La messa è finita
- Francesco Dell'Accio
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La messa è finita
Mi guarda con rancore
“Ascoltami non è obbligatorio”
La seguo mentre passa in fretta e furia dal bagno alla camera da letto per gli ultimi aggiustamenti “Ok, gli abbiamo fatto fare il catechismo ma…”
“Io gli ho fatto fare il catechismo - mi interrompe - a te il giudice ha tolto la patria potestà”.
“…Gli abbiamo fatto fare il catechismo, ma non è indispensabile che prenda subito la comunione. Possiamo aspettare qualche anno, quando sarà più consapevole”
“È oggi che tuo figlio fa la prima comunione. Oggi. Non mi fare urlare, non roviniamogli anche questa giornata.”
“Andrea, tesoro, sei pronto?” Dice con voce amorevole.
“Scendo subito mamma”
“Giovanna, te l’ho già detto, le ostie contengono delle sostanze chimiche”
“Matteo, me l’hai già raccontata questa storia della manipolazione, delle multinazionali. Tu hai sofferto da bambino a causa di quel prete, di quell’uomo malvagio che ha abusato di te, lo so e me ne dispiace, ma non puoi far scontare a tutti la tua pena. Le tue paranoie hanno già messo fine al nostro matrimonio. Adesso basta.”
Mentre camminiamo verso la chiesa mi sussurra “Continui regolarmente la psicoterapia?”
Non le rispondo. Ho interrotto da oltre un anno. Tanto non mi capiscono e non mi credono.
Entriamo, è opprimente questo posto.
Me lo ricordo bene quando, da ragazzino, il parroco mi chiedeva di aiutarlo a togliersi i paramenti. E mi accarezzava. Tornavo a casa e mi chiudevo in camera mia, vinto dalla vergogna. Perché i preti la passavano sempre liscia? Avevano qualche potere soprannaturale? Avevo gli occhi gonfi di lacrime in sacrestia, però le avevo viste bene quelle due scatole con le etichette: “Ostie” e “Ostie X”. Quest’ultima chiusa con un lucchetto. Era lì la spiegazione. Ne ero certo.
Lo psicologo cercava di distogliermi da quell’ossessione, ma più passavano gli anni e più non dimenticavo. Dovevo scoprire la verità. Ho passato notti intere in rete, trovando collegamenti tra il clero, le grandi banche e alcune multinazionali. Ho verificato chi produce le ostie: sono aziende collegate con il ramo della biotecnologia. Sono sicuro che le cialde contengano sostanze allucinogene che danno una vera e propria dipendenza, rendendo le persone manipolabili.
Ne ho parlato decine di volte con Giovanna: le religioni sono morte nel novecento, il secolo più terribile con centocinquanta milioni di morti per guerre e fame, manifestando la loro completa impotenza a indirizzarci verso una vita migliore. Le multinazionali sanno che solo l’uomo sereno, in pace con se stesso, consuma. Ed ecco il progetto: il rilancio della religione, che non ci impone osservanza, ma di essere tranquilli. Siamo controllati da un unico staff del marketing delle prime cinque multinazionali mondiali grazie alle ostie.
“Il signore sia con voi” inizia il prete
La chiesa è piena. Lo sguardo vitreo, fisso, sono tutti invasati, manipolati
Il mio bambino è lì sull’altare per prendere la sua prima comunione. Perché non sono riuscito a evitarlo?
“Spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli…”
Siete tutti strafatti, vi prostrate davanti a un’ostia che ha catturato le vostre deboli menti. La vecchia a fianco mi rimprovera con lo sguardo per non essermi inginocchiato.
“Ti senti bene? Sei tutto sudato” mi dice Giovanna guardandomi preoccupata
“Tutto a posto” le dico mentre mi martellano le tempie e iniziano a tremarmi le mani.
“Scambiatevi un segno di pace” dice il prete
Mani che si stringono, sguardi complici. Evito la stretta di Giovanna che mi guarda incredula.
