Ataraxia
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Ataraxia
Sono nervoso.
È la prima volta che mi trovo al cospetto di un commissario censore dell’ufficio Inquisizione e Controllo Testi, l’ultimo ostacolo da superare per poter pubblicare un libro nel 2229. L’imprimatur del timbro di approvazione che torreggia sulla sua scrivania è una di quelle cose per le quali un letterato baratterebbe persino la propria madre, o l’anima, o l’anima della madre.
Le mie mani si ancorano ai braccioli della poltroncina su cui mi sono appena seduto. Non sono mai stato bravo a bluffare e a fingere calma in momenti di grande ansia, ma mi sforzo di fare in modo che le dita che stringono con forza il rivestimento in ecopelle siano il solo segnale della mia agitazione interiore.
L’uomo di fronte a me è calvo e pallido, freddo e imperturbabile. Sembra uno di quei manichini robotronici dei grandi magazzini, anatomicamente indistinguibili da un essere umano e capaci anche di limitati movimenti. Per un attimo il dubbio che lo sia davvero mi sfiora la mente.
Dev’essere sicuramente arrivato a un alto livello di Atarassia, forse il settimo o l’ottavo, magari addirittura il nono, per essere così apatico. So che l’attuale obiettivo del governo è fare in modo che ogni singolo cittadino arrivi almeno al settimo livello di Atarassia, quindi credo che presto o tardi tutta la Terra sarà popolata soltanto da manichini di carne. E non è una prospettiva allettante per uno come me, che a malapena è al livello tre.
«Come ben sa, signor Parmesan» attacca «dal 2152 è autorizzata la pubblicazione soltanto di quelle opere che rispettano i Cinque Punti. I passati governi si sono impegnati così tanto per bandire il più possibile le dannose emozioni dell’animo umano e sarebbe un vero peccato se una novella o una canzonetta dovessero riaccenderle… concorda con me?»
«Sì, indubbiamente» rispondo.
Del resto, cos'altro dovrei dirgli? Che odio visceralmente quelle maledette cinque regolette che hanno trasformato l'arte, o meglio ciò che ne resta, in qualcosa di freddo e insignificante? Che erano bei tempi quelli in cui si poteva liberamente scrivere un sonetto, un romanzo di fantascienza, un poema epico, una fiaba senza essere arrestati, incarcerati e lobo-rieducati forzatamente? No, grazie, ci tengo alla mia vita, prima ancora che all’imprimatur per la pubblicazione dei miei racconti. Noi persone intelligenti abbiamo imparato che è meglio chinare il capo e ingoiare il boccone amaro per sopravvivere in questo regime di logici e burocrati instaurato quasi ottant'anni fa dagli Stati Uniti della Terra.
Il commissario censore mi squadra per qualche secondo. Forse intuisce che sto avendo pensieri perniciosi o forse è solo sospettoso verso chiunque.
Io mi sforzo di rimanere impassibile e di non lasciar trapelare nulla. Ci riesco, credo, perché lo sguardo del calvo si rilassa.
«Procediamo con l'analisi del suo manoscritto e la sua conformità ai Cinque Punti. Primo punto: è vietato pubblicare opere che condannino esplicitamente o implicitamente il governo e le istituzione o che minino in maniera esplicita o implicita il consenso nei confronti dell'operato degli stessi. Il suo manoscritto rispetta questo punto»
Almeno il primo ostacolo è superato!
«Secondo punto: è vietato pubblicare opere che siano in versi o rimate, perché la poesia è potenzialmente pericolosa e sovversiva, soprattutto nel caso degli animi più deboli e delle menti più facilmente suggestionabili. Il suo manoscritto rispetta questo punto»
Per forza, è una raccolta di racconti!
«Terzo punto: è vietato pubblicare opere di argomento fantastico, intendendo con tale denominazione tutte quelle opere che tratteggiano mondi o epoche differenti da quella attuale o da epoche passate debitamente documentate e ricostruibili. Il suo manoscritto rispetta questo punto»
Siamo a metà, evviva!
«Quarto punto: è vietato pubblicare opere che mettano in scena situazioni incompatibili con la morale pubblica»
Questa volta, il commissario censore non dice se il mio manoscritto rispetta quel punto, ma nemmeno se lo viola. Devo pensare a un lapsus involontario o dietro quest'omissione c'è qualcosa di più? Ma non ho tempo per scervellarmi al riguardo, arriva l'ultimo ostacolo.
