Demonite
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Demonite
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-l’ho trovato un po’ lungo, avrei accorciato la parte iniziale;
- mi attendevo un ruolo nel racconto da parte dell’angelo, vista la minuziosa descrizione;
- qualche termine l’ho trovato obsoleto, non in linea con il ritmo del racconto.
Mi è piaciuto il titolo e la cura dei particolari.
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Grazie Giampiero. Felice del tuo apprezzamento. Avevo qualche dubbio perché ho ripreso e integrato un vecchio racconto e non ero sicuro che il brusco cambio di passo tra la parte descrittiva iniziale e quella successiva con i dialoghi, potesse funzionare. Cioè, a me piaceva, ma a me piacciono tante cose eh, che poi non è detto convincano anche agli altri, com'è giusto che sia.Giampiero ha scritto: ↑28/12/2019, 19:42 Il titolo di per sé è tutto un programma, direi anticipatore: e le promesse sono mantenute. Uno scenario surreale per un racconto grottesco, ben narrato e descritto. Ironico, per giunta. Senza contare che il finale dà ancora qualcosa in più a tutta la vicenda, con l’ultima frase che il lettore ormai aspetta come scena del ko ma non immagina certo qual è: una minaccia! Per la serie, incubo a prescindere. Il lettore non sa se ridere o farsi piccolo piccolo. Be’, voto pieno per la tridimensionalità delle scene e un narrante all’altezza.
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Grazie Selene. Forse ho un po' esagerato, in effetti, però mi ha intrigato proprio il cambio di registro, tra la prima parte più elegante (almeno nelle intenzioni) e la seconda più trash. Per quanto riguarda la dieta dei coniugi, non me ne ero nemmeno reso conto, probabilmente perché sono vegetariano anch'io. Mi fa piacere che tu abbia colto la malinconia, perché in Hester ne sento tanta anch'io.Selene Barblan ha scritto: ↑29/12/2019, 13:18 Il racconto riesce a suscitare curiosità, malinconia, divertimento e disgusto (nel senso positivo) …mi sono piaciuti tanto sia l’ambientazione, che l’umorismo (anche quello sottile che riguarda la dieta dei coniugi… parlo da vegetariana: )). Alcune trovate sono geniali, un po’ gore forse, ma davvero originali. Voto massimo per me.
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Ciao Laura. Apprezzo qualsiasi tipo di commento, davvero, e posso capire il disgusto per quella scena. Nelle intenzioni voleva essere un po' una metafora di un rapporto fisicamente in essere ma spiritualmente morto (almeno per uno dei due, ma anche in quel caso il rapporto in sè ha cessato di vivere, credo), con tutte le conseguenze del caso quali possono essere i casi di stolker, la violenza domestica e peggio ancora il femminicidio. Tutte cose da voltastomaco, in effetti. Se consideriamo il ruolo della figlia, credo perlomeno di aver mantenuto un punto di vista anche razionale. A mia parziale discolpa posso dire soltanto che non scrivo unicamente cose di questo genere.Laura Traverso ha scritto: ↑30/12/2019, 15:50 il racconto è originale, ben articolato e ricco di sorprese oltre che scritto molto bene. Però, la trama mi ha un poco infastidito, certe descrizioni così ad effetto non mi sono piaciute per niente, la scena descritta del "rapporto sessuale con il morto, anzi morta", mi ha fatto venire il voltastomaco. Certe trovate narrative horror non rendono, per me, gradevole un racconto: troppo lontano dai miei gusti…
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Grazie Eliana. Sì, sull'accorciare hai probabilmente ragione ma la passeggiata nella città immaginata è sufficientemente datata da far nascere in me un legame affettivo. Per quel che può valere, una parte di me concorda con tutte le tue osservazioni, e naturalmente mi fanno piacere gli apprezzamenti.ElianaF ha scritto: ↑30/12/2019, 17:57 Bel racconto! Non ho dato il massimo dei voti per questi motivi:
-l’ho trovato un po’ lungo, avrei accorciato la parte iniziale;
- mi attendevo un ruolo nel racconto da parte dell’angelo, vista la minuziosa descrizione;
- qualche termine l’ho trovato obsoleto, non in linea con il ritmo del racconto.
