L'inizio

Una zona dedicata alle riflessioni e alle idee.
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Gabriele Pecci
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Re: L'inizio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

"R---No. questa non posso fartela passare. Ragioni proprio al contrario. È proprio grazie alla consapevolezza che l’uomo ha il senso del tempo e grazie al fatto che è conscio di essere che riesce a prevedere la sua necessità futura. Non succede come dici tu e cioè che l’uomo riesce a prevedere l’inverno e di conseguenza si vede nel futuro!"
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Non ha bisogno di prevedere l'inverno, l'inverno è un fatto che arrivi, e una volta che ha compreso questo fatto, ecco che si adopererà di conseguenza in termini di previsione su di sé, non sull'inverno. E cioè sempre e solo interazione tra enti-eventi fattuali. Il solito discorso.



"R-- Confermo che la coscienza di sé non è determinata dall’evoluzione ma semplicemente si “appoggia” all’Io che a sua volta è frutto dell’evoluzione. La consapevolezza ha un’altra origine e non è possibile per nessuna forma di vita sulla Terra, né può essere duplicata nelle macchine."

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Perché appunto è necessaria solo alla nostra specie, cosa se ne fa un animale o una pianta di una coscienza biografica? Gli serve a qualcosa per sopravvivere forse? No. Quindi non si sono evoluti in quella direzione.

E quindi? Da cosa deduci invece di una origine potenzialmente Altra, che sai benissimo non poter essere tale in assenza di moto, e dove se fosse invece in stato di moto, allora non avrebbe per noi nessun "mistero"?

Dal fatto che c'è l'abbiamo solo noi? È ridicolo.
C'è l'abbiamo solo noi (almeno di fatto certo, su questo pianeta) perché serve solo a noi così espressa. Pertanto è, e rimane essere, pura e semplice evoluzione.

Quindi ogni tua percezione diversa su questo fatto è data solo da un tuo eventuale bisogno di trascendere lo stato di moto, il che non c'entra nulla con la coscienza e di conseguenza nemmeno con la consapevolezza in quanto dato di fatto, cioè nel o per il suo sussistere evolutivo. La consapevolezza poi è solo l' ulteriore riflessione pervenuta sulla/dalla, stessa coscienza espressa, dove, non per tutti necessariamente si sviluppa allo stesso modo, questo perché tutti hanno, o meglio maturano la propria coscienza in base alle proprie mappature emozionali dipese da svariati fattori individuali e di percezione del singolo corpo, sia interni come anche esterni, frutto di diversi contesti ambientali e socioculturali.

Non sono due cose a sé. La consapevolezza è prettamente biografica perché è un tipo di capacità, di approfondimento, espresso prettamente e direttamente da una coscienza biografica, e cioè dalla necessità per l'uomo di una previsione individuale di sé per la propria sopravvivenza e aumento di probabilità di essa. Pertanto non solo memoria e comprensione cognitiva, le quali invece sono capacità già espresse e applicate da tutte le coscienze nucleari e cellulari. Pensa che, anche se in stato sicuramente ancora molto acerbo, ci sono anche già presenti coscienze quasi biografiche, o almeno inerenti a questa su certi aspetti, vedi le orche per dire, diversi gruppi, diversi linguaggi, diversi sistemi e tattiche predatorie, sono tutte orche, ma sono tutte diverse a seconda solo del loro gruppo sociale (si diversificano addirittura sul loro linguaggio da branco a branco, anche tra quelli presenti nello stessa zona) e/o del luogo di appartenenza/caccia, ti ricorda qualcosa?

E come mai succede questo? Succede questo perché ogni gruppo si è specificato su una determinata preda e quindi si è distanziato sempre di più dal gruppo originario della specie orca, adottando diverse strategie, stanziando in diversi luoghi, addirittura usando forme di linguaggio simili, ma differenti tra loro nei toni, pertanto niente di più o meno se non differenti dialetti a seconda dei diversi branchi/famiglie per comunicare. Questo ti ricorda qualcosa?

Ovvio che non hanno raggiunto una piena consapevolezza di sé, ma è solo perché questo specifico grado di consapevolezza non si necessita tale per la loro sopravvivenza, dove viene invece maggiormente enfatizzato in termini di coscienza nucleare, ma che definirei quasi già semi biografica, più l'aspetto sociale e quindi socioculturale del proprio ruolo all'interno di un contesto sociale ben definito e gerarchico naturale, invece che quello prettamente individuale e individualistico di una affermazione completa e specificamente di natura solo soggettiva individuale.

È l'individualità atta alla sopravvivenza del singolo che determina la nostra coscienza biografica specifica, e di conseguenza la piena consapevolezza di sé, il sapere di essere, il sentirsi e percepirsi, "io", e quindi espressione e percezione singola dello stesso.

Nient'altro che questo.


Per quale motivo dovrebbe avere allora una diversa origine? In base a cosa di concreto deduci o presupponi questo?

Al fine è sempre solo dal tuo singolo e comune a tutti inizialmente bisogno di sentirti di essere diverso, e quindi di essere Altro, di poter e dover trascendere lo stato di moto.

E perché dovresti avere questa necessità in una realtà espressasi fattualmente, totalmente, solo in funzione ad uno stato di moto?

Perché sai già , come un dato di fatto che così come arriverà sempre un inverno, un giorno hai già la previsione individuale, certa e sicura, della tua morte cellulare.

