The Bully, the Dolly and the Loser

Spazio dedicato alla Gara stagionale di primavera 2022.

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Macrelli Piero
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The Bully, the Dolly and the Loser

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

The Bully, the Dolly and the Loser

L'altro pomeriggio ero sceso in garage che volevo mettere un po' a posto le cose e poi dovevo sistemare il deragliatore delle moltipliche della mia bici sportiva che non mi teneva più la moltiplica più grande. Quindi facevo un po' dentro e un po' fuori sul marciapiede dove avevo sistemato le cose.
Un po' più in là, dove il marciapiede si allarga, si erano fermati un gruppo di ragazzini, maschi e femmine. Non saprei dirvi l'età, ragazzi, ragazzini, una cosa così. Alcuni erano in bici e un paio avevano lo scooter. Diciamo dieci, forse dodici ragazzi.
Il loro vociare mi aveva incuriosito, non stavano litigando, ma si dileggiavano con allegria e così ogni tanto buttavo un'occhiata di nascosto per non farmi notare. Che poi non mi avrebbero notato comunque: se avessero dovuto descrivere la scena io sarei stato dimenticato in quanto inesistente per loro. Solo dietro insistenza forse uno avrebbe ricordato che c'era un vecchio che lavorava fuori dal suo garage. Il vecchio ero io.
Cercavo di non guardarli che solo il fatto di osservare un fenomeno lo modifichi, ma cercavo di ascoltare. Avevo notato che c'era uno che doveva essere il maschio alfa del gruppo. il tipo, un po' precoce e sgamato, teneva banco e prendeva in giro la bella del gruppo delle femmine. Gli piaceva fare il capetto e godeva del momento. Però io penso che essere troppo precoci da ragazzini, nel lungo termine non paga quasi mai.
La tipa era la bella del gruppo, la reginetta, senza dubbio e sapeva di esserlo. Stava mordendo il freno perché si sentiva sotto il martello del ragazzo. Il resto del gruppo faceva da coro e si godevano la sfida tra i due.
Io non riuscivo a seguire tutti i loro discorsi perché usavano un gergo giovanile a me oramai sconosciuto. Cioè, cazzo e vaffanculo sono dei termini universali e eterni, ma di altri non ne afferravo in significato. Ad esempio, "scialla". Che cazzo vuole dire "scialla" che lo ripetevano in continuazione?
I termini che usavo io ai miei tempi sono scomparsi. Ora non c'è più nessuno che dice "alternativo", "underground" o "di tendenza", e a pensarci mi sale la malinconia e sto per rovinarmi la giornata.
Che non è mica una sciocchezza perché se la realtà è definita dalle parole, quando spariscono le parole che la definiscono, anche la realtà sparisce? Quella realtà dei miei tempi non c'è più e non c'è un cazzo da fare. Hanno perfino cambiato nome alla "New Wave" che adesso la chiamano musica "Post Punk". Roba da matti, non ho più parole, infatti.
A un certo punto dal gruppo dei maschi si fa vanti uno, un tipo cicciottello e acerbo che si mette a spalleggiare il bullo, ripetendo le sue battute e ridendo con gusto.

Io non riesco a trattenere i miei pensieri e mi metto a parlare fra me. Ma che cazzo ti sei messo intesta di fare? Non vedi che al bullo non frega niente del tuo aiuto? Rientra nei ranghi che sei ancora indietro e la tua voce assomiglia ancora a quella di un bambino.
Guarda che se non stai molto attento ti fai male. La tipa rispetto a te è già una donna, non vedi che tette che ha? Non vedi che morde il freno come una tigre ferita e cerca qualcosa da sbranare?

