Musulmania
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Re: commento
Volendo ci si potrebbe ricavare anche un romanzo che partendo dal dopoguerra racconta l'evoluzione sociale degli italiani… ma sarebbe un po' troppo impegnativo per me. Ti ringrazio. Ciao, Piero.Macrelli Piero ha scritto: ↑21/03/2022, 9:56 Ottima sinossi, ma adesso trasformala in un racconto. Scrittura pulita e corretta, sento la pressione del politicamente corretto che frena le emozioni. La premessa iniziale la trovo superflua. La mutazione antropologica di una comunità ristretta offre analisi infinite e una palazzina o un condominio è una nicchia ecologica ricca di conflitti (Condominium di J.G. Ballard). le potenzialità di far partire un buon racconto ci sono tutte.
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Re: Commento
Per quanto riguarda la Ferrari, o la Lamborghini o qualsiasi altra fuoriserie, purtroppo capita che siano l'elemento scatenante dell'odio, o invidia sociale che dir si voglia. Provo a spiegarmi: qui, il protagonista del racconto, fa capire all'amico che lui considera una forma di razzismo pure quella, e che finché non si riuscirà a comprenderlo… beh, sarà difficile combattere anche l'altro tipo di razzismo. Ti ringrazio. Ciao, Francesco.Francesco Pino ha scritto: ↑21/03/2022, 12:02 Le case popolari come filo conduttore di una storia che attraversa velocemente 60 anni di tempo; considrazioni personali dirette su un argomento sempre "caldo"… lavoro interessante.
Come non apprezzare la descrizione della contentezza di chi passa da un'insalubre abitazione a un normalissimo trivani che appare come un castello? E come non considerare amaramente che quella contentezza è la stessa che tanti provano anche oggi?
Come non apprezzare il passaggio di consegne tra l'ultima ruota del carro e l'altra attraverso gli anni? Tra un capro espiatorio e l'altro?
Bello il passaggio del miscuglio di odori all'interno della palazzina, come riferimento al miscuglio culturale. Niente male anche l'atteggiamento semplice scelto per evidenziare le perplessità sulle abitudini di chi viene da lontano. Del tipo "bah, fatti loro!", cosi' come la critica finale alle condizioni sociali create da alcuni aspetti culturali vero i quali qualcuno si pone in maniera un po' "naif".
Forse ci hai messo dentro un po' troppa politica, ma nel contesto non ci sta male. Sulla Ferrari non sono d'accordo, ma il racconto è tuo, mica mio!
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Re: Commento
No, non conosco il giallo da te accennato. Per quanto riguarda la parte politica, essendo un racconto che narra dell'evoluzione sociale degli italiani dal dopoguerra ai giorni nostri, non potevo certo esimermi dal tratteggiare il passaggio dalla balena bianca al leghismo (ben presente e radicato dalle mie parti: bassa padana). Ti ringrazio. Ciao, Domenico.Domenico Gigante ha scritto: ↑21/03/2022, 13:51 Non so se conosci il giallo satirico "Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio", scritto da un autore algerino. Beh! Il tuo racconto me lo ha fatto torna alla mente. Sinceramente toglierei tutta la parte politica, alludendo solamente ad alcuni atteggiamenti o pregiudizi diffusi. Mi concentrerei solamente sugli aspetti aneddotici (ad esempio: che combini dal tuo vicino di casa negro? Mangi mai insieme ad altri membri della comunità? E che esperienza hai della loro cucina?). Insomma renderei tutto un po' più "concreto", perché lo spunto mi pare ottimo. Cmq complimenti!
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Re: Commento
Tutto e cambiato, e non sempre in meglio, purtroppo. E chissà cosa ci riserverà il futuro. Questa benedetta e maledetta globalizzazione, più che a un'evoluzione sociale, pare somigliare sempre più a un un'involuzione. Ti ringrazio. Ciao, AthosgAthosg ha scritto: ↑23/03/2022, 20:33 Un racconto-commento sull'evoluzione del vivere in condominio in Italia, raccontata con simpatia e il giusto, ironico e non facile distacco. Mi ha fatto ricordare i paesi tanti anni fa, dove tutti si ritrovavano al bar. Un'umanità varia che adesso è omologata e sperduta in qualche centro commerciale. Amarcord.
