Il glorioso e tragico sacrificio dei combattenti di Isbuscenskji
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Il glorioso e tragico sacrificio dei combattenti di Isbuscenskji
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Se fosse davvero possibile cambiare istantaneamente gli occhi di chi guarda, sarebbe l'inizio della fine per tutti quelli che hanno interesse a nascondere la realtà e a camuffarla per i loro scopi, nonostante spin doctor lautamente pagati o istituti LUCE con o senza contributi pubblici.
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però mi piace l'idea di vedere con occhi diversi le stesse scene, così da capire cosa relamente sia accaduto.
occhi neutri, capaci di discernere e in grado di non fare differenze.
mica facile.
tornando allo scritto, ci sono alcuni refusi da sistemare.
spesso cominci i dialoghi con la minuscola e non va bene
piaciuta l'idea, piaciuta la storia
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Commento: Il glorioso e tragico sacrificio dei combattenti di Isbuscenskji
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Re: Commento
L'autore potrà darti dei riscontri, io ho trovato questo link:
https://www.lastampa.it/cultura/2016/03 ... 1.36573979
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Re: Il glorioso e tragico sacrificio dei combattenti di Isbuscenskji
Come indicato nell'articolo prontamente postato da Andr60, che ringrazio per questo, l'evento narrato è realmente accaduto, e riguarda una delle ultime, se non l'ultima in assoluto, cariche a cavallo che la storia ricordi. È interessante il commento, citato nell'articolo, fatto dai tedeschi per complimentarsi con i loro alleati, ma che suona per certi versi sarcastico: "Noi queste cose non le sappiamo più fare."
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Re: Commento
Grazie per il commento e la segnalazione del refuso, ho provveduto a sistemarlo.Francesco Pino ha scritto: ↑08/01/2022, 17:50 All'inizio non mi sembrava un granché e invece poi la storia mi è piaciuta. Ci dai più punti si vista, uno alla volta, fino ad arrivare a quello più ragionevole e umano. Oltretutto viene la curiosità di andarsi a leggere l'episodio di storia, visto che è realmente accaduto.
Ti segnalo che manca il verbo in una frase, verso l'inizio. Chiaramente una svista.
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Conosco bene l'episodio bellico, uno dei più eroici del CSIR (questa volta ci torni tu in Ucraina), ma alla fine un inutile esercizio di stile. Solo a SuperEsercito poteva venire in mente di mandare la cavalleria a cavallo in mezzo al più grande scontro tra mezzi corazzati della storia. I lancieri contro i T34 sovietici, contro le Katiuscia, contro gli Ilyuscin. Mah.
Non ho nulla da segnalarti dal punto di vista formale, è un buon racconto, complimenti.
Indovinato alla fine il titolo, che dà un senso all'intero racconto: "il glorioso e tragico sacrificio dei combattenti..."
A mio avviso però i combattenti non erano tutti uguali. I sovietici conducevano una guerra non voluta ma Necessaria. Gli italiani la guerra l'avevano cercata (se proprio non voluta), ma la loro era una guerra inutile, almeno su quel fronte, e suicida visto le enormi difficoltà incontrate dalle nostre Forze Armate sul fronte greco albanese e su quello libico egiziano contro degli avversari in grandissima difficoltà.
La Grande Guerra Patriottica in quanto Necessaria forgiò il carattere già squadrato dei russi e fece grande l'Unione Sovietica.
La nostra guerra inutile distrusse il morale in via definitiva e avviò il paese verso la disfatta etica (quella militare va cercata altrove) dell'otto settembre.
Sarà dalla Resistenza come guerra Necessaria a rinascere l'Italia moderna come noi la conosciamo.
Ottimo lavoro, a rileggerti
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Re: COMMENTO
Grazie Giovanni per il commento e il voto, entrambi molto apprezzati!Giovanni p ha scritto: ↑10/01/2022, 16:48 Bellissimo racconto storico, secondo me ben curato e piacevole da leggere. NOn ho notato refusi, c'è da dire che scorre bene quindi questo aiuta a non notarli, nè errori di punteggiatura. non ho altro da aggiungere.
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Re: Commento
Lancieri contro T34, uno scontro davvero impari… Il complimento dei tedeschi al riguardo la dice tutta: “noi questa cosa non la sappiamo più fare” (scusa se ripeto questa citazione che ho già fatto in un commento precedente, a volte divento logorroico). Isbuscenskij non solo è una delle battaglie più rappresentative della tragedia vissuta da nostri soldati in Russia, ma è anche, almeno a mio parere, un emblema della storia del bistrattato popolo italiano che, tra tanti difetti, ha anche tante qualità. Popolo che si è spesso ritrovato ad affrontare situazioni già di per sé molto difficili, ma che diventavano insormontabili a causa dell’inettitudine della propria classe dirigente.Namio Intile ha scritto: ↑11/01/2022, 15:45 Un racconto surreale, in modo cercato surreale, con quella cavatina d'occhi autoinflitta per permettere una migliore, anzi diversa, visione del lungometraggio sull'ultima carica del Savoia Cavalleria.