Il bullo parte con un colpo basso alla tipa che dovrebbe porre fine alla questione e se ne esce con, Ma che cazzo vuoi saperne te che sei ancora vergine.
La tipa sta per scoppiare e non sa come ribattere specialmente di fronte alle altre femmine del gruppo e vede la sua leadership minacciata.
Per sua fortuna il ragazzino inesperto fa un errore fatale, ride di gusto e ripete, Sì, Sì, tu sei ancora vergine.
Io chiudo gli occhi e sospendo il lavoro alla catena. No, cazzo no. Adesso questa ti sbrana, dico immaginando un contatto telepatico con il ragazzino. Te la sei cercata, cazzo, perché non mi hai dato retta e non sei rimasto nei ranghi.
A quel punto la ragazza colpisce come un fulmine e la sua voce è un rombo di tuono senza pietà, Cazzo parli te che rimarrai vergine tutta la vita, sfigato!
No, Dio, no che botta. Una botta così ti ferma lo sviluppo. Un riflusso gastrico mi brucia la gola e amareggia la bocca. Una botta così ti ferma lo sviluppo e ti frega tre o quattro centimetri in altezza, continuo fra me.
Tutti scoppiano a ridere tranne il tipo. Il sangue è stato versato, i ruoli ristabiliti. Tutti partono tranne il tipo che rimane lì intontito con la bici tra le gambe. Guarda il telefonino, ma secondo me non vede niente. Non riesce a capire come le cose non siano andate come diceva lui.
Io ho smesso di lavorare alla bici e lo guardo allontanarsi da solo con la testa bassa.
Figlio mio, dico rivolto ai muri del garage, lo so che le cose non sono andate come dicevi tu. Succede spesso. Passerà, perché passa, ma quei tre quattro centimetri te li sei giocati di sicuro.
È un peccato perché quei centimetri in altezza a un maschio fanno comodo, ti avrebbero fatto comodo.
Anche a me avrebbero fatto comodo.
Ultima modifica di Macrelli Piero il 22/03/2022, 12:44, modificato 1 volta in totale.
Andr60
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Re: The Bully, the Dolly and the Loser

Messaggio da leggere da Andr60 »

Se fossimo in America, il consiglio per il ragazzino sovrappeso potrebbe essere di rinchiudersi nel garage di papà, inventare un sistema operativo e diventare miliardario. Purtroppo siamo in Italia, quindi l'unica speranza per lui di non rimanere vergine è di fare una buona cura dimagrante e di pensare prima di parlare.
Buon racconto
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Ciao Piero! La storia c'è, ma la forma mi sembra ancora grezza. Ho avuto un po' di difficoltà a leggerlo. Credo sia qualche problema di punteggiatura. Lo stile scelto non è dei miei preferiti, ma questa è una questione di gusti. Bravo!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Giovanni p
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Messaggio da leggere da Giovanni p »

Buongiorno

La punteggiatura va rivista totalmente, è una fatica da leggere. Viene mostrato veramente poco di quello che succede, più che una storia è un collage di voci. Io proverei a riproporlo, se rivista può essere davvero buona. Per ora purtroppo non ci siamo.
Macrelli Piero
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Re: The Bully, the Dolly and the Loser

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In verità il racconto era stato già visto altrove e non avevo riscontrato tutti questi problemi di punteggiatura. Qui la critica è più qualificata e farò una revisione.
Macrelli Piero
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Re: The Bully, the Dolly and the Loser

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Ho provato a sistemare un po' le cose, ma ho evitato intenzionalmente di evidenziare i dialoghi, ma li ho lasciati all'interno della narrazione. È una cosa che mi piace molto. Non è facile e non so se ci sono riuscito. Rimango in attesa di commenti.
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Nunzio Campanelli
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Messaggio da leggere da Nunzio Campanelli »

