Alveari metropolitani
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Alveari metropolitani
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È bello, molto bello, con dei momenti perfino aulici: "c’era pure il bianco e nero delle loro vite scolorite a completare il quadro" è genio puro.
Soffre qualche incoerenza: Armando non dovrebbe far parte della lista di storie dopo la frase "Scelsi le finestre che più m’ispiravano", perché dopo averlo visto una volta, ti toglie l'ispirazione! E anche la fine: "uomini in scatole di latta" o "api in scatole di latta"?
Nondimeno, una bellissima prova, con un bel ritmo e una giusta conclusione.
Racconti alla Luce della Luna
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Commento: Alveari metropolitani
È il ritratto della vita in quei casermoni tipo quelli del quartiere Gallaratese a Milano.
Mi è rimasta la curiosità di sapere qualche cosa di più della nostra ape operaia, pardon impiegata.
Esempio: come è finito a vivere in quel loculo?
Perché non ha tentato di conoscere la bella dirimpettaia, magari salvandola dal suicidio?
E poi tutto il resto. Insomma vita e miracoli di questa ape impiegata da colazione, metro, lavoro, rientro a casa, cena, televisore e poi letto.
Salvo rare eccezioni? Almeno una non ce la potevi raccontare? Tanto il racconto era già lunghetto (7867 battute) e non avevi nemmeno la scusa di voler restare entro le 5000 battute.
Avanzo le mie richieste incoraggiato dalla tua scrittura di “qualità” e so che non mi deluderesti. Un po’ come raramente succede anche a me e non è detto che io abbia sempre voglia di allungare “il brodo”.
Suggerimenti:
propongo di variare le frasi:
“Andai a curiosare sin dove la vista mi permise di arrivare” in
-Curiosavo sin dove la vista mi permetteva di arrivare-
“degli alveari metropolitani” in
negli alveari metropolitani
“non si è mai ripreso, e da allora vive solo nel ricordo, guardando e baciando fotografie ingiallite che poi, come le carte di un eterno solitario, posa ordinatamente sul tavolo.”
Qui passi al tempo presente. A me suonerebbe più giusto rimanere nell’imperfetto
“lo scopersi nel modo più”
Preferisco: lo scoprii
Concordo anche con il commento di Marino Maiorino.
Voto 4 e alla prossima, magari svelando chi si nasconde dietro il misterioso “Nuovoautore”.
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Perfetto (a mio vedere) nella scrittura e armonico nella narrazione.
Se è un'opera prima, ma ne dubito… , hai davanti a te una vita da scrittore.
Il finale è tragico, ma visto tutto il racconto precedente ci può stare.
Voto: 5!
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Re: Alveari metropolitani
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Re: Alveari metropolitani
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Re: Alveari metropolitani
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Re: Commento
Oh, finalmente dopo due giorni, credo d'aver compreso cosa e dove premere per rispondere ai commenti. Mi scuso con gli autori a cui, precedentemente, ho risposto usando un metodo non convenzionale. Detto cio, rispondo al commento: dici che è una visione troppo pessimistica? Può essere, ma se guardo come va oggigiorno, tra il virus, il clima impazzito, la gente che pare seguire il clima ecc. Non credo di esserci andato troppo lontano... Naturalmente, spero di sbagliarmi, potrebbe anche essere il mio pessimismo di fondo ad ispirare alcuni (molti, a dire il vero) miei racconti. Ad ogni modo, mi fa piacere leggere che ti è piaciuto. Ti ringrazio. Ciao, Egidio.Egidio ha scritto: ↑25/11/2021, 3:44 Mi piace, questo racconto, per come è scritto, meno per la visione della vita che tratteggia. L'autore ci descrive un film in bianco e nero di api/impiegati in un alveare/condominio-casermone. L'unica nota di colore è una ragazza un po' ninfomane che, però, sul più bello, decide di suicidarsi. Una visione troppo pessimistica della condizione umana. Comunque, è scritto con la disinvoltura di un abile ed esperto narratore.
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Riguardo alla forma sono d'accordo con alcune osservazioni di Alberto e con quella di Marino sulle api, mi sembra giusta per chiudere il cerchio con l'incipit. In più ti segnalo questa frase: "Sono uno dei mitici e invidiati, bancari!" Secondo me la virgola è superflua, poi, dopo poche parole, trovo ancora "mitiche". E te lo dice uno che spesso inciampa sulle ripetizioni.