“Beati gli invitati alla cena del Signore…” sento la chiamata alla comunione. Si inizia con gli adulti per poi finire con i bambini.
“Giovanna, non andare, ti prego” le afferro il braccio con forza, ma lei si divincola con uno strattone rabbioso.
“Dovrebbe vergognarsi” mi sibila la vecchiaccia che mi scavalca per unirsi alla fila.
Li guardo tutti tornare lentamente ai loro posti mentre succhiano l’ostia con la testa china. La droga si scioglie, sembrano zombi.
Giovanna, inginocchiata, rapita dall’effetto dello stupefacente, non si accorge mentre mi sfilo di lato. Percorro la navata destra fino all’altare. Sono dietro ai bambini che aspettano l’inizio del loro rito. Ecco il mio Andrea.
“Corpo di Cristo” Inizia il prete tra i flash dei parenti
“Amen” risponde la prima vocina
Il sacerdote si avvicina lentamente al mio bambino “Corpo di Cristo”
“Amen” rispondo io mentre scarico in pieno petto al prete la rivoltella.
Urla, gente che corre verso l’altare, i bambini scappano.
“Non ti preoccupare, è tutto finito” dico a Andrea che mi guarda impietrito
Giovanna lo prende in braccio e corre fuori. Mi siedo sui gradini dell’altare mentre sento le sirene. Entrano i poliziotti con le armi in pugno. Getto lontano la pistola e alzo le mani.
“Tranquilli non sono io il cattivo. Adesso vi spiego tutto.”
“In ginocchio e mani in alto” mi ordinano.
Esco sul piazzale ammanettato in mezzo ai militari. Sono tranquillo: è la prassi. Adesso spiegherò tutto in commissariato.
“Non ti preoccupare per il tuo papà, Andrea, ci vediamo tra due settimane e ti porto al luna park”.
- Laura Traverso
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Buona l’idea di rovesciare le posizioni con l’ossessione del complottismo, quella sì davvero mistica, di portarla fino al finale tarantiniano (chiedo venia, sono ancora sotto l’effetto di C’era una volta a Hollywood), rigorosa perfino nella promessa non mantenibile fatta al figlio.
Il racconto poteva scadere nella retorica, così, invece, diventa surreale, ironico, spiazzante.
C’è da chiedersi quanto ci sia di patologico e quanto di imprinting nella vicenda, quindi sono possibili altre letture, ma parteggio per la mia.
Attenzione alla punteggiatura nei dialoghi.
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Re: Commento
Grazie della recensione Roberto. Hai ragione... non ho prestato la giusta attenzione alla punteggiatura. Un salutoRoberto Bonfanti ha scritto: ↑03/10/2019, 23:33 Ok, bravo, bravo, bravo.
Buona l’idea di rovesciare le posizioni con l’ossessione del complottismo, quella sì davvero mistica, di portarla fino al finale tarantiniano (chiedo venia, sono ancora sotto l’effetto di C’era una volta a Hollywood), rigorosa perfino nella promessa non mantenibile fatta al figlio.
Il racconto poteva scadere nella retorica, così, invece, diventa surreale, ironico, spiazzante.
C’è da chiedersi quanto ci sia di patologico e quanto di imprinting nella vicenda, quindi sono possibili altre letture, ma parteggio per la mia.
Attenzione alla punteggiatura nei dialoghi.
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Re: Commento
Grazie Laura... il tuo è il primo commento al mio primo racconto pubblicato su "BraviAutori".Laura Traverso ha scritto: ↑03/10/2019, 19:35 Complimenti all'autore per aver descritto assai bene la realtà che si nasconde, purtroppo non per casi sporadici, dietro il clero. Le molestie sessuali subite da quel padre esprimono il dolore che, non è difficile da immaginare, certi individui, abusati da bambini, si portano appresso per tutta la vita come un macigno dolorosissimo. E quel tenerissimo padre si trasforma in assassino pur di togliere e di salvare "dall'ostia incriminata" il proprio bambino. Irritante, dal mio punto di vista, la figura materna perché, nonostante fosse al corrente di quanto subito dal marito, non mostra comprensione. Dinnanzi ad un fatto così sarebbe stato da prendere le distanze da certi ambienti... Racconto scritto bene, con una trama molto coinvolgente e triste.
