Levare l'ancora
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Levare l'ancora
L’immagine mi sovrasta, appesa, ma sembra quasi sospesa, decentrata rispetto al pulpito dal quale l’oratrice cerca di spiegare concetti, modulando la voce, rivolgendosi in modo magistrale ai vari interlocutori, ponendo interrogativi, sottolineando le parole importanti, danzando nello spazio ridotto del suo palco.
Non riesce però a coinvolgermi, sono distratta, annoiata. Il mio sguardo vaga. Ora guardo la composizione di fiori gialli che, a sinistra del Santo (che non so identificare), brillano anch’essi nonostante la polvere che si è posata nel tempo, sulle foglie di carta, sui petali artificiali.
“… se il bambino è in difficoltà a svolgere il compito…”
Le due grandi finestre arrivano quasi al soffitto, aprono verso l’interno, fintamente accoglienti. Le sbarre tolgono la speranza di far entrare l’aria, di evadere, vagare per la bella città, le tende velano e colorano di rosa i mattoni del “Beata Vergjne di San Luca”.
“… il compito è più complesso perché è nuovo…”
Le grosse lampade sporche mi sembrano ghiaccioli esagerati appena usciti dal congelatore; la loro luce rimbalza sui perni dei due grossi ventilatori che, tristi, aspettano immobili il ritorno dell’estate.
“… perché il compito in sé richiede una certa dose di rapidità…”
Le ombre delle gambe delle sedie si intrecciano e sovrappongono come i rami dei cespugli fitti dove, a scuola, correvo a nascondermi nei minuti di ricreazione. Momenti che si dilatavano all’infinito, facendomi perdere il senso del tempo e anche lo spazio perdeva consistenza. Non ero più lì, non ero più una bambina in un giardino, ma un’ospite di un mondo caldo, ovattato, dove luci e ombre, sensazioni, odori prendevano il sopravvento e mi catturavano. Mi soffermavo sulle venature delle sottili cortecce, sulle file di formiche soldato, sui mucchietti di terriccio smosso da insetti o lombrichi esploratori. Mi sentivo talmente protetta dai cunicoli cavernosi e segreti da dimenticare tutto il resto, così che il suono del “gong” doveva risuonare parecchie volte prima di introdursi faticosamente nella mia coscienza. “Din, don, dan, …“ inevitabilmente rientravo tardi in classe…
“… allenare la propria mente, è un’immagine che piace…”
Alle pareti pendono rappresentazioni di quadri che rappresentano fiori. Una croce, legno e oro. “Vietato fumare” dice il muro. Anche gli oggetti parlano. Di questo sono sempre stata convinta. Una delle tante particolarità che mi hanno spesso fatto sentire distante dai miei coetanei. Con loro riuscivo a giocare avventure spensierate, ma solo da sola con me stessa riuscivo a godere appieno della fantasia, potevo tornare a quel mondo dell’assurdo e della magia.
“… un contesto che acc…”
Sono tutti seduti, composti, attenti. Riescono a intervenire, parlare, discutere. Farsi capire, articolare pensieri. Io sono stanca di provarci. Ho tentato e stentato per tutta la vita. Forse semplicemente non sono fatta per tutto ciò. Non sono niente di speciale, non sono migliore. Ma non mi sento parte di loro. L’altro mondo mi appartiene di più.
Nell’aula la docente è ancora intenta a cercare le parole accurate per far passare i concetti fondamentali del corso, quando lo sguardo le cade sulla strana signora in fondo all’aula. Quella introversa, con la quale non ha scambiato molte parole durante le pause. Ora ha qualcosa di strano. La bocca è leggermente aperta. Lo sguardo fisso. E mentre la guarda la bocca si spalanca, il bianco degli occhi sorge a cancellare ogni forma di contatto. Gli occhiali scivolano, colano giù lungo il naso lungo. La testa prende una piega strana, si flette. Le spalle perdono tono, le braccia scivolano giù dal banco, la penna cade per terra.
