Recensione o commento # 1, data 21:28:47, 04/11/2022
Cambiare fa paura eppure spesso cambiare è il solo modo per andare avanti. Aforismi bellissimi, eleganti e dirompenti
Recensione o commento # 2, data 11:41:30, 05/11/2022
Completamente d'accordo. Ma questo avverrebbe comunque con o senza una nostra conoscienza direttamente posta sulla questione in analisi. Tutto cambia, muta ed evolve anche da sé, noi possiamo al massimo accelerare o rallentare solo i processi che ci riguardano, o ci possono riguardare direttamente, in prima persona, o all'interno di quello che chiamiamo e definiamo come uno stato sociale che, altro non è, se non la somma o l'insieme di tutte queste singole interazioni dirette, e quindi conscie.
risposta dell'autore, data 15:33:01, 05/11/2022
E di questo stiamo parlando: di come ciascuno entro i limiti della propria capacità può cambiare il proprio futuro rispetto alla non azione ed eventualmente anche quello delle altre persone. Chi prende decisioni per agire, opera un cambiamento dello status quo.
Se non lo fa subisce le conseguenze del cambiamento imposto da altri. Intanto tutto cambia nel momento in cui il futuro diventa presente e il presente diventa passato.
Torniamo alla relatività del libero arbitrio?
Recensione o commento # 3, data 18:44:35, 05/11/2022
Certo, ma d'altronde chi agisce, prima ha subito, quindi anche qui, come su ogni altro aspetto, tutto è infine sempre relativo alla comprensione di sé che si è in grado di raggiungere e quindi esprimere eventualmente con azioni di tipo attivo e non solo riflessivo o passivo. È solo in seguito a questa quindi che poi si agisce o ci si impiega al meglio per o su ciò che si reputa poi migliorare o mantenere uno status Quo più in linea possibile con questo stesso grado di comprensione raggiunta, nel bene o nel male. Sulla relatività del libero arbitrio credo che la pensiamo già allo stesso modo. Ciò che ci appaiono come delle libere scelte presenti, lo sono solo in relazione alla nostra non coscienza del presente o per meglio dire non percezione del futuro/presente ( ma solo immaginazione, o probabilità di esso), ma sono anch'esse quindi già iscritte nel nostro tempo, non percependo mai o agendo mai noi nel nostro stesso presente, ma solo nel passato dello stesso presente percepito, quindi sempre in un presente/passato di ciò che avvertiamo invece come presente. Per avere un quasi reale libero arbitrio o libere scelte in un tempo quasi istantaneo, dovremmo quindi vivere il presente stesso, ma se vivessimo il presente consciamente, il tempo stesso si velocizzerebbe o si dilaterebbe talmente tanto da apparirci praticamente, anche se mai totalmente, fermo. In questo caso dovremmo quindi o non avere una massa, e muoverci nel tempo e nello spazio come i fotoni, oppure avere una massa talmente densa da inglobare e piegare quasi totalmente lo spazio tempo vicino a noi, cioè essere in tutto e per tutto come dei piccoli buchi neri. Il problema è che ciò è assolutamente impossibile da ottenere consciamente, ogni nostra cellula presenta una massa ben definita, non certo nulla e non certo immensamente massiccia. Quindi ci dobbiamo accontentare della nostra situazione conscia, ma relativa. In realtà a livello sub atomico né il fotone né il buco nero, accelerano o decelerano completamente il tempo, da risultare in entrambi fermo. Quindi in realtà un vero e reale presente non esiste, e senza di esso non esiste e non può esistere un reale e vero libero arbitrio, esattamente come non esiste nulla in questa realtà universale di infinito o eterno.
Recensione o commento # 4, data 18:52:23, 05/11/2022
Infatti appena riusciamo ad esternarci anche minimamente dal nostro pensiero, quando non subiamo distrazioni emotive interne o esterne troppo rilevanti che ci allontanerebbero subito dal momento stesso che viviamo, ci sembra immediatamente che il tempo in qualche modo rallenti, che quasi si fermi, ma al contempo il tutto dura pressoché un nulla, infatti non ne siamo mai neanche veramente o totalmente consci poi, da poterlo descrivere o riuscire a descriverlo appieno. Per questo è praticamente impossibile descrivere chiaramente un reale momento di felicità, perché esso non è "presente" a livello conscio, ma solo ad un livello sub-conscio, o inconscio, di azione o pensiero. Pensieri o azioni quindi non ben definiti, riportanti in loro, di riflesso, solo una traccia, una minima indefinita e mai totalmente conscia, parte di essi. Più ci allontaniamo percettibilmente e momentaneamente nel nostro conscio da un concetto di movimento quindi, più il tempo accelera e/o al contempo si dilata, più risultiamo fermi in un determinato istante, più ci sentiamo felici, avvicinandoci leggermente nel vivere, quasi totalmente assorbiti da esso, un determinato e preciso momento, definito poi, come un momento vissuto di quasi "presente".