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Non per come sia scritto, ma piuttosto per il messaggio che veicola.
Riassumendo: Un uomo con la mente assuefatta e completamente succube delle sue ossessioni uccide un sacerdote durante una funzione religiosa.
Perché lo fa?
Perché è stato, in gioventù, oggetto delle vergognose attenzioni di un sacerdote indegno e traditore della sua missione, ovvero la cura delle Anime.
Si badi bene: un sacerdote che ha provocato gravi lesioni ad un Anima di cui doveva prendersi cura, ma certamente non uccidendola. Quell' Anima avrebbe potuto e sopratutto dovuto rimettersi per proseguire lungo la sua via di salita.
Non è dato a sapersi se i due sacerdoti coincidessero nella stessa persona, pertanto è presumibile pure che l’assassino protagonista, abbia deciso di uccidere un diverso sacerdote. Cosa peraltro probabile essendo trascorsa almeno una generazione.
Che dire: Un vigliacco traditore ed assassino uccide un uomo votato a Dio confondendolo con l’ombra di un ricordo. Insegue l' ombra di un pari suo, dell’assassino, altrettanto vigliacco, altrettanto traditore ma almeno non assassino come lui, sebbene gli abbia lasciato gravi lesioni invisibili.
Un uomo confuso e criminale con il suo scellerato e deplorevole agire certamente non può e non deve giustificare mai, in alcun modo, il libero arbitrio di un altro uomo parimenti confuso che assume un agire altrettanto scellerato e deplorevole, sebbene ancor peggiore.
Entrambi sono delinquenti, entrambi malvagi, entrambi vigliacchi, entrambi traditori, entrambi anticristi.
Entrambi hanno stretto un patto col male, un patto che costerà loro assai caro.
Quale tra questi due soggetti sia il peggiore non spetta certamente a noi giudicarlo.
Delle loro azioni risponderanno, forse, alla giustizia terrena e certamente alla giustizia Divina.
Non vedo nel racconto alcuna condanna relativa l'agire dell’assassino.
E’impari il messaggio che ne esce ed è profondamente ingiusto perché viceversa il biasimo verso una intera categoria, il clero, è palpabile e concreto.
E'indubbio che vi siano mele marce, ma sono indubbiamente minoranza nella cassetta.
Che vadano levate senza troppe remore è altrettanto indubbio.
Il punto di vista del protagonista delinquente è una cosa, ma al lettore arriva il messaggio che quasi, quasi tutto questo abominio ha una qualche sorta di giustificazione. Quando invero nessuna giustificazione è ammissibile, salvo pure noi, lettori, sintonizzarci col male.
Vince il male alla fine e questa non è certo cosa buona e giusta.
Per questo il mio voto è minimo: Non mi piace affatto.
P.S. Di ieri la notizia di un fermato che ha ucciso due poliziotti in questura a Trieste. Era forse giustificato dal comportamento errato di qualche collega di questi in passato? Non credo affatto.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk
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Re: La messa è finita
Hai ragione: nnon c'è alcuna condanna del protagonista. Ho solo raccontato una storia cercando di non dare giudizi. Ognuno darà il proprio. A me sono sempre piaciuti i racconti che non si trasformino in pistolotti. Non mi piace quando l'autore mi dice chiaramente quale è la sua posizione. Quindi io, nel mio piccolo, che è veramente piccolo, cerco di rimanere fedele a questa mia idea. Ma, naturalmente, è solo la mia idea.
