritto: 28/01/2024, 7:15 Ciao Laura, sai il racconto è favoloso, mi è piaciuto moltissimo, poi la mia mente ovvio che cercavo dei ricordi a me molto cari, quindi ringrazio te che hai scritto questo racconto . Ciao a presto!
Ciao Raffaella, a rileggerci volentieri
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Xarabass ha scritto: 01/02/2024, 10:55 Il racconto è piuttosto prevedibile. La morte di Stefania è annunciata fin dall'inizio e la storia segue un percorso lineare che porta inevitabilmente al suo epilogo.
In secondo luogo, i personaggi sono poco approfonditi. Lorenza e Stefania sono personaggi piatti, privi di sfaccettature e di personalità. La loro amicizia è descritta in modo superficiale e non si riesce a comprendere appieno il legame che le univa.
In terzo luogo, il racconto è lento e prolisso. La narrazione si dilunga in descrizioni superflue e in dialoghi ripetitivi che rallentano il ritmo della storia.
Ciao X, chi è Stefania? Te la sei sognata visto che tal nome non è minimamente menzionato nel racconto? Sei stato davvero molto divertente, mi ha fatto ridere di cuore la tua uscita. Continua così dai! Diverte il tuo inventare nomi e altro sui racconti altrui. Altra precisazione, parli di dialoghi ripetitivi ma ti faccio notare che non ci sono dialoghi nel mio racconto, nemmeno uno. Comunque grazie per tutto, per il commento divertente e per la valutazione. Ciao
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Re: Le cugine e il mare

Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Carissimo Antonio, apprezzo moltissimo la tua analisi accurata, e sono d'accordo con quasi tutto ciò che hai sottolineato. Dico quasi tutto ad eccezione dell'incipit. E' vero certamente quanto hai detto, che fa da anticipazione a qualcosa di tragico, però a me piace così, fa parte del mio sentire circa la storia narrata... Per il resto ti ringrazio per le precisazioni, è vero, in tal modo vengono eliminati un po' di "ma" e di "che" e alcune frasi vengono snellite e poi sì, è meglio dire "affiatati" piuttosto che "molto compatibile". Non stasera perché ormai è tardi, probabilmente domani inserirò nel racconto i tuoi suggerimenti. Quanto si ha sempre da imparare... Ritengo di essere stata fortunata, e non al contrario, per il tempo che hai potuto dedicarmi, grazie anche per l'ottima valutazione. Ciao
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Ciao Laura,
sempre delicati i tuoi racconti, e questa volta ti cimenti col mistero più grande di tutti.
Capisco la storia di questo rapporto prima forte, poi affievolitosi e poi ripreso, ma quello che fai risaltare, alla fine, è che a un funerale ciascuno piange la propria perdita: il rapporto che ciascuno aveva col defunto.
Recentemente (nell'ultimo mese) ho avuto due eventi simili e, se prima sapevo di avere un rapporto particolare con la signora in nero, ora mi è più chiara la peculiarità di questo rapporto, e il tuo racconto lo esplicita.
La cugina in vita soffre la mancanza, ripercorre tutta la vita accanto (o meno) all'altra come se il dolore fosse tutto e solo il suo. Non sembra esserci nessun'altra figura di rilievo nella vita della defunta al funerale, solo in fine citi un fratello che, dico io, avrà avuto un rapporto più stretto, no?
Quindi io, che mi sono sempre messo in secondo piano (anche coi vivi), non ho mai capito davvero l'angustia di chi sente una scomparsa come qualcosa che colpisce soprattutto il sé: io a un funerale celebro con gli altri la vita di qualcuno che manca a tutti; a molti, assai più di quanto manchi a me, e di persone care ne ho perse. Sono quella persona assurda che, persa la nonna materna con la quale è cresciuto, consolava i propri cugini che l'hanno vista meno di me...
Tutto questo per dirti che leggo il tuo racconto come autentico, ma di un'autenticità che a volte ho quasi invidiato. Io vorrei aver sofferto quello che anche gli altri.
Sullo stile, ti ho visto esitante. Rifuggi dal personalizzare il racconto, e il testo ne soffre: il nome della cugina ricca viene introdotto con una freddezza angosciante "lei, IL CUI NOME È Lorenza", tanto ti pesa personalizzarlo da prenderlo con queste pinze? E dell'altra... resta "l'altra" per tutto il racconto!
I viaggi che hanno potuto fare sono un punto "ballerino": fai capire che una e più ricca e l'altra meno, dapprima Lorenza sembra aver viaggiato di più, ma quando si ritrovano parlano volentieri dei viaggi che hanno fatto... E il marito di Lorenza, tanto solido? Non c'è al funerale?
Credo, mi permetto di immaginare, che tu sia alquanto sensibile al tema, e che tu stessa non sapevi come proteggere o comunicare il tuo intimo sentire quando hai affrontato questo racconto. Da qui le inconsistenze che ho osservato.
Ma quando scrivi "in qualche forma ignota si ritroveranno" non devi scriverlo per consolare Lorenza, non è una frase fatta: è vero. Devi crederci perché è vero.
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Marino Maiorino ha scritto: 10/02/2024, 11:00 Ciao Laura,
sempre delicati i tuoi racconti, e questa volta ti cimenti col mistero più grande di tutti.
Capisco la storia di questo rapporto prima forte, poi affievolitosi e poi ripreso, ma quello che fai risaltare, alla fine, è che a un funerale ciascuno piange la propria perdita: il rapporto che ciascuno aveva col defunto.
Recentemente (nell'ultimo mese) ho avuto due eventi simili e, se prima sapevo di avere un rapporto particolare con la signora in nero, ora mi è più chiara la peculiarità di questo rapporto, e il tuo racconto lo esplicita.
La cugina in vita soffre la mancanza, ripercorre tutta la vita accanto (o meno) all'altra come se il dolore fosse tutto e solo il suo. Non sembra esserci nessun'altra figura di rilievo nella vita della defunta al funerale, solo in fine citi un fratello che, dico io, avrà avuto un rapporto più stretto, no?
Quindi io, che mi sono sempre messo in secondo piano (anche coi vivi), non ho mai capito davvero l'angustia di chi sente una scomparsa come qualcosa che colpisce soprattutto il sé: io a un funerale celebro con gli altri la vita di qualcuno che manca a tutti; a molti, assai più di quanto manchi a me, e di persone care ne ho perse. Sono quella persona assurda che, persa la nonna materna con la quale è cresciuto, consolava i propri cugini che l'hanno vista meno di me...
Tutto questo per dirti che leggo il tuo racconto come autentico, ma di un'autenticità che a volte ho quasi invidiato. Io vorrei aver sofferto quello che anche gli altri.
Sullo stile, ti ho visto esitante. Rifuggi dal personalizzare il racconto, e il testo ne soffre: il nome della cugina ricca viene introdotto con una freddezza angosciante "lei, IL CUI NOME È Lorenza", tanto ti pesa personalizzarlo da prenderlo con queste pinze? E dell'altra... resta "l'altra" per tutto il racconto!
I viaggi che hanno potuto fare sono un punto "ballerino": fai capire che una e più ricca e l'altra meno, dapprima Lorenza sembra aver viaggiato di più, ma quando si ritrovano parlano volentieri dei viaggi che hanno fatto... E il marito di Lorenza, tanto solido? Non c'è al funerale?
Credo, mi permetto di immaginare, che tu sia alquanto sensibile al tema, e che tu stessa non sapevi come proteggere o comunicare il tuo intimo sentire quando hai affrontato questo racconto. Da qui le inconsistenze che ho osservato.
Ma quando scrivi "in qualche forma ignota si ritroveranno" non devi scriverlo per consolare Lorenza, non è una frase fatta: è vero. Devi crederci perché è vero.
Ciao Marino e innanzi tutto grazie di cuore per il commento molto attento e preciso al mio racconto e per l'ottima valutazione assegnata. Cerco di rispondere ad alcune tue domande. Circa il modo "isolato" di vivere il dolore della cugina "altra", credo sia dovuto al fatto che ognuno reagisce come può dinnanzi a simili tragici eventi. Lei si è chiusa in se stessa non riuscendo a vedere nulla attorno a sé, ma percependo solo i singhiozzi, testimoni di altre presenze addolorate. Ho menzionato solo il cugino perché ha segnalato, fisicamente, la sua presenza avvicinandosi all' "altra"; si è pertanto fatto vedere. Vero è, come dici, che avrei potuto dilungarmi e personalizzare maggiormente le due cugine, dando un nome anche all'altra. Del marito di Lorenza ho dato per scontata la presenza, faceva parte di quei singhiozzi trattenuti. In merito alla ricchezza maggiore di una rispetto all'altra e poi dall'aver scritto che entrambe avevano molto viaggiato, il mio "ricca" si riferiva a quando erano bambine, quindi un benessere proveniente dalle rispettive famiglie d'origine. Poi chissà, non lo ho detto e potevo certamente farlo, ma anche "l'altra" avrà avuto modo di viaggiare, date le esperienze scambiate su ciò ( certo avrei potuto raccontare come e perché, se col marito poi lasciato o altro...). Si avrei potuto farlo.
Il mio intento nel raccontare, invece, é stato un po' "egoistico", forse; volevo focalizzare l'attenzione solo sulle due cugine. E poi quanto è vera e tenera la tua frase conclusiva: "Devi crederci perché è vero". Si caro Marino, dobbiamo sicuramente aver tale fiducia, io ci credo assolutamente; ciò mi dà forza in questa vita, mi fa accettare la morte con serenità e come componente ineluttabile dalla vita. Grazie ancora davvero tanto. Alla prossima, ciao.
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

