Intervista a the Dark Angel (Angela)
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Intervista a the Dark Angel (Angela)
Vi presento The Dark Angel!
Ciao Angela, il giovedì quì su BA si scambiano due parole con un autore.
Sei comoda, sulla poltrona, se vuoi lì trovi del the verde e qualche biscottino bretone.
Grazie, volentieri!
Spero, con le mie domande, di stuzzicare la curiosità di chi legge, per poter assaporare fino in fondo questa piccola chiacchierata.
Esatto, speriamo!
Bene, mettiti comoda che iniziamo.
La prima, domanda, è un classico. Per chi scrivi? Perché?
Da bambina trascorrevo molto tempo in casa, da sola, e fu lì che iniziai a lavorare di fantasia: mi costruivo una realtà tutta mia, mi immaginavo di essere protagonista di situazioni che mai avevo provato. Questa condizione l'ho anche descritta un po' in un racconto intitolato “I luoghi della mia infanzia”, se vi capita di leggerlo forse capirete meglio. Penso di aver iniziato lì ad inventare delle storie e ad un certo punto ho iniziato anche ad abbozzarle, a segnarmi qualche appunto, che poi ho sviluppato per dar forma a racconti più completi. Quindi diciamo pure che ho iniziato a scrivere per me, per avere una valvola di sfogo. Da allora sono passati quasi 25 anni, ma anche adesso scrivo principalmente per me, per scaricare quello che ho dentro, e ovviamente anche per chi legge e si riconosce nelle mie inquietudine, nei miei pensieri, nelle mie fantasie.
Mi sembra che il tuo stile sia orientato sui Romance erotic, e racconti intimisti, quando hai preso questa strada, non facile da seguire?
Con i racconti intimisti ho iniziato circa sei o sette anni fa, mi era capitato di incontrare una persona che a sua volta aveva la passione per la scrittura, mi aveva fatto leggere qualcosa di suo, si trattava appunto di racconti intimisti, introspettivi, ne sono rimasta affascinata, mi ci sono riconosciuta e di lì a breve anch'io ho iniziato a buttare giù qualcosa di questo genere. Poi ho avuto una sorta di blocco, per quasi quattro anni non sono riuscita a scrivere nemmeno una riga, la cosa mi dava molto dispiacere ma non c'era verso di riuscire a sbloccarmi e tutt'oggi non ne ho ancora capito il motivo. Ad un certo punto una persona per me molto importante mi ha suggerito di lanciarmi sul genere erotico: a suo avviso il mio temperamento, il mio stile di vita e la mia indole passionaria erano adatti a questo filone. E così ci ho provato, ma non sono molto soddisfatta del risultato, perché utilizzo un linguaggio troppo esplicito e diretto, troppo volgare, sicuramente molto vicino alla realtà, molto vero, ma che mi porta a sconfinare nella pornografia, senza limitarmi ad un elegante erotismo. Ne sono consapevole, come vedi, ma non riesco a “censurarmi”, sono troppo impulsiva e istintiva, anche nello scrivere, butto fuori di getto, senza filtri. Mi stupisco infatti che tu non mi abbia ancora chiesto se sotto sotto sono veramente una donna, perché a tratti penso di avere un modo di esprimermi tipicamente maschile, più che femminile!
Per scrivere un Romance si segue la struttura delle fiabe. Tu la rispetti oppure hai altri metodi?
Non sono molto esperta di fiabe, ma credo che la loro classica struttura sia questa: un inizio spesso triste, nel mezzo una vicenda complicata, e poi un finale lieto. Se quando parli di struttura delle fiabe intendi questo, allora no, credo che i miei racconti si sviluppino diversamente: solitamente si parte con un inizio triste, nel mezzo abbiamo una vicenda complicata e poi la storia finisce peggio di come è iniziata! Scherzi a parte, posso dire che di certo il lieto fine non mi appartiene, la maggior parte dei miei scritti possono essere conditi quanto vuoi da sesso e situazioni intriganti, ma credo che di fondo si percepisca sempre malinconia, inquietudine, amarezza e sofferenza, specialmente nei finali.