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Re: Commento
Un accenno alla politica che muta nel corso degli anni, influenzata anche dai fenomeni migratori, si poteva anche togliere dal testo, ma secondo me, rende il racconto più completo. Ti ringrazio. Ciao, FraFreeFraFree ha scritto: ↑24/03/2022, 12:03 Hai restituito un quadro chiaro del fenomeno dell'immigrazione, contestualizzandolo sia a livello cronologico, sia come impatto sociale (da entrambi le parti). Ho trovato gradevoli e genuini i fatti riportati, meno il richiamo politico. Non perché non sia afferente, anzi, ma si articolerebbe meglio in un brano più ampio, secondo me.
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Se c'è una critica che mi sento di fare riguarda l'equilibrio fra gli aneddoti del quotidiano e la narrazione dell'evoluzione socio-politica dal dopoguerra a oggi; trovo più efficaci le storie che accadono nel quartiere, esemplari dei rapporti fra culture che giocoforza devono imparare a convivere, mentre l'altra parte vira un po' verso il saggio, pur se condito da interessanti considerazioni personali.
Un buon lavoro.
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Re: Commento
Sono d'accordo con te: le storie di quartiere sono più efficaci della descrizione, a grandi linee, dell'evoluzione sociale dal dopoguerra ai giorni nostri; probabilmente ho messo un po' troppa carne al fuoco… o troppo poca per trattare un argomento che abbraccia una bella fetta della nostra storia. Ti ringrazio. Ciao, Roberto.Roberto Bonfanti ha scritto: ↑28/03/2022, 20:45 Il racconto è scritto molto bene, tratta un argomento importante senza cadere nelle trappole del politicamente corretto. Forse, come scritto da altri, meriterebbe anche una trattazione più estesa.
Se c'è una critica che mi sento di fare riguarda l'equilibrio fra gli aneddoti del quotidiano e la narrazione dell'evoluzione socio-politica dal dopoguerra a oggi; trovo più efficaci le storie che accadono nel quartiere, esemplari dei rapporti fra culture che giocoforza devono imparare a convivere, mentre l'altra parte vira un po' verso il saggio, pur se condito da interessanti considerazioni personali.
Un buon lavoro.
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E perché mai dovresti essere una perdente? Perché non ti piace questo mio raccontino? Ma dai! Invece devo dire che il tuo commento l'ho gradito. Mi stimola e, se posso e senza nessuna intenzione di sminuire il tuo pensiero, provo a rispondere ad un paio di appunti. Non biasimo il matrimonio tra la ragazzina e il 45enne, ma il fatto che la ragazzina è costretta a sposare un uomo che nemmeno conosce; le culture diverse vanno rispettate, ci mancherebbe altro; quello che non trovo civile è contrattare il futuro della figlia. Il protagonista non è che vuole farsi vedere buonino; ma la mia idea era quello di un uomo che rifiutava ogni forma di razzismo, senza stare a sfogliare il vocabolario del politicamente corretto. Lui, il protagonista, non trova giusto nemmeno inveire contro l'industriale perché: "Se ha fatto i soldi deve aver rubato", considerà questo modo di pensare una forma di razzismo nei confronti di chi è riuscito a farsi strada nella vita. Insomma, il protagonista è il prototipo dell'uomo quasi perfetto, ergo: impossibile da trovare nella vita reale. Ti ringrazio. Ciao, Paola.Paola Tassinari ha scritto: ↑29/03/2022, 23:36 Scritto molto bene, prosa scorrevole ma pare un articolo giornalistico, asettico senza proporre niente di trito o non trito, se la ragazzina si sposa con un 45enne ed è biasimevole altrettanto lo è il finto buonismo perché se l'etnocentrismo é stato giudicato, non da ma me, ma dalle istituzioni di stampo razzista non possiamo noi ergergi a giudici di civiltà diverse da noi perché la base di fondo è che ci crediamo migliori è questo il vero razzismo per me… Ripeto il racconto è scritto molto bene ma se il protagonista usa il relativismo solo per far vedere che è buonino purtroppo devo dire che il racconto non mi piace ma questo è solo ciò che penso io e di solito sono una perdente
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Re: Musulmania
