Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
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Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
Voi andate al cinema? Sì? Quante volte qualcuno vi ha chiesto com’era quel film e voi avete risposto: “Bello, ma il libro mi è piaciuto di più”? È quasi un cliché. Ci sono delle riflessioni da fare su questo punto. Prendiamo “Il nome della rosa”, grande romanzo, niente da dire, Eco è uno che ci sa fare con le parole. La sera, prima di dormire, leggo e mi appassiono alle vicende di Guglielmo da Baskerville, il mattino dopo vado all’ufficio postale per pagare la bolletta del gas e lo trovo lì, in fila per riscuotere la pensione, il mio francescano, uguale uguale, con lo stesso sguardo profondo e disincantato di chi ne ha viste tante, esattamente come me lo ero immaginato. Mi sorprendo a sbirciare se sotto il loden ormai liso indossa il saio d’ordinanza, ne studio il portamento grave e il movimento della testa che segue ciò che guardano gli occhi, il misurare ogni particolare di quello che lo circonda. OK, non ha la barbetta corta che mi ero immaginato, si sarà rasato, avrà voluto cambiare look. Ho la mia immagine personificata e ogni volta che ne leggo le gesta lo visualizzo come mi è apparso quella mattina. Poi vedo il film, onestamente devo ammettere che anche questo è di ottimo livello, ma non trovo il mio anziano, Guglielmo è (sorpresa!) Sean Connery. Bravo, grande attore, ma il fatto è che… che io me lo ricordo a petto nudo, con i baffoni e il codino intrecciato, un mezzo selvaggio, che prima si intrufola di soppiatto dentro un testone di pietra volante, poi pianta un casino in una comune di fricchettoni immortalmente annoiati. Oppure finto spagnolo mentre fa a spadate nella brughiera dei suoi avi, scorrazzato in sidecar dal figlio per amore dell’archeologia, poliziotto implacabile alla caccia di Al Capone… e ora me lo ritrovo qui, uomo di fede e di scienza, alle prese con il vecchio cieco e invasato Jorge, il nemico del buonumore. E quindi mi si sovrappone tutto, mille facce per un unico volto, mi aspetto che dica qualcosa per farmi capire che sa che io ho capito, almeno che mi faccia l’occhiolino, così, un piccolo gesto, di sfuggita, quasi un tic, senza che il regista se ne accorga. Sì, lo ammetto che questi sono discorsi da alieno caduto sulla terra da un pianeta lontano, dove ogni cosa ha un solo nome e ogni nome indica una cosa sola. Lo so che il cinema è finzione. Ma se la finzione è tutta nella mia mente, in questa mia fiction non c’era proprio un ruolo per il pensionato delle poste? Mi era piaciuto tanto riconoscere in lui l’ex inquisitore, era il protagonista perfetto del mio film. Non sarebbe stato all’altezza? Ma se sembrava così credibile mentre chiedeva all’impiegata: “Signorina, ma questo mese non c’era l’aumento?” Mai più! Da ora in poi la faccia di Guglielmo avrà il volto di Connery, nei secoli dei secoli. Vecchio mio, sei stato scartato al casting, la parte te l’ha soffiata l’azzimato playboy scozzese che, anche se non veste in smoking e non si circonda più di belle donne, rimane 007 nell’anima. Me lo immagino la sera, nell’intimità della sua cella monacale, che si fa un martini, agitato e non mescolato, o mentre, soprappensiero, gli scappa la fatal battuta: “Il mio nome è Da Baskerville. Guglielmo Da Baskerville”.
Con questo non voglio affermare la superiorità della parola stampata sul cinema, non la penso così, almeno non in termini assoluti, vorrei solo far notare il diverso approccio della lettura rispetto alla visione. In una società che ci sommerge di immagini la capacità che ha il libro di stimolare la nostra immaginazione, di farci “vedere” con la mente è ancora, più di ieri, una facoltà da coltivare e conservare. Altrimenti ci ridurremo a meri fruitori di fantasie preconfezionate da altri, a una protesi passiva del nostro telecomando e del nostro divano.
P.s. Avete riconosciuto i film di Connery a cui ho accennato? Quasi tutti sono facili da indovinare, uno un po’ meno…
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Re: Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
Tornando in tema, devo dire che quell'esercizio lì - confrontare libro e film, quando mi è capitato di leggere e vedere lo stesso soggetto - l'ho fatto spesso anch'io. Poi mi sono detto che, malgrado la storia sia la stessa, i due modi di rappresentarla sono troppo diversi per essere confrontabili. A mio avviso l'unico metro di giudizio equiparabile per entrambi è forse la qualità dell'opera, il suo essere riuscita meglio o peggio. Nello specifico credo anch'io che "Il nome della rosa" (non mi ricordo più a cosa si riferiva il titolo, mannaggia) abbia funzionato bene in entrambi i casi.