Quanta Angela c'è nelle tue storie?
Tanta. Tantissima. Forse troppa! Specialmente nei miei racconti più recenti. Da ragazzina avevo più fantasia, riuscivo ad inventare storie, vicende, personaggi, poi magari mi mancava la capacità di affinare ed amalgamare bene il tutto, ma sicuramente avevo più immaginazione rispetto ad oggi. Oggi, in modo più o meno diretto, scrivo quasi esclusivamente di me, magari ci sarà qualche particolare di contorno che è inventato, ma alla base ci sono un sacco di cose mie: emozioni, esperienze, sentimenti, paure, fragilità, passioni, pensieri. Ho nostalgia di quel tocco di creatività che avevo un tempo, mi piacerebbe essere ancora in grado di scrivere storie inventate e non soltanto storie così vicine a me, anche per il semplice fatto di avere l'occasione per scrivere qualcosa di diverso, perché ultimamente ho paura di aver preso una strada ripetitiva: sempre i soliti temi, sempre le solite situazioni.
Domandazza. Se tu fossi una mano, come saresti, di che colore, che struttura ecc.?
Uh... domanda particolare... vediamo un po'... Mi immagino come una mano piccola, fine, affusolata, dalla carnagione chiara, nel complesso una bella mano, con unghie lunghe e quasi affilate, che però spesso si sbeccano facilmente in quanto fragili, e che magari riportano un vecchio smalto rosso consumato e rovinato, che dovrebbe essere rimosso con l'acetone e sostituito da una nuova e fresca pennellata scarlatta
Domandazza: Perché hai scelto uno pseudonimo?
Ho sempre avuto una vergogna tremenda a far leggere i miei scritti, a maggior ragione quelli che parlano di me, perché svelano lati del mio carattere e della mia intimità che alcune persone a me vicine non immaginano e che è meglio vadano avanti a non immaginare. Vero anche però, che ci sono persone per le quali non ho segreti, con le quali riesco ad esprimermi senza filtri e senza vergogne, sia in chat, che al telefono, che di persona, eppure quando mi chiedono di leggere i miei racconti mi inibisco e rifiuto. In poche parole, alle persone che conosco non ho praticamente mai fatto leggere nulla di mio. Col tempo sono riuscita a superare la vergogna almeno nei confronti degli sconosciuti: infatti utilizzando un nome inventato mi sento libera di scrivere ed esprimere quel che mi pare. Il risultato è che gli sconosciuti che mi leggono forse mi conoscono meglio dei miei famigliari, pur non sapendo minimamente chi io sia.
La scrittura è il tuo salario?
No, purtroppo no... magari lo fosse! Il mio salario è dato da un impiego come segretaria/contabile, in un ambiente e con persone abbastanza nauseanti. Ecco, vedi, anche questo senza lo pseudonimo non avrei potuto dirtelo! La scrittura è soltanto un hobby, una passione, un modo per sfogarmi, al quale vorrei sempre dedicare più tempo ed energie; ma purtroppo il tempo e le energie nell'arco della giornata sono limitate e se ne vanno in mille altre faccende.
Ora passiamo alla lettura.
C'è stato nella tua vita un testo, un libro che ti ha influenzato? Per quale motivo?
Mah... influenzato forse non sarà il termine più calzante, però ho un debole per gli scrittori russi dell'800, Dostojevski in primis, credo. Adoro il suo romanzo “L'idiota”: è quello che comunemente viene definito un “mattone”, lo so, ma trovo abbia una capacità impressionante di farti sentire sulla tua pelle la disperazione dei protagonisti. A me piacciono le storie drammatiche, sia al cinema che in letteratura, sono quelle che mi trasmettono più emozioni, quelle che più mi rapiscono. Ne “L'idiota” abbiamo una carrellata di personaggi, uno più complicato dell'altro, tutti avvolti nella loro infelicità. Il protagonista poi, il Principe Myskin, è una delle figure più sorprendenti che mi sia capitato di incontrare, con quella sua purezza e quella bontà disarmanti, che ovviamente non lo salveranno da un infame destino.
