How can I be sure?
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How can I be sure?
Anche stavolta abbiamo litigato e anche stavolta ci siamo lasciati e come una scema quando ritornerà, perché ritornerà, io gli dirò di sì. E' uno stronzo, ma lui dice che se non fosse stato stronzo io non mi sarei mai accorta di lui. Proprio così mi dice, Se non fossi stronzo non ti piacerei. E ho una gran paura che abbia ragione. E poi dice che se vado allo Slego vuole dire che mi piace il genere. Altrimenti avresti un moroso ciellino, così mi dice, che farei economia e commercio invece che il Dams. Ma lui ha finito le superiori e adesso lavora, lavora e va in giro con i suoi amici e con la sua moto, quella Yamaha XT del cazzo che vuole più bene e lei che a me. Però quando mi porta in giro mi piace anche a me. Insomma che cazzo sa lui di università che si permette di dire che il Dams è una stronzata, che l'ho fatto venire su anche a Bologna durante l'occupazione e si è divertito molto in facoltà occupata e anche nel mio letto, lo stronzo. E invece poi mi dice che il Dams è proprio roba del cazzo, per fighetti ricchi. Meglio che molli questa stronzata, mi ha detto in faccia, che qui non rimedi un cazzo. Mi ha offeso e mi sono messa anche a piangere e gli ho detto che era ignorante che non capiva che io ci credo veramente. Ci crede veramente, l'artista, mi ha detto in faccia e poi mi ha preso per un braccio che mi ha fatto anche male. Era fuori di testa e cominciò a dire, Adesso mi fai vedere il libretto degli esami, voglio proprio vedere il libretto degli esami. Diceva così e non mi lasciava il braccio e mi portava in giro per la mia stanza nell'appartamento di Bologna e rovesciava i cassetti per cercare il libretto degli esami. Non lo ha trovato e allora ha preso le sue cose ed è andato via. Io mi sono buttata sul letto e mi son messa a piangere come una scema che non la finivo più. Non perché mi aveva fatto male al braccio, non perché ci stavamo lasciando per la centesima volta, che tanto sabato allo Slego mi ci sarei rimessa di nuovo, ma piangevo soprattutto per una altra cosa. Perché aveva ragione, su quello aveva ragione, ma non lo volevo ammetterlo davanti a lui. Il mio libretto degli esami fa veramente schifo.
“How can I be sure?
When your intrusion is my illusion
How can I be sure
When all the time you changed my mind
I asked for more and more
How can I be sure.”
Tutte le mie amiche dicono che dovrei chiudere definitivamente con lui che poi quando arriviamo allo Slego lo vedono anche loro che è sempre ubriaco e balla come uno scemo con i suoi amici, che quella che poi alla fine fa la figura da stupida sono io e di riflesso anche loro rischiano di passare da stupide oche. Io invece dico che siamo un bel gruppo di ragazze che siamo "tendenzione" e qualche volta andiamo anche all'Aleph per regolarci il look, che comunque deve essere un look “dark” e “new vawe”, naturalmente.
Quando ci siamo conosciuti allo Slego suonavano una canzone dei “Cure”, “A Strange Day”. Io non me lo ricordo, ma lui dice che ne è sicuro che quando mi aveva visto aveva aspettato che mettessero su i “Cure” per venire da me, che poi si ricorda anche cosa mi aveva detto, Che strano che una ragazza per curare la propria femminilità deve imitare un uomo che per curare la propria immagine si trucca da donna e si cotona i capelli. Poi con il pollice mi ha sbaffato il rossetto. Ecco così sei uguale uguale, ha detto, Andiamo a ballare questo pezzo, Robert. Non mi chiamo Robert, ho detto, ma ero contenta e mi stimavo che gli piacevo, perché io quello lo avevo preso come un complimento, ma le mie amiche mi avevano detto che, secondo loro, mi stava prendendo per il culo. Io non lo credo, ma come faccio ad essere sicura? In fondo gli chiedo solo un po' più di amore. Solo un po' più d'amore, non voglio mica il controllo totale, ma non potrei sopportare un fallimento di questa storia.
“When you don't give me love (You gave me pale shelter)
You don't give me love (you give me cold hands)
And I can't operate on this failure
When all I want to be is
Completely in command.”