Bel racconto di come siamo facendo un paragone con quello che eravamo. Mi ci ritrovo nelle tue scritture, provo anch'io lo stesso disagio nel vedere che tra me, figlio del boom economico e loro, non c'è praticamente contatto, tranne che le questioni di pura sussistenza (quando hanno fame tuttora si recano a casa). Ma questa e una storia vecchia, si ripete ad ogni generazione. Per quanto riguarda i dialoghi inclusi nella narrazione penso che vadano bene in racconti di questa dimensione, mentre renderebbero faticosa oltremodo la lettura se proposti in pezzi più corposi.
Piaciuto.
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Gabriele Pecci
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Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Mi ricordo di aver avuto il piacere di leggere il tuo racconto già qualche tempo fa, assicuro che non è per conoscenza dell'autore che lo dico, ma io vengo preso da ogni suo racconto, ha uno stile che mi ricorda il vecchio Buk e io purtroppo/perfortuna ho sempre amato pur nei suoi evidenti limiti (racconti tutti molto simili, tematiche ricorrenti, linguaggio scurrile ecc.) il vecchio, quindi per me può anche avere le sue pecche nella forma o nella punteggiatura come è stato fatto notare, però per dirlo poeticamente "Sti cazzi". Dai uno scorcio di vita vissuta da tutti, sia come protagonisti (a prescindere dal ruolo) che da pubblico una volta cresciuti. La forma è da rivedere, può darsi, ma la sostanza in questo racconto c'è tutta (non voto per non essere giudicato come voto di parte, anche se non lo sarebbe). Bravo Piero.
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Roberto Bonfanti
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Il racconto fila, davvero una bella botta l’instant karma del maggiordomo del bullo, figura assai patetica e, purtroppo, comune: quello che se la prende con chi ritiene più debole per compiacere il capobranco.
Centrate anche le considerazioni sulle differenze linguistiche che segnano i confini fra le generazioni (ma post punk si usa ancora?).
Non vedo l’esigenza di passare al presente da metà in poi, anzi, lo avrei preferito tutto al presente, ma questi sono gusti.
Facendo una considerazione più generale devo dire che hai uno stile personale e riconoscibile in tutti i tuoi racconti, può piacere o no, ma non è poco.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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RobertoBecattini
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Messaggio da leggere da RobertoBecattini »

Non è un caso il titolo in inglese, dallo stile mi pare che tu sia un estimatore della letteratura americana, e se non era per quello "scialla" avrei giurato che la vicenda si svolgesse negli States, non so perché. Mi è piaciuto il finale, quella cosa dei cm mancati, il fatto che il vecchio si immedesima nel ragazzino controbullizzato. Nella forma in alcuni punti un po' ridondante e le considerazioni sul cambio di linguaggio potevano essere un po' più stringate. Nel complesso un buon lavoro.
RobediKarta
Temistocle
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Re: The Bully, the Dolly and the Loser

Messaggio da leggere da Temistocle »

Il racconto è spiazzante dal punto di vista dello stile (forse perché io sono rimasto a Pavese), ma ci sta tutto.
Ho notato solo forse qualche sbavatura, dal mio punto di vista: in un parlare così quotidiano leggere "si dileggiavano" mi ha fatto un po' sobbalzare; così come "solo il fatto di osservare un fenomeno lo modifichi" fa precipitare la fisica di Heisenberg sui nostri poveri tavolini da scrittura.
Nel complesso però il giudizio è buono.
Paola Tassinari
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Messaggio da leggere da Paola Tassinari »