«Quinto punto: è vietato pubblicare opere in cui siano descritti sentimenti violenti, illogici o comunque capaci di turbare l'animo umano. Purtroppo, il suo manoscritto non rispetta affatto questo punto...»
Faccio per aprir bocca, per difendermi, ma il pelato mi anticipa.
«Le prime tre storie sono a posto, signore. Il problema è la quarta. Lei ha scritto un breve racconto in cui un uomo veglia amorevolmente la moglie malata terminale, consolandola e parlandole finché non esala l'ultimo respiro... una prosa del genere rischia di risvegliare pericolose passioni nell'animo dei lettori, non trova? Commozione, pietà, tristezza... pianto...»
Pronuncia quell'ultima parola come se fosse la peggiore delle bestemmie o degli insulti, ma la cosa positiva è che per la prima volta lo vedo assumere un'espressione facciale diversa dalla solita maschera d'imperturbabilità, benché siano una smorfia di disgusto.
«E quel che è peggio» conclude «è che questa storia va contro ogni morale e ogni buonsenso, signore. E' profondamente deplorevole che un cittadino perda tempo dietro un individuo ormai condannato naturalmente a morte, sprecando così la propria produttività. Anzi, accetti un consiglio: metta da parte questi sogni puerili da scrittore e trovi un modo per essere più utile alla società. Di scrittori ce ne sono stati a bizzeffe nei secoli passati e guardi quanti danni hanno causato con le loro strampalate idee!»
Taccio, incapace di trovare un’argomentazione da opporre alle sue. O meglio, di argomentazioni ne avrei a bizzeffe, è solo che mi farebbero apparire come un sovversivo.
Mi limito a domandare una conferma: «Allora non ho l’approvazione dell’ufficio Inquisizione e Controllo Testi, dico bene?»
«Sì, dice bene. Mi dispiace» Quanto suonano fredde, false, insignificanti quelle due paroline pronunciate da un robot umano!
Faccio per alzarmi, ma l’uomo mi pone ancora una domanda: «Il suo livello di Atarassia, signor Parmesan?»
«Tre» rispondo, lì lì senza pensarci.
Per la prima volta, vedo sul volto del commissario censore qualcosa di vagamente simile a un sentimento umano: disprezzo, forse, o disgusto, o semplicemente compassione. Agli occhi di uno che ha quasi raggiunto il Moksa non posso che apparire un essere miserrimo, ancora schiavo delle ataviche debolezze dell’Homo sapiens.
«Può andare, signor Parmesan» è l’ultima cosa che mi dice.
Mi alzo. Improvvisamente mi sento la bocca impastata. Biascico un saluto e mi dirigo verso la porta, ma faccio in tempo a notare con la coda dell’occhio la mano del commissario che preme un pulsante sotto la scrivania. Capisco al volo ciò che sta per accadere.
Duecentocinquantaquattro piani dopo, nel parcheggio sotterraneo, mi attendono due uomini in nero del Centro di Lobo-Rieducazione.
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Qui l’elemento interessante, per quanto non originalissimo, è l’inquisizione relativa ai libri, in fondo è qualcosa che sta a cuore a tutti noi, che scriviamo su questo portale.
Il punto debole, già evidenziato in altri commenti, è che si capisce fin da subito come andrà a finire per il povero Parmesan, manca il guizzo, la sorpresa.
Ben scritto, ma in altre occasioni hai dimostrato di saper fare meglio.
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L'inquisizione mi è piaciuta. Giusto indicare le regole.
Il racconto è scritto molto bene.
Per quanto riguarda le considerazioni di poco conto (perché strettamente personali), mi sarebbe piaciuto un colpo di reni sovversivo poco prima della fina, dopo lo schiaccio del bottone, ormai Parmesan aveva capito, quindi perché non togliersi la soddisfazione di vuotare il sacco e dire ciò che pensava d'altronde "Cosa sarebbe peggio: vivere da mostro o morire da uomo per bene?" cit.