Complimenti per il notevole esordio in queste gare.
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Re: Commento
Roberto Bonfanti ha scritto: ↑25/11/2021, 20:38 Ottimo racconto, non solo perché lo sento affine al mio modo di scrivere. Centrata la figura del "travet" che osserva e immagina le vite degli altri per evadere dalla propria, grigia come il condominio dove abita. L'epilogo è piuttosto pessimista ma, d'altro canto, tutta la vicenda non è certamente solare.
Riguardo alla forma sono d'accordo con alcune osservazioni di Alberto e con quella di Marino sulle api, mi sembra giusta per chiudere il cerchio con l'incipit. In più ti segnalo questa frase: "Sono uno dei mitici e invidiati, bancari!" Secondo me la virgola è superflua, poi, dopo poche parole, trovo ancora "mitiche". E te lo dice uno che spesso inciampa sulle ripetizioni.
Complimenti per il notevole esordio in queste gare.
Sì, le osservazioni di Alberto e di Marino le ho lette e ho provato a metterle sul mio testo di word, ma ci sto ancora riflettendo. Per la virgola, invece, hai ragione mi era proprio sfuggita. La ripetizione invece... non lo so, il protagonista lo dice, presumo, in tono sarcastico per rafforzare il concetto che di mitico nel suo lavoro e, di riflesso, nella sua vita, non c'è proprio nulla. Inoltre c'ho un problema grosso come una casa: il fatto è che mi sto impratichendo e non ho ancora ben capito come correggere il testo. Ti ringrazio. Ciao, Roberto.
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Re: Commento
Prestinaia, in dialetto "prestinèra" è un vocabolo in uso nel mio paese, nella bassa padana, non lo so se viene usato da altre parti. Dovendo far parlare due vecchi, mi è venuto logico usarlo. Ti ringrazio. Ciao, RobertoRobertoBecattini ha scritto: ↑25/11/2021, 17:47 Innanzitutto complimenti per la scelta del vocabolo "prestinaia" che francamente non conoscevo. Ammiro molto chi riesce a riesumare termini desueti o rari. Probabilmente non a caso messo in bocca a una coppia di anziani. Inserito in un racconto non certo ampolloso, tiene desta l'attenzione e incuriosisce. Ho letto con piacere, il racconto scorre, in alcuni punti forse un po' prevedibile. Hai però descritto bene l'ambiente e i personaggi, implicitamente anche il protagonista, che all'inizio sembra un freddo entomologo, ma poi si lascia coinvolgere nel tragico finale.
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Re: Commento
Accanto al titolo del tuo racconto, in alto a destra, trovi tre icone, la prima è una penna, cliccandola puoi editare il testo.Nuovoautore ha scritto: ↑25/11/2021, 21:27 Inoltre c'ho un problema grosso come una casa: il fatto è che mi sto impratichendo e non ho ancora ben capito come correggere il testo.
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Re: commento
Grazie per il benvenuto. Mi fa piacere legggere che è nelle tue corde. Per quanto riguarda altri racconti, in questa sezione se ne può postare soltanto uno, credo. Ad ogni modo ne trovi altri due sulla home: un giallo, e un racconto storico. Ora sono intenzianato a postarne uno fantascientifico, poi un horror, uno umoristico e, infine, uno romantico; in modo di completare il catalogo dei generi con cui mi sono cimentato, per capire quale o quali hanno più presa sugli autori del sito. Grazie ancora. Ciao, StefyStefyp ha scritto: ↑25/11/2021, 21:17 Ben arrivato, cominci proprio col botto. Un racconto davvero molto bello il tuo. A parte qualche piccola imprecisione che già ti hanno segnalato, scorre via liscio e si legge tutto d'un fiato. Il messaggio arriva diretto e le descrizioni sono azzeccate. E per finire, è proprio il tipo di storia che mi piace leggere, quindi voto alto. Spero di leggere presto altro di tuo.