No, non è autobiografico, è di fantasia, anche se per la descrizione del villaggio mi sono ispirato ai palazzoni tirati su nel mio paese nei primi anni 60. Per quanto riguarda razzismo e tutto il resto, basta guardarsi un po' in giro dalle mie parti e l'ispirazione sgorga da sola. Ti ringrazio. Ciao, Alycetta.Alycetta7 ha scritto: ↑30/03/2022, 18:52 La prima cosa che mi sono chiesta, appena terminato il tuo racconto, è se sia autobiografico o di fantasia. Perché è scritto davvero in maniera realistica. Ho amato tantissimo la prima parte, dove la famiglia del protagonista finalmente ottiene una casa nei nuovi stabili. Sicuramente il testo è infarcito di pensieri politici, il tema razzismo, a mio parere, è stato introdotto bene e si sposa alla grande con tutto il resto. Secondo me c'è del buon materiale per farne qualcosa di più (più lungo, dettagliato, con la vita del protagonista più sviluppata). Sono divertenti anche alcuni accenni ai vicini di casa stranieri. In generale è un bel racconto
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Il racconto mi è piaciuto, e anche la punta di acredine e insofferenza che mi è parsa distinguere nel finale lo rende anche più vero e lo allontana da un certo buonismo militante politically correct di molta sinistra benpensante.
Quanto al tuo professore comunista, se non odia nessuno non è comunista. I comunisti devono odiare i capitalisti, odiarli fino a volerli morti, altrimenti essere comunista che senso ha? Almeno la libertà di odiare lasciatecela, non mi va di esser buono con chi guadagna cento miliardi di dollari l'anno (magari facendo la morale al resto dell'umanità disgraziata). Perché aivoglia costruire scuole ospedali strade case pozzi acquedotti investire sulle rinnovabili e sulle colture biologiche con quella massa incommensurabile di denaro. Ma loro mi sembrano solo interessati ad accumulare yacht dalle dimensioni di portaerei, aerei grandi come palazzi, ville grandi come città, pacchetti azionari smisurati e via discorrendo.
Il protagonista a ogni modo si rivela intelliggente comprendendo che la guerra orizzontale, quella fra poveri, non porta mai nulla di buono (ai poveri).
Dal punto di vista formale ti segnalo parecchie incertezze nel finale sui tempi verbali, che passano dal passato al presente. Avresti dovuto tenerli tutti al passato. Conseguenza forse dell'intromissione a volte dell'autore che scalza la voce narrante e offre commenti personali al lettore.
A parte questo è un buon testo.
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Ciao, Namio. Mi sofffermo sulle incertezze dei tempi verbali, è vero che avrei dovuto tenere tutto il racconto al passato, ma ho voluto dare, probabilmente sbagliando, un tono da conversazione alla voce narrante; e conversando può capitare di passare dal passato al presente, specialmente quando si racconta un episodio, un inoconto o un diverbio avuto con una terza persona… perlomeno, a me capita. Ti ringrazio.Namio Intile ha scritto: ↑10/04/2022, 16:40 Il racconto è gradevole e credo che spunti tu ne abbia per poter scrivere anche qualcosa di più complesso sul tema. Tirare un po' le fila della storia italiana degli ultimi cinquanta o settant'anni ripercorrendo le storie e le presenze degli inquilini di un condominio è una bella idea, simile in parte, se vuoi, a La famiglia di Scola tutto ambientato in quell'appartamento romano di fine ottocento, sempre uguale ma in cui cambiano i protagonisti.
Il racconto mi è piaciuto, e anche la punta di acredine e insofferenza che mi è parsa distinguere nel finale lo rende anche più vero e lo allontana da un certo buonismo militante politically correct di molta sinistra benpensante.
Quanto al tuo professore comunista, se non odia nessuno non è comunista. I comunisti devono odiare i capitalisti, odiarli fino a volerli morti, altrimenti essere comunista che senso ha? Almeno la libertà di odiare lasciatecela, non mi va di esser buono con chi guadagna cento miliardi di dollari l'anno (magari facendo la morale al resto dell'umanità disgraziata). Perché aivoglia costruire scuole ospedali strade case pozzi acquedotti investire sulle rinnovabili e sulle colture biologiche con quella massa incommensurabile di denaro. Ma loro mi sembrano solo interessati ad accumulare yacht dalle dimensioni di portaerei, aerei grandi come palazzi, ville grandi come città, pacchetti azionari smisurati e via discorrendo.
