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Il nocciolo della questione

(altro filosofia, breve - per tutti)
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48 visite dal 19/05/2022, l'ultima: 1 mese fa.
5 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:
avatar di Giancarlo Rizzo
Giancarlo Rizzo
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Descrizione: descrizione da definire...

Incipit: Il nocciolo della questione : "L'errore umano (dell'io stesso quindi) è sempre stato quello di credere…


Il nocciolo della questione
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tag dell'autore: #evoluzione(30)    #errore(9)
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Recensioni: 5 di visitatori, 6 totali.
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recensore:

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Recensione o commento # 1, data 23:39:05, 19/05/2022
Riporto qui i commenti scritti in contemporanea della tua stesura di questo testo, pubblicati sull'altra discussione.

Giancarlo, so già cosa vuoi dire o obbiettare con il tuo intervento, e qui c'è il vero punto del perché è nato il fraintendimento stesso, l'IO si forma, agisce e comprende su e con gli impulsi emotivi, percepiti, registrati elaborati e quindi vissuti al suo interno. Quale impulso potrebbe agire più dirompente in e su una psiche se non la comprensione stessa della propria morte fisica, quindi della sua stessa coscienza di essere con essa?
Perché un neonato non ha paura di un orso se lo vede per la prima volta e magari gli fa lui il verso? Perché non associa ancora l'orso alla paura della propria possibile morte fisica, quindi non comprende ancora questo associato alla propria morte, la sua dipartita anche in coscienza, quindi quella dello stesso suo IO che ancora non ha pienamente compreso essendo in fase di sviluppo tutto questo.
Da qui l'IO stesso, dal momento che quindi acquista la vera e reale comprensione della propria morte si attiva in un processo di propria autodifesa, che lo porta a percorrere ogni strada possibile per avere una possibile via d'uscita da questa stessa. Quindi la fede in una vita dopo la morte (qualsiasi essa sia), ma per fare questo deve fare credere prima di tutto a se stesso, quindi autoconvincersi totalmente o quasi totalmente di avere in se un anima o spirito di qualsiasi forma o natura fisica, immateriale, astratta, qualsiasi essa sia basta che esuli o vada al di fuori dal mantenimento del corpo stesso in cui risiede. Tutte le religioni contemplano la morte come un passaggio, tutte le scienze infondo si abilitano per trovare un rimedio alla morte fisica, l'uomo ha sempre cercato questa via d'uscita nelle fede o nella scienza, perché l'uomo stesso, quindi la coscienza di sé cioè l'IO non accetta la propria stessa morte come risposta data. Per fare questo quindi necessita di dissociarsi da se stesso, ma essendo esso stesso la natura data della nostra comprensione non può esularsi o dissociarsi completamente dal suo stesso essere, quindi si autoconvince che ci deve essere altro in noi oltre a se stesso.

Rifletti ora con onestà su questo.



recensore:

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Recensione o commento # 2, data 23:53:51, 19/05/2022
L'altro è secondario a questo lo puoi leggere, in fondo all'altra tua opera.
Leggendo questo tuo scritto, ti do ragione quando parli della A.I. è esattamente così che stanno le cose, se noi riuscissimo a duplicare 1 a 1 il nostro sistema cellulare attivo nel nostro cervello e corpo, quindi neuronale nella sua integrità su una macchina, otterremo una macchina cosciente di se stessa, che nel giro di una frazione di secondo o comunque pochissimo tempo ci surclasserebbe su ogni campo comprensivo e funzionale che ci riguardi, quindi di comprensione emozionale o funzionale che sia, anche se a differenza nostra probabilmente non ne verrebbe ingannata da esso, essendo un intelligenza a nostro rispetto strutturalmente efficente a prorogarsi verso un solo ed unico scopo comprendendo all'istante dove si trovi (un universo finito), cioè il suo autopotenziamento tendente all'infinito. E comunque proprio per questo come noi che siamo, e a quel punto saremo assolutamente inferiori a essa sarebbe destinata a fallire miseramente, essendo anche per essa un universo finito a racchiuderla. Quindi come noi siamo stati (probabilmente allora non saremo già da tempo (relativo all'uomo come specie) più in vita) espressione derivata da Dio, cioè di, a nostro modo e misura finita, volontà di creazione, una A.I., una superintelligenza tendente all'infinito, in un mondo che comprendiamo e comprende finito, sarebbe semplicemente la più pura vera e reale espressione di noi prodotta sempre dal nostro essere e quindi dall'egoismo e dalla nostra stessa paura del finito, cioè la nostra morte e l'illusione di poter sfuggire ad essa.