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Re: Commento
Ok, ti ringrazio. Per ora ho tolto la virgola, è molto più semplice di quanto pensassi.Roberto Bonfanti ha scritto: ↑25/11/2021, 21:34 Accanto al titolo del tuo racconto, in alto a destra, trovi tre icone, la prima è una penna, cliccandola puoi editare il testo.
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L'ho trovato molto molto interessante, scritto in modo ottimo, con un linguaggio ricercato il giusto e mai eccessivo rispetto allo stato sociale del personaggio. L'idea mi è molto piaciuta, è originale e dal finale non scontato e sicuramente d'impatto.
Penso che sia sicuramente uno degli scritti più autoconclusivi presenti in questa gara (anche se non li ho letti ancora tutti), racconta tutto quello che c'è da raccontare ed il lettore riesce a cogliere quello che voleva essere il messaggio dell'autore - o perlomeno quello che ci ho letto io - l'alienazione e l'ineluttabilità della condizione umana.
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Re: Commento
Forse nessuna di quelle che crediamo felici, dentro di loro lo sono realmente, o totalmente... la felicità, se veramente esiste, è un attimo che può ripetersi molte volte, ma mai durare per sempre. Così la vedo io, ma potrei essere smentito da chi felice si sente veramente. Ti ringrazio. Ciao, Francesco.Francesco Pino ha scritto: ↑26/11/2021, 10:15 Secondo me le risposte che hai dato ai commenti di Marino e di Roberto M. avrebbero dovuto trovar posto tra le righe del racconto.
E' un lavoro veramente molto bello, intriso di tristezza e realistico pessimismo. Considerazione personale: possiamo guardare dall'esterno finché vogliamo la vita degli altri, ma non sapremo mai cosa vivono davvero. Chissà quante persone che ci sembrano felici in realtà non lo sono. Non è Armando a gettarsi dalla finestra, ma sorprendentemente, Viviana.
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Re: Commento
Autodidatta, lo sono veramente. Pensa te che nella mia prima vita, facevo il falegname. Ho iniziato a sctrivere (allora non sapevo nemmeno cosa fosse il pc) un romanzo su cinque quaderni venti anni fa, una storia biografica fantastica, nella quale immaginavo di risalire il tempo per cancellare il giorno che aveva cambiato per sempre la mia vita. E da lì, non ho più smesso. La scrittura per me, è diventata la medicina, l'analgesico per chetare il dolore lacerante che ha sconvolto la mia esistenza. Ti ringrazio. Ciao, Gabi Celeste.Gabi Celeste Pisani ha scritto: ↑26/11/2021, 10:34 L'ho trovato davvero ottimo. Se come dici sei davvero autodidatta non posso che farti i miei complimenti: tanto di cappello perché la tua costanza ed esercizio hanno sicuramente premiato!
L'ho trovato molto molto interessante, scritto in modo ottimo, con un linguaggio ricercato il giusto e mai eccessivo rispetto allo stato sociale del personaggio. L'idea mi è molto piaciuta, è originale e dal finale non scontato e sicuramente d'impatto.
Penso che sia sicuramente uno degli scritti più autoconclusivi presenti in questa gara (anche se non li ho letti ancora tutti), racconta tutto quello che c'è da raccontare ed il lettore riesce a cogliere quello che voleva essere il messaggio dell'autore - o perlomeno quello che ci ho letto io - l'alienazione e l'ineluttabilità della condizione umana.
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Re: Commento
E' vero, l'inizio ricorda molto il capolavoro di Hitchcock, poi il racconto prende altre strade, virando dal giallo al dramma. Ti ringrazio. Ciao, Mariovaldo.Mariovaldo ha scritto: ↑27/11/2021, 9:57 Premetto che non ho letto gli altri commenti, quindi non so se sia gia' stato detto, ma questo bel racconto a un vecchio cinefilo come me ricorda quel capolavoro di Hitkhok " La finestra sul cortile". Naturalmente e' solo una somiglianza nello spunto iniziale, il tuo racconto poi prende altre strade, e si fa apprezzare per linguagggio, struttura e leggibilità. I miri complimenti
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aggiungo ch modificherei un poco di punteggiatura, visto che in alcuni momenti utilizzi troppo certi elementi, tipo i due punti o l'esclamativo.
ciò non toglie nulla alla bellezza e alla tragicità della storia, molto ben esposta.
complimenti per il lavoro.