L’insegnante si avvicina piano per capire cosa stia accadendo e vede fuoriuscire dal lato destro della bocca della donna un filo argenteo di saliva, che scorre piano sul mento, poi languidamente si stacca e va a bagnare la maglia sformata indossata dalla sua alunna. Lentamente come la goccia scivola anche il corpo morto, rimbomba a terra. Ogni legame, ogni attaccamento, ogni vincolo si scioglie.
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Re: Commento
Grazie Marcello, sei generoso; l’ho intitolato così perché nel mio immaginario la protagonista scivola via come una barca, salpa per altri mari, a modo suo…Marcello Rizza ha scritto: ↑28/09/2021, 22:09 Non so ancora perché, sto cercando di cogliere ogni aspetto di questo racconto, e quindi ribadisco, non so perché ma questo racconto concorrerà certamente per il podio. È istintivamente bello, ma come per ogni sua opera occorre una indagine appropriata, ne vale la pena. L'autrice ci spiegherà il titolo. Tornerò qui. Intanto, per stima e convinzione, voto senza dubbio "5".
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Commento : Levare l'ancora
E’ una scrittura ermetica, temo di dovermi abituare. Non è il primo testo che mi fa questa impressione. Ma non è mai troppo tardi per imparare: bene!
Si inizia in prima persona, facendo parlare la morta, questo l’ho capito (se l’ho capito) molto tempo dopo...
Ovvio che solo una mente allenata, io non lo sono, sa districarsi nel non detto e intuisce quello che a un semplice umano non è intuibile.
Negli ultimi due paragrafi si entra nella descrizione onnisciente dell’accaduto in una classe non meglio specificata, ovvero la morte della strana signora in fondo all’aula.
Raccontare in questo modo, giocando a non farsi capire, sarà anche divertente per chi scrive, ma come lettore non mi diverte, cosa ci posso fare?
Se ho preso delle cantonate spero che l’autrice non me ne vorrà.
Per ora non voto. Non vorrei sbagliare, visto, a quanto pare, che non è possibile cambiare idea.
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Re: Commento : Levare l'ancora
Ciao Alberto, beh spero di non averti causato un mal di testa .Alberto Marcolli ha scritto: ↑29/09/2021, 15:04 Dopo ben quattro letture ho cominciato a capirci qualche cosa, ma sempre con molti dubbi.
E’ una scrittura ermetica, temo di dovermi abituare. Non è il primo testo che mi fa questa impressione. Ma non è mai troppo tardi per imparare: bene!
Si inizia in prima persona, facendo parlare la morta, questo l’ho capito (se l’ho capito) molto tempo dopo...
Ovvio che solo una mente allenata, io non lo sono, sa districarsi nel non detto e intuisce quello che a un semplice umano non è intuibile.
Negli ultimi due paragrafi si entra nella descrizione onnisciente dell’accaduto in una classe non meglio specificata, ovvero la morte della strana signora in fondo all’aula.
Raccontare in questo modo, giocando a non farsi capire, sarà anche divertente per chi scrive, ma come lettore non mi diverte, cosa ci posso fare?
Se ho preso delle cantonate spero che l’autrice non me ne vorrà.
Per ora non voto. Non vorrei sbagliare, visto, a quanto pare, che non è possibile cambiare idea.
Allora, solitamente tendo a non spiegare ciò che scrivo, però in questo caso mi sento di intervenire, anche perché ti sei dato la pena di leggerlo quattro volte… ti ringrazio già solo per questo.
Nella mia mente, probabilmente bacata, il paragrafo finale dovrebbe spiegare il tutto, evidentemente non è stato così, per lo meno per te. Il discorso in prima persona è effettivamente ciò che passa per la mente della “morta” come l’hai chiamata tu, mente segue una lezione (non si sa di cosa). Gli intermezzi tra virgolette sono stralci di ciò che sente ma che non riescono a catturare la sua attenzione. In questo quindi non ci siamo capiti, nel senso che succede tutto lo stesso giorno, infatti nel paragrafo finale con il cambio di prospettiva si vede ciò che le capita attraverso lo sguardo della docente.
Quindi capisco che sia per te difficile dare un voto positivo, non l’hai capito/non si capisce (questo lo valuterò meglio se avrò altri riscontri) e non è di tuo gusto, non c’è problema. Se avessi la pazienza di spiegarmi cosa, secondo te, manca per essere più comprensibile penso mi potrebbe essere utile, per questo o anche per ciò che forse scriverò in futuro.