anche questo è un buon racconto.
riassunto di due vite, prima intrecciate, poi separate e infini di nuovo intreccaite fino alla separazione definitiva.
belle le descrizioni, molto gradevoli e chiare. a volte pare di avere davanti la scena, cosa non facile da realizzare.
scritto piuttosto bene, ho notato un solo errore.
complimenti
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Fausto Scatoli ha scritto: 23/02/2024, 19:52 anche questo è un buon racconto.
riassunto di due vite, prima intrecciate, poi separate e infini di nuovo intreccaite fino alla separazione definitiva.
belle le descrizioni, molto gradevoli e chiare. a volte pare di avere davanti la scena, cosa non facile da realizzare.
scritto piuttosto bene, ho notato un solo errore.
complimenti
Grazie molte Fausto per l'ottima valutazione e per quanto hai scritto, sei stato davvero gentilissimo. Era tantissimo che non ti si "vedeva", ciao e grazie ancora.
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Messaggio da leggere da Terradipoeti »

Il testo narra la storia di due cugine il cui rapporto è stato segnato da giochi e affetto durante l'infanzia. La vita le ha portate su percorsi diversi, ma il destino le ha riunite in età adulta. La narrazione esplora la loro amicizia rinnovata, caratterizzata da passeggiate, dialoghi profondi e l'amore per il mare. Tuttavia, la trama prende una svolta drammatica quando la più giovane delle due muore, sottolineando la fugacità della vita. L'immagine finale della pioggia durante il funerale suggerisce un addio doloroso, ma l'idea di un ritrovo in un'altra forma, magari tra le onde del mare, suggerisce una speranza nell'eternità dell'amicizia. Il testo esplora emozioni profonde e il ciclo della vita, dall'infanzia all'età adulta e oltre. Ottimo racconto.
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Terradipoeti ha scritto: 25/02/2024, 16:15 Il testo narra la storia di due cugine il cui rapporto è stato segnato da giochi e affetto durante l'infanzia. La vita le ha portate su percorsi diversi, ma il destino le ha riunite in età adulta. La narrazione esplora la loro amicizia rinnovata, caratterizzata da passeggiate, dialoghi profondi e l'amore per il mare. Tuttavia, la trama prende una svolta drammatica quando la più giovane delle due muore, sottolineando la fugacità della vita. L'immagine finale della pioggia durante il funerale suggerisce un addio doloroso, ma l'idea di un ritrovo in un'altra forma, magari tra le onde del mare, suggerisce una speranza nell'eternità dell'amicizia. Il testo esplora emozioni profonde e il ciclo della vita, dall'infanzia all'età adulta e oltre. Ottimo racconto.
Grazie per la bellissima esposizione del tuo pensiero circa il mio racconto, sei stato molto gentile e preciso nell'analisi effettuata, grazie molte anche per l'ottima valutazione, ciao
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Messaggio da leggere da Selene Barblan »