Però l'altra volta che abbiamo litigato eravamo allo Slego, di sopra, sul ballatoio vicino al guardaroba era quella volta che gli ho detto che quando arrivo allo Slego con le amiche lui è sempre ubriaco e che balla come uno scemo e che una volta aveva una scarpa diversa dall'altra. Io ero seria, ma lui mi ha guardato come se mi vedesse attraverso perso nei i suoi pensieri, poi mi ha detto, Adesso parliamo seriamente. Tecnicamente io sono astemio, non bevo e non fumo e appunto per questo mi bastano due bicchieri di trebbiano, trebbiano non sangiovese che mi schifa, che prendo al bar e che strozzo a fatica con spianata e mortadella. Solo quello, il resto è energia che scatena questo posto, non la senti, cazzo, non la senti che trasuda dai muri? Pensa che le prime volte che venivo qui prendevo il “Billy” il bricchetto di succo di arancio con cannuccia. Avevo anche paura di andare dall'altra parte del ballatoio dove si vanno a mettere tutti i tossici di piazza Cavour. L'anima nera di questo locale, buio e con la nebbia del fumo. Cazzo quando suonano “Psycho Killer” arrivano i cori dal di là come i lamenti di un girone infernale. Poi ti abitui, il posto ti prende e tutto diventa possibile. Cazzo tutto diventa possibile, grottesco e anche divertente. L'altra sera mentre arrivavamo c'era questo tipo grande e grosso che si faceva sotto un lampione vicino all'ingresso. Proprio così si era messo sotto il lampione perché non ci vedeva bene, mi ha detto. Tutti passavano facendo finta di niente, ma io come un boy scout che aiuterebbe una vecchietta ad attraversare la strada sono andato lì. Sono andato lì perché dovevo trasformare il dramma in una farsa. Lo facevo per me, non per lui. Lui era piegato che non riusciva a farsi gli ho detto, What's up Doc?, ma non credo abbia capito la battuta che poi quando è ripartito camminava come uno zombie che aveva ancora la siringa infilata nel braccio e voleva entrare messo così. Amico così sei impresentabile, gli ho detto e poi gli ho fatto togliere la siringa, ma poi dovevo trovare un finale grottesco alla situazione. Aveva un piede ingessato e la pantofola che ti mettono apposta quando hai un piede ingessato, me ne ero accorto in quel momento, e un uomo con un piede ingessato fa ridere anche se è un tossico strafatto. così dovevamo diventare un duo comico che fa la propria entrata. Teatro di improvvisazione, mi insegni tu che fai il Dams. Non dirmi che vuoi entrare così conciato, gli ho detto, Passi che sei fatto come un copertone, ma c'è comunque un minimo di livello estetico da mantenere altrimenti rovini la reputazione del locale. Con una scarpa così non ti faranno mai entrare. Lui, in pieno sballo, dondolava su se stesso e mugugnava cose senza senso e non si è nemmeno accorto che gli rubavo la scarpa che poi mi sono messo io e siamo entrati a braccetto zoppicando entrambi e che poi ho continuato ad indossare per tutta la tutta la sera ballando come uno scemo. Non potevo non farlo. A quel punto non potevo proprio non farlo. Lo capisci?
“How can I be sure
For all you say you keep me waiting
How can I be sure
When all you do is see me through
I asked for more and more
How can I be sure.”
Io sono rimasta senza parole. Riesce sempre a farmi cambiare idea. La mette in un modo che ti sembra che abbia ragione lui. Solo che io sto qui a d aspettare, aspettare che cosa? Che cambi lui, che cambi io? Io cerco solo una storia importante. Non voglio mica il completo comando, solo un po' più di amore, ma con lui come faccio? Come faccio ad essere sicura?
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https://www.youtube.com/watch?v=BUfcT5OoP-8
Io amo scrivere in prima persona e questa è la prima volta che la voce narrante è femminile e il rischio era di far trasparire un autore maschio che vuole scrivere come farebbe una autrice femmine. A me sembra di esserci riuscito evitando questo rischio.
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la storia narra una situazione ma anche un periodo, con tutto quello che ne faceva parte.
le descrizioni sono buone, nulla da dire, però ho trovato alcuni refusi notevoli.
al contempo non apprezzo più di tanto il metodo narrativo, ma quello è di sicuro un mio problema

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Re: How can I be sure?
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Re: Commento
Citare testi e canzoni che hanno ispirato un'opera, per quanto ne so, è legale, purché l'autore sia chiaro nel fornire tutti i dati della fonte originale (autore, titolo, link originario etc). Se così non fosse, temo che almeno il 50% delle opere sin'ora pubblicate nel mondo andrebbero mandate al macero.Roberto Virdo' ha scritto: 07/07/2020, 10:38 E arriviamo alla nota dolente: il diritto d’autore. Ma quante, quante volte vorrei citare quelle frasi, quei titoli e devo mollare! In realtà le maglie legislative sono molto strette, così mi pare. Al riguardo approfitto per ringraziare Massimo Baglione, il nostro webmaster, che oltre al continuo supporto tecnico mi ha dato anche qualche consiglio in merito. Però la dico tutta: se il non fine di lucro ci aiuta molto a restare riparati, al primo reclamo ho paura che saremmo comunque in torto.