Mi è piaciuto il titolo e la cura dei particolari.
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Pet Sematary è uno dei libri di King che prediligo, con il protagonista che dopo tutto il casino con il gatto e il bambino, si ostina a riprovarci con la moglie. Un amore disperato e folle. E cocciuto, a dispetto di tutto ciò che va storto. Bello ritrovarlo in questa tua citazione e credo che in parte il personaggio di Hester, malgrado tutti gli anni passati da quando ho letto il libro, possa essere venuto anche da lì. Grazie del bel commento, Carol.Carol Bi ha scritto: ↑31/12/2019, 12:42 Ho letto il tuo racconto solo oggi, nonostante fossero giorni che leggevo il titolo è aumentava la curiosità. Probabilmente il poco tempo e la lunghezza del racconto mi hanno un po' demotivata. Devo dire che in realtà sono arrivata alla conclusione in un lampo. Le descrizioni sono accurate, precise, suggestive. La storia è coinvolgente e rapisce il lettore in ogni sua parte. Mi fa tornare alla mente uno dei primi romanzi che ho letto di Stephen King, Pet Cemetary. Scritto davvero molto bene. Anche per me meriti il voto massimo.
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A rileggerti
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Ovviamente ognuno di noi vede soltanto ciò che vuole vedere, è normale, ma ti posso assicurare che quando scrivo lo faccio per il gusto di farlo, senza intrappolarmi nelle distinzioni di genere (che mi annoiano mortalmente, lo ammetto, tanto quanto i pregiudizi letterari) e soprattutto non strizzo l’occhio proprio a nessuno. Tutta la seconda parte del racconto l’ho immaginato in chiave metaforica di quanto le idee che coltiviamo nella nostra mente poi, nel momento in cui le mettiamo in pratica, abbiano sempre delle ripercussioni, pesanti o meno, sulla realtà altrui. La battuta finale è importante (per me) perché una volta che l’illusione romantica di Robert decade, poi fa capire che non è così facile sbarazzarsi di quelle che possono essere le conseguenze. E per questo diventa la spia di una certa ipocrisia sentimentale, chiamiamola così. Detto questo, aggiungo soltanto che può capitare di non trovare in un racconto o in un romanzo ciò che cerchiamo, o nella forma in cui lo cerchiamo, ma di lì a vederci soltanto il nulla mi sembra un po' riduttivo e pregiudizievole. Ma è solo la mia opinione, chiaramente. Mi viene da dire che proprio perché il racconto non ti è piaciuto, posso ritenermi a maggior ragione soddisfatto degli apprezzamenti sulla forma. Grazie.Namio Intile ha scritto: ↑02/01/2020, 18:34 Scritto molto bene, con una tecnica quasi professionale, e perciò facilmente leggibile nonostante il racconto non mi abbia detto nulla. Un po' horror, un po' splatter, molto giovanile, strizzi l'occhio al genere zombie oggi molto in voga in modo dolce e amaro. Anche questo troppo visitato. Non capisco il perché di tutti quei nomi inglesi e riferimenti alla religione, ne avrei fatto a meno, non aggiungono nulla. Nel finale cerchi l'effetto, l'exploit, e ci arrivi, per strappare anche un sorriso, con quell'ultima battuta, che però sembra proprio una battuta da barzelletta. E corri il rischio di trasformare tutto il tuo lavoro in farsa. Io l'avrei proprio evitata.
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Centrata, invece, l'allegoria su come certi rapporti di coppia sopravvivano più del dovuto, anche fra vivi.