Il protagonista a ogni modo si rivela intelliggente comprendendo che la guerra orizzontale, quella fra poveri, non porta mai nulla di buono (ai poveri).
Dal punto di vista formale ti segnalo parecchie incertezze nel finale sui tempi verbali, che passano dal passato al presente. Avresti dovuto tenerli tutti al passato. Conseguenza forse dell'intromissione a volte dell'autore che scalza la voce narrante e offre commenti personali al lettore.
A parte questo è un buon testo.
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Re: Commento
Forse quando noi e molte altre generazioni avranno ormai consumato il loro tempo, accadrà di vedere l'intera umanità abbracciarsi sinceramente senza guardarsi in cagnesco… forse. Ti ringrazio. Ciao, Temistocle.Temistocle ha scritto: ↑15/04/2022, 8:56 Bel racconto. Tutto quello che avevo da dire… è stato detto sopra, sono arrivato tardi! Volevo solo fare un'osservazione sul discorso dell'integrazione. Siamo un popolo che storicamente ha invaso nazioni ed è stato invaso da popoli e culture molto diverse (io poi vengo dal Sud, quindi puoi immaginare!), ma ha sempre saputo conservare una propria peculiarità. È passato poco tempo da quando è iniziata quest'ultima ondata di immigrazione e non siamo ancora pronti per giudicarne le conseguenze; la storia si misura in secoli non in decenni. Penso che il rispetto, da una parte e dall'altra, sia il criterio per una convivenza che darà frutti, forse, tra un bel po' di tempo.
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Una specie di diario sul cambiamento sociale e i problemi che esso propone, scritto in base all'esperienza della gente e non a teorie.Interessante!
Re: Musulmania
Il Canton Ticino ha visto succedersi nel tempo quello che tu descrivi nel caseggiato.
Su scala regionale, meno intenso ma più negativistico: la tradizionale diffidenza verso lo straniero, il diverso, il cambiamento della popolazione nei palazzi delle città, il razzismo leghista, ecc ....
Una mentalità che io non ho mai neppure lontanamente condiviso e mi ha suggerito di scegliere un modo di vivere attuale da "eremita sociale" , lontano dalla mêlée come dicono i francesi...
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Re: Musulmania
Il tuo commento mi ha rammentato una battuta che pronunciò Luciano de Crescenzo: "Si è sempre meridionali di qualcuno". Ti ringrazio. Ciao, Myname.Myname ha scritto: ↑19/04/2022, 5:32 Aggiungo una nota sociologica che conferma quello che ho scritto prima
Il Canton Ticino ha visto succedersi nel tempo quello che tu descrivi nel caseggiato.
Su scala regionale, meno intenso ma più negativistico: la tradizionale diffidenza verso lo straniero, il diverso, il cambiamento della popolazione nei palazzi delle città, il razzismo leghista, ecc…
Una mentalità che io non ho mai neppure lontanamente condiviso e mi ha suggerito di scegliere un modo di vivere attuale da "eremita sociale", lontano dalla mêlée come dicono i francesi…
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Ho trovato che hai svolto il tema che ti sei scelto con una certa leggerezza, certo non come merita. Non ho capito se vuoi fare uno spaccato dell'integrazione, della testa degli italiani al riguardo dell'integrazione, se vuoi mettere dei paletti...
Su un tema così non puoi chiudere su un caso odioso senza un minimo di approfondimento: è odioso per noi, ma il rispetto di un'altra cultura è il rispetto di un'altra cultura che va avanti così da 1400 anni, e non è chiosando su un episodio che ci fa provare repulsione che aggiungi qualcosa.
A parte, solo due paragrafi sui quali vorrei approfondire:
"Manco ci trovassimo nella Firenze medicea, invece che nell’industriosa Pianura Padana." - dov'è la contrapposizione? "Medicea" è un aggettivo storico-temporale; "industriosa" è una qualità delle persone (e, per traslato, della terra dove quelle persone vivono), quell'"invece" cosa vuol dire? Avrei visto meglio un più neutro "e non".