Ciao Laura, un bel racconto il tuo, che evoca ricordi e pensieri. In particolare mi sento vicina ai giochi da bambine che descrivi, io lasciavo in pace i girini, poveretti, ma ricordo bene le poltiglie vegetali che creavo con mia sorella e i bambini del vicinato. Anche l’atmosfera è ben ricreata, il mare, la tristezza, belle immagini nitide!

Voto 4 per me
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Selene Barblan ha scritto: 05/03/2024, 15:57 Ciao Laura, un bel racconto il tuo, che evoca ricordi e pensieri. In particolare mi sento vicina ai giochi da bambine che descrivi, io lasciavo in pace i girini, poveretti, ma ricordo bene le poltiglie vegetali che creavo con mia sorella e i bambini del vicinato. Anche l’atmosfera è ben ricreata, il mare, la tristezza, belle immagini nitide!

Voto 4 per me
Ciao Selene, mi fa davvero piacere che il racconto ti sia piaciuto e abbia evocato in te ricordi dell'infanzia. Grazie per il commento e per il voto molto gratificante. Ciao
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La Gara 47 - Virus

(luglio 2014, 39 pagine, 542,17 KB)

Autori partecipanti: nwLodovico, nwCarlocelenza, nwSer Stefano, nwAngelo Manarola, nwNunzio Campanelli, nwMastronxo, nwAnto Pigy, nwAnnamaria Vernuccio, nwMatteo Bottaro, nwMaddalena Cafaro, nwEliseo Palumbo,
A cura di Patrizia Chini (con la supervisione di Lodovico).
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Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


Idra Loop

Idra Loop

la strana verità di una fotografia che non dovrebbe esistere

In una tranquilla cittadina del Nord Italia, gli abitanti rivedono se stessi da giovani. Il CICAP vuole vederci chiaro e ingaggia un reporter specializzato in miti e misteri. Però anch'egli viene suo malgrado coinvolto in qualcosa di altrettanto assurdo, infatti appare dal nulla una misteriosa fotografia Polaroid che lo ritrae in una circostanza mai esistita.
Cosa lega questi due misteri?
Di Massimo Baglione.

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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.



Fungo più, fungo meno...

Fungo più, fungo meno...

Nessuno li ha mai raccontati in maniera avvincente.

Cosa può accadere se una élite di persone geneticamente Migliore si accorge di non essere così perfetta come crede?
Una breve storia di Fantascienza scritta da Carlo Celenza, Ida Dainese, Lodovico Ferrari, Massimo Baglione e Tullio Aragona.

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BReVI AUTORI - volume 3

BReVI AUTORI - volume 3

collana antologica multigenere di racconti brevi

BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:

Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale

La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwGiorgio Leone, nwSmilingRedSkeleton, nwFrancesco Gallina, nwLaura Traverso, nwUmberto Pasqui, nwPatrizia Benetti, Luca Valmont, Alessandra Leonardi, Mirta D, Pasquale Aversano, nwGabriella Pison, Alessio Del Debbio, nwAlberto Tivoli, nwAngela Catalini, Marco Vecchi, nwRoberta Eman, nwMichele Botton, nwFrancesca Paolucci, nwEnrico Teodorani, nwMarco Bertoli, nwFausto Scatoli, Massimo Tivoli, nwLaura Usai, nwValentina Sfriso, Athos Ceppi, Francesca Santucci, nwAngela Di Salvo, nwAntonio Mattera, nwDaniela Zampolli, nwAnnamaria Vernuccio, Giuseppe Patti, Dario Sbroggiò, Angelo Bindi, Giovanni Teresi, Marika Addolorata Carolla, Sonia Barsanti, Francesco Foddis, nwDebora Aprile, nwAlessandro Faustini, Martina Del Negro, nwAnita Veln, Alessandro Beriachetto, Vittorio Del Ponte.

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