Conosco bene l'episodio bellico, uno dei più eroici del CSIR (questa volta ci torni tu in Ucraina), ma alla fine un inutile esercizio di stile. Solo a SuperEsercito poteva venire in mente di mandare la cavalleria a cavallo in mezzo al più grande scontro tra mezzi corazzati della storia. I lancieri contro i T34 sovietici, contro le Katiuscia, contro gli Ilyuscin. Mah.
Non ho nulla da segnalarti dal punto di vista formale, è un buon racconto, complimenti.
Indovinato alla fine il titolo, che dà un senso all'intero racconto: "il glorioso e tragico sacrificio dei combattenti..."
A mio avviso però i combattenti non erano tutti uguali. I sovietici conducevano una guerra non voluta ma Necessaria. Gli italiani la guerra l'avevano cercata (se proprio non voluta), ma la loro era una guerra inutile, almeno su quel fronte, e suicida visto le enormi difficoltà incontrate dalle nostre Forze Armate sul fronte greco albanese e su quello libico egiziano contro degli avversari in grandissima difficoltà.
La Grande Guerra Patriottica in quanto Necessaria forgiò il carattere già squadrato dei russi e fece grande l'Unione Sovietica.
La nostra guerra inutile distrusse il morale in via definitiva e avviò il paese verso la disfatta etica (quella militare va cercata altrove) dell'otto settembre.
Sarà dalla Resistenza come guerra Necessaria a rinascere l'Italia moderna come noi la conosciamo.
Ottimo lavoro, a rileggerti
Grazie per la recensione, che ho apprezzato molto, e anche per aver condensato efficacemente in poche righe il dramma vissuto dai nostri avi durante quei terribili anni.
- Domenico Gigante
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Re: Commento
Ciao Domenico,Domenico Gigante ha scritto: ↑28/01/2022, 21:59 Il racconto è piacevole e l'escamotage degli occhi per riflettere sulla verità morale della guerra è davvero un'idea brillante. Questo lo rende decisamente poco retorico e molto schietto. L'ho trovato, però, un po' lento e ho fatto fatica a leggerlo. Ma probabilmente sono semplicemente un po' stanco io in questo momento. Cmq i miei sinceri complimenti!
no, non eri tu stanco, il racconto è, spero solo a tratti, un po' lento. Avrei voluto tagliare di più sulle descrizioni della battaglia, che effettivamente in qualche caso risultano ridondanti, ma avevo bisogno di dare sostanza ai giudizi del protagonista che, se non supportati ogni volta da un resoconto delle sue percezioni ed delle sue emozioni, sarebbero risultati, credo, superficiali e retorici.
E naturalmente grazie per il generoso commento!
- Roberto Bonfanti
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Ma qui si tratta di un racconto, non di un testo di studio, quindi va giudicato anche per il suo valore letterario che, credo, non possa essere considerato meno che eccellente.
Hai un’ottima capacità descrittiva, bello stile, proprietà di linguaggio e conoscenza storica, in più, lo scatto narrativo inaspettato rende il racconto piuttosto originale.
Se devo trovare il pelo nell’uovo, ho avuto l’impressione che i dialoghi, per quanto molto efficaci, suonassero un po’ troppo “contemporanei” per essere in bocca a dei soldati del ’42, ma sono inezie.
Alla fine della lettura mi è venuta una riflessione: chi decide quali sono gli occhi giusti? Chi stabilisce da che parte sta la verità?
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Re: Commento
Grazie mille Mithril per il tuo commento, davvero apprezzatissimo!
