Il drago in giardino (autrice: Selene Barblan)
Moderatore: Il Guru
Il drago in giardino (autrice: Selene Barblan)
Re: Il drago in giardino-commento 1
Lettura piacevole e scorrevole.
VOTO: 4
Re: Il drago in giardino-commento 2
Nell’introduzione abbiamo la descrizione dell’elemento chiave: il drago è qualcosa di impossibile, ma viene preso come dato di fatto, come postulato indiscutibile.
Da qui inizia una presentazione graduale del personaggio narrante. Entriamo nel suo universo di persona solitaria, anziana, staccata dal mondo esterno, misogina, amante dei libri e della buona cucina, disordinata e incurante del giudizio altrui.
Questa descrizione si intramezza a quella dello studio del drago e alla narrazione degli eventi insoliti che il protagonista aborra: tutto ciò che lo distrae dallo studio della splendida creatura che abita il suo giardino.
È proprio durante una piccola distrazione che il drago scompare e questo accadimento costringe il Nostro a dover affrontare il mondo esterno, se desidera ritrovarlo. Ecco il cambio di passo nell’esistenza perfettamente controllata e metodica del protagonista.
Ricapitolando: si verifica un primo elemento inusuale, il quale non porta nessuna modifica apparente nella vita quotidiana dello sfuggente signore. In realtà, l’evento innesca un interesse ed uno studio che accentrano le attenzioni del protagonista. Si nota già uno spunto di desiderio di sfidare di nuovo il mondo, per ricercare informazioni. L’abitudine è, però, più potente della curiosità.
Al termine del racconto, invece, ecco che l’assenza del drago porta l’anziano signore a dover scegliere tra il conforto rutinario e la ricerca di ciò che più desidera. Quella sensazione di benessere, che provava durante la contemplazione dell’animale, svanisce ed è costretto a decidere se compiere un passo che lo porterà nel mondo esterno.
I parallelismi tra i personaggi e la vita reale sono interessanti: il protagonista è come la mente umana, che cerca sempre la confort zone e rimane ferma e inchiodata alle proprie abitudini; il drago è l’elemento estraneo che si presenta nella nostra vita all’improvviso, apparentemente senza interagire con noi, ma calamitando tutta la nostra attenzione. Questo animale prende la forma dei nuovi interessi, quelli che entrano di soppiatto ma poi prendono gran parte della nostra attenzione, sino a far riemergere un po’ del bambino interiore che ognuno ha, curioso e vitale. La scomparsa improvvisa del drago avviene nel momento in cui la nostra attenzione è presa da altro. Ecco che la mancanza di ciò a cui veramente teniamo ci spinge a dover effettuare una scelta: rimanere nella nostra confort zone o riprendere la strada della ricerca della felicità.
La persona che tiene la mano sulla maniglia, alla fine del racconto, assomiglia più ad un ragazzo, per come è descritto, che ad un vecchio.
Una bella metafora, un ottimo spunto di riflessione, un racconto da leggere più volte, da gustare, come un buon vino da meditazione.
Voto: 5
Re: Il drago in giardino-commento 3
Tragico o comico questo racconto, si dispiega sul filo sottile di tale ambivalenza. Mi è piaciuto per aver saputo passare il senso di "normalità" soggettiva e non oggettiva. La guarigione non fa bene al protagonista, anzi, lo getta nello sconforto totale dell'Assenza di se stesso. Trovo un momento bellissimo quel suo saper stare a osservare il drago, con minuziosa pazienza e attento guardare, gustando una tisana. Guardando in faccia il drago, nelle sue manifestazioni emozionali, lo si tiene a bada.
Voto: 4
Re: Il drago in giardino-commento 4
Che sia sogno o allucinazione ho trovato il rapporto fra il drago e il protagonista difettoso, incompleto; giudizio che esprimo con un certo rammarico perché l’idea mi è piaciuta e la narrazione scorre bene.