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descrizioni visive fantastiche, emozionali molto buone.
scritto davvero bene, praticamente senza refusi.
geniale la chiusura, con quella frase di Hester che da un seguito alla storia.
seguito che non sarà molto apprezzato dalla figlia, ma tant'è.
http://scrittoripersempre.forumfree.it/
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Giusto! La moglie di Shadow. Be' sono tutti accostamenti onorevoli. American Gods è stato il primo libro di Gaiman che ho letto e mi è piaciuto molto. Sì, la sovraesposizione dell'angelo dipende senz'altro da quello, dal riprendere un racconto precedente del quale poi si fatica ad avere una visione obiettiva, essendosi già stampato nella mente. E magari anche un po' dal fatto che a volte si dovrebbe avere un po' più di coraggio nel tagliare e affezionarsi un po' meno a ciò che si è scritto. Cercherò di tenerlo presente per la prossima volta. Grazie degli apprezzamenti.Roberto Bonfanti ha scritto: ↑03/01/2020, 15:44 Parto dai complimenti per il linguaggio e lo stile, impeccabili e molto curati. Il racconto è bello, forse l'idea non è inedita (oltre al già citato Pet Sematary penso a una sottotrama di American Gods di Neil Gaiman) però è ben sviluppata, con il giusto equilibrio fra splatter e ironia. Mi pare di aver capito che lo hai scritto in tempi diversi, forse è anche per questo che la figura dell'angelo, che carichi di aspettative e simbolismo all'inizio, non ritorna con lo stesso peso nel finale dov'è relegata a un paio di brevi accenni; più in generale tutta la prima parte ha un tono un po' diverso dal resto, ma in fondo è propedeutica allo sviluppo della storia.
Centrata, invece, l'allegoria su come certi rapporti di coppia sopravvivano più del dovuto, anche fra vivi.
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A quel punto, neanche dal marito, poveraccio. Pet Sematary è spuntato un po' ovunque, nei commenti, e non posso che esserne contento, ovviamente. Grazie per gli apprezzamenti.Fausto Scatoli ha scritto: ↑03/01/2020, 21:16 horror surreale che mi ha riportato alle scene di Pet Sematary, di King.
Descrizioni visive fantastiche, emozionali molto buone.
Scritto davvero bene, praticamente senza refusi.
Geniale la chiusura, con quella frase di Hester che da un seguito alla storia.
Seguito che non sarà molto apprezzato dalla figlia, ma tant'è.
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Dopo qualche giorno riuscii a leggerlo e devo dire che il racconto mi è piaciuto moltissimo.
Scritto a dovere, nessuna sbavatura, la trama è coerente e ben progettata, lo stile grottesco poi mi ha fatto impazzire di piacere, l'ho letto volentieri e mi è piaciuta anche la caratterizzazione dei protagonisti: un marito/padre distrutto, affranto e che non riesce ancora ad accettare la dipartita della sua amata, egoista al punto giusto, crede di fare un favore alla figlia, anche se in cuor suo sa che non avrebbe mai capito e che sta mentendo solo a sé stesso; una figlia che reagisce per come ci si aspetta e per come è giusto che sia, parte forte e razionale del racconto; la moglie/cadavere che si presta a quei macabri giorni, sena emozioni particolari perhé non è più in grado di provarne.
Il finale top, ho detto tra me e me: " e mo'?"
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Felice che ti sia piaciuto, Eliseo. Grazie mille.Eliseo Palumbo ha scritto: ↑05/01/2020, 18:17 Il giorno stesso della pubblicazione del post lessi il titolo e mi affascinò molto, purtroppo non potevo leggerlo subito, ma quel titolo mi rimase impresso.
Dopo qualche giorno riuscii a leggerlo e devo dire che il racconto mi è piaciuto moltissimo.
Scritto a dovere, nessuna sbavatura, la trama è coerente e ben progettata, lo stile grottesco poi mi ha fatto impazzire di piacere, l'ho letto volentieri e mi è piaciuta anche la caratterizzazione dei protagonisti: un marito/padre distrutto, affranto e che non riesce ancora ad accettare la dipartita della sua amata, egoista al punto giusto, crede di fare un favore alla figlia, anche se in cuor suo sa che non avrebbe mai capito e che sta mentendo solo a sé stesso; una figlia che reagisce per come ci si aspetta e per come è giusto che sia, parte forte e razionale del racconto; la moglie/cadavere che si presta a quei macabri giorni, sena emozioni particolari perhé non è più in grado di provarne.