Ciao
Francesco
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Re: La messa è finita
Il punto di vista del protagonista naturalmente è espresso bene.
E'chiaro che lui le cose le veda in quel modo.
Volevo col mio precedente commento creare spunto di riflessione sul fatto che, indipendentemente dalle intenzioni dell'autore, passa comunque un messaggio al lettore.
A volte lo stesso, non dire, specchiandosi su quanto comunque viceversa scritto trasferisce un messaggio in chi legge.
Può essere un messaggio involontario o voluto.
Ma comunque un messaggio passa.
Non servono pistolotti, magari basta qualche parola messa al punto giusto.
Rispetto naturalmente il punto di vista.
Prendi la mia come un esortazione allo stare sempre attenti al messaggio trasmesso sia voluto che involontario. Perché comunque un messaggio è passato.
Testo ben scritto al di la di tutto.
A rileggerci, ciao Francesco.
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Re: Commento
Ciao Stefyp, grazie della recensione.Stefyp ha scritto: ↑05/10/2019, 13:30 Ho letto questo racconto tutto d'un fiato poi mi sono alzata e ho fatto altro. Questo racconto mi è entrato dentro e ho pensato a lungo a cosa dire e come valutarlo. Il racconto è scritto bene, qualche imprecisione ma peccati veniali. Non sapevo come esprimere il mio sentire senza offendere o risultare troppo moralista o giudicante. Sono tornata e scopro che Teseo Tesei ha scritto tutto quello che avrei voluto dire io, come se mi avesse letto nel pensiero. Tutto, sia nella prima che nella seconda parte. Non aggiungo altro perchè il mio pensiero è tutto lì. A rileggerci
Il fatti che tu abbia letto il racconto tutto d'un fiato, e che ti sia entrato dentro, lo considero un complimento. Per il resto è solo un racconto. Non c'era l'intento di diffondere un messaggio anti clericale. D'altronde sono sicuro di non avere masse di lettori da influenzare con due righe messe giù per gioco.
Ciao e grazie ancora
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Re: Commento
Ciao Isabella, grazie di aver letto e recensito il mio racconto.Isabella Galeotti ha scritto: ↑04/10/2019, 17:11 Felice di averti letto. Un racconto che si legge velocemente. Una famiglia con problemi della nostra epoca. Personaggio del padre ampiamente descritto, con i suo incubi e le sue lucidità portato avanti egregiamente. La mamma, la classica apprensiva madre, che deve gestire oltre che il figlio e la troutine anche un ex marito abusato. Il figlio che sembra sopravvivere bene nonostante tutto. L'ambiente la chiesa, che tra cristiani, preti, si celano anche persone deviate. Poi il colpo finale, anche se quasi prevedibile, ma non certo con questa sequenza. Ottimo. Come già fatto notate qualche punto mancante. Voto 4
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Re: Commento
Grazie Marco di aver letto e recensito il mio racconto. Mi fa piacere che tu abbia sottolineato che il passato dell'uomo serva per rendere coerente la storia e il suo atto folle.Marco Daniele ha scritto: ↑05/10/2019, 23:43 Ottimo racconto, complimenti. Riesci a far entrare fin dentro la mente ossessionata del protagonista, a farci sentire vive e vibranti le sue paranoie. Niente fronzoli, niente orpelli, giusto qualche accenno al passato dell'uomo per rendere non certo giustificabile moralmente (l'unica violenza che può trovare una qualche giustificazione è la legittima difesa, e non è questo il caso) ma almeno coerente psicologicamente e narrativamente quello che fa. E' una caduta nella follia e nello stesso tempo un atto lucidissimo, premeditato.
Ciao
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La tematica iniziale, di denuncia, è nobile ma molto delicata; il protagonista, classico disturbo post stress traumatico, dal matrimonio fallito fradicio di ossessioni non incline alla terapia, è trito e ritrito; l'omicidio di un innocente (?) solo perché svolgeva lo stesso mestiere del suo aguzzino. Tutte queste cose non mi hanno convinto molto, però credo che tu possa fare meglio, si vede.