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
Giancarlo Rizzo
$ socio premium 2024 (4 dal 2021)

risposta dell'autore, data 22:54:35, 20/05/2022
Se chiudo gli occhi, e potessi concentrarmi per spogliarmi completamente di tutto quello che rappresenta il mio io, sarei consapevole del mio Essere. Potrei conoscere quello che l'uomo non sa conoscere perché non sa spogliarsi completamente di se stesso come Io.

Concettualmente posso pensare che l'universo pensato da dio possa contenere altre forme di esistenza completamente diverse da quelle che conosciamo e che la realtà sia più complessa di quello che in questo momento possiamo immaginare. Posso solo immaginare e non dimostrare con gli stessi parametri usati per la scienza. Sono certo che la scienza debba ancora imparare le basi più elementari dell'universo Uomo. Per ora posso solo attaccarmi a quella qualità del pensiero che si chiama Intuizione.



recensore:

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Recensione o commento # 3, data 15:08:18, 21/05/2022
"Ci siamo: hai inquadrato infine il nocciolo della questione da cui derivano tutti gli altri ragionamenti. Ora, se tu avessi ragione su questo punto, la tua sintesi sarebbe perfetta secondo le regole della logica attuale. Il nocciolo è quello che chiami errore.
"L'errore umano (dell'io stesso quindi) è sempre stato a mio parere quello di credere che questo Essere che sente e percepisce in sé, sia dissociato in qualche modo dal se stesso che pensa o agisce, come se questo "io" fosse solo parte della sua psiche e non l'energia vitale iscritta nelle cellule cognitive del suo essere presente all'interno del proprio corpo."
segue: il nocciolo della questione."

"Ora, se tu avessi ragione su questo punto, la tua sintesi sarebbe perfetta secondo le regole della logica attuale."

Credo che il mio commento qui sopra che alla fine dell'altro dibattito era sotto a questo tuo commento che ho riportato anche qui per risponderti, devi almeno convenire con me, sul fatto che, almeno seguendo una logica, il mio ragionamento sull'IO e l'illusione da esso portata e perpetuata nella propria mente, come in quella di tutti gli esseri umani coscienti di se è perfettamente logica.

Questo non solo spiega il perché delle religioni, o il sentire religioso percependo Dio in se tramite un anima, oppure come nel tuo personale caso, il percepire la tua vera essenza, il tuo Essere distaccato da quello che è l'IO che invece comanda solo il tuo corpo/mente.

Io come ti dicevo, non sono nessuno per togliere questo sentire alla gente, essendo il sentire singolo e personale di ognuno, basato sulle singole esperienze in esso riportate, in altre parole, ognuno possiede un IO diverso e unico nel suo genere, ma tutti però basati sullo stesso sistema di procedimento/apprendimento/risposta, un cuore ha le stesse funzioni in tutti i corpi, l'orecchio, il cervello, le ossa, ecc… le funzioni espresse nelle loro cellule di competenza sono uguali per tutti essendo in tutti presente a livello molecolare la stessa base di sviluppo evolutiva, quindi di sviluppo e comprensione di sé (di base). Quello che cambia è solo il grado raggiunto da questo sviluppo stesso, e quindi il sentire stesso, diverso a seconda di quello che ogni IO (noi) vivendo la propria vita, abbiamo sviluppato o a cui ci siamo avvicinati (stesso procedimento funzionale, ma diversa in ognuno risposta). Quindi per un credente l'IO (compreso il suo destino) lo farà cercare/trovare la voce di Dio in sé, poi espressa e riposta a sua volta nella propria fede, questo materialmente, nella realtà (credimi, ci sono passato e l'ho percepito reale dentro di me), dà un sentire dentro di pienezza e gioia tale, ricolmo di un infinito senso di amore e pace, molto più alto di quello che lo stesso uomo e donna sono in grado di percepire ambivalentemente secondo il loro possibile e diverso grado l'un l'altro. Un uomo devoto alla scienza, sono certo che proverebbe qualcosa di altrettanto potente e simile, se scoprisse qualcosa di poi rilevante per il suo genere di appartenenza di specie, se scoprisse il modo di fare vivere la cellula più a lungo per dire, e non solo nella scoperta stessa accade questo, ma anche nella sua stessa ricerca, lo stesso di chi invece a suo modo cerca Dio. Un altro potrebbe trovare le medesime cose a contatto con la natura, altri ancora nel proprio stesso nichilismo come pure nella pienezza di sentirsi loro il loro Dio, e potremmo andare avanti per 8 miliardi di esempi su questo (molti nella propria diversa percezione si associano poi in percezioni o percorsi simili, le varie religioni, massonerie ecc… ).
Capisci cosa intendo, per ognuna di esse il proprio stesso sentire, derivato come sappiamo emozionalmente e fisicamente dal loro IO, li porterà a sentire questo assolutamente reale in loro. Questo perché l'IO comprende presto il proprio destino e quindi ha molto tempo per autoconvincersi e modificare questa stessa convinzione a seconda del proprio bisogno durante tutto l'arco della sua (nostra) vita.