Ho riconosciuto "Gli intoccabili", "Highlander 1 e 2", "Indiana Jones 3". Per "Zardoz" sono dovuto andare a cercare, perché avevo presente l'immagine anche se non l'ho visto. Quello del finto spagnolo e della brughiera invece no, non ho capito quale sia.
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Re: Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
Sempre Highlander, finto spagnolo perché è un immortale egiziano.Roberto Ballardini ha scritto: ↑25/02/2020, 22:24 Quello del finto spagnolo e della brughiera invece no, non ho capito quale sia.
Il titolo (sono andato a cercarlo perché non lo ricordavo neanche io) deriva dalla citazione che chiude il romanzo: "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus", della rosa primigenia non rimane che il nome, possediamo solo nudi nomi.
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Re: Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
Quello da me citato è uno dei rari casi in cui ho visto prima il film non conoscendo l'esistenza del libro (a quei temi leggevo poco). Quando mi è capitato sotto mano il testo di 900, ho pensato: "Lo leggo? E se rimarrò deluso?".
L'ho letto, e ho riso a crepapelle ritrovando riga dopo riga le esatte parole che avevo ascoltato nel film. E' stata un'esperienza magistrale che dubito fortemente di poter ancora riprovare.
Ma la maggior parte delle volte, sì, il film è sempre una delusione rispetto al libro. Ora stanno per fare la serie tratta dal "Ciclo delle Fondazioni, di Asimov". Ho letto le prime anticipazioni e già rabbrividisco di orrore...
Re: Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
Ho letto anch'io della serie tv sulla Fondazione: Salvor Hardin sarà un'afroamericana. A questo punto, mi aspetto che il Mulo sia una queer...
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Re: Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
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Re: Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
Zardoz me lo ricordo bene: un filmetto senza infamia e senza lode con un Connery che in quel periodo non se lo filava più nessuno e mostrava fiero il suo petto villoso di gran scozzese.
Esistono anche esempi contrari: nonostante il Nobel per la letteratura Quel che resta del giorno di Ishiguro non è all'altezza del film di James Ivory, con quei due capolavori interpretativi della Thomson e di Hopkins. Ivory è riuscito a creare un'atmosfera malinconica, quasi una ricerca del tempo perduto, che nel romanzo rimane sotto traccia a livello di mero tentativo.
Potrei fare altri esempi, ma me ne astengo.
"Altrimenti ci ridurremo a meri fruitori di fantasie preconfezionate da altri, a una protesi passiva del nostro telecomando e del nostro divano."
Questa riflessione la dice lunga sulle tue letture, che mi pare non siano mai banali. Mi ha ricordato quel capitoletto che in Dialettica dell'illuminismo Adorno e Horckheimer dedicano alla cultura di massa e all'industria culturale, specie al cinema americano amato da tutti e senza un minimo di spirito critico.
Dove l'arte scompare e non rimane che il prodotto, da propinare a masse avvezze ormai al solo consumo, spesso bulimico, come le serie TV permettono oggi di fare.
Che gran privilegio poter vedere alla TV, gratis, un film costato milioni di euro.
Ma sarà davvero un privilegio?
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Re: Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
Un bel film, tratto dal migliore libro di Baricco, secondo me.Massimo Baglione ha scritto: ↑26/02/2020, 7:27 Per esempio "La leggenda del pianista sull'oceano", tratto da "900, di Baricco".
Ci sono film che reputo superiori al romanzo, come quello citato a esempio da Namio, ma sono delle eccezioni, significative ma poco frequenti.
Concordo anche con Andr60, forse è ingeneroso mettere a confronto letteratura e cinema, sono mezzi espressivi diversi, nelle mie considerazioni ponevo l'accento sull'imagine che il lettore si fa della storia, spesso diversa da quella del regista che la porta sul grande schermo.
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Re: Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
Un altro esempio che mi viene in mente è Shining. Interessante l'opinione di King, che riteneva il film di Kubrick un tradimento del suo romanzo, mentre, a quanto pare, ha apprezzato il recente Doctor Sleep, più aderente allo spirito del libro. Da parte mia non c'è paragone fra il primo e il secondo, un capolavoro contro un'operazione astuta ma di maniera.