Il secondo è l'aneddoto dell'amico "comunista". Purtroppo hai ragione, più di quanta tu creda, ma non solo a proposito dei comunisti: di fatto, il razzismo non esiste, esiste solo la discriminazione di classe che, di volta in volta, si veste in un modo diverso. Sono scuri di pelle? Diventa razzismo. Sono di un'altra parte dello stesso Paese? Si chiama "razzismo" per estensione. La verità è che nel mondo dove tutto è merce, dove anche il lavoro è merce, chi accetta paghe infamanti (magari perché persino ignaro dei propri diritti) spinge al ribasso tutta la catena salariale. I meno abbienti sono quelli che ne risentono di più e s'incazzano non poco (giustamente), mentre chi ne approfitta fa addirittura la parte del "benefattore".
Infatti, quando uno è benestante, nessuno gli dimostra avversione: il nero ("negro" in italiano NON è un colore) in Porsche o l'emiro sono trattati da tutti coi guanti bianchi.
Ipocrisie di un mondo "ricco", ma povero di valori.
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Provo a rispondere sinteticamente: infatti il protagonista non mette in discussione il rispetto per l'altrui cultura, lui dice che sono cose che lo potrebbero farlo incavolare ma che alla fine non ci riesce ad essere razzista (io invece affermo che certi comportamenti non dovrebbero essere giustifucati "culturalmente", se no, a questo punto, dovremmo pure giustificare i genitori che uccidono la figlia perché già promessa a un connazionale). Per quanto riguarda la Firenze medicea, è solo una battuta del protagonista, scaturita dal nome dato al villaggio. Per l'amico comunista invece, beh, la discriminazione di classe, o l'invidia sociale, secondo me sono una variante del razzismo: mica si odia solo chi è diverso di colore, ma anche per il colore dei soldi, del potere. Ti ringrazio. Ciao, Marino.Marino Maiorino ha scritto: ↑24/04/2022, 10:25 In precedenza mi sei piaciuto molto di più.
Ho trovato che hai svolto il tema che ti sei scelto con una certa leggerezza, certo non come merita. Non ho capito se vuoi fare uno spaccato dell'integrazione, della testa degli italiani al riguardo dell'integrazione, se vuoi mettere dei paletti…
Su un tema così non puoi chiudere su un caso odioso senza un minimo di approfondimento: è odioso per noi, ma il rispetto di un'altra cultura è il rispetto di un'altra cultura che va avanti così da 1400 anni, e non è chiosando su un episodio che ci fa provare repulsione che aggiungi qualcosa.
A parte, solo due paragrafi sui quali vorrei approfondire:
"Manco ci trovassimo nella Firenze medicea, invece che nell'industriosa Pianura Padana." - dov'è la contrapposizione? "Medicea" è un aggettivo storico-temporale; "industriosa" è una qualità delle persone (e, per traslato, della terra dove quelle persone vivono), quell'"invece" cosa vuol dire? Avrei visto meglio un più neutro "e non".
Il secondo è l'aneddoto dell'amico "comunista". Purtroppo hai ragione, più di quanta tu creda, ma non solo a proposito dei comunisti: di fatto, il razzismo non esiste, esiste solo la discriminazione di classe che, di volta in volta, si veste in un modo diverso. Sono scuri di pelle? Diventa razzismo. Sono di un'altra parte dello stesso Paese? Si chiama "razzismo" per estensione. La verità è che nel mondo dove tutto è merce, dove anche il lavoro è merce, chi accetta paghe infamanti (magari perché persino ignaro dei propri diritti) spinge al ribasso tutta la catena salariale. I meno abbienti sono quelli che ne risentono di più e s'incazzano non poco (giustamente), mentre chi ne approfitta fa addirittura la parte del "benefattore".
Infatti, quando uno è benestante, nessuno gli dimostra avversione: il nero ("negro" in italiano NON è un colore) in Porsche o l'emiro sono trattati da tutti coi guanti bianchi.