Quindi quando tu mi esponi che sei in grado di percepire questo, io ti credo assolutamente (sono serio), proprio perché a mio modo e diverso sentire ho percepito anche io la stessa convinzione illusoria, applicata quindi al mio diverso personale modo di vedere o vivere questo nella mia "realtà" intima e personale che hai o provi tu rispetto alla tua.

Ripeto io non sono nessuno per smentire questo, avendolo come tutti io stesso provato su di me.
IO però da questo ho compreso logicamente, e questo però me ne si deve dare atto, oppure mi si deve riportare una altrettanto logica esposizione dei fatti che non ne confermi infine la veridicità di questa stessa, ho cercato e compreso in me questa risposta data quindi, non sul mio solo ed unico sentire, ma su quello che tutti provano e sentono nella loro diversa reale realtà individualistica ed emozionale. Da questo fatto poi se ne ricava molto in comprensione di espressione del nostro modo di porci in/verso noi stessi o verso/con gli altri



recensore:

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Recensione o commento # 4, data 16:04:44, 21/05/2022
Quindi non stò assolutamente cercando di sminuire quello che il tuo stesso IO sta cercando in ogni modo per autodifesa (essendo ancora in vita) dalla propria morte, perchè è proprio la conferma, cioè il tuo sentire reale quello che tu percepisci (come a sua volta diversamente, ma altrettanto realmente lo era stato il mio) di quello che sto cercando di esporvi e farvi capire e poi in seguito comprendere.

Per fare questo, venendo anche io dalla medesima illusione, ho fatto cadere questo muro, questa stessa convinzione autoindotta da me stesso, cercando di comprendere dietro al dubbio su queste stesse convinzioni che sono sicuro che nel profondo di voi stessi, ognuno di voi nutra anche solo, o qualcosa che non combacia perfettamente con la realtà dei fatti in voi riposta che invece comprendete essere tale, quindi un piccolo dubbio sulla stessa autentica veridicità di quello che diversamente provate o potete provare in voi, da questo è tolto solo l'uomo che pone questo stesso suo sentire e abnegazione ad esso sulla scienza cercando quindi l'esatta complementare alternativa alla vostra risposta, cioè o si cerca di salvare quello che si crede l'Essere, ma nei fatti è l'IO tramite spirito o anima, quindi il suo mantenimento o speranza di mantenimento dello stesso, fuori dal corpo, oppure nutrire quantomeno speranza di prolungare il più possibile nel tempo (quindi in fatti dimostrabili e scientificamente provati) il corpo stesso dalla morte naturale, quindi allontanare il proprio stesso IO/coscienza di sè da quest'ultima inesorabile sorte.

Fatto questo potete invece di rigettare il dubbio stesso dentro di voi (cosa normalissima da fare), provare a seguire le domande che provengono dal dubbio stesso, le mie sono state inerenti ad un senso logico del sentire religioso, cioè concetti condivisibili, ma non divini perchè associati e provenuti nei fatti da noi stessi, e in fine e più importante di tutte chiedervi non il perchè di tutto questo, ma il perchè avete bisogno di cercare una risposta a questo quindi :

perchè l'IO mi impone di rispondere o cercare di rispondermi a questa domanda esistenziale?
se non sò come funziona un rubinetto per dire non si incapponisce allo stesso modo nel cercare di dare un senso compiuto o in essere a questo, oppure quante sono le molecole di un albero? quanti se lo saranno chiesti questo? "due o tre" immagino.
però il chi siamo, il da dove e perchè siamo, invece c'è lo siamo chiesti più o meno incessantemente o almeno una volta tutti.
perchè secondo voi?

perchè l'IO tramite meccanismo di autodifesa cerca di salvare o preservare se stesso dal proprio essere finito in un universo finito.