Da altri tuoi commenti so anche che sei un lettore attento, mi interesserebbe sapere anche se hai qualche appunto/consiglio riguardo la forma. Senza impegno, già ne hai donato tanto a questa lettura, e vedo che la gara è piuttosto polposa.
Quindi vota senza remore, se poi proprio dovessi cambiare idea io ho lasciato l’opzione di poter modificare il voto. Non particolare paura dei numeri uno o due
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Un caro saluto e voto massimo.
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Bello il paragrafo dove la moritura rivede se stessa bambina e ricorda l'origine del suo sentirsi inadeguata alla vita, il segno di una sconfitta che viene da lontano.
Bella anche la scrittura, complimenti Selene!
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Re: Commento
Grazie Namio, sia per l’apprezzamento sia per la bellissima recensione che mi avevi regalato, un saluto a te.Namio Intile ha scritto: ↑30/09/2021, 11:30 Ciao, Selene. Non sono afflitto ancora da demenza senile, perciò l'ho riconosciuto subito questo tuo magnifico racconto. Riconfermo dunque la recensione che ti lasciai oltre un anno or sono nella tua pagina personale.
Un caro saluto e voto massimo.
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Re: Commento
Grazie Roberto, queste tue parole mi fanno davvero molto piacere, soprattutto perché penso indichino un’evoluzione rispetto alle prime cose che ho proposto.Roberto Bonfanti ha scritto: ↑30/09/2021, 18:47 Il racconto è indubbiamente di valore, richiede un po' d'attenzione, come spesso capita per i tuoi scritti, e questo non è un difetto, anzi…
Bello il paragrafo dove la moritura rivede se stessa bambina e ricorda l'origine del suo sentirsi inadeguata alla vita, il segno di una sconfitta che viene da lontano.
Bella anche la scrittura, complimenti Selene!
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Re: Commento
Ciao, grazie per il passaggio e per l’interessante commento.Grb2016 ha scritto: ↑02/10/2021, 14:26 L'impressione che ho avuto così di prima lettura,è quella di un surrealismo alla rovescia.
Qui non è l' inconscio che si evidenzia in significanti e significati,ma sono alcuni significati e significanti che invitano a navigare nell' inconscio.
Un levare le ancore interessante e quanto meno liberatorio
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Re: Commento
Grazie Laura, sono felice di queste tue parole, soprattutto che ciò che ho scritto ha un impatto, è un bel risultato, trovo.Laura Traverso ha scritto: ↑03/10/2021, 16:09 Il tuo racconto, non di immediata comprensione, è molto poetico dal mio punto di vista. Il fine vita di quella "bambina" è descritto al meglio durante la conferenza, di non si sa che cosa... Soprattutto la parte finale è veramente di grande impatto emotivo, ossia quanto la docente si rende conto che qualcosa di strano è capitato alla signora introversa seduta in fondo all'aula. Brava Selene, complimenti! Voto alto
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Si entra subito nell'ambiente, sia quello fisico che quello psicologico e spirituale.
La scrittura, poetica, supporta perfettamente la storia e la innalza di un gradino (non è facile trovare una scrittura che vada a braccetto con la storia!).
Tutto scorre come dovrebbe e via via personaggi e sfondo si fondono fino a che la 'decandenza' del personaggio si unisce a quella della cornice, anzi quasi ne viene inghiottita.
Non ho trovato alcuna stonatura stilistica o grammaticale: per me è tutto al meglio.
Il voto naturalmente è 5.
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Caspita, grazie mille Temistocle, che bel commento, sono felice ti sia piaciuto!Temistocle ha scritto: ↑04/10/2021, 10:48 Non c'è molto da dire…
Si entra subito nell'ambiente, sia quello fisico che quello psicologico e spirituale.
La scrittura, poetica, supporta perfettamente la storia e la innalza di un gradino (non è facile trovare una scrittura che vada a braccetto con la storia!).