Macrelli Piero ha scritto: 20/03/2022, 22:26 The Bully, the Dolly and the Loser

L'altro pomeriggio ero sceso in garage che volevo mettere un po' a posto le cose e poi dovevo sistemare il deragliatore delle moltipliche della mia bici sportiva che non mi teneva più la moltiplica più grande. Quindi facevo un po' dentro e un po' fuori sul marciapiede dove avevo sistemato le cose.
Un po' più in là, dove il marciapiede si allarga, si erano fermati un gruppo di ragazzini, maschi e femmine. Non saprei dirvi l'età, ragazzi, ragazzini, una cosa così. Alcuni erano in bici e un paio avevano lo scooter. Diciamo dieci, forse dodici ragazzi.
Il loro vociare mi aveva incuriosito, non stavano litigando, ma si dileggiavano con allegria e così ogni tanto buttavo un'occhiata di nascosto per non farmi notare. Che poi non mi avrebbero notato comunque: se avessero dovuto descrivere la scena io sarei stato dimenticato in quanto inesistente per loro. Solo dietro insistenza forse uno avrebbe ricordato che c'era un vecchio che lavorava fuori dal suo garage. Il vecchio ero io.
Cercavo di non guardarli che solo il fatto di osservare un fenomeno lo modifichi, ma cercavo di ascoltare. Avevo notato che c'era uno che doveva essere il maschio alfa del gruppo. il tipo, un po' precoce e sgamato, teneva banco e prendeva in giro la bella del gruppo delle femmine. Gli piaceva fare il capetto e godeva del momento. Però io penso che essere troppo precoci da ragazzini, nel lungo termine non paga quasi mai.
La tipa era la bella del gruppo, la reginetta, senza dubbio e sapeva di esserlo. Stava mordendo il freno perché si sentiva sotto il martello del ragazzo. Il resto del gruppo faceva da coro e si godevano la sfida tra i due.
Io non riuscivo a seguire tutti i loro discorsi perché usavano un gergo giovanile a me oramai sconosciuto. Cioè, cazzo e vaffanculo sono dei termini universali e eterni, ma di altri non ne afferravo in significato. Ad esempio, "scialla". Che cazzo vuole dire "scialla" che lo ripetevano in continuazione?
I termini che usavo io ai miei tempi sono scomparsi. Ora non c'è più nessuno che dice "alternativo", "underground" o "di tendenza", e a pensarci mi sale la malinconia e sto per rovinarmi la giornata.
Che non è mica una sciocchezza perché se la realtà è definita dalle parole, quando spariscono le parole che la definiscono, anche la realtà sparisce? Quella realtà dei miei tempi non c'è più e non c'è un cazzo da fare. Hanno perfino cambiato nome alla "New Wave" che adesso la chiamano musica "Post Punk". Roba da matti, non ho più parole, infatti.
A un certo punto dal gruppo dei maschi si fa vanti uno, un tipo cicciottello e acerbo che si mette a spalleggiare il bullo, ripetendo le sue battute e ridendo con gusto.

Io non riesco a trattenere i miei pensieri e mi metto a parlare fra me. Ma che cazzo ti sei messo intesta di fare? Non vedi che al bullo non frega niente del tuo aiuto? Rientra nei ranghi che sei ancora indietro e la tua voce assomiglia ancora a quella di un bambino.
Guarda che se non stai molto attento ti fai male. La tipa rispetto a te è già una donna, non vedi che tette che ha? Non vedi che morde il freno come una tigre ferita e cerca qualcosa da sbranare?

Il bullo parte con un colpo basso alla tipa che dovrebbe porre fine alla questione e se ne esce con, Ma che cazzo vuoi saperne te che sei ancora vergine.
La tipa sta per scoppiare e non sa come ribattere specialmente di fronte alle altre femmine del gruppo e vede la sua leadership minacciata.
Per sua fortuna il ragazzino inesperto fa un errore fatale, ride di gusto e ripete, Sì, Sì, tu sei ancora vergine.
Io chiudo gli occhi e sospendo il lavoro alla catena. No, cazzo no. Adesso questa ti sbrana, dico immaginando un contatto telepatico con il ragazzino. Te la sei cercata, cazzo, perché non mi hai dato retta e non sei rimasto nei ranghi.
A quel punto la ragazza colpisce come un fulmine e la sua voce è un rombo di tuono senza pietà, Cazzo parli te che rimarrai vergine tutta la vita, sfigato!
No, Dio, no che botta. Una botta così ti ferma lo sviluppo. Un riflusso gastrico mi brucia la gola e amareggia la bocca. Una botta così ti ferma lo sviluppo e ti frega tre o quattro centimetri in altezza, continuo fra me.
Tutti scoppiano a ridere tranne il tipo. Il sangue è stato versato, i ruoli ristabiliti. Tutti partono tranne il tipo che rimane lì intontito con la bici tra le gambe. Guarda il telefonino, ma secondo me non vede niente. Non riesce a capire come le cose non siano andate come diceva lui.
Io ho smesso di lavorare alla bici e lo guardo allontanarsi da solo con la testa bassa.
Figlio mio, dico rivolto ai muri del garage, lo so che le cose non sono andate come dicevi tu. Succede spesso. Passerà, perché passa, ma quei tre quattro centimetri te li sei giocati di sicuro.
È un peccato perché quei centimetri in altezza a un maschio fanno comodo, ti avrebbero fatto comodo.
Anche a me avrebbero fatto comodo.
Mi spiace ma il racconto ha la punteggiatura sbagliata, da quale pulpito dirai, la mia punteggiatura è perché scrivo, come sento, senza fiato, sempre avanti sino a che metto un punto, è un flusso di coscienza, ma tu la usi molto e in certi punti la sbagli completamente. Il racconto non mi dà nessuna emozione, sembra confezionato, ma forse tu volevi seguire il genere pulp, anche così io percepisco solo parolacce e niente atmosfera, penso inoltre che sia stato scritto anni fa perché non fotografa la situazione odierna… perdona la mia cattiveria ma è quello che penso
Macrelli Piero
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Re: The Bully, the Dolly and the Loser