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Re: Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
Stephen King... non credo si possa prendere in considerazione quando si vuole un opinione riguardo la trasformazione in immagini delle proprie “creazioni”... non so se avete visto “La torre nera”, che a quanto pare l’ha lasciato soddisfatto. Sono andata a vederlo già cosciente che ne sarei rimasta delusa, eufemisticamente parlando. Ho faticato a non lanciare la poltroncina sullo schermo. L’unica spiegazione che mi sono data è che l’abbia permesso per mancanza di soldi.Roberto Bonfanti ha scritto: ↑26/02/2020, 18:58 Grazie Namio, anche per le tue considerazioni, che condivido.
Un altro esempio che mi viene in mente è Shining. Interessante l'opinione di King, che riteneva il film di Kubrick un tradimento del suo romanzo, mentre, a quanto pare, ha apprezzato il recente Doctor Sleep, più aderente allo spirito del libro. Da parte mia non c'è paragone fra il primo e il secondo, un capolavoro contro un'operazione astuta ma di maniera.
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Re: Bello il film, ma il libro mi è piaciuto di più
Grazie per la dritta Selene, me ne terrò alla larga.Selene Barblan ha scritto: ↑27/02/2020, 1:10 non so se avete visto “La torre nera”, che a quanto pare l’ha lasciato soddisfatto. Sono andata a vederlo già cosciente che ne sarei rimasta delusa, eufemisticamente parlando. Ho faticato a non lanciare la poltroncina sullo schermo. L’unica spiegazione che mi sono data è che l’abbia permesso per mancanza di soldi.
Che King abbia bisogno di soldi mi sembra poco probabile…
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Dentro la birra
antologia di racconti luppolati
Complice di serate e di risate, veicolo per vecchie e nuove amicizie, la birra ci accompagna e ha accompagnato la nostra storia. "Dentro la birra", abbiamo scelto questo titolo perché crediamo sia interessante sapere che cosa ci sia di così attraente nella bevanda gialla, gasata e amarognola. Perchè piace così tanto? Che emozioni fa provare? Abbiamo affidato questa "indagine" a Braviautori, affinché trovasse, tramite l'associazione e il portale internet, scrittori capaci di esprimere tali sensazioni. E infatti sono arrivati numerosi racconti: la commissione ne ha scelti 33. Nemmeno a farlo apposta, 33 è la quantità di centilitri di un gran numero di bottiglie (e lattine) di birra; una misura nota a chi se n'intende.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Contiene opere di: Andrea Andreoni, Tullio Aragona, Enrico Arlandini, Beril, Enrico Billi, Luigi Bonaro, Vittorio Cotronei, Emanuele Crocetti, Bruno Elpis, Daniela Esposito, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Livio Fortis, Valerio Franchina, Luisa Gasbarri, Oliviero Giberti, Elena Girotti, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Fabrizio Leo, Sandra Ludovici, Micaela Ivana Maccan, Cristina Marziali, Stefano Masetti, Maurizio Mequio, Simone Pelatti, Antonella Provenzano, Maria Stella Rossi, Giuseppe Sciara, Salvatore Stefanelli, Ser Stefano, SunThatSpeed, Marco Vignali.
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Le radici del Terrore
Antologia di opere ispirate agli scritti e all'universo lovecraftiano
Questa antologia nasce dalla sinergia tra le associazioni culturali BraviAutori ed Electric Sheep Comics con lo scopo di rendere omaggio alle opere e all'universo immaginifico di Howard Phillips Lovecraft. Le ventitrì opere selezionate hanno come riferimento la narrativa "lovecraftiana" incentrata sui racconti del ciclo di Cthulhu, già fonte di ispirazione non solo per scrittori affermati come Stephen King, ma anche in produzioni cinematografiche, musicali e fumettistiche. Il motivo di tanto successo è da ricercare in quell'universo incredibile e "indicibile", fatto di personaggi e creature che trascendono il Tempo e sono una rappresentazione dell'Essere umano e delle paure che lo circondano: l'ignoto e l'infinito, entrambi letti come metafore dell'inconscio.
A cura di Massimo Baglione e Roberto Napolitano.
Copertina di Gino Andrea Carosini.
Contiene opere di: Silvano Calligari, Enrico Teodorani, Rona, Lellinux, Marcello Colombo, Sonja Radaelli, Pasquale Aversano, Adrio the boss, Benedetta Melandri, Roberta Lilliu, Umberto Pasqui, Eliseo Palumbo, Carmine Cantile, Andrea Casella, Elena Giannottu, Andrea Teodorani, Sandra Ludovici, Eva Bassa, Angela Catalini, Francesca Di Silvio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Arianna Restelli.
Special guests: gli illustratori americani e spagnolo Harry O. Morris, Joe Vigil and Enrique Badìa Romero.
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La Gara 62 - La famiglia
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GrandPrix d'estate 2022 - La qualità della vita - e le altre poesie
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La Gara 14 - Storie di Storia
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