Tutto scorre come dovrebbe e via via personaggi e sfondo si fondono fino a che la 'decandenza' del personaggio si unisce a quella della cornice, anzi quasi ne viene inghiottita.
Non ho trovato alcuna stonatura stilistica o grammaticale: per me è tutto al meglio.
Il voto naturalmente è 5.
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Complimenti, Selene
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Re: Commento
Grazie Andr60, mi fa molto piacere; è un’evoluzione rispetto ai primi racconti pubblicati, rimango un po’ troppo criptica forse, ciononostante il racconto ha fatto abbastanza presa, guardando la maggioranza dei commenti ricevuti.
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Ciao Anto58, grazie per il tuo commento; capisco il tuo commento riguardo il finale e che non sia del tutto di tuo gusto, però se ti ha spiazzato mi fa pensare che sia efficace (dal mio punto di vista). Grazie anche per il tuo bel voto!Anto58 ha scritto: ↑13/10/2021, 18:28 Anche per me il racconto è stato di lettura difficile, nel senso che non ho compreso subito chi fosse la signora che stava morendo. E' una bella storia, scritta molto bene, intima e profonda, il finale mi lascia perplessa, è molto duro, quasi fulminante, avrei preferito più dolcezza in linea con il tratto intimistico del racconto. Voto 4
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Re: Commento
Ciao Giovanni p, grazie per il tuo commento e per il giudizio positivo!Giovanni p ha scritto: ↑16/10/2021, 20:11 La storia in sé per sé non mi ha entusiasmo, ma è un mio gusto personale infatti ho dato 4. È scritta veramente bene le descrizioni scivolano senza stridere, i tempi e la scorrevolezza sono piacevoli e le parole sono sempre ben scelte
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Re: Commento
Grazie Egidio; effettivamente quando l’ho scritto pensavo a una stanza facente parte di un complesso religioso ma non proprio una chiesa. Grazie mille per il commento e il giudizio positivo!Egidio ha scritto: ↑19/10/2021, 6:32 Anche a me il tuo racconto è piaciuto tantissimo. Da quel che ho capito, è ambientato in una chiesa dove un' insegnante sta tenendo una non ben precisata lezione. Vengono descritti i pensieri di una sua allieva poco prima che quest'ultima muoia, colpita presumibilmente da un ictus. Molto efficace il colpo di scena finale.
commento
"rappresentazioni di quadri che rappresentano" qui c'è una ripetizione,
"fuoriuscire dal lato destro della bocca", basta fuoriuscire dalla bocca, il resto spezza il ritmo,
"Le grosse lampade sporche mi sembrano ghiaccioli esagerati appena usciti dal congelatore" è l'unica descrizione che non mi piace, eliminerei per prima cosa l'aggettivo esagerati. Altre descrizioni invece sono ottime.
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Re: Levare l'ancora
Segnalazioni sul testo
appesa, ma sembra quasi sospesa --- appesa… sospesa
sguardo vaga. Ora guardo --- sguardo… guardo
le pareti pendono rappresentazioni di quadri che rappresentano fiori --- rappresentazioni --- rappresentano
'insegnante si avvicina piano per capire cosa stia accadendo e vede fuoriuscire dal lato destro della bocca della donna un filo argenteo di saliva, che scorre piano sul mento --- Due volte avverbio piano in poche righe
poi languidamente si stacca e va a bagnare la maglia sformata indossata dalla sua alunna. Lentamente come --- due avverbi in …mente in due righe
Proposta per evitare l'uso ravvicinato della preposizione "delle"
"Le ombre delle gambe delle sedie si intrecciano e sovrappongono come i rami" --- "Le gambe delle sedie allungano ombre che s'intrecciano e sovrappongono come i rami"
Considerazioni sul racconto:
L'autore vuole comunicarmi qualche cosa? NO
L'autore esprime il suo punto di vista? NO
Riesce l' autore a trasmettermi un messaggio, anche senza formularlo in maniera esplicita? NO
Quali principali sentimenti suscita in me la lettura del racconto?
Piacere? Non direi
Sorpresa? In parte, se non altro perché rimane oscuro fino al finale, e tutto sommato è un pregio.