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Never apologize. Ops, l'ho detto in Inglese. Mai giustificarsi. Il bello di questo gruppo è che i giudizi sono liberi e tutti legittimi.
Quelli negativi sono anche più utili.
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

A parte la punteggiatura, che ho trovato incerta, il racconto l'ho trovato gradevole, ma merita il massimo per il finale: siamo in tanti, qui, ai quali avrebbero fatto comodo quei centimetri in più (anche col mio 1,85... :D )
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Messaggio da leggere da Myname »

Dunque, rendere l'idea, questo genere di idea, in un modo giovanile
e lessicalmente adeguato non è facile.
Condivido i commenti di altri sulla "forma" ma trovo il contenuto simpatico.
Tutto sommato, a volte, una bicicletta è meglio di una str....etta!
Matteo Pinza
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Messaggio da leggere da Matteo Pinza »

Ciao Piero! Bel racconto, sia per quanto riguarda la storia che i momenti di riflessione del narratore, che ho apprezzato. Mi è piaciuto poi il finale, e l'utilizzo dei "3-4cm mancanti" come elemento di immedesimazione del narratore nel ragazzo, e di noi in loro. Per quanto riguarda la forma proverei ad asciugarlo un po' e a mostrare qualcosa in più. Ne guadagnerebbe secondo me il ritmo e l'intensità. Comunque, bravo!
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Commento a The Bully, the Dolly and the Loser

Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Il racconto mi è piaciuto. Ci sono degli scivoloni nel linguaggio, troppo forbito, che sistemerai, o anche no. Nella forma, nella trama e nelle parole, riuscito. Hai mantenuto il tono fino alla fine. Bravo.
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Alberto Marcolli
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Commento The Bully, the Dolly and the Loser

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

“e se ne esce con, Ma che cazzo vuoi saperne te che sei ancora vergine.” hai detto in una risposta che questa è la tua scelta per i dialoghi e quindi quel Ma maiuscolo è voluto, anche se io avrei scritto la frase così: e se ne esce con: «Ma che cazzo vuoi saperne te che sei ancora vergine.»
“e ripete, Sì, Sì, tu sei ancora vergine.” Idem c.s.
Forse per non essere da meno dei fanciulli, hai cominciato a sparare dei “cazzo” qua e la, alla cazzo appunto.
Mi associo ai commenti sulla punteggiatura anche se il racconto ha un suo stile, un po’ grezzo se vogliamo, ma piacevole, infatti a me è piaciuto. Forse anche perché nel frattempo lo hai rivisto ed io, buon ultimo o quasi, ne leggo la versione 2.0.
voto 4
Macrelli Piero
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Re: The Bully, the Dolly and the Loser

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

La scelta di immergere i discorsi diretti all'interno della parte narrativa con una virgola e seguito dalla lettera maiuscola l'ho visto fare da scrittori molto più bravi di me e li ho voluto imitare.
Ora che il racconto è rimasto a lungo a decantare potrebbe essere ripreso e modificato, ma non so se sia corretto all'interno della gara.
I vostri consigli sono sempre di grande aiuto.
Temistocle
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Messaggio da leggere da Temistocle »