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Re: Commento a Musulmania
Allungarlo o accorciarlo? Non mi pare la stessa cosa: accorciarlo vorrebbe dire togliere qualcosa, qualche situazione, o persanaggio. Per allungarlo, invece, dovrei aggiungere altre situazioni o personaggi che, a mio avviso, nulla aggiungerebbero al tema trattato (e alla mia visione del razzismo a 360 gradi). Ti ringrazio. Ciao, Eleonora.Eleonora2 ha scritto: ↑01/05/2022, 13:26 Tra il dire e il fare… lo ribadisco e faccio i conti con la lettrice che sono. Dopo la lettura del testo ho avuto un travaso di bile. Non mi ha fatto riflettere, il racconto, e mi ha smosso delle brutte sensazioni. Mi sono chiesta perché e mi sono risposta - come al solito, faccio tutto da sola - e non a caso. Il fatto è che ho un'opinione personale… E non conta. Quello che conta è di aiutarti a fare meglio. Lo rileggerei e lo allungherei o lo accorcerei; gli strumenti per farlo li hai tutti. Ho dato 3 per la forma. Ciao!
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Re: Risposta
Non sei tu che hai problemi, sono io che non ho capito (sono un po' di coccio); per questo ti ringrazio di aver speso un altro po' del tuo tempo per replicare alla mia risposta al commento. Allungarlo fino a farne un romanzo, sarebbe il massimo. Ma non riesco più a stare concentrato su un testo per più di due giorni… e dire che avevo cominciato la mia avventura nella narrativa, da autodidatta, scrivendo ben tre romanzi, uno di seguito all'altro. (il terzo: I ragazzi del caffè centrale, probabilmente il migliore, l'ho pure pubblicato integralmente su BraviAutori), poi ho capito che se volevo strappare qualche lettura sui siti di scrittura dovevo accorciare il tiro; e da allora mi sono messo a scrivere racconti. Aggiungo che questa tua analisi mi ha fatto capire come e dove correggermi, e per questo ti ringrazio doppiamente. Ciao, Eleonora.Eleonora2 ha scritto: ↑02/05/2022, 19:37 Ultimamente ho dei problemi con la comunicazione. Allungarlo significherebbe aggiungere cioè farne un romanzo e mi pare che tu non ne abbia voglia, accorciarlo significherebbe togliere le impressioni personali dal testo, non necessariamente aggiungere o togliere dei personaggi. Per me sei stato poco attento ad analizzare la situazione. Il tuo pensiero non deve venir fuori dalle tue considerazioni ma dai fatti, altrimenti diventa una cronaca. Ribadisco, scrivi molto bene. Noi tutti, siamo qui per imparare.Grazie a te per esserti messo in gioco.
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Commento Musulmania
“un scivolo esterno” – forse uno scivolo esterno
“ad accendere un muto.” – refuso
“elettori leghisti aveva” – una virgola dopo leghisti
“raggruppandosi in alto diventando insopportabili…” -- diventano
Commento al testo
“in cerca di un lavoro onesto e salariato.” – qui ci vedo un pizzico di razzismo autentico: forse che al sud non esistevano lavori onesti, ma solo malavitosi? E poi, siamo sicuri che al nord il lavoro fosse onesto e non piuttosto sfruttamento alla catena di montaggio?
Ho notato che in qualche caso le lunghe subordinate rendono meno facile seguire il filo del discorso.
A volte non è necessario far precedere il sostantivo da un aggettivo qualificativo, meglio lasciare al lettore la libertà di farsi la sua opinione.
Esempi:
“l’indiscussa integrità morale e le indubbie capacità”
“a di pomposi, spesso e volentieri anche vacui, incomprensibili discorsi,”
“le meravigliose stanze di un fiabesco castello.”
“l’alettante proposta”
Il mio commento arriva un po’ in ritardo. Altri hanno già scritto molto bene le loro opinioni. In particolare concordo con il commento di Paola Tassinari, di Paolo Gigante e Marino Maiorino. Inutile che io ripeta i medesimi concetti.
Da parte mia ho cercato di fornire qualche spunto, da sottoporre alla libera scelta dell’autore.
Lodevole l'argomento trattato.
Marino Maiorino ha allargato la visione e ti ha offerto lo spunto per ulteriori sviluppi.Quasi il voto lo do a lui (scherzo).