Opto per un 3 di incoraggiamento
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P.S. Ottimi il titolo e la frase finale della mamma! (l'unica cosa, perchè "ci vediamo tra due settimane"? Sinceramente avrei scritto"domani" per sottolineare l'indifferenza della donna.)
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Re: Commento
Grazie Lodovico di aver recensito il mio racconto. Mi fa piacere che ti sia piaciuto.Lodovico ha scritto: ↑10/10/2019, 18:03 Cattivo, dissacrante, cinico. E tutti questi, bada bene, per me sono aggettivi decisamente positivi quando parlo di un racconto. Sono convinto che quando si scrive si può anche stare lontani dal "politically correct". Sei riuscito a fare provare empatia per uno squilibrato assassino ossessionato da fantasmi complottistici, e ovviamente non giustificato dagli abusi subiti da piccolo. A me è piaciuto molto.
P.S. Ottimi il titolo e la frase finale della mamma! (l'unica cosa, perchè "ci vediamo tra due settimane"? Sinceramente avrei scritto"domani" per sottolineare l'indifferenza della donna.)
A presto
Francesco
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Per finire, una nota "colorata". Quando andavo a scuola dai preti, ci dicevano che le ostie erano preparate dalle suore: per cui la storia delle società che le producono, contenuta nel racconto, mi è sembrata parecchio strana. Ma la realtà supera la fantasia, mi è bastato digitare "ostie" su Google - cosa che potreste fare anche voi - per trovarle in libera disponibilità, di tutti i tipi e le misure, persino su Amazon. Mentre ero convinto che fossero articoli riservati al clero in vendita su canali riservati. La stessa sorpresa digitando ad esempio "articoli per religiosi". Cose da pazzi, appunto!
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Ciao Giorgio, ti ringrazio della bella recensione.Giorgio Leone ha scritto: ↑16/10/2019, 8:18 Più che a causa del prete pedofilo, che probabilmente è stato l'elemento scatenante e "indirizzante", Matteo impazzisce seguendo la strampalata teoria complottistica delle ostie "drogate". Un racconto di ordinaria follia, quindi e purtroppo, in quanto episodi simili - sia che avvengano in famiglia, che tra amanti, che in una scuola USA - sono riportati quasi tutti i giorni dalla stampa e dai telegiornali. Un racconto crudo e plausibile molto ben scritto e condotto, con personaggi tratteggiati a dovere. Ed essendo un racconto, di certo non è obbligatorio che sia veicolo di un messaggio, come pure non è necessario che ci sia la condanna conclamata di chi ha compiuto l'atto delittuoso: chi legge giudicherà e trarrà le sue conclusioni in autonomia. Ben diverso sarebbe - cosa che qui non c'è - se il racconto contenesse elementi che incitano a compiere un gesto simile o lo esaltano, o che ne dovesse assolvere in qualche modo l'autore colpevolizzando eccessivamente, ad esempio, l'ambiente in cui si è trovato a vivere o la società cui appartiene.
Per finire, una nota "colorata". Quando andavo a scuola dai preti, ci dicevano che le ostie erano preparate dalle suore: per cui la storia delle società che le producono, contenuta nel racconto, mi è sembrata parecchio strana. Ma la realtà supera la fantasia, mi è bastato digitare "ostie" su Google - cosa che potreste fare anche voi - per trovarle in libera disponibilità, di tutti i tipi e le misure, persino su Amazon. Mentre ero convinto che fossero articoli riservati al clero in vendita su canali riservati. La stessa sorpresa digitando ad esempio "articoli per religiosi". Cose da pazzi, appunto!