Emozione? NO
Dolore? Sempre quando ci sono dei morti
Ilarità? Proprio no
CONCLUSIONE: il racconto non comunica niente di particolare, e non trasmette messaggi. Cattura in parte la mia attenzione, non suscita piacere, non emoziona, non fa sorridere, in compenso sorprende nella svolgimento della sua trama e parlando di morti suscita anche dolore.
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Levare l'ancora
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Re: Levare l'ancora
Innanzitutto ti ringrazio molto per aver ripreso in mano il mio testo e per avergli dedicato del tempo. Tra le prime letture e quest’ultima analisi mi sembra che “mi hai dato” molto”, a prescindere dal gradimento. Quindi sì, è apprezzato.
Ho letto le tue segnalazioni sul testo, grazie; sicuramente modificherò quel raddoppio dell’avverbio “piano”, che è effettivamente una ripetizione. Le altre segnalazioni: ritengo che non si possano considerare errori (appesa/sospesa e guardò/sguardo, rappresentazioni ripetuto) ma piuttosto una questione di stile, che ovviamente può non piacere. A me serviva per dare una certa cadenza alle frasi, mi piace così e non credo che lo modificherò.
Languidamente/lentamente prenderò in considerazione l’idea di cambiarne uno
Proposta per evitare l'uso ravvicinato della preposizione "delle"
"Le ombre delle gambe delle sedie si intrecciano e sovrappongono come i rami" --- "Le gambe delle sedie allungano ombre che s'intrecciano e sovrappongono come i rami"
Ottima proposta, grazie.
Riguardo le considerazioni sul racconto. Le rispetto ma mi sento di dover “ribattere”:
L'autore vuole comunicarmi qualche cosa? NO
L'autore esprime il suo punto di vista? NO
Considerazioni discutibili; forse il messaggio e il punto di vista non arrivano (a te per lo meno), ma non credo tu possa sapere cosa passava nella mia mente mentre lo scrivevo. Inoltre a mio parere in un racconto non bisogna forzatamente esprimere un punto di vista, un messaggio o altro. Credo (senza certezze perché quando scrivo non ragiono quasi mai, e forse è questo che può non piacere), di scrivere per condividere un mio mondo, e per vedere come esso si riflette negli occhi degli altri.
Riesce l' autore a trasmettermi un messaggio, anche senza formularlo in maniera esplicita? NO
Più o meno ho già risposto a questo.
Quali principali sentimenti suscita in me la lettura del racconto?
Piacere? Non direi
Sorpresa? In parte, se non altro perché rimane oscuro fino al finale, e tutto sommato è un pregio.
Emozione? NO
Dolore? Sempre quando ci sono dei morti
Ilarità? Proprio no
Che il racconto non susciti piacere o ilarità credo proprio sia naturale, dato che parla di noia estrema e distacco/morte, da ciò che scrivi (ma forse mi sbaglio), sembra che suscitare dolore nella lettura sia una cosa negativa. In questo non mi trovo d’accordo. Il dolore è una cosa potente e va espresso, evitarlo porta secondo me a danni ancora più gravi. Ma forse ho frainteso. Mi stupisce un po’ anche quando dici che non suscita emozioni, in quanto dolore e sorpresa sono effettivamente emozioni. Questo risponde anche al tuo commento finale:
CONCLUSIONE: il racconto non comunica niente di particolare, e non trasmette messaggi. Cattura in parte la mia attenzione, non suscita piacere, non emoziona, non fa sorridere, in compenso sorprende nella svolgimento della sua trama e parlando di morti suscita anche dolore.
Detto ciò, ancora grazie per il tuo commento, lo trovo utile e mi permette di comprendere il tuo punto di vista (e probabilmente anche quello di altri).