Non c’è alcun riferimento all’inesistenza dei draghi, il protagonista si sorprende (ma nemmeno più di tanto) per il fatto che il drago si trovi nel suo giardino invece che nei suoi luoghi abituali. Non c’è nessun riferimento al fatto che gli ospiti non vedono il drago, nessun “signorina, che ne pensa del mio drago in giardino?” o cose del genere. Oreste è pienamente consapevole che il drago lo vede solo lui e contemporaneamente del tutto inconsapevole del fatto che i draghi non esistono?
Anche l’interazione tra il protagonista e il drago mi sembra limitata. Come avrebbe reagito il “drago” se Oreste avesse provato ad avvicinarsi a lui? Mi sarebbe piaciuto saperlo.
Ok la metafora, ma chi ha scritto il racconto le ha dato forma e sostanza e di questo ne doveva tenere conto meglio.
Il profilo del protagonista è stato spiegato molto bene da chi mi ha preceduto nel commentare il lavoro e non saprei aggiungere qualcosa di più interessante rispetto a quanto già scritto.
Bello il finale. Quando Oreste trova il coraggio di mettere il piede fouri dalla porta è vestito in maniera giovanile e quest’immagine si lega al ricordo degli interessi di gioventù ormai perduti.
VOTO: 3
Re: Il drago in giardino-commento 5
Una fiaba fuori dall'ordinario, ma poco calata nella realtà.
Ho una visione della vicenda più terra-terra, in particolare della vecchiaia o della pazzia.
Cercando di non farmi influenzare troppo da esperienze e da altre letture, ho fatta mia questa storia e ho trovata la scrittura molto piacevole.
Il racconto è ben scritto, i personaggi inseriti e caratterizzati nel modo giusto, i dialoghi al punto esatto della narrazione.
Tutto ok. La trama è originale e mi ha appassionato molto.
Finale ben calibrato.
Trovo tutto molto piano, nel senso della pianura.
Faccio i miei complimenti alla stesura.
VOTO 4
Re: Il drago in giardino-commento 6
Non ci sono sbavature, e anche i dialoghi sono gestiti bene.
La prima persona non è mai semplice, anche in un racconto breve, e qui non ho trovato intoppi.
L’inizio mi diceva fantasy: villa/giardino/drago. Il personaggio viene centellinato ed è proprio questo un elemento vincente, che consente di farsene un’idea - la propria, ovviamente - poco per volta.
Proprio il crescendo del personaggio (abitudini che si ripetono sempre uguali, detestare le interruzioni, la precisione delle osservazioni, la paura di uscire, il difficile rapporto con altre persone) mi ha fatto pensare soffra di una qualche sindrome autistica - oggi se ne parla, per fortuna - e che nella scelta di isolarsi trova modo di vivere al riparo da quanto lo impaurisce o che non è in grado di affrontare. Un piccolo mondo, o un mondo piccolo.
Devo dire che l’ultima parte - dalla scoperta della “sparizione” del suo drago in poi - il racconto mi ha davvero catturato: immaginare una persona vivere certi momenti è davvero triste, sentire emozionalmente un piccolo mondo che va in frantumi, ed essere conscio che quella maniglia non verrà mai abbassata… mi ha messo i brividi.
Se poi fosse solo un sogno, uno di quelli tanto realistici da farti sentire personaggio e recitare la più assurda delle commedie? Ogni testa è un piccolo mondo…
Quindi il voto che ti ho dato è frutto di abilità narrativa, originalità nel tema scelto e anche sensibilità.
Voto: 5
Re: Il drago in giardino-commento 7
Ho apprezzato molto come la parte iniziale ti ponga in una specie di favole , inserendo la certezza di quel drago , l’esistenza di quel drago è indiscutibile per il personaggio e questo è certo al lettore.
"Mi sono subito chiesto cosa ci facesse qui”
Il personaggio non mette in discussione l’esistenza del drago quanto piuttosto la sua collocazione reale e questo ti inserisce nell’ottica della era esistenza di questo drago ma che invece andando avanti col testo prende sempre più una forma soggettiva , a tratti astratta.