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Re: Commento
Grazie per i complimenti. La punteggiatura, è sicuramente un mio punto debole (non l'unico) che, nel tempo, ho provato a migliorare, riuscendoci solo in parte. Ciao, Fausto.Fausto Scatoli ha scritto: ↑29/11/2021, 16:59 in linea di massima concordo col commento di Alberto Marcolli e con le sue osservazioni.
aggiungo ch modificherei un poco di punteggiatura, visto che in alcuni momenti utilizzi troppo certi elementi, tipo i due punti o l'esclamativo.
ciò non toglie nulla alla bellezza e alla tragicità della storia, molto ben esposta.
complimenti per il lavoro.
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Per me la felicità è un soffio di vento d'estate che a volte rinfresca il viso e altre volte lo brucia. Non sembra facile trovare un pizzico di felicità ma solo i ciechi non riescono a vederla nelle piccole e misere cose.
Complimenti per la scrittura, veramente ondulata e fluida come lo scorrere di un fiume. Voto 5
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Re: Commento
La felicità è fatta di attimi, sempre troppo brevi, intrvallati da momenti di prostrazione, sempre troppo lunghi. Ti ringrazio. Ciao, Maria.Maria Spanu ha scritto: ↑01/12/2021, 13:58 Devo dire che mi ha sorpreso questo racconto, mi sono ritrovata immersa già dalle prime righe. Il pessimismo, personalmente, lo apprezzo molto in quanto dà spessore ad una storia (non sono come Leopardi però ). Forse più che chiamarlo pessimismo io lo chiamerei realismo. Chi non ha mai osservato le vite altrui dalla propria finestra? Chi non si è mai trovato alienato dal mondo alla ricerca di un briciolo di felicità che stenta ad arrivare? Chi si non è mai sentito imprigionato in una vita che non voleva?
Per me la felicità è un soffio di vento d'estate che a volte rinfresca il viso e altre volte lo brucia. Non sembra facile trovare un pizzico di felicità ma solo i ciechi non riescono a vederla nelle piccole e misere cose.
Complimenti per la scrittura, veramente ondulata e fluida come lo scorrere di un fiume. Voto 5
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Vero che il mestiere del bancario oggi è diventato precario quanto quello di (quasi) chiunque altro. Del resto, oggi (2021 e... seguenti?) il lavoro non è più un diritto ma una concessione temporanea subordinata.
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Re: Commento
Stiamo vivendo l'era del precariato imperante, il mitico "posto fisso", è oramai un miraggio per i più. E in futuro, purtroppo, temo che andrà sempre peggio. Ti ringrazio. Ciao, Andr60.Andr60 ha scritto: ↑03/12/2021, 12:25 Ben scritto ed efficace nel descrivere la complessiva tragicità dell'esistenza, oltre alle apparenze.
Vero che il mestiere del bancario oggi è diventato precario quanto quello di (quasi) chiunque altro. Del resto, oggi (2021 e... seguenti?) il lavoro non è più un diritto ma una concessione temporanea subordinata.
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Re: Commento
Non potevo aggiungere qualche particolare in più, perché il narratore non è una voce fuori campo, ma è lo stesso protagonista del racconto, che non avendo mai conosciuto la donna si era costruito un'immagine di felicità, che alla prova dei fatti si è rivelata falsa. Per questo non poteva aggiungere altri particolari sul motivo per il quale si era lanciata dalla finestra. Un trauma per lui, che ha poi trascorso l'inverno a rimuginare sul perché e, alla fine, ha scelto di volare lontano dall'alienazione, magari con la segreta speranza di ritrovarla in un altrove. Ti ringrazio. Ciao, Ibbor.Ibbor OB ha scritto: ↑05/12/2021, 20:08 Il testo è scritto bene, non c'è che dire. il susseguirsi degli eventi suscita un certo interesse che spinge a leggere il testo fino in fondo. L'episodio della donna che si getta nel vuoto lascia però molti interrogativi aperti in quanto i dettagli sono davvero pochi, magari qualche elemento in più ci stava. Comunque bel racconto.
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La Gara 39 - Le nostre scelte generano molti mondi
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