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Re: Commento
Ciao Roberto, grazie per le tue considerazioni sulla storia e per aver apprezzato e giudicato così positivamente il mio brano, grazie davvero. Per quanto riguarda le tue ultime domande, che sono ovviamente più che altro una provocazione, aggiungo una mia riflessione, che sintetizza una mia personale evoluzione nel tempo nel giudicare gli eventi storici del passato: quando ero più giovane, diciamo tra i venti e i trent'anni, ero fermamente convinto che spettasse ai posteri l'ardua sentenza... Da quando ho superato, da un po' di anni, gli ...anta, al di là che, come sappiamo, i fatti storici del passato vengono molto spesso mistificati o anche solo strumentalizzati, sono giunto alla conclusione che si tratta principalmente di un problema di coscienza: ogni essere umano potrà giudicare, potenzialmente a ragion veduta, solo le proprie azioni e gli eventi che ha vissuto in prima persona (e anche qui con tutti i limiti del caso ma, se sarà a posto con la propria coscienza, il suo giudizio potrà dirsi almeno sensato e sincero), ma il giudizio, storico e soprattutto morale (naturalmente con le dovute eccezioni, sia chiaro, ci sono degli accadimenti che sono incontrovertibili, anche se ci sono dei santoni che si arrogano il diritto di negare l'innegabile...) su qualunque evento conosciuto tramite i libri di storia o i mass media sarà, nelle migliori delle ipotesi, vuoto e superficiale. E quindi, per usare le tue parole: chi decide quali sono gli occhi giusti? Chi stabilisce da che parte sta la verità?Roberto Bonfanti ha scritto: ↑26/02/2022, 8:31 L’ultima carica della cavalleria italiana si svolse non troppo lontano dal territorio del Donbass, oggi, 80 anni dopo, oggetto del contendere nel conflitto fra Russia e Ucraina; basterebbe questo per ribadire l’importanza della storia, concetto ben sintetizzato nella famosa frase di Georges Santayana: “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo.”
Ma qui si tratta di un racconto, non di un testo di studio, quindi va giudicato anche per il suo valore letterario che, credo, non possa essere considerato meno che eccellente.
Hai un’ottima capacità descrittiva, bello stile, proprietà di linguaggio e conoscenza storica, in più, lo scatto narrativo inaspettato rende il racconto piuttosto originale.
Se devo trovare il pelo nell’uovo, ho avuto l’impressione che i dialoghi, per quanto molto efficaci, suonassero un po’ troppo “contemporanei” per essere in bocca a dei soldati del ’42, ma sono inezie.
Alla fine della lettura mi è venuta una riflessione: chi decide quali sono gli occhi giusti? Chi stabilisce da che parte sta la verità?
- Marino Maiorino
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Riscrivendolo oggi, però, credo che sarebbe ancora più forte e crudo: gli eventi ci hanno portato così vicino a una situazione simile a quei giorni.
E forse crudezza servirebbe, per fermare non tanto chi è già in guerra, ma 'sti deficienti che vorrebbero infilare pure noi dentro quel tritacarne.
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Ciao Marino,Marino Maiorino ha scritto: ↑16/03/2022, 16:49 Molto bello, quando l'hai scritto non era ancora iniziata questa baraonda...
Riscrivendolo oggi, però, credo che sarebbe ancora più forte e crudo: gli eventi ci hanno portato così vicino a una situazione simile a quei giorni.
E forse crudezza servirebbe, per fermare non tanto chi è già in guerra, ma 'sti deficienti che vorrebbero infilare pure noi dentro quel tritacarne.
sì, il messaggio è ancora più triste considerando quello che sta succedendo in Ucraina, è tutto così pazzesco, gli esseri umani impareranno prima o poi a convivere in pace?!
Sono contento che il racconto ti sia piaciuto, ti ringrazio.
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I sogni di Titano
Il "cubo sognatore" su Titano aveva rivelato una verità sconvolgente sull'Umanità, sulla Galassia e, in definitiva, sull'intero Universo, una verità capace di suscitare interrogativi sufficienti per una vita intera. Come poteva essere bonariamente digerito il concetto che la nostra civiltà, la nostra tecnologia e tutto ciò che riguardava l'Umanità… non esisteva?
"Siamo solo… i sogni di Titano", aveva riportato il comandante Sylvia Harrison dopo il primo contatto col cubo, ma in che modo avrebbe potuto l'orgoglio dell'Uomo accettarlo? Ovviamente, l'insaziabile sete di conoscenza dell'Essere umano anelava delle risposte, e la sua naturale curiosità non poteva che spingerlo alla ricerca dell'origine del cubo e delle ragioni della sua peculiare funzione.
Gli autori GLAUCO De BONA (vincitore del Premio Urania 2013) e MASSIMO BAGLIONE (amministratore di BraviAutori.it) vi presentano una versione alternativa del "Tutto" che vi lascerà senza parole. Di Glauco De Bona e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Gara d'autunno 2020 - Beu, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 67 - Cavalieri di ieri, di oggi e di domani
A cura di Ida Dainese.
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Gara d'estate 2021 - In Paradiso si gioca tutto il tempo, e gli altri racconti
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