Mi ha forse solo un pò infastidito l’assenza logica di pensieri da parte del personaggio riguardo i pensieri dei personaggi secondari , essi non parlano del drago e lui con loro non ne fa riferimento.. è perchè effettivamente il personaggio sà che il drago non esiste? Non si capisce bene.
Nel complesso un ottimo testo con una fine degna del resto.
Una fiaba reale nella testa di un uomo anziano, il ricordo della gioventù o i deliri di un vecchio pazzo?
VOTO: 4
Re: Il drago in giardino-commento 8
Voto: 5
Re: Il drago in giardino-commento 9
Tuttavia il protagonista rimane in ombra, non sappiamo dove viva, quanti anni abbia, chi sia insomma, cosa l'abbia portato a quel punto, di avere un drago in giardino, qualsiasi cosa esso voglia significare.
L'io narrante a un certo punto lascia intendere al lettore che il protagonista del racconto ha difficoltà ad uscire di casa. Informazione che mette il lettore sull'avviso fino al punto da ritenere, almeno io che leggo, il drago come entità inesistente, frutto di un qualche disagio mentale.
Viene poi il dubbio che possa essere una qualche sorta di metafora, ma data la struttura del racconto, con un io narrante che segue le vicende del protagonista, il dubbio sulla metafora rimarrà tale e irrisolto.
A un tratto, senza apparente spiegazione se non la rinnovata presenza del drago, la voce narrante fa sapere al lettore che qualcosa nel protagonista è cambiato e forse egli è pronto a uscir di casa. Ma nulla dice su questo cambiamento, cosa lo abbia provocato, perché quel dato momento.
Poi avviene un altro stacco, con una parte dialogica in cui il protagonista trova un nome e si introducono due nuovi personaggi, in verità alquanto irrilevanti e le cui battute non aggiungono nulla alla narrazione.
Alla fine della sequenza dialogica Oreste, la voce narrante, trova il coraggio di uscire da casa.
Dunque alla fine ci troviamo di fronte a una storia incentrata sulla difficoltà di affrontare la realtà del suo protagonista e la vicenda del drago del titolo e della prima parte rimane relegata al ruolo di metafora, mal riuscita a mio avviso, se addirittura una sorta di espediente letterario, di furba trovata per catalizzare l'attenzione, accompagnata da ammiccamenti al lettore.
Rimane totalmente invisibile sia il motivo del disagio di Oreste che quello del suo superamento e quindi oltre la superficie cronachistica rimane poco o nulla su cui concentrare l'attenzione.
Voto: 2
Re: Il drago in giardino - commento 10
Lo stile è buono, senza particolari guizzi e abbastanza chiaro. La punteggiatura è disposta correttamente. Per questi due motivi, dovendo valutare il racconto nella sua interezza e dunque soprattutto per la parte tecnica, mi sbilancio per un
VOTO: 3
Re: Il drago in giardino-commento 11
La figura di questa fiabesca creatura salta subito nell’immaginazione del lettore che si trova a leggere e, contemporaneamente, a meditare su una eventuale spiegazione da trovare. Certo non è visibile da tutti, quindi è solo la fantasia del protagonista che gli permette di esistere o si tratta di un'allucinazione dovuta a una mente insana, o ancora un delirio causato da medicine? Ci sono altri personaggi che ruotano intorno a lui eppure niente è più ingombrante del drago silenzioso, di quello che pare solo un sogno e la cui sparizione improvvisa crea invece uno sconvolgimento importante. Anzi, proprio quest’ultimo fatto dà una scossa alla vicenda, agita il protagonista, suggerisce un segnale di cambiamento. Il racconto si rivolge al lettore come in una conversazione confidenziale, lo rende partecipe di ciò che avviene intorno, mostra lo sforzo di cambiare, del guardare la realtà con una punta di comicità.
Voto 3
Re: Il drago in giardino-commento 12
Voto: 5
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