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Le radici del Terrore
Antologia di opere ispirate agli scritti e all'universo lovecraftiano
Questa antologia nasce dalla sinergia tra le associazioni culturali BraviAutori ed Electric Sheep Comics con lo scopo di rendere omaggio alle opere e all'universo immaginifico di Howard Phillips Lovecraft. Le ventitrì opere selezionate hanno come riferimento la narrativa "lovecraftiana" incentrata sui racconti del ciclo di Cthulhu, già fonte di ispirazione non solo per scrittori affermati come Stephen King, ma anche in produzioni cinematografiche, musicali e fumettistiche. Il motivo di tanto successo è da ricercare in quell'universo incredibile e "indicibile", fatto di personaggi e creature che trascendono il Tempo e sono una rappresentazione dell'Essere umano e delle paure che lo circondano: l'ignoto e l'infinito, entrambi letti come metafore dell'inconscio.
A cura di Massimo Baglione e Roberto Napolitano.
Copertina di Gino Andrea Carosini.
Contiene opere di: Silvano Calligari, Enrico Teodorani, Rona, Lellinux, Marcello Colombo, Sonja Radaelli, Pasquale Aversano, Adrio the boss, Benedetta Melandri, Roberta Lilliu, Umberto Pasqui, Eliseo Palumbo, Carmine Cantile, Andrea Casella, Elena Giannottu, Andrea Teodorani, Sandra Ludovici, Eva Bassa, Angela Catalini, Francesca Di Silvio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Arianna Restelli.
Special guests: gli illustratori americani e spagnolo Harry O. Morris, Joe Vigil and Enrique Badìa Romero.
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BReVI AUTORI - volume 2
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Daniele Missiroli, Fausto Scatoli, Angela Di Salvo, Francesco Gallina, Thomas M. Pitt, Milena Contini, Massimo Tivoli, Franca Scapellato, Vittorio Del Ponte, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Selene Barblan, Antonella Jacoli, Renzo Maltoni, Giuseppe Gallato, Mirta D, Fabio Maltese, Francesca Paolucci, Marco Bertoli, Maria Rosaria Del Ciello, Alberto Tivoli, Debora Aprile, Giorgio Leone, Luca Valmont, Letteria Tomasello, Alberto Marcolli, Annamaria Vernuccio, Juri Zanin, Linda Fantoni, Federico Casadei, Giovanna Evangelista, Maria Elena Lorefice, Alessandro Faustini, Marilina Daniele, Francesco Zanni Bertelli, Annarita Petrino, Roberto Paradiso, Alessandro Dalla Lana, Laura Traverso, Antonio Mattera, Iunio Marcello Clementi, Federick Nowir, Sandra Ludovici.
Vedi ANTEPRIMA (177,17 KB scaricato 163 volte).
L'anno della Luce
antologia ispirata all'Anno della Luce proclamato dall'ONU
Il 2015 è stato proclamato dall'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce. Obiettivo dell'iniziativa adottata dall'ONU è promuovere la consapevolezza civile e politica del ruolo centrale svolto dalla luce nel mondo moderno. Noi di BraviAutori.it abbiamo pensato di abbracciare questa importante iniziativa proponendo agli autori di scrivere, disegnare o fotografare il loro personale legame con la luce, estendendo però la parola "luce" a tutti i suoi sinonimi, significati e scenari.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Carnier, Amelia Baldaro, Andrea Teodorani, Angelo Manarola, Anna Barzaghi, Annamaria Vernuccio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Camilla Pugno, Cinzia Colantoni, Claudia Cuomo, Daniela Rossi, Daniela Zampolli, Domenico Ciccarelli, Dora Addeo, Elena Foddai, Emilia Cinzia Perri, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Francesca Santucci, Furio Detti, Gilbert Paraschiva, Giorgio Billone, Greta Fantini, Ianni Liliana, Imma D'Aniello, Lucia Amorosi, Maria Rosaria Spirito, Maria Spanu, Marina Den Lille Havfrue, Marina Paolucci, Massimo Baglione, Mauro Cancian, Raffaella Ferrari, Rosanna Fontana, Salvatore Musmeci, Sandra Ludovici, Simone Pasini, Sonia Tortora, Sonja Radaelli, Stefania Fiorin, Umberto Pasqui.
La Gara 56 - Amicizia ritrovata
A cura di Ida Dainese.
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Gara d'inverno 2020-2021 - Una rampa per l'abisso, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 14 - Storie di Storia
A cura di Ser Stefano.
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