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A dire il vero mi sto ancora scompisciando dalle risate.
Ti dico subito che metto come voto 4 solo per la parte "I preti ... non era un mistero ciò che le vecchie lumache bavose facevano in privato". Quella non mi è piaciuta per nulla.
Detto questo devo dire che la puzza di cadavere marcio la conosco assai bene.
Purtroppo ho avuto molteplici occasioni di annusare quel fetore.
Ha ragione la ragazza, effettivamente è la più razionale: vegetali a parte.
L'idea della moglie scappata alla vita che torna a far visita al marito, mi fa sbellicare dal ridere.
Bravo.
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Concordo con la detrazione, in quanto l'argomento è ormai abusato e la nota al riguardo ormai suona un po' scontata e banale. Magari quella dissertazione ci stava quando il racconto consisteva soltanto della prima parte - per dare alla città immaginaria un retroterra più materiale - ma ora non ha più molto senso dato che la seconda parte ottempera da sola all'esigenza. Molto contento che ti sia piaciuto il resto. La puzza di cadavere, fortunatamente, io per ora la conosco soltanto in forma virtuale. Grazie, Teseo!Teseo Tesei ha scritto: ↑06/01/2020, 0:40 Roberto, mi è piaciuto.
A dire il vero mi sto ancora scompisciando dalle risate.
Ti dico subito che metto come voto 4 solo per la parte "I preti… non era un mistero ciò che le vecchie lumache bavose facevano in privato". Quella non mi è piaciuta per nulla.
Detto questo devo dire che la puzza di cadavere marcio la conosco assai bene.
Purtroppo ho avuto molteplici occasioni di annusare quel fetore.
Ha ragione la ragazza, effettivamente è la più razionale: vegetali a parte.: roll:
L'idea della moglie scappata alla vita che torna a far visita al marito, mi fa sbellicare dal ridere.: - D
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Tranquillo. Credo che ben pochi di noi qui possano dirsi critici letterari (e comunque anche i critici hanno i loro gusti eh, anche se non lo ammettono). E' normale che si esprima un parere in base alle proprie preferenze personali e in fondo per chi scrive credo sia una cosa molto utile sondare i vari gusti. Per me lo è stata con questo racconto. A me Tim Burton piace e quindi non posso che sentirmi lusingato dall'accostamento. Grazie per il passaggio.Simone_Non_é ha scritto: ↑09/01/2020, 15:18 Ci tengo a precisare che ogni mio commento è semplicemente un parere personale è per questo, ciò che più lontano c'è da un giudizio. Mi sento di andare un attimo controcorrente, questo lavoro mi ha ricordato le ambientazioni e i climi di Tim Burton, per questo motivo non mi ha colpito in modo particolare. Detto questo penso sia oggettivamente impossibile andare sotto una valutazione di 3/4, perché l'opera è scritta molto bene e regala più sfaccettature ed emozioni, che possono arrivare o meno. Sinceramente mi auguro, al momento, che questo lavoro vinca perché l'idea che "Demonite" sia il titolo di una raccolta mi diverte e affascina.
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Leggerò volentieri altri tuoi scritti.
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Giusto! Anche per me è sempre e comunque questione di divertimento, e ovviamente mi sono divertito molto a scrivere questo. Capisco la logica dei tagli a cui accenni e una parte di me concorda, mentre l'altra si affeziona probabilmente un po' troppo a ciò che scrive. Vedremo chi la spunta. Grazie per il commento. Ciao.Stefyp ha scritto: ↑11/01/2020, 16:38 Stile e linguaggio impeccabili anche per me. Buona l'idea, avrei tagliato alcune parti, belle ma poco coerenti con il resto (la descrizione dell'ambiente e dell'angelo le avrei tenute da parte per un altro racconto). Non riesco a dare il massimo dei voti perchè io non sopporto questo genere di horror. Non leggo mai storie di zombie e simili perchè mi disgustano e quindi non mi diverto. E se non mi diverto...