In effetti quello che scatena tutto è l'ossessione del complotto. L'ambiente ecclesiastico è solo un mezzo per dipanare il racconto. Ho sempre trovato affascinante il mondo della religione (lo dico da ateo): i suoi riti, i codici, le chiese, in generale tutti i luoghi di culto. Quell'austerità che si respira (o almeno io ho respirato finché non sono uscito dal percorso tradizionale che i miei genitori mi hanno fatto fare)... ho trovato tutto ciò congeniale a quello che volevo raccontare.
Curiosa la tua ricerca in rete sulle ostie.
Ciao
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Dopo Giovanna, primo rigo, ci va una virgola. Dopo ascoltami, terzo rigo, una virgola. Una incidentale non segnalata al quarto, e dopo aggiustamenti, ci va un punto.
Insomma, l'elenco di mancanze è lungo e uniforme.
Per il resto, a metà racconto la voce narrante, che poi è lo stesso protagonista, vira dal passato, al presente e viceversa.
Mantieni il presente come tempo verbale e la risolvi.
Il punto debole del racconto, a mio avviso, è proprio quel lungo inciso della voce narrante: troppo didascalico e con l'autore che fa capolino qui e lì con i suoi giudizi. Distanza ci vuole...
- Daniele Missiroli
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Per il resto, ci sono diverse cose da sistemare e meno giudizi da dare. Più spazio all'imaginazione del lettore.
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Ciao CarolCarol Bi ha scritto: ↑02/11/2019, 11:25 Mi hai convinta già dalle prime righe. Ho letto tutto il racconto voracemente, con curiosità incalzante. Al diavolo le virgole e i punti quando comunque si riesce a trasmettere questo desiderio di sapere, di proseguire con la lettura. Ammetto poi che tu sia riuscito ad insinuarmi il dubbio...di preti molestatori ne abbiamo sentito parlare spesso(disgustoso), ma di ostie manipolate dalle multinazionali mai. Ho fatto una ricerca su questo dopo aver letto il tuo racconto ma non ho trovato nulla. È frutto della tua fantasia o è una teoria reale? Cmq mi è piaciuto moltissimo:5.
grazie per avermi letto e recensito...sono contento che il racconto ti sia piaciuto.
No, no... le ostie manipolate sono frutto unicamente della mia fantasia.
A presto
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Ciao NamioNamio Intile ha scritto: ↑22/10/2019, 18:58 Hai litigato con la punteggiatura.
Dopo Giovanna, primo rigo, ci va una virgola. Dopo ascoltami, terzo rigo, una virgola. Una incidentale non segnalata al quarto, e dopo aggiustamenti, ci va un punto.
Insomma, l'elenco di mancanze è lungo e uniforme.
Per il resto, a metà racconto la voce narrante, che poi è lo stesso protagonista, vira dal passato, al presente e viceversa.
Mantieni il presente come tempo verbale e la risolvi.
Il punto debole del racconto, a mio avviso, è proprio quel lungo inciso della voce narrante: troppo didascalico e con l'autore che fa capolino qui e lì con i suoi giudizi. Distanza ci vuole...
grazie per avermi letto e recensito.
Con il senno di poi condivido che la parte centrale possa risultare troppo didascalica. "Distanza ci vuole...". Hai ragione e ne terrò conto nei prossimi racconti.
A presto
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Re: La messa è finita
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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E spero che sia così anche per lo scrittore.
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Le radici del Terrore
Antologia di opere ispirate agli scritti e all'universo lovecraftiano
Questa antologia nasce dalla sinergia tra le associazioni culturali BraviAutori ed Electric Sheep Comics con lo scopo di rendere omaggio alle opere e all'universo immaginifico di Howard Phillips Lovecraft. Le ventitrì opere selezionate hanno come riferimento la narrativa "lovecraftiana" incentrata sui racconti del ciclo di Cthulhu, già fonte di ispirazione non solo per scrittori affermati come Stephen King, ma anche in produzioni cinematografiche, musicali e fumettistiche. Il motivo di tanto successo è da ricercare in quell'universo incredibile e "indicibile", fatto di personaggi e creature che trascendono il Tempo e sono una rappresentazione dell'Essere umano e delle paure che lo circondano: l'ignoto e l'infinito, entrambi letti come metafore dell'inconscio.