Sei tecno e leggi solo in digitale, oppure ti piace lo scricchiolio delle pagine?
No, in fatto di lettura non sono molto tecno, mi piace la carta. Mi capita magari di leggere qualche breve racconto in digitale ma, specialmente quando si tratta di romanzi, di storie lunghe, preferisco il buon vecchio e classico libro. Anche se devo confessare un mio grande difetto: leggo pochissimo, ma veramente pochissimo. Un po' per mancanza di tempo e un po' per pigrizia. Ho una lista infinita di libri che voglio leggere, la lista si allunga ogni giorno e chissà quando mai riuscirò a spuntare qualche titolo.
Domandazza. Se fossi una copertina di un libro, quale, e come saresti?
Ehm... mi sa che anche stavolta vado a scomodare un mio amico russo dell'800... vale anche se si tratta di un dramma teatrale? Pensavo a “Il gabbiano” di Anton Cechov, altra grande opera che ruota sulla perenna insoddisfazione dei protagonisti, tutti diversi tra loro eppure tutti ugualmente infelici. Sentimenti non corrisposti, sogni infranti, angosciante percezione del tempo che passa e che non concede mai una seconda chance. Io penso di essere perfetta come copertina di questo testo. Una candela accesa davanti ad una finestra, fuori una tempesta, uno spiffero d'aria che entra e fa traballare la fiamma, una goccia di cera sciolta che lacrima sul candelabro: questa copertina sarei io, magari in bianco e nero.
Se ti dicessero "Angela, hai solo 5 minuti per prendere qualche oggetto a te caro" cosa porteresti per sempre nel tuo bagaglio?
Oh mamma che ansia questa domanda! Scherzo, ovviamente! Allora, direi il mio cellulare e il mio computer portatile, sui quali sono salvate diverse foto che mi stanno a cuore, in particolare quelle dei miei adorati gatti, così come i miei film preferiti, la musica che ascolto più spesso, e ovviamente anche i miei racconti. E come terzo oggetto... beh... forse il bancomat! Può sempre tornare utile!
Grazie, Angela, sei stata carina e disponibile.
ciao ciao. Isabella
Grazie a te, Isabella, è stato un vero piacere! Buon proseguimento!
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Re: intervista a the dark angel (Angela)
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Re: Intervista a the Dark Angel (Angela)
Ne approfitto per ringraziare nuovamente Isabella, per questa bella chiacchierata!
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Re: Intervista a the Dark Angel (Angela)
Un tempo anch'io avevo il tuo stesso problema, poi ho scelto di infischiarmene altamente.Col tempo sono riuscita a superare la vergogna almeno nei confronti degli sconosciuti: infatti utilizzando un nome inventato mi sento libera di scrivere ed esprimere quel che mi pare.
Ho semplicemente riflettuto sul fatto che la scrittura è l'espressione massima dell'Intelligenza umana. E' una conquista che gli Uomini hano ottenuto attraverso un'infinità di dure lezioni di vita e grandi sacrifici. E' un grande dono, ed è quindi un grande onore poter e saper scrivere.
Non me ne vergogno affatto, anzi!
E se qualcuno avrà mai qualcosa da ridire, semplicemente gli sorriderò in modo distaccato, perché semplicemente quella persona non potrà capire neppure provandoci.
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Re: Intervista a the Dark Angel (Angela)
A noi femminucce piace sempre parlottare, se poi la compagnia è gradevole e accompagnata da biscottini e the...allora non dovrebbe finire mai. Grazie a te.The Dark Angel ha scritto: ↑11/04/2019, 18:27 Grazie mille Ida! In effetti quella della copertina del libro è stata anche una delle mie domande preferite!
Ne approfitto per ringraziare nuovamente Isabella, per questa bella chiacchierata!
Gara di primavera 2020 - Tre capitani, e gli altri racconti
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