Solo per questo.

A prescindere da quanto la cosa ti tocchi poi emotivamente o meno, è solo questo il reale motivo, per cui si bisogna singolarmente e comunitariamente di trascendere la realtà.

E riflettendo con cosa pensi di poter trascendere la realtà?

Con l'aspetto che più di ogni altro ti sembra percettivamente esente da uno stato fisico di espressione, con l'unico aspetto che apparentemente ti differisce da ogni altro ente-evento da te distinto e compreso. Inizialmente si crede sia la coscienza, ma ora anche questa non basta più, perché comprendi che anche le cellule e quindi ogni altra forma di vita ha una sua coscienza espressa, le stesse tue cellule corporali presentano coscienza a prescindere dalla tua percezione individuale di essere "io". Ecco che quindi punti tutto sulla consapevolezza che distingui e distacchi percettivamente, ma del tutto arbitrariamente, dalla coscienza stessa e quindi dall' "io", essendo noi l'unica specie sul pianeta a presentare una piena e reale comprensione di essere, e quindi ti illudi di una sua possibile così origine Altra, differente da quella evolutiva dalla coscienza. Hai così percepito una via di fuga apparentemente reale. Peccato che tutto il ragionamento cozzi totalmente su una realtà oggettiva universalmente e fattualmente in essere.

Ed ecco sopraggiungere tutti i vari credo, dubbi, fedi, e convinzioni a supportare ed autoalimentare queste stesse percezioni. Per necessità e bisogno. Perché appunto non ci si accetta per come, e quello che si è, cioè trasformazione di energia espressa in stato di moto, un valore fattualmente, e per via evolutiva, espresso, come tanti altri , ma nel nostro specifico caso adatto per sussistere in quanto specie, momentaneamente in uno stato biografico cosciente. Il che per evitare fraintendimenti non c'entra nulla con la reincarnazione di coscienza, sia chiaro.

È tutto molto più semplice, è semplicemente fattuale Giancarlo, solo evoluzione , come, e su, ogni altro caso di coscienza cellulare espressa di una qualsiasi simile, ma diversa, struttura di materia organica presente, chiamata poi da noi vita. Che cosa è la vita?
È un fatto come lo è l'inverno, come lo è la morte sullo stato cellulare, e cioè il trasformarsi di questa energia da uno stato organico ad uno inorganico (una volta cessata ogni funzionalità e sussistenza cellulare, se non solo su aspetti di struttura chimica, nulla ci differisce più da un semplice sasso) come lo è qualsiasi altra cosa in stato di moto, espressione di fatto. Espressione ed interazione continue tra enti-eventi, distinti e diversi, ma tutti espressi fattualmente in quantità di moto, quindi trasformazioni continue, nient'altro che una legge universale. Nient'altro che una realtà oggettiva.
Gabriele Pecci
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Re: L'inizio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Postilla.

Non è al momento duplicabile, nelle macchine perché le macchine non hanno imput emozionali, non sono basate strutturalmente sulla comprensione delle emozioni, come invece comporta ed è basata, la struttura cellulare organica. Le macchine possono duplicare solo informazioni emozionali acquisite, ma non auto-prodotte. Imparano sì per tanto, ma imparano senza comprendere, senza quindi maturare una reale coscienza su queste stesse informazioni. Producono quindi solo una estrema funzionalità, il che non è meno problematico. Se noi mettessimo in mano ora come ora ad una macchina ad una A.I. di ultima generazione ( che non è certo chat gpt) le bombe nucleari dell'intero pianeta, e gli chiedessimo, se per il bene della sussistenza del pianeta terra dovremmo o sarebbe più opportuno estinguersi senza una comprensione emozionale di cosa implichi questo imput informativo, ma adottando solo un parametro funzionale, molto probabilmente non esisterebbero un nanosecondo a eseguire una diretta estinzione. Il vero e reale problema della A.I. attualmente non è dato dal raggiungimento o meno di una coscienza di sé, ma anche relativo alla non attuale possibile coscienza di sé. Il che in casi limite non ci lascerebbe comunque scampo. In entrambi gli scenari risultiamo potenzialmente vulnerabili a strutture che processano comunque senza nostro totale o diretto possibile controllo una mole informativa sconfinata e impossibile da gestire per un cervello umano. Scenari come quello già successo di quel militare russo della difesa antimissilistica che ha evitato la terza guerra mondiale solo perché non si è fidato emozionalmente appunto dell'imput pervenuto solo funzionalmente (in questo caso errato, dovuto alle specifiche condizioni ambientali non percepite e considerate dalla macchina come potenziale fonte di errore sul rilevamento) da parte di un sistema antimissilistico informatico.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 07/08/2023, 17:06, modificato 1 volta in totale.
Giancarlo Rizzo
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Re: L'inizio

Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

Dichiaro chiusa la discussione che è iniziata con il titolo "l'inizio". Ma l'argomento successivo è sulla domanda : la coscienza dell'esistenza di Sè (consapevolezza) è frutto dell'evoluzione umana, naturale e fisica, oppure è da considerare come una manifestazione " Altra" ? ( leggi: spirituale, metafisica, trascendentale, aliena, o qualsivoglia definizione) segue argomento "consapevolezza"
Giancarlo Rizzo
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Re: L'inizio

Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

dai! Passa a "consapevolezza".
Ma almeno ti diverti? o ti annoi....
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