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Re: commento
Ciao Stefyp, grazie anche a te per l’attenzione che dedichi sempre ai racconti.Stefyp ha scritto: ↑19/10/2021, 21:54 La prima lettura non mi ha entusiasmato, l'ho riletta una seconda volta e sono entrata un pochino più nel racconto. In genere i testi che dicono e non dicono non mi piacciono molto. Forse spiegare qualche passaggio avrebbe dato più fluidità al tutto, secondo me. Non hai voluto esplicitare l'argomento del corso, io l'avrei fatto, avrei dato un senso alle frasi del docente, magari la spiegazione di un'opera artistica... così sembrano frasi messe a caso che distolgono l'attenzione del lettore. Ovviamente questo è il mio umile parere. Lo stile invece mi piace, scorre vie bene. Mi permetto un paio di appunti:
"rappresentazioni di quadri che rappresentano" qui c'è una ripetizione,
"fuoriuscire dal lato destro della bocca", basta fuoriuscire dalla bocca, il resto spezza il ritmo,
"Le grosse lampade sporche mi sembrano ghiaccioli esagerati appena usciti dal congelatore" è l'unica descrizione che non mi piace, eliminerei per prima cosa l'aggettivo esagerati. Altre descrizioni invece sono ottime.
Sì, capisco il tuo punto di vista riguardo l’aspettò ermetico del racconto. Non esplicito l’argomento del corso perché è ininfluente, è ciò che annoia la protagonista, ciò che la allontana e la fa tornare all’infanzia e al suo mondo interiore. Riguardo agli appunti di stile grazie, sicuramente rivedrò il testo e aggiusterò.
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Re: Levare l'ancora
Arrivato in fondo, direi che ne e' valso lo sforzo, la pagina e' di quelle che non si dimenticano cinque minuti dopo la lettura. Apprezzata molto la scrittura e il linguaggio, merita di certo un voto alto.
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Re: Levare l'ancora
Aha “Barblanesco” mi piace devo dire che ci hai anche azzeccato, è al 90% autobiografico, tranne il finale (o forse no? ). Se devo essere sincera è partito un po’ come un esperimento, poi tempo fa l’ho pubblicato e per questa gara, non avendo niente di nuovo l’ho proposto, anche perché mi convinceva ancora abbastanza.Franco Giori ha scritto: ↑26/10/2021, 7:48 Un racconto "Barblanesco", ovvero caratterizzato da minuziose descrizioni di oggetti e soggetti marginali. Nella donna protagonista, chi più chi meno, possiamo ritrovarci tutti. Dubito ci siano persone che mai si sono sentite diverse, incomprese, estranee al "mondo normale". Nell'Anno del Dragone di quel cattivone di Virdò ti segnalo: TOP "la loro luce rimbalza sui perni di due grossi ventilatori che, tristi, aspettano immobili il ritorno dell'estate". Descrivi al meglio la frustrazione delle due ventole in cassa integrazione. DOWN, riga 38 "Momenti che si dilatavano all'infinito, facendomi perdere il senso del tempo e anche lo spazio perdeva consistenza". Dopo "tempo" o punto, o punto e virgola, oppure "e la consistenza dello spazio". Secondo me. Il tuo racconto non è nelle mie corde di narratore: per scrivere ho bisogno di una trama, sennò la tastiera resta disoccupata come i ventilatori di "Levare l'ancora". Per questo, colmo d'invidia, ti assegno un 5. Ciao, Franco.
Grazie per gli input, prenderò il tempo, giuro per ritoccarlo secondo i vari input.
Capisco bene anche le tue considerazioni finali, grazie mille per il tuo tempo e per le tue considerazioni! E per il bel voto.
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Re: Levare l'ancora
Ciao Mariovaldo, grazie per la resilienza riguardo i neuroni non voglio contraddirti ma quelli che hai lavorano al 1000 per mille a giudicare da come scrivi! Tornando a ciò che ho scritto io sono felice già del fatto che non passi inosservato e che sia scritto bene. Grazie quindi per il commento e il bel voto!Mariovaldo ha scritto: ↑30/10/2021, 11:25 Confesso: ho dovuto costringermi a proseguire sino alla fine, colpa, se si puo' chiamare cosi , della mia propensione a brani che non impegnino i miei pochi neuroni superstiti,
Arrivato in fondo, direi che ne e' valso lo sforzo, la pagina e' di quelle che non si dimenticano cinque minuti dopo la lettura. Apprezzata molto la scrittura e il linguaggio, merita di certo un voto alto.