Voto 4
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Re: Commento Musulmania
Refusi ed errori li ho sistemati, ti ringrazio.Alberto Marcolli ha scritto: ↑08/05/2022, 11:19 "aver incensato i due riconoscendone" – per me ci sta una virgola dopo i due
"un scivolo esterno" – forse uno scivolo esterno
"ad accendere un muto." – refuso
"elettori leghisti aveva" – una virgola dopo leghisti
"raggruppandosi in alto diventando insopportabili…" -- diventano
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"in cerca di un lavoro onesto e salariato." – qui ci vedo un pizzico di razzismo autentico: forse che al sud non esistevano lavori onesti, ma solo malavitosi? E poi, siamo sicuri che al nord il lavoro fosse onesto e non piuttosto sfruttamento alla catena di montaggio?
Ho notato che in qualche caso le lunghe subordinate rendono meno facile seguire il filo del discorso.
A volte non è necessario far precedere il sostantivo da un aggettivo qualificativo, meglio lasciare al lettore la libertà di farsi la sua opinione.
Esempi:
"l'indiscussa integrità morale e le indubbie capacità"
"a di pomposi, spesso e volentieri anche vacui, incomprensibili discorsi, "
"le meravigliose stanze di un fiabesco castello."
"l'alettante proposta"
Il mio commento arriva un po' in ritardo. Altri hanno già scritto molto bene le loro opinioni. In particolare concordo con il commento di Paola Tassinari, di Paolo Gigante e Marino Maiorino. Inutile che io ripeta i medesimi concetti.
Da parte mia ho cercato di fornire qualche spunto, da sottoporre alla libera scelta dell'autore.
Per quanto riguarda il "lavoro onesto e salariato", la voce narrante lo rimarca per far capire che lui la pensa all'opposto di molti altri che su al nord, al tempo delle grandi migrazioni, bollavano i meridionali, ingiustamente, come degli scansafatiche, se non adirittura mafiosi portati a delinquere… poi arrivarono le migrazioni dall'Africa e allora le "attenzioni" dei razzisti si spostarono più a sud. Per quanto riguarda i sostantivi… non lasciare troppa libertà al lettore è un mio difetto (uno dei tanti), in futuro cercherò di fare tesoro delle tue puntualizzazioni. Grazie ancora. Ciao, Alberto.
Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero
antologia di opere ispirate alla paura dell'ignoto
Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di: Ida Dainese, Francesca Paolucci, Marcello Rizza, Fausto Scatoli, Annamaria Ricco, Francesco Cau, Valentino Poppi, Mario Flammia, Essea, Umberto Pasqui, Enrico Teodorani, Roberto Masini, Maria Perrella, Giacomo Baù, Eliseo Palumbo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Ibbor OB, Andrea Teodorani, Simona Geninazza, Lidia Napoli, Mario Malgieri, Michele Silvi, Ida Daneri, Alessandro Mazzi.
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L'Animo spaziale
Tributo alla Space Opera
L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Luna 69-19
antologia di opere ispirate al concetto di "Luna" e dedicata al 50° anniversario della storica missione dell'Apollo 11
Il 20 luglio 1969 è la data che segna per sempre il momento in cui il primo essere umano ha posato per la prima volta i piedi sul suolo lunare. Quel giorno una parte di voi era d'avanti ai televisori in trepidante attesa del touch-down del lander, altri erano troppo piccoli per ricordarselo e altri ancora non erano neppure nati, tuttavia ne siamo stati tutti coinvolti in molteplici maniere.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Mazzi, Andrea Coco, Andrea Messina, Angelo Ciola, Cristina Giuntini, Daniele Missiroli, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Franco Argento, F. T. Leo, Gabriele Laghi, Gabriele Ludovici, Gabriella Pison, Iunio Marcello Clementi, Laura Traverso, Marco Bertoli, Marco Daniele, Maria Emma Allamandri, Massimo Tessitori, Namio Intile, Pasquale Aversano, Pasquale Buonarotti, Pietro Rainero, Roberta Venturini, Roberto Paradiso, Saji Connor, Selene Barblan, Umberto Pasqui, Valentino Poppi, Vittorio Serra, Furio Bomben.
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Gara d'inverno 2021/2022 - La Strega, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Gara d'autunno 2023 - Cuore di mamma - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2018 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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