Il racconto è spiazzante dal punto di vista dello stile (forse perché io sono rimasto a Pavese), ma ci sta tutto.
Ho notato solo forse qualche sbavatura, dal mio punto di vista: in un parlare così quotidiano leggere "si dileggiavano" mi ha fatto un po' sobbalzare; così come "solo il fatto di osservare un fenomeno lo modifichi" fa precipitare la fisica di Heisenberg sui nostri poveri tavolini da scrittura.
Nel complesso però il giudizio è buono.
Maria Cristina Tacchini
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Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Il racconto è eloquente, in quanto rappresenta una piccola ma significativa radiografia del mondo adolescenziale del momento attuale, con elementi in comune e altri non in comune con la generazione precedente.
Infatti la psicologia umana agisce spesso in maniera ripetitiva, il linguaggio cambia, ma certi valori morali purtroppo un pò scemano con l'evolversi (o involversi, oserei dire) delle generazioni.
E' comunque un bel ritratto di vita, che fornisce elementi di riflessione.
Il discorso in merito alla punteggiatura mi trova concorde in minima parte, lascio a colleghi sicuramente più esperti della sottoscritta il compito di dispensare preziosi consigli a tale riguardo.
Bravo, ciao.
Macrelli Piero
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Re: The Bully, the Dolly and the Loser

Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Questo mio racconto si porta dietro uno stigma fin dall'inizio che lo ha relegato in fondo. Pubblicato subito all'inizio gara subì subito (una legittima) critica sulla punteggiatura che si è propagata in cascata ad ogni intervento. Non ho mai trovato la punteggiatura come difetto di questo racconto; sono intervenuto con piccole correzioni, ma sostanzialmente è rimasto lo stesso.
Sovrana è la gara e sovrani i giudici. Non aggiungo altro.

P.S.
Traviato da una cattiva compagnia che mi ha coinvolto (tanto puoi smettere quando vuoi) in haiku, renga e tacciamo dei drabble, ho tralasciato il dovere di intervenire sulle altre opere delle gare. Chiedo scusa.
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Il 20 luglio 1969 è la data che segna per sempre il momento in cui il primo essere umano ha posato per la prima volta i piedi sul suolo lunare. Quel giorno una parte di voi era d'avanti ai televisori in trepidante attesa del touch-down del lander, altri erano troppo piccoli per ricordarselo e altri ancora non erano neppure nati, tuttavia ne siamo stati tutti coinvolti in molteplici maniere.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwAlessandro Mazzi, nwAndrea Coco, Andrea Messina, nwAngelo Ciola, nwCristina Giuntini, nwDaniele Missiroli, nwEnrico Teodorani, nwFrancesca Paolucci, Franco Argento, nwF. T. Leo, Gabriele Laghi, nwGabriele Ludovici, nwGabriella Pison, nwIunio Marcello Clementi, nwLaura Traverso, nwMarco Bertoli, nwMarco Daniele, Maria Emma Allamandri, Massimo Tessitori, nwNamio Intile, Pasquale Aversano, Pasquale Buonarotti, nwPietro Rainero, Roberta Venturini, nwRoberto Paradiso, nwSaji Connor, nwSelene Barblan, nwUmberto Pasqui, Valentino Poppi, Vittorio Serra, Furio Bomben.

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Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero

Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero

antologia di opere ispirate alla paura dell'ignoto

Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
A cura di Roberto Virdo'.

Contiene opere di: nwIda Dainese, nwFrancesca Paolucci, nwMarcello Rizza, nwFausto Scatoli, nwAnnamaria Ricco, Francesco Cau, Valentino Poppi, nwMario Flammia, Essea, nwUmberto Pasqui, nwEnrico Teodorani, Roberto Masini, Maria Perrella, Giacomo Baù, nwEliseo Palumbo, nwSelene Barblan, Stefano Bovi, nwIbbor OB, nwAndrea Teodorani, Simona Geninazza, Lidia Napoli, Mario Malgieri, Michele Silvi, nwIda Daneri, nwAlessandro Mazzi.

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