Altro discorso è usare l'intera idea originaria per imbastire la propria opera. Qui il discorso è molto più delicato.
Io stesso ho usato l'ambientazione e alcuni personaggi della strafamosissima serie delle Fondazioni del Maestro Isaac Asimov, ma penso di essere stato abbastanza chiaro in ogni parte del testo, della presentazione dell'opera e nella divulgazione a specificare a chiare lettere che il mio è un tributo a cuore aperto verso colui che mi ha spalancato la mente alla Fantascienza. Tributi di questo tipo fanno parte del fandom.
Insomma: siate sempre onesti con voi stessi, con il pubblico e con i vostri eroi, e tutto andrà bene.
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Re: How can I be sure?
Durante un'intervista, ad Asimov fu chiesto se fosse contento o meno del fatto che esistono così tanti autori che si ispirano alle sue opere e alle sue idee.
Lui rispose (cito a memoria): - Non mi dà affatto fastidio che un autore si ispiri a una mia idea, ciò che veramente ritengo importante è che a quella idea faccia compiere un passo avanti.
E se lo ha detto lui, per me è legge!

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In linea di massima il racconto rende bene l'ambiente e il periodo che vuol rappresentare e per questo dovrei dare un voto alto. Ma sono davvero in difficoltà e devo riflettere sulla mia modalità di votare.
Metto un voto alto ai racconti che, oltre ad essere scritti "bene" mi emozionano, oppure mi divertono o mi incuriosiscono.
Questo racconto è sicuramente di spessore, ma non mi ha preso.
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Gara d'inverno 2019-2020 - La luce dell'Est, e gli altri racconti














A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 63 - Treni e stazioni








A cura di Ida Dainese.
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A cura di CMT.
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BReVI AUTORI - volume 3
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, SmilingRedSkeleton, Francesco Gallina, Laura Traverso, Umberto Pasqui, Patrizia Benetti, Luca Valmont, Alessandra Leonardi, Mirta D., Pasquale Aversano, Gabriella Pison, Alessio Del Debbio, Alberto Tivoli, Angela Catalini, Marco Vecchi, Roberta Eman, Michele Botton, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Marco Bertoli, Fausto Scatoli, Massimo Tivoli, Laura Usai, Valentina Sfriso, Athos Ceppi, Francesca Santucci, Angela Di Salvo, Antonio Mattera, Daniela Zampolli, Annamaria Vernuccio, Giuseppe Patti, Dario Sbroggiò, Angelo Bindi, Giovanni Teresi, Marika Addolorata Carolla, Sonia Barsanti, Francesco Foddis, Debora Aprile, Alessandro Faustini, Martina Del Negro, Anita Veln, Alessandro Beriachetto, Vittorio Del Ponte.
Vedi ANTEPRIMA (215,03 KB scaricato 146 volte).
Una storia in una fotografia
antologia AA.VV. di opere ispirate da una fotografia
I quindici autori qui pubblicati hanno tratto ispirazione da una fotografia da loro stessi scattata, trasformando un istante visivo in una storia da leggere. Il testo che vi stiamo presentando vuole dunque essere uno stimolo a osservare il mondo con maggiore attenzione, con la dovuta calma, e a lasciarsi ispirare dalle immagini che la Vita, instancabilmente, non mancherà mai di offrirci.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Peter Hubscher,
Franco Giori, Katia Scarlata,
Enrico Teodorani,
Francesca Paolucci, Mike Vignali,
Marco Bertoli,
Umberto Pasqui, Eliana Farotto, Danilo Pigozzi, Antonino Falleti,
Mauro Monteverdi, Nicola Gaggelli, Giovanni Teresi,
Laura Traverso.
Vedi ANTEPRIMA (1,34 MB scaricato 35 volte).
Cuori di fiele
antologia di opere ispirate all'ineluttabile tormento
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di: Marcello Rizza,
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Francesca Paolucci,
Enrico Teodorani,
Mario Flammia, Francesca La Froscia,
Ibbor OB,
Alessandro Mazzi, Marco Fusi,
Peter Hubscher, Marco Pugacioff, Giacomo Baù, Essea, Francesco Pino,
Franco Giori,
Umberto Pasqui, Giacomo Maccari,
Annamaria Ricco, Monica Galli,
Nicolandrea Riccio,
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Andr60.
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