Museo letterario
Antologia di opere letterarie ispirate dai capolavori dell'arte
Unire la scrittura all'immagine è un'esperienza antica, che qui vuole riproporsi in un singolare "Museo Letterario". L'alfabeto stesso deriva da antiche forme usate per rappresentare animali o cose, quindi tutta la letteratura è un punto di vista sulla realtà, per così dire, filtrato attraverso la sensibilità artistica connaturata in ogni uomo. In quest'antologia, diversi scrittori si sono cimentati nel raccontare una storia ispirata da un famoso capolavoro dell'Arte a loro scelta.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Introduzione del Prof. Marco Vallicelli.
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Contiene opere di: Claudia Cuomo, Enrico Arlandini, Sandra Ludovici, Eleonora Lupi, Francesca Santucci, Antonio Amodio, Isabella Galeotti, Tiziano Legati, Angelo Manarola, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Annamaria Vernuccio, William Grifò, Maria Rosaria Spirito, Cristina Giuntini, Marina Paolucci, Rosanna Fontana, Umberto Pasqui.
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A cura di Massimo Baglione e Massimo Fabrizi
con la partecipazione di: Alessandro Napolitano e Paolo Oddone.
Contiene opere di: Alberto Tristano, Roberto Guarnieri, Ramona Cannatelli, Ser Stefano, Giorgio Aprile, Gianluca Santini, Matteo Mancini, Giorgia Rebecca Gironi, Mariella Vallesi, Tommaso Chimenti, Diego Salvadori, Giulia Conti, Beatrice Traversin, Maria Cristina Biasoli, Massimiliano Campo, Il Cazzaro di 6502, Polissena Cerolini, Patrizia Birtolo, Paolo Capponi, Paolo Cavicchi, Luca Romanello, Igor Lampis, Diego Di Dio, Leonardo Boselli, David Parronchi, VS, Antonella Tissot, Sam L. Basie, Annamaria Trevale, Bruno Ugioli, Ilaria Spes, Bruno Elpis, Massimiliano Prandini, Andrea Marà, Riccardo Fumagalli, Joshi Spawnbrød, Daniele Picciuti, Gian Filippo Pizzo, Flavio Valerio Nervi, Ermanno Volterrani, Manuela Costantini, Matteo Carriero, Eva Bassa, Lorenzo Pompeo, Andrea Andreoni, Valeria Esposito, Stefano Caranti, Riccardo Carli Ballola, Stefano Pierini, Giuseppe Troccoli, Francesco Scardone, Andrea Cavallini, Alice Chimera, Cosimo Vitiello, Mariaeleonora Damato, Stefano Mallus, Sergio Oricci, Michele Pacillo, Matteo Gambaro, Angela Di Salvo, Marco Migliori, Pietro Chiappelloni, Sergio Donato, Ivan Visini, Ottavia Piccolo, Ester Mistò, Alessandro Mascherpa, Gianmarco Amici, Raffaella Munno, Michele Campagna, Diego Bortolozzo, Lorenzo Davia, Marco Solo, Gianluca Gendusa, Caterina Venturi, Lorenzo Crescentini, Silvia Tessa, Simona Aiuti, Chiara Micheli, Anna Tasinato, Valentina Giuliani, Giulio D'Antona, Maria Francesca Cupane, Veruska Vertuani, Giacomo Scotti, Chiara Zanini, Lorenzo Fontana, Tiziana Ritacco, Margherita Lamatrice, Aurora Torchia, Luigi Milani, Maurizio Brancaleoni, Gloria Scaioli, Filomena, Piergiorgio Annicchiarico, Morik Chadid, Chiara Perseghin, Massimo Ferri, Simone Messeri, Davide Dotto, Serena M. Barbacetto, Roberto Bernocco, Anthony Strange, Cristian Leonardi, Fabiola Lucidi, Roberto Bommarito, Antonio Russo De Vivo, Giacomo Gailli, Giovanni Duminuco, Federico Pergolini, Fabrizio Leonardi, Amigdala Pala, Natale Figura, Celeste Borrelli, Francesca Panzacchi, Andrea Basso, Giacomo Inches, Umberto Pasqui, Mario Frigerio, Luigi Bonaro, Luca