Leggerò volentieri altri tuoi scritti.
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Ti ringrazio. Per quello che può valere, quando l'ho scritto ero assolutamente inconsapevole del rischio. Di certo non pensavo di seguire una tendenza. Le mie letture sono decisamente poco aggiornate in questo senso e che gli zombie fossero un argomento letterario inflazionato l'ho appreso dai commenti a questo racconto. Diciamo che in quanto a gusti letterari sono piuttosto onnivoro e riprendendo in mano il pezzo sulla città immaginaria, la soluzione della donna morta mi è sembrata la più appetibile, in primis per la bizzarra combinazione stilistica che mi intrigava, e poi anche per dare uno sprint in più a un pezzo puramente descrittivo. Comunque non l'ho mai immaginato come una storia horror, ma piuttosto come una sit-com. Mi fa piacere che in prevalenza, finora, il racconto sia stato apprezzato per quello che è, senza pretese.Andr60 ha scritto: ↑13/01/2020, 12:00 Confesso che ho iniziato a leggerlo con titubanza, quando ho capito che trattava di zombie, argomento iperinflazionato e che detesto. Invece l'argomento è trattato con la giusta dose di ironia e un tocco di horror grottesco (il pus maleodorante che sprizza dal capezzolo è indimenticabile). Racconto scritto benissimo, do il voto massimo.
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antologia di opere ispirate al concetto di "Luna" e dedicata al 50° anniversario della storica missione dell'Apollo 11
Il 20 luglio 1969 è la data che segna per sempre il momento in cui il primo essere umano ha posato per la prima volta i piedi sul suolo lunare. Quel giorno una parte di voi era d'avanti ai televisori in trepidante attesa del touch-down del lander, altri erano troppo piccoli per ricordarselo e altri ancora non erano neppure nati, tuttavia ne siamo stati tutti coinvolti in molteplici maniere.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Mazzi, Andrea Coco, Andrea Messina, Angelo Ciola, Cristina Giuntini, Daniele Missiroli, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Franco Argento, F. T. Leo, Gabriele Laghi, Gabriele Ludovici, Gabriella Pison, Iunio Marcello Clementi, Laura Traverso, Marco Bertoli, Marco Daniele, Maria Emma Allamandri, Massimo Tessitori, Namio Intile, Pasquale Aversano, Pasquale Buonarotti, Pietro Rainero, Roberta Venturini, Roberto Paradiso, Saji Connor, Selene Barblan, Umberto Pasqui, Valentino Poppi, Vittorio Serra, Furio Bomben.
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Questo libro è il seguito di "Un passo indietro". Come il primo, è autoconclusivo.
"Esistevano davvero, gli dèi. Ma non erano dèi. Non lo erano stati per un'oscura volontà divina, ma lo erano semplicemente diventati mediante un'accanita volontà terrena di sopravvivenza".
L'Evoluzione umana (e non) come non l'avete mai immaginata.
Un romanzo postumano e transumano che vi mostrerà un futuro che forse non tarderà a divenire.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
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antologia di opere ispirate dal numero dieci, in omaggio al decimo compleanno dell'associazione culturale BraviAutori.it
Non amiamo l'auto-celebrazione, tuttavia ci è piaciuto festeggiare il nostro decimo compleanno invitando gli autori a partecipare alla composizione di un'antologia di opere di genere libero che avessero come traccia il numero 10. Ventidue autori hanno accettato l'invito e ciò che ci hanno regalato è stato confezionato in queste pagine.
Con la presente antologia abbiamo voluto ringraziare tutti i collaboratori, gli autori e i visitatori che hanno contribuito a rendere BraviAutori.it ciò che è oggi, e che continuerà a essere finché potrà.
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Gara d'inverno 2022/2023 - Immaginazione Artificiale - e gli altri racconti
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GrandPrix d'inverno 2023/2024 - Terrazze d'aprile - e le altre poesie
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La Gara 40 - La musica è letteratura
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