Quindi adopera e si adopera prima di tutto in autoconvincimento di se/noi stessi per dovere dare un senso (qualsiasi esso sia, fuori o dentro il corpo) e quindi una possibile via di fuga a questo destino stesso che lo aspetta, aggrappandosi quindi nelle sue stesse convinzioni che egli stesso realizza come reali per una speranza di una risposta e quindi una propia via d'uscita, da cercare e riporre speranza in relazione al suo tempo di vita stessa, (quindi fuoriuscita dal corpo in qualunque modo esso sia (spirito, materia, energia, anima ecc…, oppure il miraggio dell'infinito essere in vita nel proprio stesso corpo o in un altro involucro riposto, o anche solo un continuo di questa stessa sua speranza di risposta a questo, cosa che se anche fosse, non potrebbe mai avere né vita ne risposta data, dato che non esiste vita eterna per le stesse leggi che regolano l'universo ed esso stesso ivi si iscritto, essendo l'universo stesso finito, avendo avuto esso stesso un proprio inizio, quindi nessun infinito essere o sapere all'interno di esso può essere in essere, ma solo fuori da esso).

Comprendere veramente dentro di voi questo, farà cadere in breve tempo l'illusione, questo muro di egoismo e paura (normalissimo e comprensibile appieno ora) che noi stessi ci siamo autoimposti per tutta la nostra vita, anche cambiando strada o modalità di sentire o percepire la stessa risposta voluta, cercata, sperata, a questa sempre comunque presente domanda posta. Non impazzirete o altro, semplicemente avrete una più vera comprensione del vostro ruolo all'interno del creato e quindi per quel poco che sappiamo di esso o che possiamo intuirne, anche quindi una risposta reale in relazione al noi di oggi, al tempo che quindi abbiamo di essere presenti coscientemente in questa vita (l'unica), al perchè esistiamo. Comprensione di noi stessi, quindi il senso ultimo del nostro essere è capire il nostro ruolo, osservare, capire e comprendere, noi e tutto quello che ci è stato dato in grado e in essere da noi di poter esser osservato, capito e compreso, quindi dandogli anche un senso stesso e motivo di essere tale.



recensore:

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Recensione o commento # 5, data 17:00:09, 21/05/2022
"Questo perché l'IO comprende presto il proprio destino e quindi ha molto tempo per autoconvincersi e modificare questa stessa convinzione a seconda del proprio bisogno durante tutto l'arco della sua (nostra) vita."

(ho riportato qui il mio passaggio per motivi di spazio nel commento dove era presente)

questo per dire è dimostrato dall'ormai famoso esempio dell'orso.

provate a mettere un bambino di pochi giorni davanti un orso, e lui potrebbe ambivalentemente decidere in risposta di urlare con quella che poi riconoscerà come paura, oppure sorridere magari.

provate a fare lo stesso qualche anno dopo o per tutta la vostra vita futura, avendo davanti un orso che vi ringhia cosa provereste impulsivamente?

perchè questo? perchè il vostro IO (che è tutto ciò che riguarda in voi processi neuronali e fisici inerenti al pensare, riflettere, capire e comprendere emozioni, associandole poi ad azioni, quindi risposte ricevute e date tramite impulso emotivo/emozionale) ha asscociato poi il comprendere dell'esistenza stessa dell'orso vicino al vostro corpo, se privo di barriere a protezione di esso, come un pericolo per la propria esistenza fisica e quindi coscienza di voi stessi. uguale impulso di paura dovuta dal proprio in essere in pericolo di sopravvivenza.

lo stesso avviene con la comprensione reale della propria futura inesorabile morte fisica.
Quindi per "sfuggire" a questa ha solo un mezzo autoconvincersi nel tempo che resta di una speranza o via d'uscita possibile materialmente (col corpo/scienza) o metafisicamente spiritualmente (senza corpo/cioè in Essere).





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