Il 7 Novembre
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Il 7 Novembre
A volte la storia è solo un punto di vista.
Camminava innaturalmente per quanto voleva arrivare lontano. Nella sua testa riusciva solo a pensare a frasi di contingenza e infondate. Aveva sistematicamente evitato quel marciapiede, non voleva rivederlo. Ma si voleva scusare, voleva dargli una spiegazione, almeno per non sembrare così matta e lunatica. Davvero poteva cambiare qualcosa? Alla fine, era passata una settimana sai quanta gente incontra un commerciante? In realtà probabilmente lui non molta, si diceva ripensando a quello che poteva essere al massimo un aneddoto insignificante. Eppure, si sentiva come se gli dovesse esprimere qualcosa di incontenibile. Alla fine, aveva appena diciott’anni che poteva saperne. I suoi pensieri erano inadatti al corpo cresciuto prematuramente, le succedeva spesso di incontrare persone che la fraintendevano, ma non era sicuramente tra le sue doti la perspicacia.
Passarono altri giorni, si accumulavano le settimane, fin quando Kora riuscì a rientrare nel negozio di Mill. Cercava di far finta di niente, un’entrata che non attirava l’attenzione come la prima volta. Guardava gli scaffali fingendo interesse, per poi improvvisare stupore alla vista di Mill. “Salve. Alla fine, non ho preso niente, mi serve una videocamera o un registratore. Non per forza l’ultimo uscito basta che sia resistente.” La guardava pensando di poter capire a cosa le servisse, ma Kora in fin dei conti era più della ragazzina che sembrava. Kora non lo ricordava così, lo ricordava più burbero, continuava a pensare mentre le mostrava cosa le poteva offrire tra la sua merce. “Allora, qualcosa di papabile per le tue esigenze?” Disse Mill cercando di concludere la vendita. Kora non era riuscita a camuffare la sua espressione pensierosa che evidentemente vagava. “Perfetto, perfetto, ne predo due” gli rispose convinta, “Ha bisogno di qualcos’altro?”, lei mosse la testa facendo un cenno affermativo. Mentre Mill si avvicinava alla cassa per concludere finalmente come un fulmine sulla sua testa si accese un pensiero. Questa ragazzina un po’ insulsa non era così banale, aveva dei bei occhi grandi che gli ricordavano quelli del suo gatto.
Mill aveva appena strappato lo scontrino mentre cercava di abbozzare un sorriso cordiale, ma sempre professionale, non sarebbe mai uscito dal suo ruolo. Kora ricambiò e iniziava a voltarsi, proseguendo verso la strada all’improvviso come era solita fare. Mill la rincorse per darle lo scontrino ritornando su i suoi passi riguardo le ultime valutazione sulla ragazza, era effettivamente non molto sveglia. Nel codice di Mill era impensabile uscire da un negozio dopo un acquisto senza scontrino.
In quel momento cieco l’unico obiettivo del suo sguardo era lei e terminare la sua vendita. Le sue dita prolungate erano talmente vicine alla spalla di Kora che gli sembrava quasi già di sentire la sua pelle in contatto con le sue falangi. Un clacson fulmineo. Rumori meccanici e un grande tonfo di collisione. I due corpi inermi per terra sull’asfalto come ormai una fotografia del loro ultimo respiro. Dannata imprudenza, che sotto un autobus ha concluso nei loro occhi ogni luce.
Tragico finale di questa opera, come a teatro, sul palco. L’epilogo sarà la morte dei due amanti e tanto domani ci sarà un altro spettacolo.
- Roberto Bonfanti
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Ho faticato a seguire la trama e il senso della storia, le azioni e l’atteggiamento di Kora e Mill mi risultano poco comprensibili, talvolta una frase contraddice quella immediatamente successiva: “Ha bisogno di qualcos’altro?”, lei mosse la testa facendo un cenno affermativo. – Quindi sì? Ne lei ne Mill danno seguito a quel cenno affermativo, in più un attimo prima si davano del tu.
Molte cose da rivedere nella forma, alcuni refusi, approssimativo nella punteggiatura (virgole e segni grafici per i dialoghi: o usi i trattini o usi le virgolette) e a livello grammaticale, nella concordanza dei tempi verbali, ad esempio:
“La ragazza era entrata appena la porta si aprì, prima Mill stesso…”, direi “La ragazza entrò appena la porta si aprì, prima di Mill stesso…”.
Diversi termini non consoni: “sentito fastidio”, “dita prolungate” ecc.
Anche l’ultima frase, evidentemente una sorta di morale della vicenda: “Tragico finale di questa opera, come a teatro, sul palco. L’epilogo sarà la morte dei due amanti e tanto domani ci sarà un altro spettacolo.”
A parte che non mi parevano due amanti, è proprio il significato di questo epilogo che mi sfugge.
Se devo salvare qualcosa scelgo l’incipit e certi modi di Mill che lo delineano bene come ossessivo-compulsivo. Ecco, per esempio, partirei da qui: caratterizzare meglio i due personaggi, anche quello della ragazza, far evolvere la tensione fra di loro in maniera più coerente, in modo da far almeno immaginare che fra loro possa nascere un legame (oltre al fugace pensiero di Mill che paragona gli occhi di lei a quelli del suo gatto), prima del finale tragico che, messo così, è del tutto gratuito. Probabilmente la storia risulterebbe più godibile.
Come dicevo, mi dispiace, ma credo che dovresti fare una pesante revisione del racconto. Ovviamente questa è la mia opinione sincera, Marco, non voglio assolutamente fare il professore, non ne ho attitudine né capacità, le mie sono critiche da lettore, spero ti siano d’aiuto per fare meglio nel prossimo racconto. A rileggerti.
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Re: Il 7 Novembre
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
- Laura Traverso
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Per quanto riguarda la forma va rivista, specialmente nella parte iniziale, dovresti usare qualche punto a capo, qualche punto e virgola e sistemare i dialoghi, a mio avviso.
La parte centrale mi ha spiazzato; va bene essere una diciottenne insicura(?) ma la ragazza aveva visto quel Mill solo una volta, perché voleva rivederlo? La risposta più plausibile, a mio avviso, è che Mil, aprendo il negozio quel giorno, fu come un angelo mandato dal cielo, Kora trovò rifugio nel negozio di elettronica sfuggendo così a una violenza fisica/psicologica da parte del ragazzo. Però non so, mi piacerebbe sentire la tua versione.
A presto
- Giorgio Leone
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