A cura di Massimo Baglione e Roberto Napolitano.
Copertina di Gino Andrea Carosini.
Contiene opere di: Silvano Calligari, Enrico Teodorani, Rona, Lellinux, Marcello Colombo, Sonja Radaelli, Pasquale Aversano, Adrio the boss, Benedetta Melandri, Roberta Lilliu, Umberto Pasqui, Eliseo Palumbo, Carmine Cantile, Andrea Casella, Elena Giannottu, Andrea Teodorani, Sandra Ludovici, Eva Bassa, Angela Catalini, Francesca Di Silvio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Arianna Restelli.
Special guests: gli illustratori americani e spagnolo Harry O. Morris, Joe Vigil and Enrique Badìa Romero.
Vedi ANTEPRIMA (2,02 MB scaricato 258 volte).
BReVI AUTORI - volume 2
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Daniele Missiroli, Fausto Scatoli, Angela Di Salvo, Francesco Gallina, Thomas M. Pitt, Milena Contini, Massimo Tivoli, Franca Scapellato, Vittorio Del Ponte, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Selene Barblan, Antonella Jacoli, Renzo Maltoni, Giuseppe Gallato, Mirta D, Fabio Maltese, Francesca Paolucci, Marco Bertoli, Maria Rosaria Del Ciello, Alberto Tivoli, Debora Aprile, Giorgio Leone, Luca Valmont, Letteria Tomasello, Alberto Marcolli, Annamaria Vernuccio, Juri Zanin, Linda Fantoni, Federico Casadei, Giovanna Evangelista, Maria Elena Lorefice, Alessandro Faustini, Marilina Daniele, Francesco Zanni Bertelli, Annarita Petrino, Roberto Paradiso, Alessandro Dalla Lana, Laura Traverso, Antonio Mattera, Iunio Marcello Clementi, Federick Nowir, Sandra Ludovici.
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L'anno della Luce
antologia ispirata all'Anno della Luce proclamato dall'ONU
Il 2015 è stato proclamato dall'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce. Obiettivo dell'iniziativa adottata dall'ONU è promuovere la consapevolezza civile e politica del ruolo centrale svolto dalla luce nel mondo moderno. Noi di BraviAutori.it abbiamo pensato di abbracciare questa importante iniziativa proponendo agli autori di scrivere, disegnare o fotografare il loro personale legame con la luce, estendendo però la parola "luce" a tutti i suoi sinonimi, significati e scenari.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Carnier, Amelia Baldaro, Andrea Teodorani, Angelo Manarola, Anna Barzaghi, Annamaria Vernuccio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Camilla Pugno, Cinzia Colantoni, Claudia Cuomo, Daniela Rossi, Daniela Zampolli, Domenico Ciccarelli, Dora Addeo, Elena Foddai, Emilia Cinzia Perri, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Francesca Santucci, Furio Detti, Gilbert Paraschiva, Giorgio Billone, Greta Fantini, Ianni Liliana, Imma D'Aniello, Lucia Amorosi, Maria Rosaria Spirito, Maria Spanu, Marina Den Lille Havfrue, Marina Paolucci, Massimo Baglione, Mauro Cancian, Raffaella Ferrari, Rosanna Fontana, Salvatore Musmeci, Sandra Ludovici, Simone Pasini, Sonia Tortora, Sonja Radaelli, Stefania Fiorin, Umberto Pasqui.
La Gara 56 - Amicizia ritrovata
A cura di Ida Dainese.
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Gara d'inverno 2020-2021 - Una rampa per l'abisso, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 14 - Storie di Storia
A cura di Ser Stefano.
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