Romani, Anna Toro, Giuseppe Varriale, Maria Lipartiti, Marco Battaglia, Arturo Caissut, Stefano Milighetti, Davide Berardi, Paolo Secondini, Susanna Boccalari, Andrea Indiano, Alexia Bianchini, Penelope Mistras, Anna Grieco, Samantha Baldin, Serena Bertogliatti, Valentina Carnevale, Gloria Rochel, Andrea Leonelli, James Carroll Wish, Marco Ferrari, Giovanni Ferrari, Mew Notice, Maurizio Vicedomini, Paride Bastuello, Alessandra Lusso, Mirko Giacchetti, Francesco Manarini, Massimo Rodighiero, Daniela Piccoli, Alessandro Trapletti, Marco Tomasetto, Conrad, Giovanni Sferro, Morgana Bart, Omar Spoti, Massimo Conti, Andrea Donaera, Roberto Alba, Libeth Libet, Angela Rosa, Valentina Coscia, Antonio Matera, Fabio Brusa, Stefano Olivieri, Isabella Galeotti, Chiara de Iure, Ilaria Ranieri, Lorenzo Valle, Francesco Fortunato, Valentina Tesio, Elena Pantano, Maria Basilicata, Antonio Costantini, Riccardo Delli Ponti, Giovanna Garofalo, Eliseo Palumbo, Federica Neri, Alessandro Napolitano, Stefano Valente, Linda Bartalucci, Luisa Catapano, Diego Cocco, Riccardo Sartori, Dario Degliuomini, Gianni Giovannone, Nicola Fierro, Federico Marchionni, Romeo Mauro, Francesco Azzurli, Filippo Pirro, Luca Marinelli, Triptil Pazol, Marco Sartori, Iunio Marcello Clementi, Maria Lucia Nosi, Valentina Vincenzini, Jacopo Mariani, Diletta Fabiani, Lodovico Ferrari, Paolo Franchini, Tullio Aragona, Davide Corvaglia, Davide Figliolini, Beniamino Franceschini, Roberto Napolitano, Valeria Barbera, Federico Falcone, Stefano Meglioraldi, Eugenia Bartoccini, Andrea Gatto, Sonia Galdeman, Filomena Caddeo, Dario D'Alfonso, Chantal Frattini, Viola Cappelletti, Maria Stella Rossi, Serena Rosata, Francesco Di Mento, Giuseppe Sciara, Mario Calcagno, Tanja Sartori, Andrea Giansanti, Lorenzo Pedrazzi, Alessio Negri Zingg, Ester Trasforini, Daniele Miglio, Viola Killerqueen Lodato, Delos Veronesi, Giuseppe De Paolis, Diego Capani, Stefano Colombo, Aislinn, Marco Marulli, Sanrei, Emanuele Crocetti, Andrea Borla, Elena Noseda, Anna Notti, Andreea Elena Stanica, Marina Priorini, Lucia Coluccia, Simone Babini, Fiorenzo Catanzaro, Francesco Mastinu, Cristina Cornelio, Roberto Paradiso, Andrea Avvenengo, Maria Boffini, Mara Bomben, Alex Panigada, Federico Iarlori, Marika Bernard, Alessandra Ronconi, Francesco Danelli, Gabriele Nannetti, Salvatore Ingrosso, Paolo Oddone, Valerio Evangelisti.
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Cuori di fiele
antologia di opere ispirate all'ineluttabile tormento
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di: Marcello Rizza, Ida Daneri, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Mario Flammia, Francesca La Froscia, Ibbor OB, Alessandro Mazzi, Marco Fusi, Peter Hubscher, Marco Pugacioff, Giacomo Baù, Essea, Francesco Pino, Franco Giori, Umberto Pasqui, Giacomo Maccari, Annamaria Ricco, Monica Galli, Nicolandrea Riccio, Andrea Teodorani, Andr60.
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La Gara 67 - Cavalieri di ieri, di oggi e di domani
A cura di Ida Dainese.
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Gara d'autunno 2023 - Cuore di mamma - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Gara di primavera 2020 - Tre capitani, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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